lunedì 27 agosto 2012

Anche il Presidente Assad incontra l'iraniano Boroujerdi, l'agenda siriana al centro del prossimo vertice di Teheran!

Dopo il Presidente del Parlamento Jihad al-Laham e il Vicepresidente Farouk al-Sharaa (che qualche imbecille di Al-Arabiya e Al-Jazeera giorni addietro aveva dato come 'disertore') anche il Presidente Bashir al-Assad ha incontrato il Segretario del Comitato Parlamentare Iraniano per la Politica Estera e la Sicurezza Nazionale, Alaeddin Boroujerdi, latore di un messaggio di solidarietà e incoraggiamento per il Governo, il Popolo e le Forze armate siriane, impegnate in questi giorni in una fase 'cruciale ed eroica' (parole dello stesso Assad) della lotta contro i mercenari wahabiti assoldati da Turchi, Sauditi e Qatarioti.
Argomento centrale delle discussioni tra i due, ovviamente, sono stati i progressi dell'azione armata attorno ad Aleppo e in altre zone del paese, dove sembra ormai che i principali centri di comando e coordinamento delle formazioni armate istigate contro la Repubblica Araba Siriana siano stati schiacciati e distrutti. Assad ha tenuto a sottolineare che ormai tutti i Siriani, anche quelli che politicamente o ideologicamente non si riconoscono nel suo partito o nel suo Governo, hanno capito che la posta in gioco é l'indipendenza e l'autonomia del paese e quindi appoggiano le forze armate nella loro lotta contro i miliziani estremisti.

Boroujerdi ha menzionato ad Assad le recenti dichiarazioni rilasciate lo scorso sabato dal Vicepresidente iraniano Rahmin Mehmanparast che ha anticipato come sia intenzione della Repubblica Islamica mettere l'agenda siriana al centro del prossimo vertice del Movimento dei Paesi Non-Allineati, che si é aperto proprio nella capitale Teheran. Il Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi ha inoltre anticipato che la proposta iraniana sarà basta sui sei punti del piano di pace elaborato da Kofi Annan, definito "una ottima iniziativa, realistica ed equilibrata" che non ha incontrato il successo che meritava da subito solo per l'ostinazione degli sponsor dei terroristi e dei loro manovratori internazionali di cercare una 'soluzione armata' che era totalmente al di là delle scarse capacità militari dei loro burattini qaedisti.
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