giovedì 21 febbraio 2013

Il Ministro Adnan Mansour dichiara: "Cittadini libanesi in Siria si sono difesi da attacchi armati, ma non esistono 'interventi' militari di nessuna fazione!"

Nel corso di una intervista rilasciata ieri a media locali il titolare del dicastero degli Esteri nel Governo di Najib Mikati, il Ministro Adnan Mansour ha chiarito che alcune delle voci speciose che recentemente hanno riportato di "interventi militari" delle milizie di Hezbollah oltre il confine siriano a sostegno delle forze governative del Presidente Assad altro non sono che il tentativo di sfruttare partigianamente una strana realtà demografico-geografica.

Quando separarono artatamente la porzione di Siria a maggioranza (allora) cristiano-maronita da quella a maggioranza musulmana, i colonizzatori francesi del Mandato del Levante tracciarono un confine arbitrario e non rispondente a nessun criterio coerente, incerto in molti punti e più volte rimaneggiato; successe così che alcuni villaggi pur rimanendo fisicamente in 'Siria' vennero tuttavia assegnati al 'Libano' e che per decenni e decenni dal Secondo Dopoguerra in poi essi siano rimasti così, abitati da cittadini Libanesi ma fisicamente collocati in Siria.

Negli ultimi mesi alcuni di questi villaggi sono stati attaccati dai terroristi mercenari al soldo di Sauditi, Turchi e Qatar e come già accaduto altrove i loro abitanti hanno preso le armi per difendere le loro case e le loro famiglie, sventolando, giustamente, le bandiere libanesi dopo avere cacciato gli attaccanti.

Vedendo la bandiera col cedro in campo bianco-rosso i terroristi qaedisti hanno pensato che l'organizzazione libanese Hezbollah fosse venuta oltreconfine ad aiutare Assad e i Siriani, ignorando che i villaggi da cui erano stati respinti erano, appunto da decadi, abitati da cittadini del Paese dei Cedri.

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