martedì 21 agosto 2012

Il padre del sedicenne ucciso in Barhein: "Mio figlio picchiato a morte mentre stringeva la bandiera della Palestina!"

Abbiamo dato la notizia dell'assassinio del sedicenne Bahreini Husam al-Haddad appena la abbiamo ricevuta: correttamente e in anticipo su altri outlet di informazione abbiamo indicato la causa della sua morte come dovuta al brutale pestaggio ricevuto da parte di scherani del tiranno sunnita Al-Khalifa. Adesso, grazie alle dichiarazioni di suo padre, scopriamo che a infierire sul ragazzino sono stati in otto (otto adulti contro un adolescente, che "eroi"!) individui scesi da una macchina con le insegne del Ministero dell'Interno.

Il padre di Husam afferma che suo figlio stava prendendo parte alle manifestazioni internazionali per la "Giornata di Gerusalemme" e sventolava sopra la testa una bandiera palestinese quando l'auto dei suoi aguzzini si é fermata e gli otto individui lo hanno circonado, iniziando a picchiarlo a morte.

Il fatto che il popolo Bahreini, martirizzato e torturato da oltre un anno e mezzo per la sua insistenza nel chiedere riforme democratiche e la cacciata del tiranno Al-Khalifa e della sua corte, trovi anche il tempo per rispondere all'appello lanciato nel 1979 dall'Ayatollah Khomeini e di solidarizzare coi fratelli palestinesi dimostra come a Manama come a Gaza come a Nablus e Gerusalemme la lotta degli oppressi sia sempre la stessa lotta e come, non importa con quali prezzi e quali sacrifici, sia destinata a concludersi con il loro trionfo come già successo a Teheran, in Libano, in Tunisia e in Egitto.
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