venerdì 22 febbraio 2013

Il Senato argentino approva il documento d'intesa con Teheran per la commissione d'inchiesta congiunta sulla bomba del 1994!

Anche questo articolo é stato originariamente pensato e composto per gli amici di "Stato&Potenza" che ringraziamo calorosamente per la considerazione e l'esposizione che continuano a darci. Come annunciato su queste stesse pagine pochi giorni fa il Senato di Buenos Aires, forte della maggioranza assoluta goduta dalla coalizione di Governo e della grande compattezza di quest'ultima sui temi-cardine della politica estera argentina ha approvato il documento programmatico siglato il 27 gennaio scorso dal Ministro degli Esteri Timerman e dal suo collega della Repubblica Islamica Ali Akbar Salehi per la creazione di una commissione congiunta Irano-Argentina che investighi sui veri responsabili dell'attentato esplosivo al centro culturale ebraico AMIA del 1994 che causò ben 85 morti.

Per anni le lobby asservite a Israele hanno cercato di propalare la versione di un attacco voluto "dall'Iran" o "da Hezbollah" (che nel 1994 erano uno reduce dalla recente fine della guerra contro l'Irak e impegnato a ricostruire un paese devastato, l'altro appena emerso dall'inferno della Guerra Civile libanese e impegnato a ricostruire una vita civile per la comunità sciita), senza riuscire a produrre uno straccio di prova.

E' probabile che dietro la bomba di 19 anni fa ci siano verità scomode: attacchi sotto 'falsa bandiera', la volontà di Israele, che aveva appena visto l'Irak di Saddam soccombere sotto le armi della 'coalizione' imperialista guidata da Bush, di scatenare contro un Iran debole ed esausto le ire della comunità internazionale, come fatto anche con la Libia con l'attentato di Lockerbie, attribuito 'a cappella' al Colonnello Gheddafi per pura convenienza.

I partiti leali alla Presidente Christina Kirchner hanno denunciato la 'doppia lealtà' delle associazioni ebraiche argentine che piuttosto che al bene della loro patria pensano alle convenienze del regime ebraico dell'Apartheid.

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