sabato 21 settembre 2013

Le autorità tunisine distruggono un gruppo wahabita che reclutava disperati per mandarli in Siria a combattere per Al-Qaeda!

Le forze di sicurezza tunisine hanno compiuto oggi una retata che ha portato all'arresto di ben ottantasei estremisti religiosi di stampo wahabita che conducevano un'aggressiva campagna per reclutare militanti da mandare in Siria a combattere nelle file qaediste. Oltre ai mandati di arresto e di fermo l'autorità giudiziaria ha reso invalidi i documenti di circa 6000 persone recentemente entrate in contatto con questi individui, impedendo loro di lasciare il paese in qualunque modo.

Il comandante della cellula wahabita Ansar al-Sharia, tale Mohammed al-Awadi é stato a lungo interrogato e ha rivelato che il suo gruppo stava progettando di assassinare il Premier Ali al-Arid e il Segretario Generale dei Sindacati, Hussein Abbasi. Il quotidiano Al-Shorouk ha pubblicato sulla sua pagina web le confessioni esclusive di Al-Awadi che aveva scelto il 'nom de guerre' di Tawil (il Lungo).
 
Secondo le voci più accreditate il capo terrorista sarebbe stato arrestato nei sobborghi occidentali di Tunisi.

In Egitto arrestati dipendenti di Al-Jazeera che tentavano trasmissioni 'pirata' dopo la revoca della licenza al canale qatariota!

Abbiamo già parlato in passato delle misure difensive prese dal nuovo Governo egiziano contro la propaganda filo-ikhwan di Al-Jazeera, il canale del Qatar che ha cercato costantemente di sovra-rappresentare il seguito popolare della Fratellanza Musulmana e di scatenare l'odio settario e il disordine civile dopo la deposizione e l'arresto dell'Ex-presidente Mursi e del precedente esecutivo.

Adesso due impiegati della tv satellitare sono stati arrestati al Cairo mentre cercavano di aggirare il blocco imposto alle trasmissioni attraverso l'uso di apparecchiature 'pirata' installate sul terrazzo di un edificio nel distretto di Agouza.

Comunicando il loro arresto le autorità egiziane hanno rivelato di essere a conoscenza dell'esistenza di "almeno tre altre località, appartamenti in diverse zone della capitale" da cui altri impiegati della tv di Doha hanno trasmesso senza licenza, annunciando che presto adeguati provvedimenti verranno presi a riguardo.

Il nuovo 'Zar' del Supremo Consiglio di Sicurezza iraniano é Ali Shamkani, che cosa vuol dire la sua nomina?

Ali Shamkani, da poco nominato capo del Supremo Consiglio per la Sicurezza Nazionale, é nato nel 1955 ad Ahwaz e, primo nella storia della Repubblica Islamica a ricoprire un simile ruolo, fa parte dell'etnia araba Khuzestani, eloquente dimostrazione che nella Repubblica Islamica che qualche imbecille settario si diverte (scimmiottando i tiranni sunniti del Golfo) a chiamare 'Safavide' l'origine etnica non preclude il raggiungimento di alcun gradino dell'Amministrazione statale se merito e fedeltà agli ideali della Repubblica sono adeguati.

E certo Ali Shamkani, fondatore e leader carismatico dell'IRGC, eroe della guerra contro Saddam, Vicecomandante Generale dei Pasdaran ad appena 30 anni, ha in abbondanza sia l'uno che l'altra: divenuto Comandante Supremo della Marina dopo la Guerra e quindi Ministro della Difesa dal 1997 al 2005 arriva adesso, alla soglia dei 60 anni, al vertice della sua carriera.

La sua nomina indica la buona volontà del nuovo Presidente Rohani a ingaggiare le retrograde potenze arabe del Golfo, gli emirati petroliferi finanziatori del terrorismo wahabita in Irak, Siria e Libano, sul terreno della diplomazia piuttosto che dello scontro; infatti Shamkani fu il primo Ministro della Difesa iraniano a visitare Riyadh e sembra che goda del rispetto e della stima di vari principi di Casa Saoud, quelli opposti alla linea dello scontro e della destabilizzazione.

venerdì 20 settembre 2013

Le forze armate siriane ricacciano indietro i mercenari wahabiti dalle province di Homs e Hama!

Disperati per la loro recente sconfitta a Shabaah e per il completo accerchiamento delle loro forze a Ghouta Est i mercenari stranieri dei gruppi wahabiti e qaedisti presenti in Siria hanno frettolosamente cercato di mettere in atto delle 'offensive di alleggerimento' in altre zone del paese, precisamente nelle Province di Homs ed Hama, dove la loro presenza é stata quasi completamente eradicata in altre, precedenti operazioni, riuscendo però a cogliere solo le ennesime sconfitte e a incorrere in nuove pesanti perdite di uomini e soprattutto di armi e materiali.

Secondo i comunicati dell'Alto Comando dell'Esercito le truppe regolari siriane hanno respinto gruppi di terroristi armati che cercavano di infiltrarsi negli abitati di Al-Sultaniyeh, Salam Gharbi e Salam Sharqi in Provincia di Homs, mentre in Provincia di Hama Al-Lala e Qaser ben Wardan sono stati teatri delle sconfitte di altri gruppi wahabiti.

Nella loro ritirata precipitosa i militanti takfiri si sono lasciati dietro ingenti quantità di armi e munizioni tra cui sempre maggiore é la percenatuale di bombe da mortaio, razzi e proiettili fabbricati artigianalmente, di bassa potenza e alta pericolosità d'impiego, fatto che dimostra come il flusso dei rifornimenti per i gruppi mercenari in Siria stia cominciando pericolosamente ad assottigliarsi costringendo i militanti a ricorrere a inaffidabili 'succedanei' autoprodotti.

L'Egitto restituisce ben due miliardi di dollari al Qatar e aggiunge: "Non vogliamo aumentare i collegamenti aerei con Doha!"

Secondo quanto annunciato ieri dal Governatore della Banca Centrale egiziana, Hisham Ramez, due miliardi di dollari usa sono stati restituiti alla Banca del Qatar dopo che le trattative per trasformare la somma in un blocco di buoni triennali di uguale importo sono definitivamente naufragate. Non pochi osservatori hanno commentato che questo era esattamente il risultato voluto dal nuovo Governo egiziano sostenuto dai militari e che, se fosse rimasto al potere il partito dei Fratelli Musulmani, l'accordo si sarebbe trovato.

Del resto il Qatar é stato uno dei massimi sponsor finanziari e politici dell'Ikhwan in tutto il periodo del suo predominio sulla scena politica egiziana, sembra anzi, che proprio l'abdicazione dell'Emiro Al-Thani in favore di suo figlio Tamim, accompagnata dalle dimissioni del 'falco' Hamad (Primo Ministro e Ministro degli Esteri) sia stata fondamentale per la tempistica di intervento dell'Esercito egiziano e la rimozione del Presidente Mursi.

Come se questo non bastasse anche le trattative per un'intensificazione dei collegamenti aerei tra Egitto e Qatar si sono concluse con un nulla di fatto, ulteriore segno del drastico raffreddamento dei rapporti bilaterali tra il grande paese nordafricano e il piccolo ricchissimo emirato del Golfo.


I settari emiri sunniti espellono migliaia di cittadini libanesi per smanie anti-sciite rovinando le loro stesse economie!

Un fenomeno iniziato nei mesi passati ma recentemente arrivato a vere e proprie vette di parossismo dimostra la miopia e la meschinità dei regnanti veteroconservatori del wahabismo petrolifero, cammellieri arricchiti senza alcun merito che sono in grado per pura stupida meschinità di prendere decisioni potenzialmente devastanti in primo luogo per loro stessi.

Sono ormai un flusso continuo, prima di centinaia, poi di migliaia di individui, i residenti sciiti di origine libanese che vivevano in alcuni casi da 30 o 40 anni in Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait , Qatar e altri simili reami del Golfo che sono stati espulsi senza alcuna spiegazione dalle autorità locali.

I Libanesi hanno sempre formato comunità all'estero nel Mondo Arabo, specialmente spinti da possibilità di carriera nelle professioni oppure nel commercio (come giustamente ci si aspetterebbe dai figli dell'antica Fenicia) e gli eventi della guerra civile del 1975-1990 avevano solo rafforzato e infoltito questa 'diaspora' dove molto numerosi erano i rappresentanti di fede sciita.

Adesso, in odio all'asse della Resistenza che comprende l'Iran e l'Irak (paesi sciiti) e il Movimento Hezbollah (sciita), tantissime famiglie libanesi che vivevano negli emirati del Golfo stanno venendo espulse senza motivo dai Governi degli Emiri fannulloni wahabiti.

Tra l'altro in questo modo gli emirati petroliferi del Golfo stanno gravemente danneggiando le loro economie, privandosi di persone di talento e impoverendo il tessuto sociale dei loro regni, che oltre al petrolio non producono assolutamente niente, tantomeno talento imprenditoriale o dirigenziale.

giovedì 19 settembre 2013

L'Esercito siriano completa l'accerchiamento di Ghouta Est in attesa di scatenare l'annientamento definitivo dei takfiri in trappola!

Mentre, dopo aver dipinto per settimane il Presidente Assad come un sanguinario tiranno disumano che "bisognava" bombardare senza pietà tutte le tv occidentali senza alcuna eccezione da CNN a Fox fino alla nostrana RAI "improvvisamente" si riempiono di servizi dalla Siria che mostrano la popolazione civile innalzare fieramente la bandiera nazionale, salutare con entusiasmo i soldati dell'Esercito e fare i salti mortali per continuare la vita nonostante la campagna di terrorismo mercenario in atto da due anni nel paese, le forze regolari siriane si apprestano a vibrare un nuovo colpo mortale contro le cellule takfire che a partire da agosto hanno iniziato a concentrarsi presso Ghouta Est.

La zona, in seguito alle ultime operazioni a vasto raggio, é stata, come dimostra eloquentemente la cartina su riprodotta, totalmente isolata e vi sarebbero circa 2500-3000 mercenari wahabiti bloccati all'interno. Adesso il comando locale dell'Esercito Arabo sta coordinando la concentrazione di assetti di artiglieria convenzionale, a razzo e di mortai pesanti per iniziare un livellamento della zona a cui seguirà un rastellamento intensivo.

Speriamo, quanto prima, di poter annunciare buone notizie da Ghouta Est, simili alle vittorie di Qusayr e Talkalakh!

Il martire Abu Hajer cade eroicamente in azione nello stesso giorno della vittoria di Shabaa! Onore a lui e ai Battaglioni Zulfiqar!!

Il combattente sciita si immola generosamente e quasi con gioia quando sa che la propria morte va a costruire un futuro di gloria per i suoi fratelli e per le sue sorelle di fede e più in Generale per tutti gli Oppressi della Terra, egli non si sottrae allo scontro, alla battaglia che sa può anche essere l'ultima, anzi la cerca come si cerca l'abbraccio di un'amante profumata, anche quando egli é un capo, anche quando la sua posizione potrebbe facilmente e non senza giustificazione evitargli le insidie della battaglia.

Tale é stato anche Abu Hajer, nome di battaglia di Fazel Sobhi, Vicecomandante dei Battaglioni Zulfiqar composti da volontari sciiti accorsi a difendere non solamente i numerosi santuari della loro fede ma a proteggere la tradizione siriana di tolleranza e accettazione di tutte le fedi e tutte le sette che l'hanno arricchita nel corso della sua storia millenaria. Proprio nel giorno in cui l'Esercito Arabo Siriano vinceva la battaglia per Shabaah ristabilendo in maniera sicura i contatti con il Sacrario di Sayyida Zeinab, Abu Hajer si immolava sul campo, diventando a tutti gli effetti un Eroe della Fede, un Testimone che ha dato tutto per la Causa.
Dietro di lui, in preghiera commossa, si stringono le colonne senza fine dei militanti dei 'Liwa Zulfiqar', pronti a vendicarne la morte in ogni angolo della Siria e non solo, in ogni provincia, in ogni terra dove il serpente wahabita, gonfio del veleno di Sion e di Washington, possa alzare la sua testa solo perché il tacco dei Credenti lo rischiacci nella polvere.

Il Presidente della Commissione Esteri irakena denuncia: "Sauditi e Qatarioti finanziano il terrorismo non solo in Siria ma anche da noi!"

"Provengono dall'Arabia Saudita e dal Qatar i flussi di danaro che permettono alle cellule oltranziste wahabite di continuare a produrre attacchi, attentati, disordine e morte, non solamente in Siria ma anche nel nostro Paese", con queste chiare, nette, precise parole il Presidente della Commissione parlamentare per gli Esteri della Repubblica Irakena, durante un suo recente incontro a Bruxelles con i rappresentanti europei ha indicato apertamente chi fomenta il terrorismo in Medio Oriente.

Intossicata dalla narrativa sionista e americana l'Unione Europea preferisce indicare come 'terrorista' Hezbollah e l'Asse della Resistenza e fare lucrosi affari a base di armi con gli emirati del terrore sunnita, leali servi di Israele e Usa. Hamam Hamudi non ha avuto invece peli sulla lingua a fare nomi precisi, accusando di fronte ai suoi ospiti esterrefatti il Principe saudita Bandar bin Sultan di essere il principale istigatore degli atti incivili registrati recentemente in Siria, tra cui il famigerato uso di armi chimiche a Ghouta.

Soltanto nel mese di agosto ben 800 cittadini iracheni sono morti in attentati terroristi tutti di matrice takfira e wahabita.

Quotazioni del Cremlino al massimo in Egitto; spinti dal successo di Putin contro Obama Mosca e il Cairo torneranno alla vecchia alleanza?

Mosca inizia già a mietere i primi frutti del suo grande successo diplomatico con cui ha disarmato il "Nobel per la Pace" Barack Obama togliendogli il pretesto per attaccare la Repubblica Siriana; mentre ancora si discute dei termini dell'accordo raggiunto con Assad e si studiano i check e i balances necessari a non permettere che Usa o altre potenze imperialiste possano abusarne per i loro fini la maggior parte degli Egiziani si é convinta della reale possibilità di un ritorno (riveduto e corretto) alla storica alleanza Nasser-URSS per svincolare il paese dai lacci americani e sauditi.

Il Ministro degli Esteri Nabil Fahmy ha recentissimamente visitato Mosca, senza dubbio facendo presenti a Lavrov e colleghi le possibilità esistenti per ampliare e approfondire i rapporti col suo Paese. L'atteggiamento servile e supino verso gli Usa assunto dal vecchio Presidente di marca Ikhwan Mohammed Mursi é uno dei principali motivi di odio popolare, visto che una delle più importanti ragioni per la deposizione di Mubarak fu l'orgoglio nazionale anti-americano e anti-sionista.

Molti in Egitto sperano che il predominio dei Militari nella vita politica porti a una 'resurrezione' delle politiche nasseriste, di cui l'alleanza con Mosca era sicuramente tra le prime in ordine di importanza.

mercoledì 18 settembre 2013

La Ventisettesima flottiglia iraniana é attraccata a Port Sudan nel quadro delle relazioni amichevoli con Khartoum!

Inviata nella sua missione in acque internazionali il 20 agosto scorso, proprio il giorno prima che le forze dell'arroganza imperialista lanciassero il loro sconclusionato e pretestuoso tentativo di attacco verso la Siria la Ventisettesima Flottiglia della Marina Militare iraniana ha fatto oggi scalo a Port Sudan nel prosieguo delle amichevoli relazioni tra Teheran e Khartoum che hanno contraddistinto gli ultimi anni e che già più volte hanno visto vascelli militari della Repubblica Islamica visitare l'importante paese africano.

Molto spesso le navi militari iraniane aiutano petrolicere cinesi o europee ad avvicinarsi e allontanarsi dai terminal del greggio sudanese, evitando agguati da parte dei pirati somali che infestano il Golfo di Aden e l'Oceano Indiano.

Ultimamente la Marina Iraniana ha inaugurato o rinnovato molti vascelli, proiettandosi decisamente tra le forze navali in ascesa della regione e ha allargato i propri orizzonti operativi fino ad arrivare all'Oceano Pacifico.

Anche il portavoce Gehad Haddad finisce nella rete delle autorità egiziane, confiscati tutti i beni della dirigenza dell'Ikhwan!

Non si arresta la campagna repressiva delle autorità egiziane nei confronti della Fratellanza Musulmana, che aveva cercato, dopo la deposizione dell'autocrate Hosni Mubarak di imporre il proprio predominio sulla scena politica egiziana secondo un approccio unilateralistico, settario e pesantemente subserviente ai desiderata del Qatar; nelle scorse ore la polizia cairota con un raid in un distretto popolare di Nasr City ha arrestato Gehad al-Haddad, già portavoce dei Fratelli Musulmani, insieme a lui é stato preso in custodia anche Hossam abu Bakr, messo dall'Ikhwan al governo di Qalubiya.

Ormai la dirigenza dell'Ikhwan é stata completamente disarticolata con oltre duemila arresti tra i suoi quadri medio-alti e il risultato si vede nella sempre minore capacità dell'organizzazione di suscitare manifestazioni popolari visto che i durissimi scontri avvenuti a luglio e ai primi di agosto non si sono più ripresentati mano mano che capi e sottocapi della Fratellanza cadevano nelle retate governative.

Intanto Mohamed Badieh, Khairat al-Shater, Rashad Bayoumi, Hazem Salah Ismail, Sawfat Higazi e altri nove dirigenti dell'Ikhwan si sono visti 'congelare' ogni proprietà in attesa del processo per istigazione alla violenza e cospirazione contro le istituzioni che dovrebbe iniziare tra poco.

martedì 17 settembre 2013

Le forze armate siriane riprendono il controllo di Shabaa nelle campagne della Provincia di Damasco!

La cittadina di Shabaa, centro rurale nella Provincia di Damasco é tornata sotto il completo controllo delle forze regolari dopo che, con una manovra a vasto raggio, tutta la campagna circostante é stata passata al pettine dall'Esercito Arabo Siriano che ha isolato e distrutto le basi create dai mercenari wahabiti stranieri che volevano iniziare una campagna di terrore e intimidazione contro gli abitanti del circondario.

Ancora una volta si vede il benefico effetto dell'iniziativa diplomatica russa che ha dato lo STOP ai piani d'attacco di Barack Obama e della sua ridicola "piccola coalizione"; senza le mosse decisive di Putin e del capo della diplomazia del Cremlino Lavrov a quest'ora i terroristi potevano essere al sicuro nei loro covi mentre missili e bombe colpivano le strutture delle forze armate regolari.

L'Esercito di Assad ha bisogno di qualche mese ancora di tempo (e di regolari rifornimenti provvisiti dai suoi fedeli alleati nella regione ed oltre) per mettere definitivamente alle corde l'internazionale dei mercenari takfiri sostenuta da Israele, Usa, Turchia, NATO e Arabia Saudita.

Vincitori e sconfitti nel recente 'dossier siriano': chi ha guadagnato e chi ha perso nella 'mano di poker' di fine estate?

Adesso che i venti di guerra evocati dal 'Nobel per la Pace' Barack Obama nei confronti di Damasco si sono quasi totalmente quetati grazie alla determinazione del fronte anti-imperialista e soprattutto alle azioni militari e diplomatiche di Mosca é il momento di trarre le conclusioni e di decretare chi abbia guadagnato (e cosa) dalla crisi appena trascorsa.

Vincitori assoluti: Sono sicuramente la Russia e la Siria, Vladimir Putin ha pressoché da solo imposto l'ALT alle smanie belliche di Barack Obama, ha rafforzato lo standing internazionale del Cremlino indicando che un nuovo bipolarismo é possibile e persino auspicabile e che il ventennio da 'unica superpotenza' goduto da Washington dal 1991 al 2011 é definitivamente tramontato. Gli sforzi e le spese sostenute per proteggere Damasco e Assad saranno ricompensati/e ampiamente dai contratti che la Siria firmerà in futuro con Mosca e da quelli che arriveranno da altri paese del Terzo Mondo ansiosi di assicurarsi se non l'identico grado di protezione della Repubblica Araba perlomeno uno sguardo benevolo da parte del Presidente Russo.

La Siria temeva un devastante attacco che avrebbe potuto degradare i suoi assetti radar e aerei e lasciarla vulnerabile a ulteriori offese sioniste e magari anche turche o saudite oltre a diminuire il vantaggio tecnologico sui terroristi wahabiti, adesso invece nessuna bomba o cruise a stelle e strisce sembra dover cadere sul paese e si sono guadagnati mesi preziosi per portare a fondo la campagna anti-terrorismo in attesa di una auspicabile vittoria finale. Nuovi radar e sistemi missilistici sono in arrivo da Mosca e serviranno da dissuasori per eventuali 'ritorni di fiamma' di Obama o di Tel Aviv.

Vincitori tattici sono l'Iran e la Cina; l'Iran ha porte spalancate per aumentare il suo aiuto tattico-militare a Damasco, il tutto o quasi grazie agli sforzi di Putin e senza essersi dovuto esporre in prima persona, i guadagni futuri saranno molti; tutto quello che Assad nel dopo-guerra non comprerà da Mosca verrà da Teheran e rafforzerà i già ottimi rapporti bilaterali con la Repubblica Islamica. La Cina si é sentita potenza mondiale, cercata, rassicurata, interpellata per tutta la Crisi e ha preso le misure su come rintuzzare, con elementi militari, politici e diplomatici l'arroganza tardoimperiale Usa...a tutti questi elementi lei può anche aggiungere il potentissimo leverage sul debito pubblico Usa.

Sconfitto tattico: Obama e la sua amministrazione...ansiosi di scendere militarmente in campo contro Assad hanno dovuto rinunciare al piano e ora strillano ai quattro venti che il loro obiettivo era 'mettere in sicurezza' le armi chimiche di Assad (che non sono mai state un fattore sul campo nella sfida tra Esercito siriano e terroristi takfiri) nel tentativo che qualche americano disinformato dell'Iowa ci creda.

Sconfitti strategici: Israele, Arabia Saudita e Turchia...il regime sionista sperava che l'attacco americano desse il 'la' a una continua campagna aerea contro la Siria cui, una volta elimnate le temibili difese antiaeree damascene, potesse partecipare anche la vigliacca aviazione IAF, ma non c'é stato niente da fare, Bandar bin Sultan, principe saudita, aveva 'promesso' il "perfetto casus belli" entro la fine dell'estate, ma i suoi complotti a base di rozzi gas lanciati da missili-bidone sono stati sventati, la Turchia sperava di vedere le proprie azioni rilanciate da una campagna militare antisiriana ma deve ancora una volta masticare amaro.


Squadraccia sionazista ferisce e assassina un diciannovenne palestinese a Jenin!

Si chiamava Islam al-Toubasi, e aveva appena diciannove anni l'ultima vittima cisgiordana della criminale arroganza e della belluina sete di sangue delle forze di occupazione militare del regime ebraico illegalmente dislocate nei territori cisgiordani che, nominalmente, secondo gli accordi-capestro di Oslo dovrebbero essere amministrate dall'Anp, ma in realtà sono state consegnate alla fazione golpista Fatah dopo il suo tentativo di abbattere con le armi il legittimo Governo palestinese uscito dalle urne monitorate da ONU e UE (che avevano premiato il Movimento Hamas, allora portabandiera della Resistenza).

Una pattuglia di militari sionazisti in assetto da guerra ha attaccato la povera casa della famiglia Al-Toubasi presso il campo profughi di Jenin, nella West Bank, aprendo il fuoco indiscriminatamente contro gli abitanti, e ferendo gravemente il giovane Islam; prelevatolo dal suolo dove giaceva il giovane é stato fatto sparire dai suoi aggressori, che, in una nota anodina rilasciata in seguito hanno dichiarato la sua morte senza elaborare sulle circostanze.

La famiglia chiede giustizia, chiede un'inchiesta ufficiale e neutrale che stabilisca se il suo congiunto sia morto per assenza o insufficienza di cure, ma chi potrà rispondere alla loro richiesta? Ancora una volta il brutale regime ebraico allunga da sé stesso la lista dei crimini per cui, un giorno che fidiamo non lontano, si vedrà presentare il conto dalla Storia e dall'Umanità.

lunedì 16 settembre 2013

Trentun anni dopo il momento di gloria del LNRF Ibrahim Amin si interroga sul ruolo odierno della Sinistra libanese

Era esattamente trentuno anni fa, dopo l'invasione a tradimento del Libano e il massacro insensato di Sabra e Chatila che una vasta coalizione popolare di movimenti, partiti e sigle dell'arcipelago libanese di forze di Sinistra e Nazionaliste confluirono nel Fronte Nazionale di Resistenza Libanese con l'obiettivo di fermare a tutti i costi l'invasore sionista davanti alla capitale Beirut.

I 'Jammoul', pagando un costo altissimo, che per molti si misurò con la vita o con ferite e mutilazioni che perdurano ancor oggi, contribuirono a fermare la macchina di morte sionista: se uno dei macellai del Boia Sharon, il Brigadiere Eli Geva, si rifiutò di portare le sue truppe tra le strade dove il suo superiore gli ordinava di avanzare non fu certo come recita la patetica giaculatoria filo-israeliana per "timore di infliggere perdite civili" (chi ha mai visto un sionista preoccuparsi di ciò?) ma piuttosto la consapevolezza che dietro ogni cortile, dietro ogni muro sbrecciato, poteva nascondersi una squadra di militanti Jammoul decisi magari a morire ma determinati a fermare i blindati con la svastica a sei punte.

Del Fronte Nazionale di Resistenza facevano parte il Partito Comunista Libanese, l'Organizzazione di Azione Comunista, il Partito d'Azione Araba Socialista e l'SSNP, celebre formazione della Sinistra Nazionale siriana e libanese. Oggi, a tanti anni da quella vampata di gloria, il giornalista Ibrahim al-Amin sulle colonne di Al-Akhbar si domanda che ruolo é rimasto a giocare alle forze di Sinistra comunista e socialista nel palcoscenico libanese.

L'SSNP non rientra in questa equazione, visto che ha un suo ruolo autonomo e piuttosto rilevante che lo vede importante interlocutore di Berri, Nasrallah, Aoun e degli altri partner dell'Alleanza 8 Marzo, ma, purtroppo, quel che rimane dei Jammoul é ben distante da una simile rilevanza politica.

L'attualità, con la continua aggressione sionista e imperialista nella regione, sostenuta dalle forze più veteroconservatrici delle monarchie arabe del petrolio, sembrerebbe l'ideale per una potente resurrezione degli ideali di riscatto antagonista di una Sinistra unita e determinata, se le forze d'area presenti oggi in Libano vogliono prendere al volo questa occasione, suggerisce Al-Amin, dovrebbero avere il coraggio di 'voltare pagina', pensionare le loro vecchie classi dirigenti rimaste ormai ancorate al XX secolo e spianare la strada al 'sangue giovane' di una generazione ansiosa di confrontarsi con le sfide del futuro con la stessa stoica determinazione con cui i 'Jammoul' di trent'anni fa affrontavano i panzer di Sharon.

Il principe saudita 'Bandar Bush' sconfitto in Siria adesso vorrebbe rovesciare il Governo tunisino!

Differentemente da quanto é successo in Egitto, dove la caduta di Mubarak é stata seguita dal temporaneo predominio politico di una formazione settaria, asservita a interessi stranieri e ansiosa di accaparrarsi tutto il potere in una prospettiva di totale chiusura e scontro verso le altre forze che avevano contribuito alla ribellione contro l'autocrate in Tunisia come ha potuto rendersi conto chi abbia seguito i numerosi nostri articoli in merito, la predominanza del partito religioso Ennahda si é accompagnata con una mentalità aperta alla cooperazione con forze laiche (CPR ed Ettakatol).

Ovviamente questo non sta bene ai torvi principi sauditi finanziatori della branca più ottusa e oscurantista di Islam retrogrado che vorrebbero quindi fomentare l'instabilità e il terrore nel paese partendo dai gruppuscoli takfiri che purtroppo esistono nelle sacche più misere e marginali nella società tunisina.

E sarebbe proprio il capo dei servizi segreti 'Bandar Bush' bin Sultan, i cui piani per far intervenire militarmente gli Usa contro la Siria sono stati recentemente vanificati dall'inziativa diplomatica russa  a avere elaborato anche questo complotto che potrebbe portare morte, attentati, settarismo e miseria anche in Nordafrica, colpendo un popolo che fra mille difficoltà è riuscito a liberarsi da un tiranno e a costruire una Democrazia funzionale.

Ali Haidar: "L'accordo Mosca-Damasco sull'arsenale chimico é una grande vittoria che ha deragliato i piani d'attacco di Obama!"

Il Ministro siriano per la Riconciliazione Nazionale Ali Haidar ha dichiarato in una intervista rilasciata ieri che l'accordo offerto da Sergei Lavrov al collega Moallem lunedì scorso non sarebbe mai stato accettato se non rappresentasse, agli occhi del Governo di Assad, una "grande vittoria diplomatica".

Infatti per i termini concordati l'ok di Damasco al controllo internazionale del suo arsenale chimico priva la retorica bellicista obamiana della principale 'giustificazione' per un attacco armato contro la Siria. Che la questione delle armi chimiche non fosse altro che un pretesto lo dimostra il fatto che, anche dopo l'annuncio dell'accordo, Obama e Kerry a più riprese abbiano fatto inutili acrobazie verbali nel tentativo di tenere l'opzione militare 'sul tavolo'.

"Dal nostro punto di vista abbiamo raggiunto un accordo che aiuterà enormemente il nostro paese a lasciarsi dietro le spalle la crisi attuale e questo é un primo grande risultato, secondariamente coloro che premevano per un attacco contro la nostra patria non hanno più un argomento per giustificarlo e questa é una seconda grande vittoria".

Damasco, grazie a Mosca, si é trovata in una "win-win situation", non male per un paese che fino a pochi giorni addietro si aspettava di venire colpito da missili e bombardamenti.

domenica 15 settembre 2013

Tra nove giorni la centrale nucleare di Bushehr sarà totalmente in mano Iraniana!

Ancora pochi giorni, meno di una decade, e il controllo dell'impianto nucleare civile di Bushehr, costruito nel Sud del paese con una importante joint-venture Russo-iraniana a due anni esatti dalla sua inaugurazione passerà totalmente e definitivamente in mano ai tecnici e agli ingegneri nucleari della Repubblica Islamica.

In realtà parlare di 'controllo' é inesatto, visto che le operazioni dell'impianto elettronucleare sono sempre state controllate dagli uomini di Teheran, ma a fianco a loro rimanevano, pronti a un consulto, i colleghi russi che avevano aiutato e cooperato nella pianificazione ed erezione della struttura, nonché nell'installazione dei reattori e nell'importante fase di test preliminari.

Dal 24 settembre 2013 in avanti tutto il personale nella centrale sarà iraniano ma questo non pone certo la parola 'fine' alla cooperazione nucleare tra Mosca e Teheran visto che i due paesi hanno intenzione di realizzare insieme molte altre strutture nucleari  seguendo la politica iraniana di diversificare al massimo il proprio paniere energetico per lasciare la massima quota possibile di petrolio e gas libera di venire esportata.

Uniformi rubate all'Esercito egiziano trovate presso l'Ikhwan di Alessandria! I Fratelli Musulmani han fatto man bassa finché han potuto!

Un esempio del vero e proprio saccheggio di ogni tipo di assetto pubblico compiuto nei mesi del predominio politico dagli uomini della Fratellanza Musulmana é stato scoperto ad Alessandria d'Egitto durante le operazioni di arresto di Mahmoud Ahmed Mohammed Osman, leader locale dell'Ikhwan e direttore dell'associazione "di beneficienza" Rashad.

Nel corso delle perquisizioni collaterali all'arresto del ricercato, infatti, numerosissimi articoli di vestiario militare saccheggiati dai depositi dell'Esercito sono emersi nascosti nelle sedi dell'organizzazione in questione e addirittura nella residenza privata dello stesso Osman.

Questo ritrovamento non fa altro che confermare la mentalità rapace e divisiva della Fratellanza Musulmana che, al contrario delle speranze anche di molti suoi sinceri sostenitori, non ha mai avuto intenzione di creare una società armoniosa per tutta la popolazione egiziana (magari anche edificata su principi islamici, che comunque formano i valori di riferimento della nazione ormai da secoli), ma ha sempre mantenuto un outlook settario e predace, da sciame di cavallette incapace di costruire alcunché.