sabato 18 febbraio 2012

Raid israeliano distrugge centrale di polizia a Gaza: il Diritto Internazionale protegge le strutture di polizia da attacchi militari!


Ennesima violazione israeliana del Diritto Internazionale ieri sera a Gaza City, nel centro e nel cuore del ghetto palestinese assediato, dove una squadriglia di F-16 sionazisti ha imperversato gettandosi in picchiata e scaricando razzi teleguidati e bombe a puntamento laser con grandissima e voluta precisione contro abitazioni civili e una caserma di polizia.

L'attacco, che ha colpito il quartiere gazese di Al-Tuffah é risultato in danni pesanti e ampi a vari edifici di abitazioni e alla completa distruzione, a causa dell'incendio provocato dalle ripetute esplosioni, della locale centrale di polizia. Come tutti sanno i posti di polizia, essendo le attività delle forze dell'ordine in una città bombardata necessarie a evitare episodi di crimine, saccheggio, sciacallaggio e simili, sono equiparate agli ospedali o alle caserme dei vigili del fuoco e quindi persino in condizioni di 'guerra dichiarata' NON POSSONO essere fatto oggetto di deliberati bombardamenti.

Il regime sionazista però non rispetta i trattati internazionali, come ha già dimostrato tre anni fa quando il "la" del brutale 'pogrom' militare contro la Striscia, la tristemente nota 'Operazione Piombo Fuso' venne avviata proprio con un massiccio attacco aereo contro ospedali, cliniche, posti di polizia e del corpo antincendio, in maniera da "tagliare le gambe" da subito alle forze di protezione civile e massimizzare morti, sofferenze e patimenti alla popolazione, secondo la criminale "Dottrina Dahiyeh".

I servizi sanitari di emergenza della Striscia di Gaza hanno rivelato che quattro persone, ferite in maniera "moderatamente grave" sono state soccorse dal luogo del bombardamento e portate all'Ospedale Al-Shifa per le cure del caso.

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Gaza e Jenin scendono in piazza per dimostrare solidarietà allo Sceicco Adnan, al 63esimo giorno di sciopero della fame!


Nero, Verde, Giallo, Rosso, di questi colori si sono paludate le strade e le piazze della Striscia di Gaza e della Cisgiordania quando ieri, dopo le usuali preghiere del venerdì, migliaia e migliaia di persone si sono radunate a dimostrare la loro solidarietà allo Sceicco Khader Adnan, leader del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina che é arrivato ormai al 63esimo giorno di sciopero della fame, per protestare, mettendo in gioco la sua stessa vita, contro l'inumana decisione del tribunale sionista che avrebbe voluto tenerlo in carcere quattro mesi senza nemmeno dichiarare il motivo del suo arresto e della sua detenzione.

Il Nero bordato d'oro delle bandiera della Jihad, il Verde degli stendardi di Hamas, il Giallo dei vessilli di Fatah e il rosso di quelli dei Fronti Popolare e Democratico di Liberazione della Palestina, si sono uniti in una girandola di colori e una sinfonia slogan e inni che agli occhi e alle orecchie di Sion devono suonare come una sola nota e una sola parola: "Resistenza!". L'ultimo rapporto dei membri di PHR (Physicians for Human Rights) ha dichiarato che lo Sceicco Adnan ha già sofferto "un significativo e pericoloso tasso di atrofia muscolare" e che non é certo, anche quando interrompesse il digiuno in queste stesse ore, se sarebbe mai possibile ristabilire la sua salute a un livello accettabile.

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Vergogna Aermacchi! L'Italia vuole addestrare gli assassini dei civili di Gaza, vendendo aeroplani da addestramento 'low cost'!


Con i cordoni della borsa drasticamente tirati e sempre meno shekel con cui procurarsi esotici sistemi d'arma e ampi e approfonditi programmi d'addestramento per fare esercitare le proprie SS alla raffinata arte dell'assassinio del civile palestinese indifeso i generali e i politici sionisti si sono rivolti al discount del supermercato della morte e, puntualmente, hanno individuato un venditore 'low cost', magliaro dell'industria internazionale delle armi, cui spendere i pochi fondi rimasti loro a disposizione.

Il loro nuovo fornitore é l'italiana Aermacchi.

L'aviazione sionazista infatti, ha ordinato 30 addestratori Aermacchi M-346 da consegnarsi entro due anni all'industria italiana, per sostituire addestratori troppo costosi da mantenere operativi come le versioni biposto di F-15 ed F-16 'made in usa'. L'accordo però, comunque delle dimensioni ragguardevoli di un miliardo di dollari, é stato raggiunto soltanto grazie a una formula che prevede il contemporaneo acquisto da parte italiana di attrezzature militari sionaziste per la stessa cifra, in modo che il Ministero delle Finanze di Tel Aviv non debba scucire un centesimo.

E' importante più che mai che partiti, associazioni, movimenti, privati cittadini e società civile dello Stivale si MOBILITINO contro questo accordo: l'Italia, sta scritto nella sua Costituzione, RIPUDIA LA GUERRA, l'Italia NON HA BISOGNO DI ARMI, in questa fase di tagli alle spese e austerità e soprattutto NON DELLE ARMI SIONISTE, l'Italia NON DEVE SOSTENERE ISRAELE e non deve DARE MODO AI PILOTI ISRAELIANI ASSASSINI di potersi esercitare sui suoi aerei. Altrimenti tutti, tutti gli Italiani saranno MORALMENTE COMPLICI delle MORTI DI CIVILI NEI RAID SU GAZA!

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L'abiezione morale israeliana si spinge ad augurare la morte dei giovani palestinesi vittime del 'sospetto' incidente stradale!


Uno Stato, una società costruita sull'invasione, sulla violenza, sul militarismo, cementata dal razzismo e dall'arroganza tipiche della mentalità coloniale 'fin de siecle' che, abbandonata e giustamente aborrita dalla maggior parte del mondo occidentale in cui nacque e si sviluppò, trova corso valido e tacita e ipocrita accettazione solo quando echeggiata e applicata da parte sionista, non può che produrre frutti marci e avvelenati.

Già in passato abbiamo dato l'allarme sul tasso di abiezione e di viltà morale in costante crescita nelle giovani generazioni israeliane, cui fin dalla più tenera età viene insegnato, da familiari ed educatori, a disprezzare e odiare i Palestinesi perché "diversi", in modo che arrivati all'età del servizio militare i giovani e le giovani di Israhell siano già desensitizzati alla violenza e al bigottismo, in modo da potersi lasciare andare ai numerosi casi di abusi e intemperanze che abbiamo puntualmente segnalato e su cui richiamiamo ancora l'attenzione.

Ulteriore prova in merito la vediamo qui sotto, in questo screenshot della versione ebraica di 'Facebook' il famigerato social network di Mark Zuckerberg dove una persona rischia la cancellazione dell'account se dichiara solidarietà ai Palestinesi o se tiene i follower aggiornati sulle attività della Resistenza all'occupazione ma dove apparentemente si può con impunità augurare la morte ai giovani scolari e studenti cisgiordani rimasti coinvolti nel letale incidente stradale di giovedì scorso a Nord di Al-Quds.

Non vogliamo nemmeno tradurre le orrende, rivoltanti parole pronunciate da bestie umanoidi che rispondono ai nomi di Benji Dazanashvili, Tali Biton, Tal Simhon, Ajala Cali, Eliya Eliza, Itai Viltzig e Aliya Amrani, a tutti questi bei "campioni" dell'etica corrente della società israeliana vogliamo replicare con le parole del loro "Libro dei Salmi", che si trovano a (137,9)

"Beato chi prenderà i tuoi nuovi nati,
e li sbatterà contro la dura pietra".
 
E 'shalom' a tutti i lodatori d'Israhell in servizio permanente effettivo.
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Condanna a morte per Haitham al-Sahmarani, libanese che spiava a favore di Israele!


L'Alta Corte Libanese ha condannato a morte Haitham al-Sahmarani, cittadino del Paese dei Cedri arrestanto nel 2009 per le sue attività di spionaggio a favore del regime ebraico; la notizia é arrivata nella notte tra venerdì e sabato.

Sahmarani era Sergente Maggiore nelle Forze di Sicurezza e iniziò a fornire al Mossad informazioni nel 2004. Durante il suo processo la pubblica accusa é riuscita a dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio come le sue attività di spionaggio abbiano contribuito a causare gravi danni e vittime civili nel corso dell'invasione sionista dell'estate 2006, riuscendo così a ottenere per l'accusato il massimo della pena.

Finora circa 100 persone sono state arrestate in Libano per spionaggio e collaborazione con il Mossad; tra di esse si contano membri delle Forze di Sicurezza, militari, impiegati delle ditte di telecomunicazioni e impiegati pubblici. Molte figure politiche, specialmente tra i ranghi della coalizione di Governo 'Alleanza 8 marzo' avevano chiesto per Sahmarani e altri agenti israeliani responsabili di vittime civili la pena capitale.
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venerdì 17 febbraio 2012

L'Università islamica di Al-Azhar si mobilita: "L'Egitto non deve più ricevere nemmeno un centesimo degli ambigui 'aiuti americani', vincolo e retaggio neocolonialista!"


Lo studioso islamico egiziano Sceicco Muhammad Hassan, dell'Università di Al-Azhar ha lanciato un appello a tutti gli accademici del paese, affinché sostengano un'iniziativa per lo studio e la valutazione di un piano di disingaggio del sistema economico egiziano dai cosiddetti 'aiuti' americani, emolumenti con cui la macchina dell'imperialismo Usa cerca di tenere in posizione soggetta subserviente un paese che ancora pochi decenni fa era leader sia del Mondo Arabo che del Movimento dei Non-Allineati, che anziché subire imposizoni e direttive forniva esempi e ispirazione a quanti sognavano un mondo regolato dal rispetto tra eguali e non avvilito da rapporti di vassallaggio e servitù.

L'iniziativa dello Sceicco Hassan ha preso il via dopo lo scoppio del "caso" dei provocatori e sobillatori americani rinviati a giudizio dai tribunali egiziani, a seguito del quale, col classico piglio arrogante degli 'yankee' colonizzatori i rappresentanti del Dipartimento di Stato hanno minacciato di cancellare i fondi 'Usaid' destinati all'Egitto se i cittadini Usa verranno effettivamente portati davanti alla Corte. L'iniziativa per liberare l'Egitto dalle pastioie degli 'aiuti' Usa avrà la benedizione di tutti gli Sceicchi dell'Ateneo Islamico di Al-Azhar, del Muftì d'Egitto e della Guida Generale dell'Ikhwan, la Fratellanza Musulmana.

"La prima cosa da fare sarà creare un Corpo Supremo che supervisioni l'intera iniziativa e che dovrà comprendere il Grande Sceicco di Al-Azhar, il Muftì d'Egitto, Il Ministero degli Affari Sociali, il Dr. Mohamed Badee dell'Ikwhan, Mr. Ahmed Alzanad, il Dr. Ahmed Zewail, Farouk el-Baz, il Dr. Mohamed Mohktar Mahdi, Preisdente dell'Accademia di Ricerca Islamica e dell'Associazione per la Shariah, lo Sceicco Abdullah Shaker, Capo del Gruppo Al-Sunna e rappresentanti anche della Chiesa Copta Egiziana", ha dichiarato lo Sceicco Hassan, dimostrando come le idee per portare tale mobilitazione alla fase operativa siano tutt'altro che vaghe o confuse.
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La Striscia di Gaza a un passo dalla "Catastrofe Sanitaria", l'assedio sionazista potrebbe uccidere centinaia di civili indifesi che dipendono dalle macchine mediche senza corrente!


Il Ministro della Salute palestinese Dottor Bassem Naim è sul punto di dichiarare la "Catastrofe Sanitaria" nel territorio della Striscia di Gaza, dovuta alla ormai totale cessazione della produzione di energia nell'unica centrale termoelettrica dell'enclave e l'interruzione della distribuzione di corrente tramite la rete fissa, che costringe tutti coloro che vogliono far funzionare apparecchi elettrici a ricorrere all'uso di generatori a combustibile.

Tutte le strutture come ambulatori, cliniche e ospedali vedono a rischio le loro scorte di sangue, plasma, organi da trapiantare e medicinali da conservare al freddo, oltre alla possibilità di fornire procedure salvavita come rianimazione, respirazione assistita, dialisi e molte altre ancora, che dipendono dalla regolare disponibilità di corrente elettrica.

In una conferenza stampa tenuta presso l'Ospedale Al-Shifa il Dr. Naim ha dichiarato che il Ministero della Salute non sa per quanto sia possibile sostenere una simile situazione, ma "sicuramente non più di alcuni giorni"; se l'afflusso di carburante alla centrale elettrica non sarà ripristinato o se non si ricorrerà a qualche misura straordinaria, come l'allacciamento della Striscia di Gaza alla rete elettrica egiziana, entro la prossima settimana potrebbero esserci letteralmente centinaia di morti.

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Mobilitazione palestinese e internazionale per la salvezza dello Sceicco Adnan, prostrato dallo sciopero della fame a oltranza!


Il rappresentante del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina Sceicco Khader Adnan sta continuando a portare avanti con sovrumana coerenza e determinazione la più dura, dolorosa e devastante forma di lotta contro l'abuso e l'arbitrio che il perverso e disumano sistema giudiziario sionista sta tentanto di perpetrare ai suoi danni imponendogli quattro mesi di 'carcerazione amministrativa' senza alcuna accusa formulata a suo carico, avendolo arrestato e tenendolo detenuto per ragioni puramente politiche, per il suo impegno e la sua dedizione alla causa della liberazione della Palestina dall'occupazione sotto lo stendardo nero e oro della "Harakat al-Jihād al-Islāmi". Questa lotta, si combatte interamente sul suo corpo, prostrato da una astensione dal cibo che si protrae ormai da oltre sessanta giorni e che tra poco più di una settimana, secondo gli esami clinici cui é stato sottoposto recentemente, lo condurrà all'automartirio.

Persino il Relatore Speciale ONU per i Diritti Umani nella Palestina Occupata, Professor Richard Falk (nella foto, a sinistra), ha invitato ufficialmente le autorità sioniste a rilasciare il detenuto, le cui condizioni di salute si vanno facendo via via più precarie e instabili; parlando al Centro Notizie ONU Falk ha espresso gravi preoccupazioni per la salute di Adnan, descrivendo le sue condizioni come "estremamente gravi" e invitando la Comunità Internazionale ad attivarsi sia per affermare i Diritti Umani dello Sceicco Adnan, sia per salvaguardarne la salute e la vita.

Adnan, in una lettera scritta dall'Ospedale dove si trova attualmente ricoverato, ha dichiarato di sentirsi "estremamente orgoglioso" della reazione corale del popolo di Palestina che lo ha sostenuto e che ha espresso solidarietà alla sua presa di posizione e alla sua lotta in molteplici maniere: da quelle istituzionali e di ONG fino a quelle individuali e sponteanee, coinvolgendo sia i propri rappresentanti politici che la società civile. In una notizia correlata, Hassan Salam, Comandante delle Brigate Ezzedine Al-Qassam attualmente detenuto in isolamento nella galera sionista di Askelon ha dichiarato che, in segno di solidarietà con lo Sceicco Adnan, ha iniziato a sua volta a rifiutare il cibo ponendosi in stato di sciopero della fame a oltranza.
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Altri 'tagli' devastanti mutilano i budget militari sionisti: niente più 'Merkava IV' e niente più blindati 'Namer' per Tsahal!

Il Merkava IV alla sua inaugurazione.
 A causa di profondi contrasti tra i rappresentanti del Ministero della Guerra di Tel Aviv e i loro colleghi delle Finanze una decisione letteralmente sorprendente é stata presa, come riporta il sito-web sionista israeldefence.co.il. Secondo quanto trapelato, l'acquisizione di nuovi carri armati modello 'Merkava IV' é stata 'sospesa fino a nuovo ordine', mentre il piano di sviluppo e produzione del nuovo blindato di fanteria 'Namer' é stato completamente cancellato. I fanti sionisti dovranno continuare a venire trasportati su cingolati M113 dell'epoca della Guerra del Vietnam o su 'Achzarit' e 'Nagmachon' ricavati da scafi di vecchi tank russi e inglesi ancora per molto tempo.

Saranno almeno duemila i lavoratori delle industrie MANTAK che perderanno il lavoro a causa della decisione, senza contare ulteriori posti di lavoro persi nell'ambito dell'indotto; in uno Stato privo di sistemi di sicurezza sociale come il regime ebraico di occupazione tale contraccolpo avrà pesanti ripercussioni su una situazione economica interna tutt'altro che florida, che anche recentemente ha visto il paese bloccato per parecchi giorni da uno sciopero generale. Ron Totnuhor, del Comitato della Knesset per gli Affari Esteri e la Guerra ha impugnato questo argomento fino all'ultimo, cercando di far cambiare idea ai suoi colleghi.

Il Merkava IV, presentato a inizio dello scorso decennio e in produzione dal 2004 si era attirato notevoli critiche durante la fallita invasione del Libano dell'estate 2006 quando i team anticarro di Hezbollah erano riusciti a distruggerne e immobilizzarne un numero rilevante con le loro armi portatili nonostante il fatto che per anni e anni la propaganda filosionista avesse magnificato il mezzo come "invulnerabile e imbattibile"; il blindato Namer, invece, doveva fornire un modo di riutilizzare vecchi chassis di modelli sorpassati dello stesso Merkava (come l'I e il II) creando un nuovo veicolo per la fanteria.
Un prototipo del blindato 'Namer'
Anche questo progetto però ha dovuto bloccarsi nella generale aria di tagli e austerità che ormai da mesi avvolge i budget e i bilanci delle una volta ricchissime forze armate sioniste.
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Anche Amr Mussa dichiara che il Trattato di Camp David va "profondamente rivisto"!


Amr Moussa, probabile candidato alle prossime elezioni presidenziali egiziane, ha preso la parola commentando le recenti dichiarazioni del Partito di Libertà e Giustizia (forza politica di maggioranza relativa al Parlamento recentemente eletto), dichiarando che a suo avviso la necessità se non dell'abolizione 'quantomeno di una profonda revisione' della cosiddetta "Pace di Camp David" ormai é una necessità non più eludibile.

Moussa, già Segretario Generale della Lega Araba, ha dichiarato a un reporter della rivista statunitense 'Foreign Policy' che l'accordo di pace del 1979 é ormai 'arrivato ai limiti della sua utilità' e che comunque non é mai stato implementato in maniera corretta, ma anzi squilibrata e parziale, tenendo in primo piano le convenienze di una parte sola (quella israeliana) e trascurando diritti e rivendicazioni egiziane.

In effetti per come é stato stilato, imposto e implementato il cosiddetto trattato di Camp David si può considerare come una "punizione" inflitta all'Egitto per avere 'osato' sconfiggere sul campo di battaglia l'esercito sionista, piuttosto che il risultato di un accordo negoziato da una posizione di forza come quella acquisita appunto dall'Egitto durante la Guerra del Ramadan del 1973.

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Vigliacchi terroristi al servizio di Usa e Israele uccidono lo Sceicco Sadeq, noto e rispettato leader religioso siriano!


Come tutte le belve feroci anche i tagliagole terroristi finanziati da Usa, Arabia Saudita e Israele nel tentativo di rovesciare il legittimo Governo siriano si stanno dimostrando più meschini e crudeli mano a mano che vengono messi con le spalle al muro; dopo la rapida e profonda operazione di 'bonifica' contro i loro focolai di attività, dopo l'intensificata vigilanza al confine da parte delle autorità di paesi confinanti come Libano e Irak, dopo la massiccia reazione popolare a favore dello sforzo di riforma istituzionale del Presidente Bashir Assad, é sempre più chiaro che i loro giorni siano contati e che non vi sia la menoma possibilità che i loro piani e le loro trame vadano a buon fine; proprio per questo, come appunto le belve messe all'angolo, essi ultimamente colpiscono in maniera sempre più disperata e vigliacca, per rabbia e frustrazione, senza nemmeno più il razionale di cercare di fare apparire il Governo responsabile delle loro atrocità.

Se ne é avuta la prova nelle tarde ore di ieri, presso Qadam Assali, quando l'imam della Moschea damascena di Anas bin Malek é stato ucciso da provocatori terroristi mentre si trovava a bordo della sua auto, di ritorno verso la sua casa di Al-Bweideh, nella cintura circostante la capitale. Crivellato di proiettili, il religioso non ha avuto scampo. Figura nota e rispettata dai musulmani sunniti, l'imam aveva sempre rifiutato di giustificare o ancora peggio sostenere le azioni di coloro che, armati dalle potenze arroganti dell'imperialismo e del sionismo, avocavano motivi 'religiosi' per la loro campagna di sangue e violenza indiscriminata.

L'agenzia di stampa siriana SANA ha riportato come, proprio il giorno della sua eventuale morte, anche l'imam di Anas bin Malek aveva aderito a una dichiarazione congiunta di leader religiosi musulmani che aveva condannato come "harram" (abominevoli) i delitti dei terroristi che, nelle ultime settimane, avevano assassinato persone mutilandone i corpi e tentato di sabotare infrastrutture pubbliche come oleodotti e altri apparati.
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giovedì 16 febbraio 2012

Persino il 'bushevico' Bolton lo ammette: "Col controllo iraniano sul ciclo dell'uranio inutili persino i bombardamenti degli impianti!"


"Teheran sarà potenza nucleare!", questa, pronunciata con tutta la stizza e il rimorso che ci si aspetta da un sostenitore 'di tre cotte' dei sogni imperiali "Neocon", (trasformatisi poi in amari incubi nei sobborghi di Sadr City e Fallujah) e membro 'di sei cotte' della lobby filosionista che tiene in mano la politica Usa, é la amara conclusione tratta da John Bolton in coda al commento rilasciato alla notizia che l'Iran ha iniziato a inserire elementi nucleari di propria produzione nel reattore sperimentale della capitale e, con la messa in linea di nuove migliaia di centrifughe a esafluoruro ha praticamente in mano tutto il ciclo dell'arricchimento del carburante nucleare, a prescindere da accordi, forniture, contratti e altre simili pastoie.

L'Iran ha a disposizione giacimenti di uranio a Saghand, e a Gachin, nei pressi di Bandar Abbas, da cui stime di esperti cinesi hanno previsto che si possano estrarre, rispettivamente, 20 e 50 tonnellate di materiale per anno, più che a sufficienza per mantenere operativo un programma nucleare anche ambizioso come quello della Repubblica Islamica che vuole saggiamente risparmiare petrolio e gas per la lucrosa esportazione e risolvere con un mix di energia atomica e fonti rinnovabili le richieste del mercato interno.

Bolton, alfiere dell'intervento militare sempre e comunque, fa quasi tenerezza mentre, sconsolato, scuote la testa e, a spalle incurvate, muove la bocca sotto i candidi e folti baffoni da tricheco per pronunciare la seguente frase: "Anche se l'Iran venisse attaccato domani dubito che una campagna di bombardamenti possa riuscire a rompere il suo controllo del ciclo dell'uranio; sono conoscenze che, una volta acquisite, sono molto facili da replicare e conservare, il che é molto sfortunato". 'Sfortunato', aggiungiamo noi, per un imperialista fan di Israele, che, a fronte dei grandi passi in avanti fatti dalla Repubblica Islamica nel campo delle tecnologie più avanzate non potrà più raccontare la storiella dei 'musulmani arretrati'.

Cosa che ci farà estremamente piacere!
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Il Partito della Fratellanza Musulmana, prima forza politica in Egitto dichiara: "Potremmo ritirarci subito dagli Accordi di Camp David!"


Ancora una volta l'Egitto si avvicina un passo di più a far finalmente 'saltare' gli iniqui accordi di Camp David, dove Anwar Sadat barattò il prestigio della brillante campagna militare del Sinai nella Guerra del Ramadan e la leadership egiziana tra i paesi arabi non-allineati e anti-imperialisti per il ruolo di vassallo e lacché degli Usa in Medio Oriente, servo di Israele e traditore della causa panaraba, che nel 1981 gli meritò le pallottole e le granate di Khalid Islambouli e compagni.

Nello sviluppo della querelle egiziano-americana riguardante i provocatori e i sobillatori Usa che cercavano di deviare il processo politico egiziano su posizioni filo-Usa e filosioniste il Leader del Partito di Libertà e Giustizia (espressione della Fratellanza Musulmana e forza politica di maggioranza relativa col 47% all'Assemblea del Popolo) Mohamed Mursi ha dichiarato che, se gli Usa effettueranno rappresaglie diplomatiche contro il Cairo in conseguenza del rinvio a giudizio dei loro cittadini coinvolti nell'inchiesta allora nulla impedirà all'Egitto di ritirarsi unilateralmente dagli Accordi.

Gli Usa avevano minacciato di escludere l'Egitto dal loro "programma di aiuti", ma la determinata reazione dell'FJP non é stata causata tanto dalla 'minaccia' di sospendere il versamento delle somme (una miseria rispetto a quanto gli Usa versano annualmente a Israele e molto molto meno di quanto non depredino le multinazionali Usa attive e rapaci in Egitto), ma piuttosto il rifiuto dell'idea che la nazione e il popolo egiziano possano essere impunemente minacciati da Washington.

Il trattato di Camp David, chiaramente ineguale e contrario al sentimento e al tornaconto della stragrande maggioranza dei cittadini egiziani é stato il primo "riconoscimento ufficiale" incamerato da Israele da parte di un paese arabo.
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Hezbollah onora i Leader Martiri; manifestazione oggi a Beirut al Complesso Shouhada, attesa per l'intervento di Nasrallah!


Come ogni anno anche oggi Hezbollah, il Movimento sciita di Resistenza che da piccolo e sparuto gruppo di guerriglieri nel Libano invaso da Israele é riuscito a diventare una forza armata di tutto rispetto e un partito politico cardine nel delicato equilibrio di forze e fazioni di cui é costituito il Paese dei Cedri, si prepara a celebrare la giornata commemorativa dei "Leader Martiri": Sayyed Abbas Al-Moussawi, Sheikh Ragheb Harb e Hajj Imad Moghniyeh, dirigenti che a prezzo della propria vita hanno contribuito a rendere il movimento quello che é ora e il cui esempio costituisce uno sprone per tutti i membri del partito e della resistenza armata.

La cerimonia principale della giornata si terrà tra poche ore nei sobborghi meridionali di Beirut, nel "Complesso Shouhada", cittadella sportiva e centro congressi dedicato alla memoria di tutti coloro che hanno dato la vita per Hezbollah. Il Segretario Generale del Movimento, Sayyed Hassan Nasrallah, terrà un discorso commemorativo che, alla luce dei recenti sviluppi politici interni e regionali é atteso con ansia non soltanto da appartenenti e simpatizzanti di Hezbollah, ma anche da osservatori e commentatori politici libanesi e internazionali.

In una notizia correlata informiamo i nostri lettori che, proprio alcune ore prima del ventesimo anniversario della morte del figlio il reverendo padre del leader martire di Hezbollah Sayyed Abbas Moussawi si é ricongiunto col figlio all'età di ben 90 anni. Ali Moussawi, questo il nome dell'anziano, era una figura onorata e ben conosciuta non solo all'interno della Resistenza, ma in tutta la comunità sciita. Modesto, pio, dedicato, aveva fornito al giovane Abbas l'esempio e l'incoraggiamento a dedicare la sua vita al riscatto degli Oppressi, missione cui si é dedicato fino alle estreme conseguenze, senza tenere in conto la sua sicurezza o il suo tornaconto.

I funerali del reverendo Ali Moussawi si sono tenuti all'alba di oggi nel villaggio natale di Nabi Shayth.

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Sospetto "incidente" contro un pullman di scolari uccide dieci giovani palestinesi: "Ecco chi attacca gli scuolabus!"


Nel lungo rosario di morte e distruzione inflitta dal regime ebraico dell'apartheid contro i legittimi abitanti della Palestina sottoposta a occupazione si é aggiunto oggi un capitolo particolarmente inquietante: un 'incidente' talmente devastante e sanguinoso, contrario a tutte le dinamiche usuali pure in casi calamitosi simili ad esso da non lasciare né noi né altri osservatori particolarmente adusi a vedere oltre le imposture e i giochi di specchi usati dall'occupazione sionista per celare i propri crimini.

Secondo quanto riportato da agenzie stampa palestinesi nelle prime ore del mattino a Nord della città occupata di Gerusalemme/Al-Quds un camion con targa israeliana, lanciatosi a tutta velocità contro uno scuolabus che trasportava bambini e ragazzi palestinesi é esploso in fiamme, trascinando le proprie piccole vittime a una morte orribile ed estremamente dolorosa: ben dieci sono stati i morti tra scolari e studenti, tutti di età compresa tra i dieci e i sedici anni.

Il leader di Al-Fatah Mahmoud Abbas ha immediatamente dichiarato tre giorni di lutto ufficiale appena raggiunto dalla notizia dell'accaduto. Tutti sappiamo che le possibilità che un autoveicolo prenda fuoco  dopo un impatto, per quanto forte e devastante, sono bassissime; il fatto poi che il camion con targa israeliana sia detonato NELLO STESSO ISTANTE in cui colpiva lo scuolabus, fa sospettare molti che non ci si trovi affatto di fronte a un incidente, bensì all'ennesima, cinica e sanguinosa operazione di aggressione sionista contro civili palestinesi inermi e indifesi.
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"La vita dello Sceicco Khader Adnan é letteralmente appesa a un filo. Quasi certa la sua morte se lo sciopero della fame arriva a 70 giorni!"


L'Associazione per i Diritti dei Prigionieri Palestinesi ha lanciato un allarme riguardo le condizioni di salute del leader del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina Sceicco Khader Adnan, attualmente impegnato a portare un suo sciopero della fame oltre il sessantesimo giorno di durata contro l'inumana e inaccettabile decisione sionista di tenerlo in carcere quattro mesi senza che sia stata formulata a suo addebito nemmeno una precisa accusa.

L'Associazione ha dichiarato in un comunicato stampa rilasciato nella giornata di ieri, che citava affermazioni del legale di Adnan, l'avvocato Jawad Boulus, che secondo il medico che lo ha visitato più di recente lo Sceicco sarebbe "in condizioni critiche" a rischio di immediate e devastanti complicazioni con riguardo a: insufficienza renale, emorragie interne, danni al fegato o collasso totale del sistema immunitario.

Il referto medico metteva ulteriormente in guardia contro possibili danni cognitivi a causa della dilapidazione delle vitamine e/o possibili ictus e ischemie cerebrali, che potrebbero colpire "in qualsiasi momento e con conseguenze permanenti" lo scioperante. Se la sua protesta verrà portata vicino o oltre la soglia del settantesimo giorno la sopravvivenza di Adnan sarà quasi sicuramente compromessa.
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Rybakov: "Inutili le sanzioni contro l'Iran, l'unica strada percorribile é quella di un serio negoziato!"



Il Viceministro russo per gli Esteri Sergei Rybakov ha dichiarato che, esattamente come previsto, le 'sanzioni' decretate da Usa e Occidente contro l'Iran "stanno avendo esattamente zero effetti" vista la mancata adesione dei paesi asiatici e sudamericani, persino di quelli, come Giappone e Sudkorea, tradizionalmente schierati su posizioni subservienti agli interessi Usa. Sono ormai finiti da molto i tempi in cui bastava l'interruzione dei traffici con Usa ed Europa occidentale a decretare la crisi e la povertà per un paese del Sud del Mondo, nel Ventunesimo Secolo, asiatico e multipolare, il commercio con l'Occidente imperialista ha molte e persino più vantaggiose alternative.

"L'approccio sanzionatorio é inutile e arrogante, quello che serve é un serio atteggiamento al tavolo della trattativa", ha dichiarato Rybakov, reiterando la posizione di Mosca che ritiene Teheran un fedele sottoscrittore del Tnp (al contrario dello 'stato-canaglia' israeliano, che detiene un arsenale atomico fuori da ogni controllo, la Repubblica Islamica si é impegnata a sviluppare l'atomo solo per le sue applicazioni civili). In una recente lettera inviata all'UE il Segretario del Supremo Consiglio Iraniano per la Sicurezza Nazionale, Saeed Jalili ha annunciato la volontà iraniana di sedersi nuovamente al tavolo negiziale con i rappresentanti del 5+1, i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU più la Germania.

Ovviamente, Jalili ha anticipato che nessuno deve aspettarsi che l'Iran rinunci supinamente al suo diritto di sviluppo di un programma nucleare civile. Annunciando subito dopo la conclusione delle cerimonie per il 33esimo anniversario della Rivoluzione Islamica i progressi del programma nucleare nazionale le autorità iraniane hanno fatto inserire nel reattore nucleare sperimentale di Teheran i primi elementi di combustibile prodotti interamente nel paese, e hanno annunciato che 3000 nuove centrifughe a esafluoruro per l'arricchimento dell'uranio sono sul punto di venire attivate, aggiungendosi alle 9000 già in funzione.
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mercoledì 15 febbraio 2012

Bahar: "L'Egitto corra in soccorso del ghetto di Gaza, collegandolo alla propria rete elettrica!"


Il Presidente pro-tempore del Consiglio Legislativo Palestinese, Dr. Ahmed Bahar ha fatto appello alle autorità egiziane affinché prestino alla Striscia di Gaza, strangolata dal disumano assedio sionista, "aiuto e assistenza necessari a far fronte alla grave crisi energetica"; nella fattispecie, riprendendo un appello più volte lanciato da varie parti in queste ultime settimane Bahar ha invitato il Cairo a collegare speditamente la rete elettrica di Gaza agli elettrodotti egiziani. La soluzione era stata proposta dalla Lega Araba la prima volta circa due anni fa.

Questo genere di intervento di emergenza dovrebbe permettere a Gaza di non subire le catastrofiche conseguenze del collasso della rete elettrica (che comporterebbe la morte di centinaia di pazienti dipendenti da respiratori, incubatrici, macchine per la dialisi...) e dimostrerebbe a politici e generali sionazisti che il mondo non é disponibile a lasciarli proseguire indefinitamente nella loro opera di martirio e persecuzione di civili innocenti.

Bahar ha aggiunto che qualunque conseguenza fatale delle presenti condizioni nel ghetto palestinese di Gaza deve essere ascritta e addebitata alle decisioni di Israele e della sua classe politica e militare che negli ultimi cinque anni si é resa colpevole, con le misure di strangolamento economico, dell'ennesimo Crimine contro l'Umanità di cui il regime di occupazione sionista dovrà prima o poi rendere conto di fronte alla Storia e al mondo.

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Meno sessantacinque milioni di dollari Usa nei bilanci della sionista 'Elbit' per la cancellazione di commesse turche!


Come annunciato a suo tempo, si fanno sentire, e molto duramente, le conseguenze della totale rottura dei rapporti tra Ankara e Tel Aviv a seguito del pervicace e ostinato rifiuto del regime dell'Apartheid ebraico di assumersi la responsabilità per le vittime della Mavi Marmara e di pagare compensazioni monetarie alle famiglie degli attivisti umanitari massacrati dai commando di Tel Aviv nel corso del piratesco raid in acque internazionali della primavera 2010.

Secondo quanto pubblicato recentemente dal quotidiano sionista Jerusalem Post sulla sua versione internettiana la Elbit System 'gioiello' dell'industria bellica di Tel Aviv ha già messo in bilancio perdite per 65 milioni di dollari Usa nel consuntivo del 2011, a causa della brusca cancellazione degli ordini di software e sistemi elettronici per l'aviazione turca.

Il quotidiano ha aggiunto che la compagnia israeliana starebbe disperatamente cercando una qualche compensazione presso lo Stato Maggiore dell'IDF ma che, con la campagna di tagli per miliardi di shekel attualmente in corso, che ha già forzato alla cancellazione di numerose esercitazioni di massa e starebbe per incidere anche su spese una volta considerate 'sacre', come ad esempio le ore di volo per l'addestramento dei piloti, non vi siano molte speranze da coltivare in merito.

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Il reattore nucleare sperimentale di Teheran caricato coi nuovi elementi combustibili di produzione iraniana!


Come annunciato pubblicamente pochi giorni orsono la Repubblica Islamica iraniana ha cominciato a mostrare a tutto il mondo, in primis agli osservatori dell'Agenzia Atomica Internazionale, il numero e la profondità dei suoi progressi nel campo delle tecnologie nucleari, che come firmatario del Trattato di Nonproliferazione essa é libera di perseguire nel novero delle applicazioni civili: industriali, energetiche, mediche e così via. Con una cerimonia cui hanno partecipato il Presidente Ahmadinejad, il Ministro degli Esteri Ali Akbar Salehi e Fereydoun Abbasi, capo dell'Agenzia atomica nazionale, nuovi elementi combustibili sono stati caricati oggi nel reattore di ricerca dell'Università di Teheran.

La grande novità sta nel fatto gli elementi in questione sono i primi prodotti autonomamente dal programma nucleare di Teheran , segno che ben presto la Repubblica Iraniana potrebbe diventare totalmente autosufficiente per le proprie necessità nucleari: finora il reattore di ricerca veniva alimentato con 'lingotti' di una partita argentina, peraltro ormai in via di esaurimento. La capacità di estrarre e raffinare il proprio uranio darebbe al programma iraniano un carattere di autosufficienza del tutto inedito, finora soltanto Cina e Russia tra i paesi nucleari sono in grado di evitare di importare uranio, persino gli Usa, che pure ne hanno a disposizione giacimenti in Alaska e sulle MOntagne Rocciose, hanno talmente tanti impianti da dover importare carburante nucleare dall'Africa e dall'Asia Centrale.

In una notizia correlata, Ahmadinejad ha anche annunciato che presto alle 9.000 già attive a pieno regime si aggiungeranno altre 3.000 centrifughe ad esafluoruro di uranio per la raffinazione e l'arricchimento a tempo di record di quantità di uranio ancora più imponenti.
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Mossa a sorpresa del Presidente siriano Assad: "La nuova Costituzione pluralista é pronta, si voti entro fine mese per la sua approvazione!"


Con una mossa a sorpresa che dimostra quanto completa sia ormai la rotta in cui la determinata azione poliziesca e militare del Governo siriano ha finalmente ridotto l'insorgenza criminale e terroristica fomentata da Usa, paesi occidentali, corrotte monarchie del Golfo e Stato ebraico dell'Apartheid, il Presidente Bashir Assad, presa visione della conclusione dei lavori per la Riforma Costituzionale in cui é stata impegnata da ottobre a pochi giorni fa un'apposita Commissione ha dichiarato che il testo derivato da essi verrà sottoposto a ratifica con un referendum a suffragio universale il prossimo 26 febbraio, esattamente tra undici giorni.

Che sia possibile in questo ristretto lasso di tempo presentare alla popolazione la nuova Carta costituzionale e mettere in piedi un processo elettorale nazionale testimonia meglio di qualunque discorso vuotamente retorico quanto salda sia la presa delle istituzioni sulla società civile e quanto intenso ed entusiasta sia l'appoggio di quest'ultima al programma di riforme voluto da Assad per venire incontro alla mutata realtà di un paese per cui la guida del Partito Baath non corrisponde più a una serie di istanze pluraliste espresse, legalmente e nel rispetto delle leggi, da partiti e associazioni ben diverse dai tagliagole che ad Ankara, Riyadh, Londra e Parigi si sono venduti alle mire egemoniche dell'imperialismo occidentale e sionista.

Una volta ratificata dal Parlamento e approvata dal Referendum popolare la nuova Costituzione, sarà dunque possibile stilare una 'road map' verso un'elezione politica nazionale che potrebbe tenersi tra la fine di marzo e i primi di aprile 2012.
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La moglie dello Sceicco Adnan dichiara: "Debolissimo e prostrato, mio marito tuttavia non é ancora entrato in coma!"


La moglie dello Sceicco Khader Adnan, rappresentante del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina, ha dichiarato che, contrariamente alle notizie filtrate ieri su diversi outlet informativi palestinesi (e da noi prontamente riprese e pubblicate) suo marito non si troverebbe in stato di coma e, pur essendo fisicamente prostrato dall'astensione dal cibo che si prolunga ormai da sessanta giorni, rimane ottimista e determinato a continuare la sua forma di protesta contro l'inaccettabile stato di detenzione senza una chiara accusa in cui é stato ridotto dal regime ebraico di occupazione.

Um Abdurrahman, consorte dello Sceicco, ha dichiarato che, pur entrando e uscendo da momentanei stati di incoscienza dovuti all'estrema debolezza e pur scosso da conati di vomito ogniqualvolta deglutisca anche soltanto un sorso di acqua, suo marito rimane "lucido, e gode di alto morale e di ferrea determinazione a continuare la sua lotta, nonostante il recente respingimento dell'appello esteso alla corte sionista da parte del suo legale". Tramite la voce della moglie lo sceicco ha comunicato che la sua lotta, combattuta sul suo stesso corpo, deve essere intesa come un'azione dimostrativa esemplare a favore dei Diritti calpestati di tutti i detenuti politici palestinesi in mano al regime dell'Apartheid.

Tutti i deputati di Hamas presenti nella Cisgiordania occupata si sono mobilitati martedì scorso in un sit-in a favore dello Sceicco Adnan e della sua organizzazione, il Movimento per la Jihad Islamica, che insieme all'organizzazione di Mishaal e Haniyeh si sta preparando a divenire parte dell'OLP, da cui finora i due movimenti politico-religiosi avevano sempre rifiutato di aderire.
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A Parigi cittadini siriani strappano dalle mani di provocatori sauditi le 'bandiere' dei terroristi e le danno alle fiamme!



Leali cittadini siriani a Parigi hanno strappato dalle mani di provocatori al soldo dei sauditi, degli americani e dei sionisti una loro lercia 'bandiera', stendardo dell'epoca coloniale quando la Siria era soggetta alla dominazione francese.

E' interessante che lo stesso vessillo sia stato scelto dai finanziatori dei terroristi tagliagole che di recente hanno cercato di precipitare la Repbubblica araba nel caos; così facendo hanno dichiarato inconsciamente il loro obiettivo: far tornare la Siria allo stato di paese coloniale.

Notate in mezzo alle bandierine biglietti con il logo di Al-Arabiya, la tv satellitare saudita di proprietà della Casa Reale di Riyadh, attraverso cui vengono diffuse menzogne e propaganda antisiriana poi riprese e ripetute da tv e testate giornalistiche occidentali.
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"Non domandiamo il Caos, pretendiamo ciò che é giusto!": continua ancora la protesta degli insegnanti giordani!


Sono arrivati sotto le finestre del Primo Ministro, quell'Awn Khasawneh che dopo qualche fuggevole speranza all'indomani della sua nomina a Premier non si é dimostrato poi molto meglio di coloro che lo avevano preceduto, gli insegnanti e i professori giordani che, dopo aver rifiutato l'offerta governativa di un aumento del settanta per cento dei loro stipendi continuano a pretendere la rivalutazione degli stessi al cento per cento, praticamente un raddoppio, per poter fare fronto all'inflazione in costante aumento che negli ultimi anni ha eroso e divorato il loro potere di acquisto.

Al contrario di altri dipendenti pubblici, che 'arrotondano' i loro magri incassi con secondi lavori o, persino, con la richiesta di 'incentivi' e 'bustarelle' a quanti si rivolgono a loro per il disbrigo di una pratica o per il rilascio di una autorizzazione i lavoratori dell'insegnamento possono contare solo sulle loro buste paga e perciò la richiesta del raddoppio dello stipendio non deve suonare esosa o esagerata; le bandiere che hanno portato sotto i balconi di Khasawneh recitavano: "Non domandiamo il Caos, pretendiamo ciò che é giusto" e "Anche gli insegnanti hanno Diritti Umani, non accetteremo ingiustizie".

Quasi un milione e mezzo di scolari e studenti giordani sono rimasti a casa dall'inizio dello sciopero, dieci giorni fa, una 'vacanza' che forse ad alcuni di loro non dispiace ma il cui protrarsi metterebbe in serio dubbio la possibilità di concludere regolarmente l'anno scolastico e portare a termine i programmi didattici previsti.

Secondo Moustafa Rawasdeh, capo del Sindacato dell'Insegnamento, sono circa novantamila i docenti giordani che hanno incrociato le braccia.
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martedì 14 febbraio 2012

Le coraggiose donne del Bahrein, cuore pulsante della Rivoluzione contro il corrotto Re Al-Khalifa!


A un anno dall'inizio delle proteste e delle manifestazioni contro il corrotto regime di Re Hamad Al-Khalifa gli abitanti di Manama, di ogni classe sociale ed ogni età sono scesi in strada a decine e decine di migliaia per cercare di riprendere possesso di Piazza Lulu, "Piazza delle Perle", da cui a costo di centinaia di morti, feriti, arrestati e torturati gli sgherri sauditi e di Dubai messisi al servizio del tiranno locale e i mercenari pachistani arruolati a suon di petrodollari insanguinati li avevano cacciati la scorsa primavera, e dove il monumento ai pescatori di perle, simbolo della città e del reame, era poi stato frettolosamente abbattuto, nel vano tentativo di togliere al popolo quello che era diventata una delle icone della protesta.


Ancora una volta tra i dimostranti tantissime erano le donne, giovani, anziane, madri, fidanzate, sorelle, sostenitrici e ausiliatrici della protesta, levatrici della libertà, vere e proprie (loro sì, in tutti i sensi) "Perle di Barhein".
Si prendano ad esempio queste donne "islamiche" che la propaganda occidentalista vorrebbe dipingere un po' come ritardate, un po' come oggetti di compassione: esse sono certamente più tenaci, combattive, consapevoli e coscienti di tante svampite ochette 'occidentali' e di tutte le 'femministoidi' che in Europa e Nordamerica pensano di conquistare chissà cosa trasformandosi in brutte isteriche copie degli uomini.
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Lo Sceicco Khader Adnan della Jihad Islamica cade in coma dopo settimane di sciopero della fame nelle carceri sioniste!


Lo Sceicco Khader Adnan, leader del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina é entrato in coma dopo quasi 60 giorni di sciopero della fame ininterrotto nelle prigioni sioniste; il suo avvocato Jawad Bulous ha dichiarato che il recente pronunciamento della corte militare sionista che ha rinnovato la sua "detenzione amministrativa" ormai lunga oltre quattro mesi é stata una 'decisione ingiusta, oppressiva, contraria alle più elementari norme umanitarie', in conseguenza della quale lo Sceicco ha scientemente deciso di portare il suo sciopero della fame alle estreme conseguenze.

Poco prima di perdere conoscenza per l'estrema prostrazione lo Sceicco ha ringraziato tutti coloro che hanno espresso solidarietà con la sua lotta, compresi i 150 giovani studenti dell'Università Bir Zeit che hanno affrontato la sbirraglia sionista nello scorso weekend per dimostrargli il loro sostegno e gli studenti delle medie e delle superiori di Arraba, che ancora ieri hanno marciato e dimostrato nel suo nome.

Il Centro Palestinese per i Diritti dei Prigionieri Politici, per bocca del suo Direttore Ismail al-Thawbra ha dichiarato che le autorità di occupazione sionista sono da considerare le dirette responsabili della sorte dello Sceicco Adnan e che lo stato di detenzione senza accusa in cui viene tenuto costituisce un vero e proprio "crimine contro il Diritto internazionale". Al-Thawbra ha raccomandato ai Palestinesi dei Territori Occupati e della Palestina del 1948 di continuare a dimostrare a favore di Adnan e alle ONG umanitarie locali e internazionali di sollevare il caso della sua sopravvivenza a ogni livello possibile.

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