lunedì 26 novembre 2012

La sconfitta sionista nella Guerra degli Otto Giorni fa la sua prima vittima: Barak annuncia il suo ritiro dalla scena politica!

Fine dei giochi per Ehud Barak! Una volta gettata la spugna e ammessa la propria incapacità di continuare nel codardo attacco aereo e marittimo contro la Striscia di Gaza senza continuare a subire la rappresaglia dei razzi siriani e iraniani contro Dimona, Gerusalemme e Tel Aviv Ehud Barak, vero e proprio "disastro ambulante" degli ultimi 30 anni di politica sionista ha dichiarato che, terminata la sua esperienza come Ministro della Guerra dell'attuale Governo Netanyahu non si ricandiderà alle elezioni e abbandonerà anche tutti gli incarichi di partito nella sua formazione razzista e militarista a nome "Atzmaouth" (da lui stesso creata dopo aver abbandonato il partito laburista sionista).
Barak é sempre stato l'uomo delle sconfitte e degli imbarazzi, più di qualunque altro politico sionista della sua generazione: sua la decisione di "scappare" letteralmente dal Libano del Sud che ribolliva della Resistenza armata di Hezbollah, lasciando i collaborazionisti dell'SLA in braghe di tela senza altra scelta che arrendersi sperando nella mercé (che, generosa, per volontà di Nasrallah stesso, c'é stata) dei vincitori; suo il "piano" facilone per 'sconfiggere' lo stesso Hezbollah nel 2006, con conseguente imbarazzo e sconfitta bruciante; era Ministro della Difesa anche durante il pogrom di 'Piombo Fuso' e, ora, durante la Guerra degli Otto Giorni.

Un comico, buffo, piccolo uomo, rotondetto e impacciato, certo non rispondente agli ideali di virilità militare cui israele sembra aspirare quando, come il rospo di fronte al bue, si gonfia d'aria per sembrare più imponente e minaccioso, salvo mostrare tutte le proprie debolezze quando, al culmine delle proprie 'esibizioni' viene ricondotto alle sue reali dimensioni da un razzo o da un missile ben piazzato: di Hezbollah o della Jihad Islamica!
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