mercoledì 24 luglio 2013

Le proteste dei 'piagnoni' pro-Mursi fanno undici morti, ma non smuovono di un millimetro i Generali del Cairo!

Con undici morti in quattro giorni di manifestazioni i sostenitori del deposto ed arrestato ex-Presidente egiziano Mohammed Mursi hanno fatto capire che la pacificazione dell'Egitto é distante dal venire realizzata eppure sembrano anche dimostrare che la capacità di organizzare vasti tumulti é, per ora, al di là delle capacità (o delle intenzioni) dell'Ikhwan musulmana.

Sembrerebbe caduto nel vuoto l'appello del Presidente ad interim Adly Mansour che lunedì parlando alla televisione aveva sottolineato "la necessità di addivenire a un compromesso riguardo al passato, per il bene della nostra Nazione".

Dal tre luglio 2013, giorno della rimozione di Mursi a opera dei militari, in Egitto gli scontri di piazza hanno fatto oltre cento vittime, distribuite sia tra i contestatori dell'ex-Presidente che tra i suoi sostenitori. Nei ranghi dei "piagnoni" pro-Mursi comincia ad acquistare visibilità suo figlio Usama, molto presente nei media a chiedere l'immediato rilascio del padre dal suo attuale luogo di detenzione.


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