sabato 17 agosto 2013

Alice Walker, profetessa femminista della 'correttezza' paga lo scotto delle sue affermazioni pro-Palestina!

Abbiamo già parlato in passato di Alice Walker, portabiandiera del lesbofemminismo e del 'politicamente corretto' che tanta fortuna avevano tra anni '80 e '90 tanto da "meritarsi" un piagnoso e noioso filmone del sionista Spielberg che voleva mostrarsi "regista impegnato" (ma meglio se rimaneva alle sarabande d'avventura di Indiana Jones, che sono più il suo terreno).

Adesso però la Walker ha perso tutto il sostegno della 'Lobby a Sei Punte' e anzi, é stata messa all'indice per avere OSATO affermare nel suo "The Cushion in the Road" l'ovvietà che il Popolo di Palestina sia perseguitato dal regime ebraico che lo sottopone a un regime di Apartheid, tanto da vedersi esclusa da un evento all'Università del Michigan quando i finanziatori sionisti dello stesso hanno minacciato di chiudere i rubinetti del denaro.

Anziché dimostrare dignità umana e scientifica i dirigenti dell'Università hanno preferito escludere la personalità 'sgradita' ai sacerdoti del sinedrio, dimostrando quanto misero sia il livello delle istituzioni pretese 'culturali' americane, ricattabili e "in vendita" al migliore offerente.

Laddove una società si fa permeare dal denaro e soggiace alle sue leggi non può esistere Vera Libertà.

Hurriyet Daily News annuncia che la centrale della sedizione mercenaria in Siria si sposta dal Cairo in Turchia!

Nonostante fosse noto anche ai sassi che uno dei più importanti 'centri di supporto' per l'insorgenza mercenaria takfira che attenta alla pace e alla stabilità della Siria sia sempre stata (fin da principio) la Turchia di Erdogan, forse la volontà di mostrare una fasulla 'autonomia' aveva suggerito ai suoi sponsor, non soltanto Turchi ma anche Sauditi e Qatarioti, di tenere il 'quartier generale' della cosiddetta 'opposizione siriana' (che di siriano, ricordiamolo, ha poco e nulla) non a Riyadh e non a Doha e nemmeno ad Ankara o a Istanbul ma bensì al Cairo.

La scelta comunque aveva senso perché già negli anni '80 il Cairo era stato il crocevia per lo smistamento di ogni scappato di casa  (e di testa) islamista da convogliare in Afghanistan per la 'jihad' antisovietica da cui sarebbe nata Al-Qaeda, inoltre l'Egitto era un comodo condotto per il contrabbando delle armi dalla Libia.

Adesso, a quanto dice l'edizione inglese della testata turca Hurriyet il quartier generale dei takfiri, vista la malsana aria del Cairo per gli estremisti sunniti, sta rapidamente facendo le valige con destinazione proprio il paese di Erdogan, anche se non é chiaro se la meta sarà Istanbul, Ankara o magari qualche centro vicino proprio al confine con la Siria stessa.

Al Cairo, dopo 173 morti solo ieri, le forze di sicurezza arrestano il fratello del "Numero Uno" di Al-Qaeda

Dopo i morti dei giorni precedenti, risultati dallo sgombero dei sit-in abusivi messi su dalla Fratellanza Musulmana, vi sono state ulteriori 173 vittime solo nella giornata di ieri, in Egitto, quando dopo le preghiere del venerdì varie folle incitate da predicatori fanatici hanno sfidato nuovamente le forze di sicurezza.

Nel rosario degli scontri, che vedono uomini armati in sempre maggior numero tra le fila dei sostenitori del deposto Presidente Mursi, si moltiplicano anche gli episodi di violenza cieca contro luoghi di culto e di riunione della minoranza cristiana, la cui 'colpa' agli occhi degli islamisti enragé sarebbe quella di avere sostenuto il Movimento Tamarod di contestazione dei provvedimenti illiberali presi (senza nemmeno troppa convinzione, a onor del vero) dall'Ex-presidente.

Abbiamo ricevuto adesso la notizia che la personalità wahabita Mohamed al-Zawahiri, fratello del 'Numero Uno' di Al-Qaeda Ayman, sarebbe stata arrestata dai militari. Pur essendo esponente della corrente religiosa integralista Zawahiri fratello viveva apertamente e in tranquillità anche sotto il regime di Mubarak non avendo, apparentemente, collegamenti con le attività del congiunto.

venerdì 16 agosto 2013

In diretta da Beirut: quando una foto vale più di un milione di parole!

Con orgoglio pubblichiamo questa foto più esplicativa di un ponderoso volume di analisi politica e strategica: mentre nella strada i volontari di Hezbollah (organizzazione 'terrorista' secondo i castrati di Bruxelles) stanno ancora rimuovendo le macerie e le carcasse di auto sventrate dalla vigliacca bomba che ieri pomeriggio ha fatto ventun morti e più di trecento feriti nel quartiere sciita di Beirut, questa famiglia, forse essa stessa toccata dal lutto, o magari con uno o più componenti rimasti feriti dalle schegge dell'esplosione o intossicati dai fumi nocivi del rogo seguente, si riunisce di fronte allo schermo della tv per ascoltare dalle parole del Segretario Generale Nasrallah il messaggio di orgoglio, tenacia e Resistenza che darà loro la forza di riprendere la vita di tutti i giorni, consapevoli del ruolo fondamentale della comunità sciita libanese nel quadro della Resistenza globale al sionismo e all'imperialismo americano ed europeo.


Nasrallah: "Chi pensa di intimidirci con una bomba non conosce la storia della nostra determinazione!"

Una semplice frase, che però, pronunciata da quel mago di carisma oratorio che risponde al nome di Sayyed Hassan Nasrallah é stata capace, anche nel profondo cordoglio per le decine di vittime del vigliacco attentato esplosivo di ieri, di ispirare un vero e proprio tornado di devozione nei cuori degli abitanti di Ruwaiss e di Dahyieh, degli Sciiti, dei Libanesi, degli Arabi che non vogliono chinare la testa di fronte alle minacce sioniste e imperialiste.

"Chi crede di poterci intimidire con una bomba farebbe meglio a studiare la storia di Trentuno anni di lotta portati avanti dalla Resistenza Islamica in Libano!"

Questo il messaggio oggi consegnato dal leader di Hezbollah ai 'padrini' di Tel Aviv della bomba che ieri ha fatto strage in un tranquillo pomeriggio d'agosto nel quartiere sciita di Beirut Sud, ma i destinatari erano anche altri: erano gli eunuchi di Bruxelles, che si sono piegati al ricatto di Sion dichiarando una parte di Hezbollah 'terrorista', sono i grassi e senili emiri conservatori del Golfo, che fomentano il settarismo contro gli Sciiti e contro l'Asse della Resistenza, sono i curatori fallimentari dell'imperialismo Usa nella regione, le cui fortune vanno sempre più in bancarotta grazie al rinnovato vigore della lotta che si stende dall'Asia Centrale alle rive del Mediterraneo.

Hezbollah ha anche ringraziato le attestazioni di stima e cordoglio che sono arrivate al popolo libanese e al suo movimento da tutti i paesi della regione, stigmatizzando fortemente la mancanza di un commento da parte della dinastia di Riyadh.

Ventuno i morti a Beirut nell'attentato di Ruwais, il Presidente Suleiman denuncia: "Bomba a matrice sionista!"

Siamo purtroppo costretti ad aggiornare al rialzo il bilancio del vigliacco attentato esplosivo che nel pomeriggio di ieri ha colpito il quartiere sciita di Beirut, roccaforte del Movimento Hezbollah. Secondo le ultime stime sono ben ventuno le vittime e non meno di 330 i feriti. La recente, vigliacca decisione dell'UE di indicare una parte di Hezbollah come 'gruppo terrorista' ha giocato sicuramente un ruolo nella genesi di questo attacco, i mandanti sionisti di questa bomba codarda avranno inteso la decisione dei politicanti di Bruzelles mosci e senza palle come una 'luce verde' per questo loro attacco, che si sia manifestato per opera di una branca del Mossad o attraverso uno dei tanti gruppetti wahabiti al soldo di Tel Aviv (come quelli che operano in Siria).
Del resto, la matrice sionista dell'attentato é stata messa in rilievo persino dal Presidente libanese Michel Suleiman che in un suo messaggio alla nazione ha giustamente indicato che solo Israele può essere interessato, con questi mezzi vigliacchi a colpire la Resistenza libanese e a incitare diffidenza e settarismo nel tessuto sociale del Paese dei Cedri. Il Primo Ministro uscente Najib Mikati e il suo successore, l'incombente Tammam Salam, si sono uniti nel cordoglio alle famiglie delle vittime, dichiarando la giornata di oggi un venerdì di lutto nazionale.

giovedì 15 agosto 2013

Il quartiere sciita di Beirut colpito da una bomba sionista nell'anniversario della sconfitta di Israele: nove i morti!

Riceviamo in questo preciso momento la notizia che il sobborgo sciita di Beirut, roccaforte del movimento Hezbollah sarebbe stato colpito da un'esplosione. L'evento richiama il recente attentato di giugno, che grazie alla prontezza dei militanti di Nasrallah si concluse soltanto con alcuni feriti e cade in una data topica visto che oggi ricorre il settimo anniversario della sconfitta dell'invasione sionista del 2006.

Secondo i primi aggiornamenti l'esplosione ha colpito l'arteria di Rouwais bir-al-Abed causando  nove vittime e numerosi feriti.

La bomba é chiaramente di matrice sionista, anche se fosse stata collocata da fanatici wahabiti come i pochi dispersi seguaci di Ahmad Assir o di qualche altro barbouze takfiro, visto che é ormai chiaro a tutti che l'estremismo sunnita é al servizio e al soldo di Tel Aviv essendo sempre intento a colpire l'Asse della Resistenza e stranamente disinteressato al Regime ebraico di occupazione della Palestina.

Attendiamo ulteriori aggiornamenti che saremo prontissimi ad uploadare in questo articolo o in ulteriori post, a seconda del loro numero e della loro profondità.

Il Ministro Ibrahim: "Non tollereremo più assembramenti o manifestazioni dell'Ikwhan! Useremo le armi contro la sedizione!"

In una conferenza stampa tenuta durante il periodo di coprifuoco imposto dopo la giornata di scontri di piazza che avrebbe causato solo al Cairo circa centoventi morti il Ministro dell'Interno Egiziano Mohamed Ibrahim ha denunciato che nel corso delle operazioni di sgombero dei sit-in non autorizzati dei sostenitori dell'Ikwhan e del Governo deposto dall'azione dell'Esercito a inizio luglio, che si erano installati nella piazza accanto alla Moschea di Rabaah al-Adawiya, nel sobborgo di Nasr City e in Piazza Nahda a Giza.

Ambedue le piazze sono ben più piccole di Piazza Tahrir, che i contestatori dell'imbelle Presidente Mursi e del suo Governo inefficace avevano colmato nelle settimane di maggio e giugno, fino a convincere l'Esercito della necessità di un intervento risolutivo per evitare che il paese ripiombasse nel Caos.

Ibrahim ha comunicato che tra i morti di ieri ben quarantatré sarebbero membri delle forze di sicurezza della polizia e dell'Esercito, e che sia appurato come i sostenitori della Fratellanza abbiano usato anche armi da guerra per colpirli e ucciderli approfittando di carichi di armi in transito verso la Siria per alimentare il terrorismo mercenario wahabita in quel paese (ricordiamo che Mursi più volte si era espresso a favore dei terroristi takfiri).

Il Ministro ha anche commentato la notizia che i dirigenti dell'Ikwhan musulmana  Mohamed el-Beltagy, Essam el-Erian, Ahmed Aref e Abdel-Rahman el-Bar siano stati arrestati nella giornata di ieri negando che Beltagy o Erian si trovino nelle mani delle autorità.



Sputtanata l'ennesima panzana di propaganda dell'esercito di Tel Aviv: il 'mall di Gaza' in realtà si trova a Calcutta!

L'esercito sionazista (IDF) é quell'organizzazione di iene e vermi umani che si 'divertono' a sparare ai bambini palestinesi dalle loro torrette di guardia, a cannoneggiare le barche Hasaka che cercano di pescare, che lanciano missili e bombe al fosforo e al napalm su quartieri civili da robot telecomandati. Ma per poter compiere il genocidio del Popolo Palestinese "in pace" l'esercito sionazista si impegna anche in operazioni di propaganda per convincere gli stupidi e superficiali 'goyim' dell'Occidente che in realtà tutto va bene e che Gaza in realtà sia un ameno posto in cui si mangia, si beve e si balla.

Per fare ciò recentemente le iene sionaziste avevano pubblicato sul loro blog delle immagini di un centro commerciale sostenendo che si trovasse nel ghetto assediato e bombardato di Gaza, sottoposto da oltre sei anni allo shylockiano strangolamento economico del regime ebraico. Interessante sapere secondo le SS a sei punte di Israhell che cosa si dovrebbe comprare e vendere in questo 'shopping mall' visto che a Gaza manca il latte in polvere per i neonati, il gasolio per i generatori di elettricità e le medicine per gli ospedali.

Comunque la palla sionista é stata subito sbugiardata dalla pronta scoperta che le immagini pubblicate si riferiscono a un centro commerciale indiano, nella città una volta chiamata Calcutta (ora Kolkata). Ancora una volta si dimostra che il diavolo sionista può fare le pentole, ma non riesce mai a coperchiarle adeguatamente!

mercoledì 14 agosto 2013

Cento morti in Egitto, la giunta di Al-Sisi dichiara il coprifuoco in tutto il paese!

Dopo aver temporeggiato peggio di Quinto Fabio Massimo finalmente la giunta militare al comando del Generale Al-Sisi ha trovato la risolutezza necessaria per sgomberare le piazze del Cairo dai sostenitori del deposto Presidente Morsi e dell'Ikhwan. Negli scontri seguiti, nonostante i deliri dei Fratelli Musulmani che parlano di 2.200 morti, si sono comunque riportate circa un centinaio di perdite umane, alcune anche tra i poliziotti e i militari che sono stati presi a colpi di arma da fuoco da alcuni esaltati.

Anche un cameraman della Televisione SKY, di proprietà del sionista Rupert Murdoch sarebbe stato ucciso durante gli scontri, non é ancora chiaro da chi e in quali circostanze. Non potendo confrontarsi alla pari con Esercito e polizia i 'democratici' Fratelli Musulmani hanno pensato bene di prendersela con la minoranza cristiana tentando di dare fuoco a tre chieste copte. Almeno quattro poliziotti sarebbero morti nel tentativo di difenderle.

Si sarebbero riportati scontri anche nelle città di Suez, Alessandria, nelle cittadine di Minya, Assiut e nella Provincia del Fayyoum. Non si hanno però ancora cifre ufficiali per eventuali bilanci di morti e feriti in queste località. Le autorità militari hanno emanato lo Stato di Emergenza in tutto il Paese e imposto il coprifuoco dalle sette di questa sera (quindi ora é già iniziato) fino alle sei di domani mattina.

Disattivato un laboratorio dinamitardo wahabita a Ghouta, in Provincia di Damasco!

Il laboratorio di esplosivi allestito dai terroristi takfiri nella parte orientale di Ghouta, in Provincia di Damasco era completamente attrezzato per preparare "in serie" bombe di ogni genere da usare contro la popolazione indifesa, ma l'azione tempestiva ed efficace delle truppe di Assad ha posto fine per sempre alle sue attività.

Glicerina, fluido antigelo, nitrati e carbonati di potassio, esamina, fertilizzanti azotati, ammoniaca, schegge, chiodi e biglie di metallo, sono tra i componenti sequestrati in grande quantità dalle forze regolari, insieme a inneschi e detonatori di ogni genere e tipo, da quelli meccanici e chimici a quelli elettronici attivabili a distanza. I componenti elettronici sequestrati sono tutti di marca francese, inglese e ceca, segno del continuo sostegno dei paesi NATO ai terroristi takfiri.

Con questa operazione le truppe dell'Esercito Arabo Siriano hanno difeso ancora una volta la vita di dozzine se non centinaia di civili della capitale e dei suoi dintorni dove si trovano alcune importanti infrastrutture, come aeroporti, snodi autostradali, ferrovie; già più volte attaccate coardamente dai militanti estremisti sunniti.

Il Premier bulgaro rivela: "Inesistenti le 'prove' di un coinvolgimento di Hezbollah nella bomba di Burgas!"

Il Primo Ministro bulgaro Kristian Vigenin ha ufficialmente dichiarato che "Non esistono prove" che possano sostenere l'ipotesi israeliana su un presunto coinvolgimento del movimento libanese Hezbollah nell'attentato di Burgas che l'anno scorso colpì un pullman di presunti turisti provenienti dal regime ebraico di occupazione della Palestina.

L'evento, che ha tutte le tracce dell'impostura "Made in Mossad" come altri presunti 'attentati' che nei decenni precedenti Tel Aviv ha cercato di addossare ora all'Iran ora a movimenti Libanesi o Palestinesi é stato usato "come una clava" per convincere i corrotti politicanti UE a dichiarare la 'parte militare' di Hezbollah come 'organizzazione terrorista' poche settimane fa.

Ancora una volta emerge come il regime sionista sia molto abile a confezionarsi da solo le 'giustificazioni' per spingere altri paesi ad accodarsi ai suoi 'diktat' in barba alla verità, alla verosimiglianza, ai fatti.

martedì 13 agosto 2013

Siria e Irak unite nella stessa lotta contro la minaccia del settarismo takfiro manipolato da Washington e Tel Aviv!

Con una operazione meticolosamente coordinata coi loro colleghi siriani le forze di sicurezza irakene sono riuscite a blooccare e distruggere una banda terrorista wahabita, affiliata ad Al-Qaeda, che stava cercando di passare il confine nella zona di Jazeret al-Anbar, vicino a Rabia'a, uccidendo dozzine di criminali e costringendo gli altri a una fuga precipitosa nella quale hanno dovuto abbandonare veicoli danneggiati carichi di armi, munizioni ed equipaggiamenti.

Soltanto nelle ultime settimane gli irakeni hanno catturato ben 800 terroristi takfiri, individuato e distrutto ben ventidue 'covi' e quarantuno arsenali e santabarbare e hanno affondato o sequestrato più di venti barche e chiatte usate per il trasporto di armi e contrabbando lungo i numerosi corsi d'acqua della Mesopotamia settentrionale.

I Governi di Bashir al-Assad e di Nouri al-Maliki, ambedue facenti parte dell'Asse della Resistenza anti-sionista e anti-imperialista riconoscono che l'unica maniera di sconfiggere una volta per tutte l'insorgenza settaria manipolata da Washington e Tel Aviv é quella di cooperare sempre più strettamente in maniera che le cellule terroriste non possano trovare rifugio o scampo né dall'una né dall'altra parte della frontiera condivisa da Siria e Irak.


Nuove vittorie per le truppe regolari siriane vicino a Deir Ezzour e vicino a Latakia!

L'Esercito Arabo Siriano ha circondato e conquistato Al-Havikeh, località nei dintorni di Deir Ezzour, dove per qualche ora, nella giornata di ieri, gruppi di terroristi armati erano stati avvistati e registrati; dopo avere messo al sicuro Al-Havikeh le forze governative hanno assediato la Moschea di Fatemeh Zahra, trasformata in un fortino terrorista.

Famigerati criminali come Akram Salem dei cosiddetti 'Battaglioni Mohammed' e Ismail Ataollah Hadid del gruppo 'Ahrar al-Sham' sono stati identificati tra le dozzine di cadaveri radunate dopo gli scontri. Anche in questo caso l'assortimento di nazionalità le più diverse tra i takfiri uccisi (dalla cecena all'afghana, alla pachistana alla saudita) dimostra come in Siria sia in atto un complotto internazionale antigovernativo mirato in primis contro la popolazione civile.

Nel frattempo nella Provincia di Latakia altri distaccamenti di truppe siriane hanno avuto la meglio sulla 'Brigata As-Sahl', uccidendo nove terroristi marocchini, il terrorista giordano Ali Shabaan e il famigerato cecchino kuwaitiano Abu Ans.

Al-Akhbar denuncia: "Ipocrisia Europea nel non denunciare la recente violazione sionista del confine libanese!"

Troviamo in rete un interessante scritto di Assad Abu Khalil, redattore di Al-Akhbar che fa notare il complice, omertoso e vigliacco silenzio della stampa occidentale (in particolare europea) rispetto alla recente violazione sionista del cessate-il-fuoco e del confine col Libano, interrotta e respinta soltanto grazie al pronto intervento delle forze della Resistenza Armata che hanno collocato a tempo di record un congegno esplosivo sul percorso della pattuglia, causandole quattro perdite e facendola rapidamente ritirare.

L'Europa che si é permessa di definire "terrorista" l'organizzazione armata di Hezbollah ha poi l'impudenza di tacere questa grave invasione del territorio sovrano del Libano, che rappresenta benissimo il MOTIVO per cui Hezbollah é una fazione armata, necessaria a mantenere inviolata l'autonomia e l'indipendenza del Paese dei Cedri.

L'UNIFIL non é mai intervenuta a fermare le violazioni e le provocazioni sioniste e l'Armee Libanaise, purtroppo, finora non é equipaggiata in modo tale per poter contrastare l'esercito di occupazione della Palestina. Hezbollah ancora una volta dimostra la sua essenzialità e costituisce una garanzia e un baluardo di difesa per tutti i Libanesi, a prescindere dalla setta, dall'etnia o dall'affiliazione politica.

Ha un nome il giovane palestinese massacrato vicino El-Bureji; intanto gli 'eroi' di Tel Aviv sparano a un altro civile!

Il cittadino palestinese ucciso sabato da un cecchino sionazista a poca distanza dalla località di El-Bureji, nel centro del ghetto assediato di Gaza ha finalmente un nome: il portavoce del Ministero della Salute del Governo palestinese, Ashraf Qedra ha dichiarato che la vittima rispondeva al nome di Hussein Abdul Hadi e aveva trent'anni.

Intanto nella giornata di ieri truppe sionaziste hanno aperto il fuoco con armi automatiche e mitragliatrici contro le abitazioni civili di Shijaia, senza che vi fosse stato alcun atto ostile da parte dei residenti, riuscendo "coraggiosamente" a ferire alla gamba il venticinquenne Mahmoud Samir Jundiya, che é stato trasportato d'urgenza al più vicino ospedale.

Questi episodi sono solamente gli ultimi e i più eclatanti casi di rottura deliberata e volontaria da parte del regime ebraico dei termini di 'armistizio' pure sottoscritti dal Governo di Tel Aviv in fretta e furia nel novembre 2012, quando i razzi della Resistenza palestinese cadevano indisturbati su Dimona, Eilat e Tel Aviv.

Ancora una volta si dimostra che il regime sionazista capisce soltanto il linguaggio delle armi.

lunedì 12 agosto 2013

Hamas, ospite sgradito a Doha, sgraditissimo al Cairo, vorrebbe trasferirsi a Beirut: "Buona Fortuna", ne avrà bisogno!

Dopo avere vigliaccamente abbandonato la sua sede di Damasco circa un anno e mezzo fa e avere annunciato la propria 'ricollocazione temporanea' a Doha, capitale del Qatar 'in attesa di potersi spostare definitivamente al Cairo', il Movimento Hamas si trova oggi come si sul dire "nelle canne" visto che il nuovo Emiro del Qatar, Tamim, ha già dimostrato di avere molta poca pazienza con personaggi e movimenti legati all'Ikhwan, la Fratellanza Musulmana di cui invece suo padre era grande e profligo finanziatore (e l'espulsione 'a calci e pugni' del predicatore Qaradawi conferma la politica di 'scopa nuova' iniziata dal neo-emiro).

Adesso, con il golpe anti-Mursi e anti-Ikhwan che gli 'blocca' la strada verso il Cairo, prima spalancatsi con la effimera vittoria elettorale della Fratellanza, Hamas non ha letteralmente dove sbattere la testa visto che é chiaro come il sole che l'ospitalità qatariota é "a tempo" anche se magari durerà un po' di più dei tre giorni necessari a far sì che il corpo dell'ospite espella il sale mangiato insieme all'ospitante (come dice il Corano).

Da qui l'incredibile richiesta espressa da Ali Baraka, esponente di Hamas in Libano, all'ambasciatore iraniano Ghazanfar Roknabadi durante una recente cena di fine Ramadan, durante la quale Baraka avrebbe chiesto al diplomatico iraniano di "intercedere" presso il Governo libanese (e presso Hezbollah in particolare) affinché al Movimento di Mishaal e Marzouk sia permesso 'piantare le tende' nientemeno che a Beirut!

Attendiamo gli sviluppi di questa situazione con un sorriso sardonico da Gatto del Cheshire sulle labbra; solo poche settimane fa i portavoce di Hamas strillavano contro Hezbollah e la presenza di suoi miliziani a Qusayr...e adesso sono ridotti a chiedergli ospitalità! La Provvidenza Umana o Divina che sia ha maniere tutte sue, molto ironiche e gustose, di umiliare i superbi che avevano pensato di aver 'fregato' i loro vecchi alleati schierandosi con gli scherani dell'oppressione imperialista perché li ritenevano più ricchi e potenti...

Dopo il rapimento dei due ufficiali delle Turkish Airlines Erdogan ritira i Caschi Blu dal Libano!

Dopo che nelle primissime ore di venerdì scorso un ufficiale pilota delle Turkish Airlines e il suo secondo sono stati bloccati e rapiti a Beirut da uomini armati il Governo di Ankara ha precipitosamente deciso di ritirare il suo contingente di truppe di interposizione schierate nel Sud del Libano a monitorare il cessate-il-fuoco tra Paese dei Cedri e regime sionista di occupazione dopo la conclusione della guerra d'estate del 2006.

Il comunicato ufficiale del Ministero della Difesa di Ankara fa i salti mortali per negare l'evidenza che la decisione sia collegata col sequestro dei due ufficiali di volo, ma ovviamente la realtà dei fatti é sotto gli occhi di tutti. Come in tutte le compagnia di bandiera gli ufficiali di volo turchi sono sempre veterani dell'aviazione e ad essi spesso vengono affidate anche missioni d'intelligence nei paesi che toccano durante il loro lavoro.

Inoltre l'ambasciatore turco a Beirut Inan Ozyldiz ha annunciato che il centro culturale turco e la missione commerciale turca a Beirut saranno "chiusi a tempo indeterminato"


Scambio di accuse tra i generali golpisti del Cairo e il Governo di Gaza: Hamas respinge addebiti su attività nel Sinai!

Un nuovo episodio nella ormai consueta schermaglia verbale tra la giunta militare golpista che al Cairo ha rimosso Mohammed Mursi e installato un Governo di transizione e il Movimento Hamas che governa la Striscia di Gaza. Ancora una volta i Generali di Al-Sisi hanno accusato Hamas di prendere parte ad 'attività armate' nel Sinai.

Con queste accuse i Generali vogliono ovviamente presentarsi come leali alleati di Tel Aviv che tengono sotto controllo i 'terroristi' di Hamas nel Sinai, ma non bisogna scordare che poche settimane fa alcuni dirigenti del Movimento Hamas erano prontissimi a buttare al macero l'intera idea della Resistenza Armata permettendo che il loro alleato qatariota Al-Thani mettesse al polso del loro principale comandante militare un orologio con GPS usato poi dai militari sionisti per tracciarlo e assassinarlo.

Ancora una volta, la polemichetta tra i migliori alleati di Israele per trent'anni (i generali Mubarakisti) e coloro che volevano 'superarli a destra' schierandosi con l'Emiro più filosionista del Medio Oriente é una battaglia di retroguardia che non incide minimamente sulle sofferenze o sulle prospettive del Popolo di Palestina.

Rivelazione: I colloqui tra 'Bandar Bush' e Putin erano parte di un piano saudita per rovinare le relazioni Mosca-Teheran

Ci era sembrato strano fin dall'inizio che un personaggio addentro ai meccanismi della diplomazia e della geopolitica internazionale come il Principe Bandar 'Bush' bin Sultan fosse andato a Mosca sperando DAVVERO di poter convincere Vladimir Putin, già capo del KGB in Germania Est, ad abbandonare un alleato quasi cinquantennale in cambio di 15 miliardi di dollari di contratti e qualche altro 'cotillon', una tale superficialità si potrebbe aspettarsela da qualche rozzo senatore Usa mai uscito dagli Stati Uniti prima della propria elezione, ma non da un Principe che bene o male i palcoscenici internazionali li ha sempre bazzicati da quarant'anni a questa parte.

Leggiamo oggi in uno scritto di M. K. Bhadrakumar, veterano del Dipartimento di Stato indiano e già ambasciatore in Uzbekistan e Turchia (quindi con una certa esperienza in merito) che nemmeno Bandar Bush sperava di convincere Putin, il suo gioco era leggermente più sottile e consisteva, dopo il previsto 'Nyet' del Cremlino, nel mettere in giro voci sufficienti a far credere dalle parti di Teheran che Putin si fosse soffermato a considerare l'opzione di 'scaricare' Assad molto più a lungo di quanto non abbia fatto in realtà, con l'intenzione, ovviamente, di far circolare un mefitico 'venticello' di calunnia tra Mosca e Teheran, indebolendone l'unità di visione e di intenti.

Adesso anche questo tentativo é stato 'colpito e affondato' e già si parla di intensi contatti tra la Russia e la Repubblica Islamica volti a rassicurare quest'ultima che nemmeno per un istante il Presidente Putin abbia seriamente valutato l'opzione di abbandonare il suo più fedele alleato arabo. 

domenica 11 agosto 2013

La controffensiva siriana attorno a Latakia fa strage di terroristi stranieri tra cui Malik al-Shahri, il 'Bin Laden' dell'ISIS!

Unità delle truppe regolari siriane hanno inseguito oltre il villaggio di Khirbat al-Baz nella campagna di Latakia, i resti dei terroristi in fuga, da Sheikh Nabhan, Sterba ed Ubin, neutralizzando decine di militanti e distruggendo le loro armi e munizioni e i loro veicoli. Tra i terroristi eliminati i mercenari qaedisti libici Abu Abdul Rahman, Abu Rahma, ed Abu Mughiara capo della cosiddetta Brigata di Ahfad Aisha, eliminati anche Hassan Hassino e Yahya Chamdan.

Ma il più illustre takfiro eliminato dagli uomini di Assad é certamente Abu Malik al-Shahri, il 'Bin Laden' del fronte qaedista in Siria e Irak; Al-Shahri ha partecipato a numerose operazioni di Al Qaeda in Afghanistan e in Irak e ha servito come capo del gruppo terroristico a Fallujah tra il 2005 e il 2007.

Secondo i media, Al-Shahri è stato responsabile dell'uccisione e decapitazione di molti soldati siriani e di civili durante la guerra, sostenuta dal fronte imperialista-sionista contro la Siria. Le stesse fonti hanno rivelato la morte di molti altri terroristi in scontri registrati nel paese, tra cui Monir Elias al-Hajar, leader di primo piano del fronte di Al-Nusra.

Nuova "prova di coraggio" dei cecchini di Sion: giovane di Gaza ammazzato sabato sera a Est di El-Bureij

Questa foto, che la redazione di Palaestina Felix pubblica in esclusiva assoluta per l'Italia dopo averla ricevuta da un suo contatto palestinese, mostra per la prima volta il viso del giovane abitante di Gaza ammazzato ieri sera nella zona centrale del ghetto assediato, a Est della località di El-Bureij, quando un cecchino sionazista, comodamente appollaiato sulla sua torretta, ha deciso di aprire il fuoco contro di lui nonostante fosse distante dalla 'terra di nessuno' parecchie dozzine di metri e fosse evidentemente disarmato.

Questa é l'ennesima occasione in cui i "moralissimi" militari di Sion si comportano come e peggio delle SS naziste nei confronti della popolazione civile di Gaza, già soggetta al continuo, shylockiano strangolamento economico dell'assedio illegale della loro enclave, che resiste nonostante tutto grazie all'ingegno, all'abnegazione e alla determinazione dei suoi abitanti.

"Del perché in Egitto il predominio dell'Ikhwan sia durato a stento un anno" - Una analisi di Zafar Bangash

Zafar Bangash, Direttore dell'Istituto per il Pensiero Islamico Contemporaneo ha analizzato in un suo recente scritto le differenze tra la situazione in Egitto dopo la cacciata di Mubarak e quella in Iran dopo la cacciata del tiranno Palhevi e si é domandato come mai, mentre a Teheran é stata instaurata una Repubblica Islamica che dura tuttora e che é una delle potenze emergenti del Medio Oriente/Centroasia all'ombra delle Piramidi il predominio dell'Ikhwan sia durato lo spazio di un breve anno, terminando tra malcontento popolare e colpo di mano militare (che sarebbe però stato impossibile di fronte a un compatto sostegno dei cittadini verso le autorità).

La risposta che egli dà all'interrogativo é sorprendentemente simile a quella che noi stessi a più riprese abbiamo suggerito: Morsi e l'Ikhwan sono stati troppo timidi nella conquista del potere e troppo convinti che bastasse accontentare Usa e Israele e tutto sarebbe andato bene, dimenticando del tutto le aspirazioni della popolazione che con la sua rivolta gli ha aperto la via verso il potere.

E' impossibile fare una Rivoluzione senza cambiare totalmente le carte in tavola; pensare che il legalismo elettorale e le garanzie verso Casa Bianca e Tel Aviv fossero sufficienti é stata una grandissima dimostrazione di ingenuità dell'Ikhwan. Una volta vinte le elezioni Mursi avrebbe dovuto dichiarare decadute tutte le cariche collegate al vecchio regime, che mancavano (effettivamente) di qualsiasi legittimazione democratica: generali, giudici, capi della polizia, andavano epurati immediatamente con azioni rapide e decisive.

Bisognava creare una milizia rivoluzionaria apposta da impiegare se necessario contro i vecchi apparati del regime e riempirla di fedelissimi (come venne fatto con l'IRGC), se Usa e Israele avessero attaccato l'Egitto (direttamente o con sanzioni o altre misure) l'odio popolare andava attizzato contro queste potenze e una mobilitazione totale (economica e militare) dichiarata per difendere la Patria e la Rivoluzione.

L'Ikhwan, timida e indecisa, ha avuto troppa paura delle ripercussioni di tali scenari, al contrario dell'Iran, che ha sopportato eroicamente otto anni di guerra imposta contro il servo degli Usa Saddam Hussein per difendere la neonata Repubblica Islamica. Invece i Fratelli Musulmani hanno tentato di convivere coi rimasugli del regime di Mubarak che alla fine si sono coalizzati e li hanno detronizzati.