sabato 5 gennaio 2013

Taher Halalhleh e Khader Adnan partecipano a una manifestazione della Jihad Islamica a favore dei prigionieri politici!

Anche nei territori occupati di Cisgiordania il Movimento per la Jihad Islamica in Palestina, nonostante le politiche repressive dei 'gendarmi di Sion', i collaborazionisti dell'autorità nazionale palestinese, sta prendendo sempre più piede ed estendento l'appeal del suo messaggio di Lotta e Resistenza a fasce sempre più ampie della popolazione, esasperata dall'ignavia di Abbas e sodali, che si contentano di vuoti 'riconoscimenti' come quello dell'ONU e anche dell'operato di certi settori di Hamas, apparentemente più ansiosi di mettersi in buoni rapporti coi Fratelli Musulmani e con gli emiri wahabiti del petrolio che di combattere l'occupazione sionazista.

In questa preziosa testimonianza fotografica vediamo come a una recente manifestazione di solidarietà con i cinque prigionieri politici attualmente in sciopero della fame nelle carceri sioniste e per il rilascio immediato dei Parlamentari palestinesi imprigionati da Tel Aviv abbiano fatto la loro apparizione Khader Adnan e Taher Halahleh, a loro volta ex-prigionieri politici che, come abbiamo dolorosamente testimoniato, arrivarono sull'orlo della morte autoinfliggendosi lunghissimi digiuni di protesta.
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Mentre dovrebbe tenersi il meeting tra Bashir e Kiir le milizie di quest'ultimo compiono un nuovo massacro!

Mentre in quel di Addis Abbeba dovrebbe essere in corso il vertice patrocinato da Halemariam Desalegn tra il Presidente Omar Bashir e il ridicolo dittatore-cowboy Salva Kiir veniamo raggiunti da un'agenzia che ci inform come nell'area amministrativa di Samaha, nel Darfur orientale, le milizie di Juba abbiano compiuto una strage uccidendo 'almeno' 22 persone e ferendone altre dozzine.

Il massacro sarebbe stato confermato persino da Siddiq Abdul-Nabi, ufficiale dell'amministrazione locale. Questo dimostra che lungi dall'aver "liberato" il Sud-Sudan da chissà quale malvagia 'oppressione' esercitata dal Nord gli uomini di Kiir in realtà occupano le province assegnate loro dal fasullo 'referendum' del 2011 come un esercito di invasori e non esitano a incrudelire contro la popolazione inerme.
Del resto, abbiamo più volte segnalato come i cosiddetti 'soldati' del preteso Esercito regolare di Juba in realtà non siano che un'accozzaglia di briganti, predoni, usi al saccheggio e alla violenza, sommariamente 'ripuliti' e vestiti di uniformi.
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Le forze di sicurezza di Assad arrestano a Daraa il fratello del Capo di Al-Qaeda Zawahiri! BINGO!!!

In una notizia che scuote l'intero Medio Oriente e fa apparire come 'minori' tutte le pur importanti vittorie di intelligence conseguite negli ultimi giorni (arresto del brigadiere disertore Mustafa Sheikh, cattura dei quattro ufficiali turchi a Koerc) le autorità siriane hanno annunciato di avere arrestato a Daraa, vicino al confine giordano, nientemeno che il fratello del Capo supremo di Al-Qaeda, l'egiziano Al-Zawahiri!

La cattura di Zawahiri dimostra come i massimi vertici di Al-Qaeda siano stati mobilitati a favore dei mercenari terroristi wahabiti e confermano come il 'marchio di fabbrica C.I.A.' sia presente su tutti i lati di questa fasulla 'rivolta' in realtà preordinata a tavolino con il concorso di tutte le potenze imperialiste e arroganti e dei loro scherani e lacché arabi e turchi.

Secondo dettagli da confermare, nel corso delle operazioni che hanno portato all'arresto di Mohamed Al-Zawahiri avrebbero anche trovato la morte il comandante del 'Fronte al-Nusra' Abu Muhammad al-Julani e Abu Julaybib, parente dell'ex capo di Al-Qaeda in Irak.
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venerdì 4 gennaio 2013

Peschereccio iraniano sequestrato dagli sgherri di Re Saoud presso l'isola di Harqous!

Ben ventuno cittadini iraniani, tutti pescatori a bordo di due vascelli che avevano calato le reti nelle acque del Golfo Persico vicino all'isola di Harqous, si sono ritrovati circondati e sequestrati da forze saudite che li hanno accusati di avere invaso le acque territoriali del dispotico regime di Riyadh.

In realtà il loro rapimento altro non é che una manovra diversiva dei disperati sicofanti di Re Abdullah (ormai in coma e sparito letteralmente dall'attenzione pubblica), tesa ad agitare il 'babau' della "Minaccia Iraniana" per distrarre la cittadinanza saudita di fede sunnita dall'unirsi al movimento di protesta ormai serpeggiante in tutto il paese e originatosi proprio dalla minoranza sciita.

Non é la prima volta che i tiranni arabi del petrolio, venduti ai desideri e ai diktat americani, imperialisti e sionisti, cercano di suscitare un irragionevole nazionalismo "di pancia" contro paesi, partiti e minoranze sciite secondo la famosa regola 'divide et impera'.
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Alle vittorie delle truppe di Assad i terroristi wahabiti tentano, vigliaccamente, di rispondere con autobombe contro i civili!

L'insorgenza mercenaria e wahabita é in rotta in tutta la Siria, spazzati come foglie al vento i sogni di pochi mesi fa quando i terroristi foraggiati da Usa, Israele, Sauditi, Turchi e Qatarioti sognavano di occupare Homs, conquistare Aleppo, minacciare Damasco col loro effimero "Piano Vulcano"; non una sola provincia, non un solo distretto siriano é mai stato saldamente nelle loro mani, appena fanno vedere i loro musi barbuti in giro prontamente le milizie popolari li isolano, avvisano l'Esercito che accorre a circondarli e schiacciarli.

Tuttavia ciò non vuol dire che ai criminali qaedisti e takfiri manchino i modi per rendersi pericolosi: proprio il fatto che la popolazione civile li abbia sempre respinti e sdegnati li porta a vigliacche forme di rappresaglia, preparando autobombe e lanciandole contro quella cittadinanza che li rifiuta e che si dichiara fedele al legittimo Governo di Assad.

Nelle ultime ore a Idlib un'autobomba vigliaccamente collocata vicino a una moschea i cui custodi si erano sempre dichiarati fedeli al Governo di Damasco ha ucciso l'imam Samir al-Jabra, ma a volte l'imperizia e la stupidità dei wahabiti si ritorcono loro contro come a Ma’aret al-Numan dove un'autobomba é scoppiata in faccia agli stessi criminali che la approntavano, uccidendone almeno una dozzina.

Ad Al-Khalidia, invece, artificieri dell'Esercito hanno individuato e disinnescato un'autobomba collocata vicino alla moschea di Aiysha, altro luogo di culto che aveva respinto terroristi in cerca di rifugio nella loro fuga da Aleppo.
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Nuova aggressione sionazista contro i pacifici pescatori di Gaza! Il ghetto di Gaza non deve mangiare pesce!!

Nella giornata di ieri cannoniere battenti la bandiera del regime ebraico di occupazione della Palestina hanno aperto il fuoco contro 'Hasaka' palestinesi, barconi da pesca disarmati impegnati nella quotidiana operazione di posa delle reti; l'aggressione si é consumata al largo di Sudaneyia, che si trovanella parte Nord della Striscia di Gaza.

Senza nessun avvertimento, senza alcun segnale, le navi della marina sionazista hanno fatto partire colpi di cannoncino e raffiche di mitragliatrice contro i pescatori palestinesi, costringendoli a tagliare le reti e abbandonare il pescato pena il ferimento o l'uccisione di membri dell'equipaggio.

Questa ennesima aggressione dimostra la determinazione sionista ad affamare in ogni modo il ghetto di Gaza colpendo sistematicamente, con shylockiana crudeltà, quei lavoratori che provvedono a rifornire la Striscia di cibo non controllato da Israele.

Tuttavia nei termini dell'armistizio siglato tra Gaza e regime ebraico al termine della guerra di fine novembre 2012 era specificatamente indicato il permesso per gli equipaggi palestinesi di poter finalmente pescare fino a sei miglia nautiche dalla costa, dove si trovano i banchi di pesce più ricchi e numerosi.
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Arrestata in Yemen una spia del Mossad! Il regime ebraico sempre al centro dell'instabilità in Medio Oriente!

Si chiama Abraham al-Deri l'agente del Mossad arrestato in Yemen presso la cittadina di Taizz, ma l'uomo, di antenati yemeniti, aveva assunto l'identità di Ali Abdul-Mohsen al-Himi al-Siaghi, e si teneva in contatto con Tel Aviv con un computer portatile dotato di parabola satellitare. Subito dopo l'arresto l'agente sionista é stato trasferito nella prigione di Aden, dove sta venendo sottoposto a interrogatorio.

Ancora una volta il regime ebraico si conferma primo motore dell'instabilità nello scacchiere arabo e mediorientale; non é un mistero che l'ex-dittatore yemenita Ali Abdullah Saleh dovesse la sua longevità al potere agli stretti rapporti che aveva con israele; anche l'ambasciatore Usa a Sanaa, Feierstein, é membro "di ferro" della lobby sionista e riferisce prima a Tel Aviv che a Washington.
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giovedì 3 gennaio 2013

"IL 2012 DELL'ASSE DELLA RESISTENZA" Commento e Prospettive Future secondo Ali Reza Jalali!

Ringraziamo ancora una volta l'ottimo Ali Reza Jalali di averci voluto mettere a parte delle sue profonde analisi e riflessioni sull'arena geopolitica mediorientale in questo 'fondo' che tira il bilancio del 2012 appena trascorso e fa il punto per i prossimi dodici mesi che ci aspettiamo irti di sfide ma anche forieri di grandi vittorie per la Resistenza Antisionista e Anti imperialista
 
Il 2012 si è caratterizzato come un anno pieno di conflitti e tensioni in Medio Oriente. Principalmente abbiamo potuto notare come l’Asse della Resistenza abbia dovuto difendersi da innumerevoli attacchi sui diversi fronti di questo agglomerato geopolitico che va dal Mar Mediterraneo orientale all’Oceano Indiano settentrionale. Questa “entità” politica, economica, culturale, militare e strategica, lega alcuni Stati, come l’Iran e la Siria, e alcuni movimenti politici e gruppi armati, come le fazioni resistenti palestinesi (Jihad islamica, Brigate Ezzeddin Qassam, FPLP), la resistenza libanese guidata da Hezbollah (che comprende anche Amal e i cristiani di M. Aoun, senza dimenticare il Partito Comunista libanese) e alcuni gruppi iracheni. Essendo questa alleanza la principale minaccia alla sicurezza del regime sionista e la principale preoccupazione per i piani di egemonia regionale occidentali, per non dire delle mire neo-ottomane e wahabite dell’asse del collaborazionismo (Turchia-Qatar-Arabia Saudita), ed essendo l’Asse della Resistenza un agglomerato geopolitico variegato e grande, le trame per indebolirla necessitano di un’azione coordinata su più fronti, come è effettivamente accaduto lungo tutto il 2012.
In tutto il 2012 il complotto imperialista per abbattere o quantomeno indebolire la Siria, perno dell’Asse della Resistenza, si è concentrato su due fronti: in primo luogo la guerra è stata condotta psicologicamente, nei media. A livello regionale, ma non solo, il Qatar e l’Arabia Saudita si sono occupati della propaganda mediatica contro il governo siriano. Sempre vedendo la guerra dell’imperialismo contro Damasco ad un livello prettamente mediatico, il governo siriano sarebbe ormai alla fine, anche se è più di un anno che i media arabi e occidentali parlano di una imminente caduta di Assad. Uno dei leader dell'opposizione siriana (Burhan Ghalioun) parlava l'estate scorsa (2011) della fine del governo a settembre, e oggi, a più di un anno di distanza, Assad è ancora al potere. Altri recentemente avevano previsto la caduta del governo legittimo della Repubblica Araba di Siria entro il Natale del 2012. Questa propaganda mediatica è talmente forte a livello globale, che l'opinione pubblica mondiale è stata influenzata in modo massiccio. La capacità di influenza mediatica occidentale ha raggiunto nella vicenda siriana delle cime che non aveva mai raggiunto nel recente passato; in ciò, il sostegno dei media arabi come Al Jazeera e Al Arabya non è da sottovalutare, visto che la maggioranza assoluta degli arabi, si informa grazie a questi canali. Possiamo dire apertamente che per ciò che concerne la guerra mediatica, la sfida è impari e il dominio occidentale è netto. Ma da un'altra visuale, la sfida si gioca principalmente sul terreno. Le varie battaglie del 2012 (Homs a febbraio-marzo, Damasco e Aleppo questa estate e altre battaglie minori), dimostrano fino ad ora il prevalere del governo siriano sull'opposizione armata, senza dimenticare le elezioni del parlamento, svoltesi in un clima di multipartitismo che hanno visto una buona partecipazione popolare e la vittoria dei gruppi vicini ad Assad. A livello mediatico gli occidentali sono in vantaggio, ma sul campo (ed è questo che conta concretamente) sta prevalendo Assad.
Per risolvere la crisi definitivamente c’è bisogno o della sconfitta totale del governo siriano, o della sua resa e quindi del suo totale allineamento ali interessi del sionismo e dell’imperialismo, oppure una definitiva resa dei ribelli. In ciò il ruolo della Turchia è importante. Finché ad Ankara non la smetteranno di aiutare i terroristi e le frontiere non saranno sigillate, l’attacco terroristico non si fermerà. Penso che la disfatta del governo di Assad sia impossibile, visto che egli gode della fiducia dell’esercito e di una parte consistente del popolo. D’altronde penso che purtroppo l’attacco terroristico continuerà, visto e considerato il bombardamento mediatico degli arabi e la cocciutaggine dell’attuale dirigenza turca, nel voler continuare questa guerra fratricida. Senza ombra di dubbio, sarà in ogni caso improbabile l’attuazione del “modello libico”, perché la Siria dimostra una forte tenuta sia come società, nonostante sia molto più multietnica della Libia, sia a livello di apparati di sicurezza. Vorrei ricordare che l’imperialismo in Libia riuscì a “comprare” quasi tutti i dirigenti del regime di Gheddafi, relegando il colonnello in un cantone. In Siria invece i vertici militari tengono duro, e non hanno intenzione di isolare Assad e i suoi stretti collaboratori. Senza dimenticare lo scacchiere regionale. La Siria confina con la Palestina occupata; se verrà attaccata, in poche ore Tel Aviv potrebbe essere rasa al suolo, come più volte ha minacciato lo stesso presidente Assad.
Un altro fronte caldo è stato quello concernente la Palestina; il conflitto che da decenni infiamma questo Paese è il principale problema della regione. Quest’anno abbiamo assistito da un clamoroso cambio di strategia nei vertici di Hamas. I due capi del movimento, ovvero Ismail Haniya e Khaled Mashal si sono resi protagonisti di dichiarazioni esplicitamente antisiriane, tradendo l’unico Paese arabo che era stato disposto a ospitare il movimento in anni in cui tutti gli attori del mondo arabo, dalla Giordania all’Egitto, li avevano cacciati e vilipesi. Questo tradimento è rimasto nella storia e nessuno potrà mai cancellarlo. D’altronde la resistenza palestinese non è Khaled Mashal, ma quei giovani eroi che durante l’aggressione sionista, mentre lui se ne stava beato in qualche villa ad Antalya o sulla costa del Golfo Persico ospite di qualche sceicco, o magari a Sharm al-Sheikh, si sono immolati per la Patria e per la salvaguardia di Gaza e di tutta la Palestina storica, dal Mar Mediterraneo al fiume Giordano. In ogni caso l’attacco sionista contro Gaza nel novembre scorso, ha dimostrato l’incredibile vulnerabilità del regime sionista. Ormai questa esperienza sembra essere giunta agli sgoccioli. Anche un filosionista convinto come Kissinger si è messo l’anima in pace, affermando: “entro 10 anni, non esisterà più Israele”. Se lo dice lui.
Anche sul fronte libanese possiamo leggere il tentativo di aggressione contro l’Asse della Resistenza. Nasrallah disse: “l’Iran è la spalla, la Siria il braccio e Hezbollah il pugno”. L’obiettivo della destabilizzazione in Libano e distruggere il “pugno” della resistenza al sionismo. Ormai è chiaro, la situazione si è completamente ribaltata negli ultimi decenni. Un tempo i sionisti consideravano il confine libanese come quello più sicuro. Oggi invece esso è quello più pericoloso; il drone di Hezbollah ha dimostrato come in caso di guerra sionista al Libano, le milizie sciite sono capaci di colpire ogni luogo della Palestina occupata, Tel Aviv come Dimona, Eliat come Haifa. Bisogna inoltre considerare che in questo 2012 il governo di Miqati è stato messo a dura prova, con continui ribaltamenti di fronte da parte di alcuni esponenti politici libanesi. Un po’ della colpa però è dello stesso Miqati, che a mio modo di vedere si è auto-isolato, per via di alcune esternazioni poco felici. Egli nel commentare la vicenda del drone disse che ciò era in antitesi rispetto alle risoluzioni dell’ONU sul cessate il fuoco tra Hezbollah e i sionisti. Questa affermazione non deve essere stata presa benissimo da Seyyed Hasan Nasrallah. In ogni caso il Libano cerca una difficile stabilità, e l’asse Hezbollah-Aoun può aiutare a creare un Paese più stabile e meno coinvolto in conflitti settari.
Passando poi alla situazione irachena, dobbiamo dire che purtroppo l’Iraq sembra in preda ad una maledizione. Sono decenni che questo Paese vive nella guerra, e non si riesce a uscire da questa situazione. Il problema ora è la “libanizzazione” dell’Iraq. Il frutto più nefasto dell’occupazione americana dell’Iraq è stato il completo smantellamento dello Stato, che oggi vede un governo centrale guidato da Maliki, quasi impotente dinnanzi alle superficiali aspirazioni autonomistiche dei curdi. Questo progetto ha avuto la sua genesi nell’Iraq governato dal proconsole americano Bremer. L’obiettivo era quello di evitare in primo luogo la nascita di un Iraq forte, unito e filoiraniano, dopo la caduta di Saddam. Per fare ciò i terroristi di matrice wahabita finanziati dall’Arabia Saudita, con l’assenso degli americani, entrarono in massa in Iraq, cercando da un lato di fomentare l’odio confessionale, spesso ricorrendo a una sorta di “strategia della tensione”, colpendo indistintamente sia i sunniti iracheni che gli sciiti, per non dire dei cristiani, con l’evidente obiettivo di provocare rappresaglie e odio tra le varie confessioni religiose irachene, che fino a quel momento, avevano vissuto in modo relativamente tranquillo tra di loro. La strategia saudita e americana poi, si è concentrata per ciò che concerne l’Iraq, sul tentativo di “libanizzare” il Paese, formando soprattutto nel nord, a prevalenza curda, un governo autonomo “de facto”, capace di intrattenere relazioni internazionali anche senza il consenso del governo centrale con sede a Baghdad. Insomma, l’alleanza tra sauditi, americani e terroristi wahabiti ha destabilizzato fortemente l’Iraq, facendo cadere il Paese in una spirale di violenza che ancora oggi stenta a placarsi. Il governo iracheno non riesce ancora ad emergere chiaramente come attore influente nelle dinamiche regionali, avendo un governo che ha buone relazioni con l’Iran, ma una regione autonoma curda che ultimamente oscilla verso il nuovo asse Ankara-Riyadh. Anche la Turchia quindi ha deciso di giocare un ruolo di destabilizzazione nell’Iraq governato da Noori Maliki, sostenendo sia certi gruppi terroristici, come è emerso dalle indagini della magistratura irachena riguardo all’esule (guarda caso proprio in Turchia) Tariq Hashemi e le sue presunte malefatte contro la popolazione civile, sia i gruppi separatisti curdi. Ma quest’ultimo punto è un grande controsenso della politica estera “erdoganiana”. Non è raro infatti che l’aviazione turca entri nello spazio aereo iracheno, in modo del tutto abusivo, per bombardare le postazioni del PKK, ovvero i separatisti curdi antiturchi. Secondo me quest’alleanza non avrà una lunga vita, è tutta incentrata su dei vantaggi nel breve periodo, una volta conclusasi questa fase, cadrà a pezzi e si scioglierà come neve al sole.
La Repubblica islamica dell’Iran poi, sta attraversando, malgrado le pressioni dell’imperialismo e i conflitti che la vedono coinvolta direttamente o indirettamente, sia sul piano bellico, sia su quello mediatico, sia su quello economico, un momento molto importante e positivo della sua storia, almeno per ciò che concerne gli ultimi duecento anni. Il 2012 secondo me ha sancito definitivamente il ruolo fondamentale dell’Iran come attore importantissimo non solo a livello regionale, ma anche a livello internazionale. Il grande successo diplomatico ottenuto con l’organizzazione del meeting dei Paesi non allineati nel mese di agosto, ha dimostrato la forza dell’Iran. Ma se ci limitassimo a ciò non avremmo ben capito il peso di Tehran nelle relazioni internazionali. Che piaccia o no, l’Iran oggi è riuscito a tessere una fitta rete di alleanze, dall’America Latina alla Corea del Nord, passando per l’Asse della Resistenza in Medio Oriente, capace di mettere in serio pericolo l’egemonia imperialista. Inoltre, il 2012 è stato l’anno dell’avvicinamento senza precedenti dell’Iran a due Paesi fondamentali per gli equilibri mondiali, ovvero la Russia e la Cina. Se queste alleanze da tattiche divenissero strategiche, allora nascerebbe un nuovo equilibrio nel mondo, basato sulla giustizia e la solidarietà tra le nazioni oppresse, che scalzerebbe l’attuale mondo basato su guerre imperialiste e devastazioni. La capacità militare dell’Iran poi si è accresciuta moltissimo.
 Solo in un anno due droni americani sono stati catturati dagli iraniani, per non dire della sempre più sofisticata capacità in ambito missilistico, vera spada di Damocle per il regime sionista e per le basi americane in Medio Oriente e in altre zone dell’Asia. La guerra economica poi è principalmente mediatica. Basterebbe far notare come la Borsa in Iran ha guadagnato in tre mesi (luglio-agosto-settembre) il 30%. Se poi si allarga il confronto a 5 anni si scopre che la Borsa di Tehran scoppia di salute: +210% contro il -5% di Wall Street e il pesantissimo -61% di Piazza Affari. Eppure, a giudicare dalle sanzioni dell'Occidente (prima Usa e Onu e dalla scorsa estate anche l'Ue, che ha poi rincarato la dose con nuove sanzioni approvate il 15 ottobre) l'Iran dovrebbe annaspare. La Borsa ci dice che non è così, che delle 339 quotate nel listino che vale oltre 100 miliardi di dollari ci sono alcune che stanno macinando terreno a dispetto dell'embargo sulle importazioni di petrolio iraniano posto dai Paesi occidentali. Insomma, c’è molta propaganda, come al solito. Il 2012 quindi si è chiuso con un Asse della Resistenza che non solo tiene dinnanzi alle pressioni dell’imperialismo, ma riesce anche a controbattere colpo su colpo e a entrare nel 2013 coi migliori propositi. Oggi, in ogni caso, il fronte principale rimane il conflitto siriano. La capacità della Siria di ristabilire l’ordine all’interno dei propri confini è fondamentale; una lunga guerra in Siria (perché oggi di questo si tratta) conviene solo agli USA, non alla Siria, ne tantomeno all’Asse della Resistenza.
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Al-Ahrar condanna la decisione sionista di decorare l'assassina Nofar Mizrahi!

Il Movimento palestinese "Al-Ahrar" ('I Liberi') ha vibratamente condannato la notizia della prossima 'decorazione al valore' per Nofar Mizrahi, la soldatessa sionazista responsabile dell'assassinio del diciassettenne palestinese Mohamed Salmiyeh, denunciando come la decisione dell'Ispettore Generale Yohanan Danino "automaticamente incoraggia i soldati israeliani a commettere ulteriori crimini contro il Popolo Palestinese, fidando non solo nell'impunità, ma persino in encomi e decorazioni".
Il Movimento ha dichiarato che la concessione di una 'onorificienza al valore' a chi é stata capace di aprire il fuoco contro un ragazzino che andava a comprare una torta per il suo compleanno conferma l'alto grado di complicità tra sfere militari e soldati dal 'grilletto facile' che scatta in azione ogniqualvolta costoro prendono di mira Palestinesi.
Tuttavia in chiusura al documento Ahrar ha reiterato come nessun grado di complicità e tacita approvazione di condotte tanto devianti e disumane riuscirà mai a intimidire la determinazione dei palestinesi a lottare per conseguire il pieno rispetto dei loro Diritti irrinunciabili, sfidando e vincendo ogni tipo di minaccia, che venga dall'occupazione militare, dai fanatici violenti delle colonie e degli insediamenti illegali o da qualunque altra branca dell'illegittimo regime ebraico.
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In Siria i terroristi si accaniscono contro le infrastrutture dell'aviazione ma le forze di Assad li respingono!

E' l'aviazione l' "asso pigliatutto" che consente alle forze armate siriane di avere costantemente la meglio sui criminali mercenari wahabiti sguinzagliati nel paese del complotto imperialista e sionista e di tenerli costantemente in fuga tra un nascondiglio e l'altro, impedendo loro di radicarsi sul terreno e creare quella 'zona franca' indispensabile ai piani di intervento NATO contro Damasco.
 E questo fatto é solamente logico e conseguente, visto il passato da aviatore e da Comandante Supremo delle Forze Aeree di Hafez Assad, padre dell'attuale Presidente Bashir e Presidente a sua volta: addestrato e istruito nelle accademie aeronautiche sovietiche Assad Padre curò sempre all'estremo la preparazione e l'equipaggiamento dei suoi fedeli 'falconi', con particolare cura sulle capacità di bombardamento tattico, interdizione e sostegno alle truppe di terra, tutte capacità che tornano utilissime in questi giorni di lotta.
Per le missioni antiterrorismo e antiguerriglia aerei lenti e con grande autonomia come questo addestratore cecoslovacco sono persino migliori dei jet da dozzine di milioni di dollari.
Anche i criminali qaedisti e wahabiti se ne sono accorti e per questo motivo da molti mesi hanno intensificato i loro sforzi per ledere e sabotare strutture e basi aeronautiche e per assassinare ufficiali piloti e per attaccare con autobombe e altri mezzi vigliacchi le accademie dell'aviazione. In questo quadro bisogna interpretare il recente tentativo di quattro ufficiali turchi di penetrare la base aerea di Koerc, interrotto dal pronto intervento dell'Esercito che li ha catturati.

I quattro adesso sono sotto la custodia dei Servizi Segreti dell'Aviazione, la più potente e preparata branca dell'Intelligence Siriana (Idarat al-Mukhabarat al-Jawiyya, sempre lascito di Assad Padre!) che li stanno 'convincendo' a rivelare informazioni sulla logistica dell'insorgenza lungo il confine turco, sul grado di coinvolgimento delle forze regolari di Ankara nel sostegno ai terroristi, sull'identità di capi mercenari ed estremisti.

Queste notizie sono state confermate dai quotidiani "Al-Quds al-Arabi", "Al-Watan" e persino dal turco "Zaman", mentre l'agenzia news ufficiale siriana SANA ha dichiarato che vicino a Idlib una colonna terrorista é stata intercettata e distrutta mentre stava muovendo contro l'aeroporto militare di Taftanaz. Le forze di Assad sono ancora impegnate in una operazione a vasto raggio attorno alla base alla ricerca dei superstiti del contingente terrorista e, eventualmente, di altri gruppi minori armati di autobombe o altri mezzi di offesa contro la base.
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Sarà venerdì il vertice ad Addis Abbeba tra Omar Bashir e Salva Kiir per risolvere i nodi tra Khartoum e Juba!

Ancora una volta l'iniziativa diplomatica sudanese ha messo il corrotto regime di Juba con le spalle al muro e, privo di alternative viabili, il ridicolo dittatore-cowboy Salva Kiir ha dovuto accettare il vertice ad Addis Abbeba con Omar Bashir, come suggerito dall'Etiope Hailemariam Desalegn per discutere i punti rimasti in sospeso in occasione dell'ultimo incontro datato settembre 2012.

E' noto come Kiir non abbia alcuna intenzione di risolvere le questioni diplomaticamente; fidando sul sostegno sionista e americano egli preferisce i giochi sporchi: i colpi di mano militare, oppure l'infiltrazione di criminali, terroristi e mercenari, salvo ricevere ogni volta clamorose batoste a causa della sua incredibile negligenza.

Il vertice nella capitale etiopica tuttavia, ne siamo certi, sarà utile per dimostrare ogni oltre ragionevole dubbio la malafede e l'inaffidabilità del regime sud-sudanese e giustificare quindi le necessarie misure che Bashir sarà costretto a prendere per risolvere univocamente le questioni sollevate con l'assurda e ingiustificabile secessione delle province del Sud.
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mercoledì 2 gennaio 2013

Dichiarazione di inizio anno delle Brigate Salah ad-Din, milizia armata dei Comitati Popolari di Gaza!

Gennaio 2013, tempo di bilanci degli ultimi 12 mesi e di dichiarazioni e prospettive per i seguenti 12.
Le Brigate Salah ad-Din, braccio armato dei Comitati di Resistenza Popolare, organizzazione palestinese attiva soprattutto nella Striscia di Gaza e nota per i suoi intensi e profondi contatti con l'Hezbollah libanese, hanno annunciato, con un comunicato rilasciato nella giornata di ieri, che in tutto il corso del passato anno le perdite subite dai loro ranghi ammontano ad appena 13 unità.
La dichiarazione fa giustizia di molte rodomontesche dichiarazioni sioniste che, come nel caso dell'ultimo confronto militare contro Gaza, dichiarano di avere eliminato numeri del tutto assurdi e ridicoli di combattenti palestinesi. La maggior parte dei caduti, secondo il comunicato delle Brigate, si sono avuti nei reparti di artiglieria mobile, particolarmente negli otto giorni di guerra aperta contro l'occupazione sionista a fine novembre.
Ma fra i caduti va anche incluso il leader dei Comitati di Resistenza, Sceicco Zuhair al-Qaisi, caduto vittima di un codardo attacco aereo sionista alla vigilia della scorsa primavera: possa, dal Cielo degli Eroi, avere testimoniato dell'abnegazione dei suoi seguaci nel vendicare il suo sacrificio. Le Brigate Salah ad-Din hanno rivendicato il lancio di centinaia e centinaia proiettili razzo e bombe di mortaio contro obiettivi sionisti, nonché l'uccisione di quattro militari dell'Occupazione.
Le Brigate Salah ad-Din si confermano fedeli ed entusiastiche esecutrici delle direttive dei Comitati di Resistenza Popolare, che vedono nella lotta armata senza "se" e senza "ma" l'unica via praticabile per contrastare la politica annessionista dell'occupazione israeliana e per arrivare, finalmente, alla liberazione di tutta la Palestina.
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Il traditore Mustafa Sheikh é stato catturato dalle forze dell'Esercito siriano nei dintorni di Daraya!

Una bellissima notizia per tutti gli amici della Siria e del suo popolo, per tutti i sostenitori del Presidente Assad e della sua coraggiosa lotta contro il complotto imperialista e sionista che da oltre ventuno mesi viene tenuto sotto scacco dagli eroici sforzi e dal sacrificio dell'Esercito siriano.

L'Ex-generale Sheikh, insieme ad altri criminali, é stato catturato dalle truppe regolari siriane in un covo nei dintorni di Daraya, la cittadina vicino a Damasco dove a fine novembre oltre 4000 terroristi sono stati eliminati in una delle più grandi vittorie governative degli ultimi 21 mesi.

Una delle molte cause di grievanza del fronte anti-Assad che unisce in una profana alleanza Israele, Usa, Nato, Francia, Al-Qaeda, Arabia Saudita, Qatar e Turchia é quella di non essere mai riuscito in oltre venti mesi di attacco alla Siria, a causare nessuna defezione degna di nota all'interno delle forze armate.

Dati dell'intelligence NATO davano a meno di 5000 il numero dei militari che avevano abbandonato i loro posti e anche tra di loro, non tutti per questo si erano schierati con i terroristi. Uno dei pochi, pochissimi successi in tale senso era stata la defezione del Brigadiere (quindi un rango, tra quelli di comando, nemmeno altissimo) Mustafa Sheikh, che era fuggito in Turchia e qui si era dichiarato a favore dell'insorgenza anti-Assad.

Adesso questo vile personaggio é nelle mani del Governo e sicuramente potrà rivelare molte utili informazioni sui legami tra i terroristi, la Turchia, la NATO e altri dettagli.

Fa ridere, adesso, rileggere le interviste rilasciate dal suo nascondiglio turco lo scorso febbraio 2012 allo straccio britannico 'Daily Telegraph', nelle quali l'Ex-generale traditore diceva che "A marzo 2012 l'Esercito di Assad si sfalderà" (abbiamo visto quanto!) e citava a braccio percentuali di perdite, di 'diserzioni' (quali?), di 'equipaggiamenti abbandonati', di 'mancanza di ricambi e munizioni' (con la flotta russa che un giorno sì e l'altro pure fa scalo a Tartous? Hmmmmm...).

Tutte fandonie, tutte cazzate, tutte cifre e numeri letteralmente "tirati fuori dal culo", come tutto nel campo dei terroristi wahabiti, dei loro amici e dei loro sodali.
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Peggio dei Nazisti! Il regime ebraico occupante dà una medaglia all'assassina del diciassettenne Mohamed Salaymeh!

Quella che vedete qui sopra é Nofar Mizrahi, una persona rispetto alla quale la tristemente famosa Ilse Koch, la 'Iena di Buchenwald' fa la figura di una tranquilla signora con l'interesse per i tatuaggi. Ci spiace di avere definito Nofar Mizrahi "puttana"; perché, a pensarci bene, costituisce un insulto a tutte quelle donne che ogni giorno vendono il loro corpo ma non si sognerebbero mai di sparare in testa a un ragazzino di diciassette anni, come questo mostro umano ha fatto poche settimane fa.
A dimostrazione ulteriore di quanto degradato moralmente sia il regime sionazista, vero e proprio "mondo al contrario" dove il sadismo e la crudeltà vengono premiate e l'umanità e la solidarietà osteggiate e punite, riceviamo la notizia che l'Ispettore Generale di Polizia per i Territori Occupati Yohanan Danino ha deciso di insignire l'assassina Nofar Mizrahi di una onorificenza, per l'azione in cui essa ha massacrato il ragazzo Mohamed Salamyeh!
La religione giudaica é nota per non avere mai elaborato nel corso dei secoli una cultura del Perdono: vogliamo quindi dedicare a Nofar Mizrahi e a Yohanan Danino un augurio prettamente "giudaico", ispirato direttamente dalle parole del Talmud:  

Figlia di Babilonia, che devi essere distrutta, beato chi ti darà la retribuzione del male che ci hai fatto! Beato chi afferrerà i tuoi bambini e li sbatterà contro la roccia!
 
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Donatella Quattrone; la dimostrazione che per essere filo-ratti bisogna anche essere dei solenni cretini!

Una foto della stronza deficiente Donatella Quattrone prelevata dal suo profilo Facebook: CHE TI VENGA IL DIABETE, STRONZA!!!
Donatella Quattrone é una schifosa svergognata amica dei ratti massacratori di donne e bambini, dei wahabiti mercenari agli ordini della NATO e della CIA, dei qaedisti che emanano "fatwe" condonando lo stupro di donne siriane. Donatella Quattrone è una mentecatta che gode quando esplodono autobombe che ammazzano donne e bambini, Donatella Quattrone è ovviamente anche una ritardata, una minus habens, tanto da non essersi resa conto, leggendo questo blog, che esso sostiene il Presidente Bashir Assad, il suo legittimo Governo, la lotta di Difesa del Popolo Siriano contro i mercenari Usa/NATO/Turchi/Sauditi al servizio di Sion.

Donatella Quattrone nel suo profilo Facebook probabilmente mentendo dichiara di aver seguito un liceo "Socio Psico Pedagogico" (chissà che cazzo vuol dire, noi riconosciamo solo i Licei Classico e Scientifico secondo il benemerito Ordinamento Gentile), di essere laureata in Filosofia (a Messina! Per quello che conta...) e di possedere ben due 'Master'; ebbene, tutto popò di accademia non le é servito a capire che PALAESTINA FELIX é un BLOG ASSADISTA E FILOSIRIANO!!!!

L'altro giorno ci scrive un messaggio in calce a un nostro post e ci invita a contattarla, vedi link (é il penultimo post prima della nostra replica).

La contattiamo, ci chiede se siamo in contatto con "L'Esercito Siriano Libero", visto che "gli avevamo fatto gli auguri".

Le facciamo notare che i nostri auguri sono indirizzati all'ESERCITO SIRIANO, l'unico Esercito presente in Siria, quello che lotta contro i criminali mercenari al soldo dell'imperialismo.

Se ne stupisce e ci insulta.

CARA DEFICIENTE VATTI A PRENDERE ALTRI TRE O QUATTRO "MASTER", PREFERIBILMENTE ALL'UNIVERSITA' DI CANICATTI' O MEGLIO ANCORA DI LAMPEDUSA, MAGARI ALLA FINE SARAI IN GRADO DI LEGGERE UN BLOG E INTERPRETARLO CORRETTAMENTE SENZA INSEGNANTI DI SOSTEGNO! E DOPO VEDI DI MORIRE AMMAZZATA COME I TUOI AMICONI WAHABITI DI AL-QAEDA!!!!

Poscritto: sembra che l'idiota stronza abbia anche un blog...una misera vetrinetta di cazzate trite e ritrite che é stato visitato in tutto appena 13.000 volte in due anni e passa. PALAESTINA FELIX, dall'alto delle sue 320.000 visualizzazioni in 27 mesi ride al patetico 'blog' di una persona veramente misera e ridicola!
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Casa editrice inglese "cancella" Israele dalle sue cartine, al suo posto la corretta dicitura: "Palestina Occupata!"

Chi ci legge e ci segue sa benissimo che tutti noi di "Palaestina Felix" aspettiamo, con paziente certezza, il giorno in cui, senza violenza e senza persecuzione di chicchessia, con una semplice operazione politico-burocratica la dicitura "Israele" verrà finalmente rimossa da tutte le mappe e le carte geografiche, per fare luogo a una Repubblica di Palestina dove tutti gli abitanti, a prescindere dall'etnia o dalla fede religiosa, godano degli stessi diritti.

Siamo rimasti molto sorpresi e soddisfatti quando abbiamo scoperto che, nel suo piccolo, l'editore britannico 'Garnet', in un testo della sua divisione educativa, abbia voluto indicare la porzione di territorio attualmente sottoposta al regime ebraico con la sua corretta definizione: "Palestina Occupata". La mappa può essere apprezzata nel volume "Skills in English Writing Level 1". L'indicazione é tanto più ammirevole se si considera che l'Editrice Garnet non é una casa di pubblicazioni politicizzata e quindi dimostra che la nozione di 'Israele' come entità abusiva che occupa la Palestina sta facendosi largo anche nella audience non specializzate/ideologizzate.

Estendiamo le nostre congratulazioni all'Editore Garnet sperando che in seguito al suo esempio anche altre case editrici decidano una buona volta di "Cancellare Israele dalle carte geografiche".
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martedì 1 gennaio 2013

Quattro ufficiali dell'aviazone turca catturati dall'Esercito siriano nei pressi dell'aeroporto di Koerc!

Non esiste alcun dubbio che uno dei maggiori vantaggi delle forze governative siriane nella loro lotta di oltre venti mesi contro i criminali terroristi wahabiti sia proprio quella di avere dalla propria parte una compatta, moderna e disciplinata forza aerea peculiarmente addestrata ai compiti di interdizione, bombardamento e sostegno alle truppe sul terreno.

Mentre la struttura delle forze di terra (principalmente addestrate ed equipaggiate per operazioni meccanizzate e corazzate di grande respiro: come quelle che sarebbero necessarie per riprendere il Golan agli occupanti sionisti) sulle prime non si é rivelata ideale per affrontare piccoli gruppi sfuggenti di terroristi le forze aeree con la loro preminenza data ai bombardamenti di precisione, si sono rivelate utilissime a contrastarli e combatterli.

Anche per questo molti sforzi di propaganda mendace sono stati fatti da Al-Jazeera, Al-Arabiya e altri megafoni del complotto imperialista-sionista per 'accusare' i piloti di Assad di finte 'stragi' come quella recentemente smentita e sbugiardata di Halfaya; per questo a più riprese i terroristi hanno cercato di colpire gli aereoporti e le caserme e accademie dell'aviazione nel tentativo di uccidere a terra cadetti e piloti ed evitare di trovarseli sulla testa alla cloche di un Mi-25, un MiG-27 o un Su-24!

Un nuovo piano contro la potenza aerea siriana é stato recentemente sventato quando quattro ufficiali dell'Aviazione Turca sono stati arrestati dalle forze regolari di Damasco mentre, con l'aiuto di terroristi armati della 'Brigata Tawheed' cercavano di infiltrare il perimetro della base aerea di Koerc, nel Nord del paese, a poca distanza da Aleppo e dal confine turco. I quattro di cui non sono state rivelate le generalità, sarebbero stati subito separati dagli altri terroristi e inviati con la massima segretezza verso la capitale Damasco.

Assad ha più volte accusato il Prermier turco Recep Erdogan di avere fornito "ogni genere di sostegno" ai mercenari stranieri inviati in Siria.
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Qatif piange il martire Ali al-Marar mentre la 'culona' Merkel pensa a rafforzare l'arsenale repressivo di Casa Saoud!

Si é tenuta nella provincia orientale sciita la cerimonia funebre per il giovanissimo e coraggioso martire Ali al-Marar, morto a 18 anni mentre dimostrava contro la brutalità e la violenza del regime di Riyadh; ancora una volta la marcia funeraria si é trasformata in una manifestazione di sdegno popolare durante la quale gli abitanti dell'Est saudita hanno promesso al giovane immolatosi di non permettere che il suo sacrificio passi invano.
Ma mentre il popolo in lotta rinnova la sua dedizione alla causa del cambiamento e della democratizzazione dell'ultima monarchia assoluta rimasta in piedi nel globo (perché alleata di Washington e di Tel Aviv) nell'Europa decadente e corrotta la più leggiadra che intelligente cancelliera Angela Merkel progetta di rafforzare l'arsenale repressivo di Riyadh vendendo al despota saudita e ai suoi generali ben 30 veicoli blindati 'Dingo 2', ottimizzati per affrontare e disperdere le folle.
Già in passato avevamo denunciato la "fregola" merkeliana di vendere ai tiranni wahabiti del petrolio avanzati 'panzer'; questo contratto, se finalizzato potrebbe essere ancora più devastante, vista la natura prettamente poliziesca e repressiva dei veicoli in questione.
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A Nord di Aleppo terroristi pro-Turchia e mercenari Wahabiti si ammazzano a vicenda! Continua intanto l'offensiva siriana contro tutti i gruppi armati!

Gli uomini dell'Esercito regolare siriano stentavano a credere ai loro occhi quando hanno visto arrivare verso le loro postazioni a Nord di Aleppo un plotone di circa quaranta uomini, le mani in alto, che chiedevano di arrendersi per venire protetti da quelli che fino a pochi giorni fa erano i loro 'compagni' terroristi wahabiti.

I quaranta individui si sono dichiarati membri della 'Brigata Tawheed', una formazione sostenuta dal Governo di Erdogan e perciò attiva soprattutto a ridosso del confine turco; secondo quanto da loro riferito ultimamente la loro formazione é entrata in aperta ostilità coi qaedisti di Al-Nusra, che non hanno esitato ad attaccare i loro covi e rifugi, sterminando molti Tawheed...rimasti senza rifugio e senza più munizioni ai "quaranta ladroni" non restava che rendersi alle forze di Assad, che trattano i prigionieri nel rispetto del Diritto internazionale.

Questo incredibile evento dimostra quanto sia fragile la coalizione terrorista messa su da Usa, Nato, Francia, Israele, Arabia Saudita, Qatar e Turchia, soprattutto quando essa é messa in crisi dai successi dell'Esercito di Damasco che esacerbano differenze e odi mal sopiti tra le varie formazioni.

 Intanto, muovendo contro un nido di terroristi a Erbin gli uomini di Assad hanno abbattuto 18 criminali, mentre altri 25 hanno trovato la morte ad Al-Asafeer e un numero più piccolo, inferiore alle 10 unità, é stato eliminato nei pressi di Douma.
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Buon Anno a tutti da PALAESTINA FELIX! Buon 2013 alla Jihad Islamica, al PFLP, ai Comitati di Resistenza, al Comando-Generale, all'Esercito siriano, ad Hezbollah, all'Armata del Mahdi e alla Repubblica Islamica! NON RICONOSCEREMO MAI "ISRAELE"!!!!!!!

Mettetevelo bene in testa, resisteremo fino all'ultimo respiro, all'ultimo razzo e all'ultima pallottola! AUGURI!
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lunedì 31 dicembre 2012

Il regime razzista israeliano deve rimangiarsi l'esclusione di Haneen Zoabi dalle prossime elezioni politiche!

Quando abbiamo definito "illegale" e "basata sul niente" la richiesta di esclusione della giovane e coraggiosa Haneen Zoabi dalle prossime elezioni che si terranno nel regime razzista ebraico sapevamo di avere ragione, come succede quasi sempre quando "Palaestina Felix" fa un'affermazione: perché le affermazioni di "Palaestina Felix" sono basate su consolidati precedenti ed espresse con il consenso di chiari esperti di Diritto, politica e relazioni internazionali.

Ancora una volta abbiamo il piacere di vederci confermati nel giusto verificando che la parlamentare del partito arabo Balad é stata reintegrata nelle liste elettorali e potrà quindi competere per un seggio al 'parlamento' del regime sionista. La decisione é stata espressa dalla Corte Suprema di Tel Aviv che non ha potuto non ammettere come l'esclusione cozzasse contro tutta una serie di assurdi legali e giuridici che la rendevano inconfermabile.
La battaglia per il reintegro della Zoabi é stata portata avanti con l'aiuto di Hassan Jabarin e Sawsan Zaher di Adalah, il Centro Legale per la Difesa dei Diritti dei Palestinesi nella porzione di Palestina occupata dal 1948. "Con questa vittoria, ha dichiarato Jabarin, tutti i tentativi di escludere candidati Palestinesi dalle elezioni politiche nel corso degli ultimi 15 anni sono stati affrontati e sventati!".
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Enorme carico di armi 'Made in Israel' confiscato dall'Esercito di Assad al confine con la Giordania!

Continua senza esclusione di colpi l'offensiva delle forze dell'Esercito siriano contro l'insorgenza dei mercenari terroristi foraggiati da Usa, Nato, Turchia, Arabia Saudita, Qatar e Israele. Non é un mistero per nessuno che l'aggressione contro Damasco sia stata scatenata in obbedienza ai 'diktat' della lobby ebraica internazionale che vorrebbe una Siria addomesticata e filosionista ora che il confine con l'Egitto non é più 'sicuro' come ai tempi di Mubarak.

E in questi giorni grami per i terroristi mercenari, cacciati e distrutti in ogni angolo del paese, Israele é costretto a "scendere in campo" sempre più direttamente in favore dei suoi 'protetti', come dimostra il sequestro di una colossale quantità di armi, munizioni ed equipaggiamenti elettronici confiscati nel villaggio di Al-Matelieh, vicino al confine con la Giordania, dalle truppe di Assad.

I contrabbandieri volevano portare il loro bottino nella città di Daraa, guardacaso la prima a venire scossa dagli attentati e dalle violenze dei qaedisti circa ventuno mesi orsono; il reuccio giordano negli ultimi mesi sembrava avere ritirato ogni assenso-consenso all'uso del suo regno per operazioni di sostegno logistico ai criminali wahabiti in Siria: questo evento sarà un 'unicum' dettato dalla disperata situazione degli insorti oppure segnerà un cambio di rotta degli Ascemiti di Amman?
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Manifestazioni sempre più imponenti in tutta l'Arabia Saudita: anche Qassim, nel centro del paese, teatro di proteste!

La cittadina di Buraydah, nella provincia Saudita di Qassim, é stata animata nella giornata di ieri da una imponente manifestazione popolare tesa a chiedere il rilascio delle migliaia e migliaia di detenuti politici 'desaparecidos' presi in ostaggio in questi mesi di proteste da parte degli sgherri del regime di Riyadh.
Pochi mesi fa, a fine estate, sempre la provincia di Qassim era stata attraversata dalle proteste per l'incredibile carenza di benzina e combustibili (nel primo paese esportatore di petrolio verso gli Usa!), notizia cui avevamo prontamente dato rilievo; questa protesta però, é 'politica' e segnala un cambio di passo negli umori della popolazione, sempre più avversa alla satrapica corte saudita, anche al di fuori delle zone a maggioranza sciita.
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Manifestazione a Bengasi contro la prepotenza delle milizie, per l'ordine e la legalità!

"Vogliamo Esercito e Polizia regolari", "Basta con le milizie", "Basta con gli assassinii"; questi alcuni degli slogan inalberati su striscioni e cartelli dai circa duemilla-duemilacinquecento residenti di Bengasi, capoluogo della Cirenaica, che ieri sono scesi in piazza per domandare lo scioglimento dei gruppi armati estemporanei che fanno il bello e il cattivo tempo nella regione sin dall'esplosione della rivolta anti-Gheddafi nella primavera del 2011.

L'attivista Bilal Bettamer sintetizza le richieste popolari: "La dissoluzione di tutte le milizie, l'assorbimento degli elementi affidabili nelle forze militari e di sicurezza regolari e nel contempo l'espulsione da queste di ogni elemento con legami anche minimi con il passato regime di Gheddafi".

Molti miliziani infatti, denunciano l'impossibilità di abbandonare le armi a causa della presenza nelle fila delle forze dell'ordine, di numerosi ex-lealisti del Colonnello. Se questa pretesa corrisponda almeno in parte a verità o sia una scusa dei vari 'signorotti' che si sono creati con la forza delle armi un piccolo 'feudo' su cui intendono mantenere il controllo sarebbe tuttavia una questione da chiarire.
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domenica 30 dicembre 2012

Nei primi giorni del 2013 anche la 'Novocherkassk' farà scalo ai moli siriani di Tartous!

Secondo quanto annunciato dalle autorità russe l'unità da sbarco "Novocherkassk" della Flotta del Mar Nero ha lasciato questa mattina il suo porto per dirigere verso il Mediterraneo Orientale. Con questa sono tre, da venerdì scorso, le grandi unità di superficie della flotta russa inviate verso la Siria.

Domani mattina la 'Novocherkassk' attraverserà lo stretto dei Dardanelli; da quanto rilevato da osservatori prima della sua partenza la nave da sbarco ha caricato un buon numero di veicoli militari e un contingente di truppe da sbarco.

Una volta unitasi alle altre navi già presenti nel teatro la flottiglia russa prenderà parte alle esercitazioni navali attualmente in corso al largo della Siria. Entro il 10 gennario 2013 la Novocherkassk calerà l'ancora nella base navale di Tartous. Da quando Mosca ha iniziato a rafforzare la propria presenza navale nell'area ben due portaerei americane e una nave da sbarco del Corpo dei Marines hanno abbandonato la zona.

Secondo diversi analisti il costante e continuo sostegno di Vladimir Putin verso Damasco ha fatto cancellare tutti i piani di intervento militare americano e NATO contro la Siria e sarebbe stato essenziale nella scelta di sostituire Hilary Clinton con John Kerry come Segretario di Stato. John Kerry, cui Obama deve il suo 'lancio' alla ribalta nel corso della Convention Democratica del 2004, aveva preso parte a dialoghi diplomatici con la Siria verso la fine degli anni '90.
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"Il 2013 potrebbe vedere la caduta del regime di Al-Saoud, forse la disintegrazione dell'intera Arabia Saudita!"

In una sua recente trasmissione di approfondimento il canale satellitare iraniano in lingua inglese 'PRESSTV' ha invitato diversi accademici, esperti di politica internazionale e commentatori di materie mediorientali a esprimere la loro opinione su quali potrebbero essere, nell'anno entrante, gli sviluppi della crisi di popolarità e sostegno della dinasita Al-Saoud, finanziatrice di tutti i movimenti estremisti wahabiti nel mondo musulmano e grande sponsor della repressione antidemocratica in Barhein, del terrorismo in Siria, della conservazione di quanto resta del regime che fu di Saleh in Yemen, sempre al servizio degli interessi americani e israeliani.

Come ha dimostrato Palaestina Felix anche recentemente l'Arabia Saudita sta letteralmente svuotando le proprie galere in direzione Siria, mandando pendagli da forca già condannati a 'combattere' contro Assad e il popolo siriano ma ben presto, con l'espandersi e l'approfondirsi delle proteste interne, Riyadh potrebbe non essere più in grado di mantenere questo ruolo di 'Patronessa della Repressione', ma concentrarsi invece a mantenere il controllo sul fronte interno.

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L'Egitto finalmente rompe l'assedio sionazista di Gaza: già entrati nella Striscia costiera venti cargo carichi di cemento e mattoni!

Secondo quanto dichiarato congiuntamente da fonti governative egiziane e palestinesi tra ieri e oggi almeno venti carichi di materiali da costruzione, tra cui migliaia di tonnellate di cemento, mattoni e armature metalliche per strutture hanno attraversato il varco di confine di Rafah verso la Striscia di Gaza.
Senza accesso a materiali da costruzione gli abitanti di Gaza erano costretti a fabbricarsi da soli mattoni di paglia e fango...
 E' la prima volta da quando il regime sionazista ha dichiarato il suo unilaterale embargo illegale contro il ghetto palestinese assediato che l'Egitto permette il passaggio di materiali dichiarati "verboten" dai generali e politici di Tel Aviv: Shylock con gli artiglia attaccati alle loro immonde 'tabelle della fame'.
Fidiamo che questa prima occasione sia seguita da molte altre simili che dimostrino una volta per tutte come l'Egitto di Mohammed Mursi abbia del tutto voltato pagina rispetto all'atteggiamento verso Israele del despota Mubarak. Speriamo altresì che i materiali da costruzione entrati questo weekend nella Striscia servano a iniziare a riparare i danni alle abitazioni civili causati dagli indiscriminati bombardamenti sionazisti nel corso della recente 'Guerra degli Otto Giorni'.
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