lunedì 6 agosto 2012

Analisti politici dichiarano: "L'attacco al confine egiziano con ogni probabilità opera di Israele!"

L'attacco alla caserma di frontiera nel Sinai che ha ucciso 16 guardie egiziane é chiaramente un tentativo di rovinare le relazioni tra l'Egitto e Gaza, lo afferma l'analista politico Mustafa al-Sawwaf ai microfoni dell'Agenzia Ma'an poche ore dopo l'annuncio del sanguinoso attacco."Quello che é successo ha tutta l'aria di una provocazione mirata a distruggere la possibilità che presto l'Egitto apra del tutto il suo confine con Gaza, decretando la fine dell'assedio sionista contro la Striscia, non si può escludere che gli attaccanti siano stati manipolati a questo scopo proprio dai servizi segreti sionisti".

"Nessuna fazione palestinese, Hamas, Jihad Islamica, PFLP o Comitati Popolari avrebbe alcun guadagno dall'attaccare forze egiziane, e invece Israele, che ha visto con orrore la caduta di Mubarak e la salita al potere della Fratellanza Musulmana, vedrebbe il suo terrore di una salda alleanza egiziano-palestinese calmierato da un raffreddamento dei rapporti tra il Cairo e Gaza.

L'attacco é arrivato pochi giorni dopo l'annuncio del Presidente Mursi di voler allungare gli orari di apertura di Rafah e la proposta di creare una zona di libero scambio priva di dazi commerciali tra l'Egitto e Gaza, ipotesi che avrebbe del tutto e definitivamente distrutto l'assedio sionista al ghetto costiero palestinese. Ma i piani sionisti potrebbero venire rovinati lo stesso ma in una maniera diversa se Mursi approfittasse dell'attacco per dichiarare decaduti i termini della capitolazione di Camp David e decidere per la sicurezza dell'Egitto, di rimilitarizzare completamente la Penisola del Sinai.
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