sabato 8 settembre 2012

La Iran Marine Industries vara la sua prima petroliera per il Venezuela, sempre più saldo l'Asse Caracas-Teheran!

"Sorocama" é la nuova petroliera che presto si aggiungerà alla flotta della compagnia statale venezolana degli idrocarburi, la PDVSA, lo scafo, completato all'85 per cento é stato lanciato in acqua dal bacino di carenaggio do Bushehr per ricevere gli ultimi ritocchi.

Lunga un quarto di chilometro, larga 44 metri e alta 21 la 'Sorocama' verrà poi seguita da altre tre petroliere. L'Iran trova nella capacità di soddisfare le proprie necessità interne con le conoscenze e la forza lavoro locale la possibilità di proporsi nel mercato internazionale come un partner affidabile per quei paesi che non si fidano delle aziende occidentali e imperialiste.

Iran e Venezuela hanno siglato molte intese per la cooperazione nell'edilizia popolare, nella fabbricazione di automobili, biciclette e macchine da lavoro e presto espanderanno i loro accordi all'industria militare e della Difesa.
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L'Egitto decide: il varco di confine di Gaza rimarrà aperto sette giorni su sette, anche durante il venerdì!

Le autorità egiziane, preoccupate dal costante peggioramento delle condizioni di vita a Gaza a causa del perdurante assedio economico sionista stanno considerando sempre più da presso l'idea di aprire il transito attraverso il varco di Rafah a ogni genere di merce senza alcuna limitazione; intanto hanno deliberato di consentire il transito di passeggeri anche nella giornata di venerdì, finora giorno di chiusura del posto di confine.

Mohammed al-Brim, portavoce dei Comitati di Resistenza della Striscia ha salutato la decisione egiziana come "un importante passo contro l'ingiusto e oppressivo strangolamento economico imposto dai sionisti contro la popolazione palestinese". Il parlamentare palestinese Jamal al-Khoudri, Capo del Comitato popolare contro l'Assedio, ha a sua volta espresso la sua soddisfazione per la decisione.

Già ieri il varco di confine di Gaza per la prima volta da anni é rimasto aperto ventiquattrore su ventiquattro. Oltre che a pazienti bisognosi di cure ed esami in Egitto e a studenti e lavoratori che da Gaza si recano nel Sinai, Rafah viene attraversato ogni giorno anche da semplici cittadini che cercano di procurarsi in terra egiziana beni altrimenti introvabili nel ghetto litoraneo assediato.
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Mahmoud Zahar di Hamas interviene alla Conferenza sulla Resistenza Islamica: loda il sostegno della Repubblica Iraniana!

Il leader storico e fondatore del Movimento musulmano di Resistenza Hamas, Mahmoud al Zahar, ha espresso la sua riconoscenza e gratitudine per il continuo sostegno e supporto espresso dalla Repubblica Islamica dell'Iran nei confronti del popolo Palestinese; l'apprezzamento di Al-Zahar é stato comunicato nel corso della Conferenza di Isfahan sulla Resistenza Islamica, durante il quale il Segretario della Shoura Islamica, Ali Larijani, ha assicurato che la voce iraniana continuerà a levarsi in favore dei Palestinesi anche in futuro.

Larijani nel corso del meeting ha dichiarat che le rivoluzioni popolari del 2011 hanno dato potere alla Resistenza Islamica aggiungendo che nuovi e importanti sviluppi si stanno preparando in quei paesi dove finora le forze retrive e conservatrici si sono coalizzate nel tentativo di bloccare e reprimere nuove spinte verso la libertà e la democrazia. "Hamas", ha poi chiarito il Segretario della Shoura, "E' il simbolo incarnato della volontà dei Palestinesi musulmani di ottenere il pieno riconoscimento dei loro Diritti inalienabili e l'Iran farà sempre tutto il possibile per sostenerlo".

Zahar ha concluso riaffermando la volontà di Hamas di perseguire "in toto" la liberazione della Terra di Palestina, senza accettare compromessi o mutilazioni, attraverso il costante sforzo di lotta e Resistenza contro l'occupazione sionista e tutti i suoi alleati e facilitatori.
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venerdì 7 settembre 2012

Le proteste contro il Re ascemita e i suoi governi-banderuola scuotono la capitale giordana Amman!

'Re Travicello' del più povero e meno potente paese arabo dell'area, l'ascemita Abdallah sente di nuovo gli scossoni al suo trono claudicante e rabberciato quando dozzine di migliaia di persone si sono presentate in piazza accusandolo di essere responsabile, coi suoi tentennamenti e le sue indecisioni, di essere causa della nuova raffica di aumenti dei generi di prima necessità: pane, riso, zucchero, benzina e gasolio, che stanno rendendo sempre più difficile a centinaia di migliaia di famiglie giordane lo sbarcare il lunario e aggravano sempre più il problema della corruzione e dell'inefficienza nella Cosa Pubblica.

La povertà del paese e il suo cronico bisogno di denaro per porre rimedio ai disastri del neoliberismo rendono la Giordania sempre più vulnerabile ai ricatti degli emirati del petrolio che vorrebbero trasformare il suo confine Nord in un 'retrofronte' della campagna terrorista anti-siriana finanziata da Sauditi e Qatarioti. Mentre il Fondo Monetario Internazionale deve decidere su un nuovo 'megaprestito' che legherà un'altra macina al collo della popolazione rendendola sempre più schiava degli usurai internazionali della finanza.
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Dopo la strage sionazista arriva la risposta della Resistenza palestinese: due razzi colpiscono Sderot, ennesimo cilecca di 'Iron Dome'!

Dopo che droni e 'panzer' sionisti hanno massacrato sei abitanti civili disarmati della Striscia di Gaza la parola é passata alle armi della Resistenza che si é mobilitata con la consueta rapidità e precisione e ha lanciato due razzi contro l'avamposto di Sderot, tumore sionista pieno di coloni giudei fanatici e armati, che ha subito gravi danni sotto i colpi della rappresaglia palestinese.

Ancora una volta il costosissimo e inutilmente complicato sistema conosciuto come Iron Dome si é dimostrato un fallimento senza pari, non riuscendo a individuare e tantomeno a bloccare i due proiettili della Resistenza, poveri tubi di metallo riempiti di propellente ed esplosivo, che sono partiti e giunti a bersaglio mentre i costosissimi 'missili antirazzo' da 100000 dollari Usa a botta rimanevano inerti e inutili nei loro lanciatori.

I razzi della Resistenza non restituiranno la vita alle donne e ai bambini vittime della cieca violenza sionazista ma perlomeno insegneranno a Tel Aviv che non si può impunemente colpire e bombardare la popolazione civile di Gaza senza subire la reazione dei militanti palestinesi.
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giovedì 6 settembre 2012

Ancora una strage di civili a Gaza: droni e panzer sionazisti aprono il fuoco contro cittadini indifesi!

In due successive occasioni le forze militari del regime ebraico di occupazione della Palestina si sono distinte nell'attività in cui riescono meglio: incrudelire con il loro arsenale da miliardi di dollari (lucrati alle tasche dei contribuenti americani e tedeschi per grazia della lobby AIPAC nel primo caso e dell'industria dell'Olocau$to nel secondo) contro bersagli umani disarmati: uomini, donne, vecchi e bambini del ghetto assediato di Gaza.

Nel primo attacco un drone Predator senza pilota, comandato da un killer sionista che si trovava al sicuro in qualche bunker con la stella di davide, ha sganciato razzi e bombe guidate contro il campo profughi di Burej, uccidendo tre persone e ferendone gravissimamente una quarta.

Nel secondo attacco, portato nelle prime ore della giornata di oggi, militari sionazisti, evidentemente non ancora sazi del sangue di Palestinesi innocenti e inermi hanno aperto il fuoco dai loro 'panzer' pesanti oltre cinquantotto tonnellate ciascuno contro le case di Beit Hanoun, nel Nord della Striscia. Altri tre civili sono andati ad aggiungersi al conto dei morti.
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Si apre a Isfahan la Terza Conferenza Internazionale sulla Resistenza Islamica!

Si sono appena spenti i riflettori sull'importante sedicesimo meeting dei Paesi Non-Allineati, tenutosi a Teheran e conclusosi con l'assunzione da parte della Repubblica Islamica della Presidenza triennale del Movimento. Adesso, sempre in Iran ma nella città di Esfahan, si é aperta la Terza Conferenza Internazionale sulla Resistenza islamica.

Oltre 600 delegati da undici nazioni sono convenuti per l'evento: Siria, Palestina, Libano, Irak, Arabia Saduta, Azerbaijan, Russia, Yemen, Tunisia e Bahrein. Il meeting si é aperto con la lettura di un saluto augurale inviato all'assise da Sua Eccellenza Ayatollah Ali Khamenei, Leader Supremo della Repubblica e della Rivoluzione. Il concetto di Rivoluzione Islamica é indissolubilmente legato a quello della Resistenza e grazie a esso presto potremo vedere grandi e definitivi cambiamenti in Palestina, Bahrein, Arabia Saudita e Yemen, che si uniranno a quelli avvenuti 33 anni fa in Iran e più di recente in Egitto e Tunisia.

Ali Akbar Velayati, consigliere speciale di Sua Eccellenza la Guida Suprema ha lodato il Presidente Assad e il popolo siriano per il coraggio e la determinazione con cui stanno combattento i mercenari pagati dai regimi arabi reazionari e dai Turchi, che vogliono abbattere la Siria per spezzare il suo importante contributo all'Asse della Resistenza.
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Tunisi, a novembre meeting internazionale sui prigionieri politici palestinesi: attese delegazioni da oltre trenta paesi!

La capitale tunisina riafferma l'impegno filo-palestinese e antisionista del paese nordafricano emerso libero e democratico dalla Rivoluzione che ha cacciato l'autocrate filo-occidentale Ben Ali programmando per il prossimo novembre la più grande conferenza internazionale a sostegno dei prigionieri del regime ebraico, palestinesi ma anche di altre nazionalità arabe, sotto gli auspici ufficiale del Presidente Morcef Marzouki.

Il Comitato Preparatorio del Meeting si é riunito pochi giorni fa decidendo la data precisa dell'evento: il dieci e l'undici novembre 2012. Inoltre é stato rivelato che un vasto gruppo di contatto di esponenti politici, istituzionali e di associazioni umanitarie é già intensamente al lavoro per portare a Tunisi il massimo numero di delegati il più rappresentativi possibile della lotta internazionale contro gli abusi dell'Apartheid di Tel Aviv.

Per ora già trenta paesi diversi hanno annunciato la loro presenza e si spera che la vasta partecipazione internazionale dia "il la" a una campagna di sensibilizzazione sulla questione degli abusi e delle angherie inflitte ai prigionieri politici dal regime ebraico, che porti a effettive denunce e sperabilmente anche a censure e sanzioni contro l'occupazione.
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mercoledì 5 settembre 2012

Sbirro collaborazionista di Fatah colpito a morte a Jenin in Cisgiordania!

Hisham al-Rakh, kapò della sbirraglia collaborazionista della fazione Fatah é stato giustiziato da mani per ora ignote nella città di Jenin, nella Cisgiordania occupata che lui con i suoi scherani ha contribuito in questi anni a mantenere asservita alle ubbìe e alle fregole dei coloni giudei fanatici e delle pattuglie dell'esercito sionista di occupazione della Palestina.

Il boia di Fatah si era sempre segnalato come uno zelante servo di Sion, accanendosi contro militanti e rappresentanti della Resistenza palestinese, che arrestava e faceva torturare per guadagnarsi i trenta shekel prezzo del tradimento della sua gente, come un vero Giuda.

Nemmeno i membri di Fatah che mantenevano saldi i principi della Resistenza e della lotta di liberazione della propria terra erano al sicuro da Al-Rakh e dalla sua Gestapo, come possono testimoniare gli arrestati dopo l'attacco alla casa del Governatore Qaddura Moussa, morto mesi fa di infarto a seguito di una violenta contestazione.
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Gli studenti dell'Università sudafricana di Witwatersrand dichiarano "guerra" al regime ebraico con un severissimo piano di boicottaggio!

Incoraggiati dalla crescente consapevolezza riguardo ai crimini e agli abusi perpetrati dall'Apartheid sionista i giovani studenti dell'Università sudafricana di Witwatersrand hanno deciso di prendere il coraggio a due mani e lanciare un'aperta e serratissima campagna per il totale boicottaggio accademico del regime ebraico, che dovrà coinvolgere docenti, discenti e autorità accademiche.

L'Ateneo sudafricano imita quello di Johannesburg che con una simile iniziativa l'anno scorso recise tutti i suoi legami con l'Università 'Ben Gurion' dell'entità sionista di occupazione della Palestina. Il Sudafrica ai tempi del regime razzista di Pretoria era un ottimo alleato di Tel Aviv, da cui comprava jet, carri armati e tecnologie nucleari. Dopo la caduta del regime dell'Apartheid il paese si é spostato sempre più nel campo filo-palestinese, organizzando campagne di sensibilizzazione, boicottaggi economici e numerose carovane d'aiuti per Gaza.
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"Bisogna catturare altri soldati sionisti per costringere il regime ebraico a rispettare gli accordi siglati coi Palestinesi!"

 Il Comitanto delle Forze Nazionali e Islamiche ha organizzato un raduno di massa a Gaza in solidarietà con i prigionieri politici palestinesi che rimangono nelle carceri sioniste, per protesta contro gli abusi loro inflitti e contro i disonesti tentativi del regime ebraico di evitare l'implementazione degli accordi siglati per far terminare il loro recente sciopero della fame di massa.

I dimostranti hanno marciato dal Quartier Generale della Croce Rossa a Gaza dirigendosi verso la sede ONU brandendo bandiere palestinesi e cantando slogan che invitavano gli organismi internazionali a fermare i crimini sionisti e porre un freno alle violazioni dei diritti dei prigionieri.

Solo la cattura di altri militari delle forze di occupazione può fornire una carta forte nel negoziare concessioni da parte di Tel Aviv e secondo i manifestanti la Resistenza palestinese dovrebbe impegnarsi in tal senso. Il prigioniero liberato Tawfig abu Anim, parlando al Comitato Prigionieri ha dichiarato che lo sciopero della fame era rimasta l'ultima opzione disponibile ai detenuti, anche visto il silenzio delle organizzazioni umanitarie verso le condizioni in cui alcuni di loro versavano ormai da mesi.

 L'ex-prigioniero si é appellato all'Egitto, in quanto sponsor del recente accordo di scambio di prigionieri e dell'accordo di Al-Karama affinché eserciti pressione sul regime ebraico per porre fine alle sofferenze di quei detenuti che hanno ripreso lo sciopero della fame, obbedendo alle clausole sottoscritte.
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martedì 4 settembre 2012

Riunione speciale del Governo libanese per 'sbloccare' 1600 milioni di dollari per l'Esercito!

Quanto fondamentale sia il ruolo dell'Armee Libanaise nel proteggere gli interessi nazionali del Paese dei Cedri e preservare la pace e la stabilità dalle minacce interne ed esterne lo si é visto soltanto pochi giorni fa quando, per il continuo trescare delle forze politiche filo-imperialiste e filo-sioniste la città di Tripoli Siriaca ha rischiato di precipitare ancora una volta nel caos e nella violenza.

A prezzo di gravi rischi e dolorose perdite sono stati gli uomini dell'Armee ad arrestare i facinorosi wahabiti filo-sauditi e filo-qatarioti e a sequestrare i loro arsenali comprati a suon di petrodollari. Ma l'Esercito di Beirut é un organismo ancora fragile, che soffre delle ferite profonde ricevute ai tempi della guerra civile (quando si sgretolò secondo linee di frattura settarie ed etniche) e i cui equipaggiamenti sono da tempo vetusti e usurati.

Per questo il Governo Mikati (sostenuto da Amal, Hezbollah, LMP, SSNP e altre forze politiche) ha convocato una riunione speciale della Commissione Difesa che, presieduta dallo stesso Capo del Governo, delibererò di assegnare 1600 milioni di dollari di finanziamenti per l'acquisto di armi e veicoli moderni. Ovviamente lo "shopping" non sarà fatto in Usa o in Francia visto che questi paesi vedono il Libano di Mikati come fumo negli occhi: sarà quindi necessario rivolgersi alla Russia di Putin e all'Iran, che invece vogliono un Libano forte, autonomo, indipendente e in grado di difendersi da solo.
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Il rimpasto nel Governo Haniyeh segnala le evidenti difficoltà nel processo di 'riconciliazione' con Fatah!

Come non abbiamo mai avuto paura di denunciare il presunto 'processo di riconciliazione' tra Hamas e Fatah si sta rivelando una procedura lenta, complessa e farragginosa, ed é ormai talmente chiaro persino ai dirigenti del Movimento musulmano di Resistenza che esso non porterà rapidamente a nessuna soluzione pratica da convincerli a effettuare un 'rimpasto' da lungo tempo necessario nei ranghi del Governo Haniyeh per fare fronte alle numerose emergenze della quotidiana amministrazione della Striscia di Gaza.

I seguenti Ministri sono stati quindi nominati:
Ziad al-Zaza - Vicepremier e Ministro delle Finanze
Mufeed al-Mukhallalati - Ministro della Salute
Yousif al-Ghreiz - Ministro dell'Edilizia Residenziale e dei Lavori Pubblici
Ismail Radwan - Ministro delle Opere Religiose
Mazin Haniyeh - Ministro della Giustizia
Jawad al-Farra - Ministro della Governance Locale
Ali Tarshawi - Ministro dell'Agricoltura

Mazin Haniyeh é cugino del Premier Ismail ed era in precedenza il suo Consigliere personale sulle questioni religiose connesse al Governo. Fathi Hamad, Ministro dell'Interno, mantiene il suo posto, segno che la Resistenza verso Israele non verrà modificata come mezzi, attività o intenti. Importante attenzione sarà data ai processi di ricostruzione di abitazioni, opere pubbliche e servizi.
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Un altro capo terrorista eliminato dalle truppe di Assad! Questa volta é toccato a Jameel Sharem!

Forze armate della Repubblica Araba di Siria hanno vittoriosamente ingaggiato battaglia contro elementi terroristi wahabiti nelle regioni occidentali e nordoccidentali del paese, in particolare a Wadi al-Sayeh, nella provincia di Homs, attodno ad Idlib e a Bustan al-Qasr, presso Aleppo. Proprio in quest'ultimo scontro, conclusosi con la morte di tutti i militanti integralisti, ha trovato la morte il capo qaedista Jameel Sharem.

Oltre che a Bustan al-Qasr, altre operazioni di ricerca e distruzione dei sopravvissuti della battaglia di Aleppo sono in corso ad Al-Mida e Bab al-Hadid. Un ultimo aggiornamento delle perdite parla di sette terroristi uccisi nelle ultime ore al prezzo delle vite di due soldati dell'Esercito. Le forze armate regolari sono aiutate dalla popolazione che non si é mai mostrata supportiva dei gruppi armati stranieri, che vede come mercenari desiderosi di instaurare un regime settario e violento.
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Re Saoud é negli Usa convalescente da un infarto mentre nel regno del petrolio scoppia la carenza di benzina e carburanti!

Il vecchio e malandato despota saudita, Re Abdullah bin Abdulaziz ha subito un'intervento a cuore aperto in una clinica statunitense: la quarta operazione chirurgica nel giro di due anni per il sovrano quasi novantenne. Secondo il quotidiano palestinese Al-Quds l'operazione sarebbe stata portata a termine tra le mura dell'Ospedale Mount Sinai, in seguito ai sintomi dell'ennesimo piccolo attacco cardiaco che avrebbe colpito il sovrano alla fine di Agosto.

In questo momento le redini del paese sono state lasciate in mano al Principe Salman bin Abdulaziz, fratello del monarca, la cui salute tuttavia non é poi di molto migliore e di cui diversi osservatori di cose mediorientali hanno osservato con preoccupazione diversi indizi di senescenza, come la difficoltà a mantenere l'attenzione concentrata sui dettagli di un argomento.
L'Arabia Saudita, oltre che dalle continue proteste nelle province sciite e da un sempre più diffuso fermento anche in altre città e regioni, sta venendo scossa ultimamente da una inaudita penuria di carburante che ha costretto molti rivenditori e stazioni di servizio a chiudere a tempo indefinito, specialmente nella regione di Al-Qassim.
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lunedì 3 settembre 2012

Nuove rivelazioni iraniane sul drone 'Karrar' e sui segreti svelati dell'RQ-170 made in Usa!

 Il Viceministro della Difesa della Repubblica Islamica Mohammad Eslami ha dichiarato nel corso della giornata di ieri che il velivlolo senza pilota "Karrar" presentato nell'agosto 2010, entrato in produzione nel corso dell'anno successivo e recentemente utilizzato durante le esercitazioni 'Grande Profeta 7' sta venendo equipaggiato con differenti tipi di missili e carichi bellici e adattato a una gamma di missioni il più vasta possibile.
I droni iraniani, da molto al centro delle preoccupazioni e degli allarmi delle forze imperialiste e sioniste nella regione, costituiscono una parte importante degli sforzi iraniani per rendersi totalmente autosufficienti dall'estero per tutti i propri bisogni militari. Il Viceministro Eslami ha poi fatto notare che i tecnici e gli ingegneri di Teheran sono già all'opera per adattare ai loro velivoli senza pilota tecnologie e strumenti studiati "in vivo" nell'UAV americano RQ-170 dirottato e catturato con una magistrale operazione di "guerra elettronica" nello scorso dicembre nell'Est del paese.
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Le autorità libanese spezzano una catena di contrabbando d'armi verso la Siria! Bloccati anche apparati elettronici e di comunicazione!

Riportiamo due notizie recentemente filtrate attraverso il canale televisivo Al-Manar, emittente del Partito Hezbollah, che dimostrano come, nonostante l'attenzione e la vigilanza delle forze dell'ordine e del Governo di Najib Mikati, sia tutt'altro che esaurita la spinta di certe forze settarie e dei servizi segreti di alcune nazioni occidenali o filo-imperialiste per cercare di trasformare il Paese dei Cedri nel 'corridioio' di rifornimento delle forze terroriste anti-Assad oltre il confine siriano.

Dalla baia cargo di un aeroplano qatariota comandato da un pilota freelance sono stati estratte dodici consolle computerizzate per telecomunicazioni satellitari. Le apparecchiature sono state sequestrate e il pilota é stato incriminato per contrabbando. Quasi contemporaneamente presso Majdal Anjar il Maggiore dell'Esercito Wissam Abdul Khaleq, figlio del Generale in panesione Hussein Abdul Khaleq é stato arrestato per contrabbando d'armi.

La famiglia Khaleq era già nota per le circostanze riguardanti il pensionamento del già Generale Hussein che si diceva fosse stato scoperto a intrattenere relazioni compromettenti con un'organizzazione straniera. Il fatto che ora il figlio sia stato scoperto mentre organizzava un traffico di armi verso i terroristi attivi in Siria sembra dare credito a quelle voci e fa individuare nei servizi segreti turchi o dei Paesi del Golfo i 'referenti' dei Khaleq.
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domenica 2 settembre 2012

Portavoce di Hamas in Libano dichiara: "I Palestinesi dei campi profughi non sono coinvolti nella crisi siriana, vogliono solo pace e stabilità!"

 Il rappresentante del Movimento musulmano di Resistenza Hamas in Libano, Ali Baraka, ha dichiarato ufficialmente che i Palestinesi presenti nei campi profughi del paese "rappresentano un fattore di calma e stabilità e vogliono prevenire ogni tensione politica e settaria nei paesi che li ospitano".

Le parole del dignitario di Hamas sono incoraggianti e ribadiscono la posizione più volte espressa dal Movimento che, nonostante le lusinghe degli emiri del petrolio, non ha mai preso posizione a favore dei terroristi wahabiti in azione in Siria o degli estremisti che cercano di aiutarli in Libano, tentando di trasformare in Nord del paese in un 'retrofronte' a loro disposizione e che a più riprese hanno cercato di far precipitare la città di Tripoli Siriaca nel caos e nella violenza intestina.

Baraka ha aggiunto, incontrando la parlamentare libanese Bahia Hariri a Majdelyoun, che né i Palestinesi presenti nel Paese dei Cedri, né quelli stanziati in Siria desiderano venire coinvolti in scontri, lotte o atti di violenza e che i loro rappresentanti sono "pronti da subito" a offrire tutte le garanzie alle autorità competenti necessarie per mantenere la sicurezza e la stabilità nei loro campi profughi.
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Le truppe di Assad eliminano il capo wahabita Nabhan al-Nabhan: "Aleppo é ormai completamente libera!"

Nella mattinata di ieri le forze dell'Esercito siriano schierate attorno ad Aleppo hanno combattuto contro terroristi mercenari nell'area di Souq al-Hal, a Kfar Hamra, distruggendo una colonna di veicoli che cercava di penetrare l'anello di sicurezza steso attorno alla prima metropoli del paese. Altri scontri di minore entità si sono avuti a Bab Antioch e vicino alla Moschea di Jamal ad Al-Kallaseh. Nel corso di questi combattimenti ha trovato la morte il leader qaedista Nabhan al-Nabhan.

Secondo quanto comunicato dall'Alto Comando delle forze armate di Damasco tutta Aleppo sarebbe ormai libera dalla presenza di cellule terroriste e saldamente sotto il controllo delle autorità legittime. Questo non vuol dire che rimasugli di gruppi armati non siano ancora presenti, ma la loro capacità di coordinarsi e agire d'intesa é stata spezzata e distrutta e presto anche questi ultimi irriducibili potranno venire circondati e neutralizzati.

AGGIORNAMENTO: Proprio in questo momento riceviamo la gradita notizia che un altro leader wahabita, il terrorista Yousef al-Hamo é stato abbattuto dalle truppe regolari siriane nel corso di uno scontro nella provincia di Homs.
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Il popolo tunisino chiede l'epurazione di tutte le figure legate all'ex-dittatore Ben Ali!

Migliaia di persone sono scese in piazza a Tunisi per chiedere una "profonda e radicale" esclusione di tutte le figure legate all'ex-regime di Zine el Abidine Ben Ali (l'ex-Generale e dittatore del paese attualmente latitante in Arabia Saudita) dai ranghi delle autorità, delle forze armate, dell'amministrazione dello Stato e altre posizioni di preminenza.

Il corteo si é snodato fino all'ufficio del Premier Hamadi Jebali, rappresentante del Partito del Rinascimento Musulmano (Ennahda) risultato vincitore alle elezioni per l'Assemblea Costituente tenutesi dopo la Rivoluzione. "Il Popolo vuole una Tunisia ripulita" e "Tunisia libera dall'RCD -il partito politico di Ben Ali-" erano gli slogan più scanditi e più presenti su cartelli e striscioni.

Per significare la vicinanza delle nuove autorità democratiche alla richiesta dei manifestanti il Consigliere presidenziale responsabile degli Affari Politici, Lotfi Zeytoun, é intervenuto recitando un messaggio alla folla, assicurando che l'epurazione richiesta verrà portata a termine e che il sostegno popolare sarà fondamentale per renderla accurata e definitiva.
Nel corso della settimana passata il magnate televisivo Sami Fehri, nota 'creatura' del cognato di Ben Ali, Belhassan Trabelsi, é stato arrestato dopo aver mandato in onda dalla sua emittente un programma pesantemente offensivo delle figure istituzionali tunisine: il Presidente Marzouki, il Premier Jebali e il leader storico di Ennahda Rachid Ghannouchi.
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