domenica 12 agosto 2012

Il Cremlino gioca d'anticipo e all'ONU mette al centro del tavolo mediorientale la questione del Bahrein!

Il Governo russo, evidentemente stanco di dovere agire continuamente "di rimessa" rispetto alle criminali iniziative aggressive e destabilizzatrici dell'occidente imperialista in campo mediorientale, ha preso tutti in contropiede depositando presso il Consiglio di Sicurezza dell'ONU la richiesta di mettere sotto revisione il prima possibile gli avvenimenti degli ultimi diciotto mesi nel Bahrein, dove un movimento popolare per la riforma e la democratizzazione della società é perseguitato e martirizzato dalla violenza della Dinastia regnante Al-Khalifa e dei suoi alleati Sauditi e Qatarioti che non solo hanno dispacciato truppe nell'isola per prendere parte alla repressione ma addirittura hanno ingaggiato migliaia di violenti mercenari pachistani reclutati tra le frange più estreme di integralisti sunniti (la maggior parte della popolazione del Bahrein é invece sciita).
 La richiesta russa é stata applaudita da Pechino, grande alleata di Mosca nel fornire un contrappeso alle intriganti e invasive politiche occidentali, che ha rimarcato come "Il doppio standard fin qua applicato dall'ONU nei confronti della Rivoluzione Bahreini ha gravemente compromesso la credibiità, il prestigio e la reputazione di pretesa imparzialità dell'organismo sovranazionale". La notizia é stata accolta con comprensibile entusiasmo dagli attivisti Bahreini per la Democrazia che in un comunicato di commento rilasciato a stretto giro hanno dichiarato come l'internazionalizzazione della Rivoluzione del Bahrein dà un colpo decisivo al tentativo delle dinastie Al-Khalifa, Al-Saoud e Al-Thani di soffocarla con la violenza e il terrorismo di Stato.

Dopo molti mesi di lotte, di sofferenze e di grandi difficoltà la Rivoluzione Bahreini ha ripreso vigore nelle ultime settimane grazie alla diffusione di immagini e rapporti riguardanti attacchi e crudeltà delle forze governative contro civili indifesi, le loro case e le loro proprietà. Il comunicato dei rivoluzionari del Bahrein si conclude con la considerazione che, arrivati a questo punto, nessuna possibilità di accordo o negoziato con una famiglia reale disposta a scendere a livelli tanto bassi di violenza e sevizia contro il popolo é più considerabile e l'unica conclusione possibile per il processo rivoluzionario sta nella cacciata del Re e dei suoi manutengoli e nella creazione di una Repubblica Democratica.
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