mercoledì 14 gennaio 2015

Gli artigli di Obama sull'Africa Francofona, la Voce della Russia intervista Luc Michel!

I nostri articoli sulla situazione in Burkina Faso, per quanto liminari all'area di interesse principale dei nostri sforzi giornalistici, hanno incontrato un buon riscontro di letture da parte del nostro pubblico; per chiarire ulteriormente che cosa stia succedendo (e cosa forse succederà) in Africa, abbiamo appena finito di tradurre per gli amici di Stato e Potenza questa lunga ma interessantissima e illuminante intervista rilasciata da Luc Michel ai microfoni di 'La Voce della Russia', ve la proponiamo sperando che solletichi a sua volta il vostro interesse.
INTERVISTA CON LUC MICHEL (PARTE 1)

Si osservano in questi tempi dei tentativi di cambiamento di regime sul continente africano. A prima vista, molti hanno di questa cosa un'impressione positiva. Il cambiamento é qualcosa di lungamente atteso e desiderato in paesi sottoposti a regimi diretti da marionette corrotte, esse stesse controllate da interessi neocoloniali quasi sempre riconducibili all'antica potenza coloniale. Questo sistema nell'Africa francofona é particolarmente flagrante visto che Parigi a più riprese ha eliminato o rimosso leader africani che osassero sfidare i propri interessi. I combattenti panafricani conducono quindi una lotta accanita per mettere fine a questo sistema ingiusto che é durato per troppo a lungo.
Nondimeno, i tentativi di cambiamento che ci viene dato di osservare oggigiorno sono veramente positivi? Che cosa vi é celato dietro? E non potrebbero forse nascondere il rischio che il controllo di queste ex-colonie possa passare a un altro genere di neocolonialismo, ancora più attivo, aggressivo, spietato?

Noi allora cercheremo di vedere più chiaro nella questione grazie all'aiuto di Luc Michel, grande specialista di geopolitica che segue attivamente i processi in corso attualmente nel continente africano.


Mikhail Gamandiy-Egorov, Voce della Russia:

Monsieur Michel, buongiorno e benvenuto ancora una volta alla Voce della Russia. Lei ha affermato recentemente che numerosi paesi africani, fra cui anche il Gabon, stanno per vivere quelle che vengono chiamate "rivoluzioni colorate", ce ne parli.

Luc Michel:

Immediatamente dopo il 'summit' Usa-Africano tenutosi a Washington nel triduo del 3-4-5 agosto 2014 é partita una vasta campagna americana per preparare un'ondata di 'regime change' contro l'Africa. In particolare il 'Fondo Nazionale per la Democrazia' (NED) ha preso in mano centinaia e centinaia d'attivisti, giornalisti, sindacalisti africani, provenienti dalle madrepatrie o da esilii europei, dopo un "summit" parallelo che si é tenuto sempre a Washington il 5 e il 6 agosto scorsi.

Una 'rivoluzione colorata' all'africana é già in corso in Gabon contro il regime di Ali Bongo Ndimba, e più va avanti più la recente 'Rivoluzione' del Burkina Faso rivela i segni inconfondibili dell'intervento della 'Rete Soros', a partire dal 'Gruppo di Crisi Internazionale'. Anche in Camerun si sta preparando la destabilizzazione del regime guidato da Paul Biya, di nuovo per mano della 'Rete Soros' con in testa il Gruppo di Crisi. Strutture di propaganda anti-Kabila stanno venendo preparate in Congo guardacaso dal mese di agosto scorso, con basi a Bruxelles, a Parigi, per mano di giornalisti 'ritornati' dai summit e dai seminari organizzati dal 'NED'.

Scenari, reti, finanziamenti, propaganda: sono esattamente gli stessi metodi che abbiamo visto in azione nelle 'Rivoluzioni Colorate' organizzante in Est Europa, nel Caucaso, tentate contro l'Iran, contro il Venezuela e in tutte le cosiddette 'Primavere Arabe'. Così Casa Bianca, NED, YALI (Iniziativa dei Giovani Leader Africani) e simili agenzie stanno preparando una vera e propria ondata di cambiamenti di regime in Africa, iniziando col preparare le necessarie Quinte Colonne di agenti filoamericani: giornalisti, professori, sindacalisti, attivisti eccetera, questo tanto in Africa vera e propria quanto nelle comunità africane emigrate altrove.

VdR: Dopo il mese di agosto lei ha lanciato l'allarme verso l'Africa, notabilmente in suoi interventi come articolista ed editorialista e nelle sue trasmissioni di geopolitica sulla catena di televisione internazionale francofona "Afrique Media', a proposito di questi piani destabilizzatori architettati e preparati dagli Usa. Che cosa le dà la certezza che le sue grida d'allarme siano giustificate?

LM: La mia scuola geopolitica (detta 'Eurosovietica nel corso degli anni '80, adesso invece definita dell' 'Asse Eurasiatico-Africano') ha per indirizzo la formula del grande studioso tedesco Karl Haushofer, padre del concetto di 'Blocco Continentale', che diceva: "Prendere il proprio nemico come insegnante é un onore tra i più alti". La mia squadra di collaboratori e io stesso leggiamo costantemente, quotidianamente la grande produzione di saggi, articoli e dispense che esce dai 'Think Tank' e dai centri studi americani e dai mass-media del nemico. E in essi tutto é chiaro, piano, persino lampante. Documenti pubblicati e dichiarazioni rilasciate non permettono l'esistenza del benché minimo dubbio sull'esistenza di un massiccio progetto neocoloniale americano puntato contro l'Africa.

VdR: Quali sono questi documenti? Può fornircene degli esempi?

LM: Per quanti possono legittimamente dubitare delle mie parole nude e crude, ho reso pubbliche, sul mio canale politico PCN-TV e all'interno dei programmi di GRAND JEU, trasmissione geopolitica che io produco per EODE-TV e AFRIQUE MEDIA TV, delle immagini confidenziali del cosiddetto 'summit' della NED intitolato "Conferenza della Società Civile Africana", tenutasi a Washington tra il 5 ed il 6 agosto scorsi "a margine" del summit Usa-Africano iniziato due giorni prima, la Conferenza non aveva altro scopo se non quello di organizzare "Un programma d'azione per la Democrazia", cioé per l'istituzione di regimi pro-americani totalmente diretti e manipolati dalla Casa Bianca e si é incentrato soprattutto sull'azione mediatica in tal senso. Voi potrete vedere centinaia e centinaia di giornalisti, sindacalisti e attivisti africani letteralmente arruolata dal NED e formati all'obiettivo di destabilizzare i rispettivi paesi per gli interessi dei loro finanziatori. Ecco in azione la 'fabbrica dei mercenari' filoamericani, pronti per l'ondata di 'regime change' in Africa!

Ecco come lo stesso NED presenta la sua conferenza: "Approfittando dell'occasione offerta (che caso! NdT) dal summiti dei dirigenti africani convenuti alla Casa Bianca le principali organizzazioni americane per la Democrazia e i Diritti Umani hanno convocato una conferenza della società civile africana, che converga verso un programma d'azione per la Democrazia (l'accesso era esclusivamente per invito, NdA) a Washington DC. La conferenza vuol essere una piattaforma importante per i militanti africani, che dovranno 'ricordare' ai loro Governi e alla comunità internazionale che i cittadini africani anelano alla Libertà e alla Democrazia. Essa rappresenterà anche un'occasione per aiutare a riaffermare le riforme democratiche e i Diritti Umani sull'agenda africana 'galvanizzando' e diffondendo il programma dei militanti della Democrazia africana, condividendo sfide e successi, identificando le priorità e le strategie d'azione".

Ho reso pubblico un secondo videodocumento del NED: il 'videoclip' di propaganda ufficiale del 'Summit', nel quale si vedono le Quinte Colonne americane in Africa, sicure di sé, determinate, pronte all'azione. Da notare l'accento messo da un 'attivista' della Guinea Equatoriale sul Presidente Obiang Nguema Mbasogo, indicato come nuovo fulcro del movimento panafricano e quindi indicato come principale bersaglio di Washington. Partner 'fisso' del NED é la Rete 'Open Society' dello speculatore George Soros, altro grande organizzatore e finanziatore di 'Rivoluzioni Colorate'.

Ciliegina sulla torta, la conferenza era sponsorizzata da 'Freedom House', altro organismo Usa specializzato nel finanziamento di colpi di stato all'estero, e da Facebook! Alla fine del video, come si fa negli show televisivi, il NED dichiara apertamente, senza alcuno scrupolo o vergogna, chi ha 'sganciato il grano' per l'evento.

VdR: Per venire incontro ai nostri lettori, potrebbe precisare brevemente cosa sia, esattamente, il NED?

LM: Il NED (National Endowment for Democracy) é un'organizzazione para-governativa Usa, che é stata definita più di una volta 'La vetrina legale della CIA'. Da oltre 30 anni il NED per così dire 'subappalta' la frazione legale delle operazioni sporche della CIA. Senza svegliare sospetti esso mette in piedi vaste reti di corruttela, 'acquistando' politici, sindacalisti, giornalisti, intellettuali e altre figure di spicco dei paesi in cui poi la CIA ha intenzione di operare.

VdR: Lei nelle sue accuse coinvolge anche un'iniziativa di Obama, lo YALI?

LM: Ma certamente! La 'Young African Leaders' Initiative', ho reso pubblico anche un video di un meeting dello YALI, con Obama presente, a Washington, sempre all'inizio dell'agosto scorso. In esso é chiaro ed evidente il processo di 'brainwashing', quasi di 'formattazione' di questi possibili 'giovani leader' africani, omologati a servire come Quinta Colonna di una nuova colonizzazione a stelle e strisce del Continente Nero; da notare, in particolare, la manifestazione di 'isteria collettiva' da folla di fan al concerto della star, quando appare Obama.

Lo YALI é soprattutto una rete americana diffusa in tutta l'Africa, su cui Washington sta puntando forte per la realizzazione dei suoi disegni egemonici, essa rappresenta una formidabile minaccia per l'Africa; i suoi aderenti sono personaggi completamente asserviti, in primo luogo culturalmente, dei veri e propri 'idolatri dell'americanismo', é su costoro che Obama conta per rimpiazzare i vecchi autocrati filofrancesi o filoeuropei e mettere le mani sull'Africa una volta per tutte, sconvolgendo i piani di cooperazione e commercio delle altre potenze (Cina in primis).

VdR: Il suo giudizio é molto severo, ma che cosa le permette di esprimersi in maniera tanto netta sulla nocività di questi 'giovani leader' africani?

LM: Una realtà molto semplice. Lo YALI é una versione aggiornata e ampliata in scala di un'operazione condotta dagli Usa in Francia dal 1976 in avanti tramite la 'Fondazione Franco-americana', la principale organizzazione che opera per "rinforzare i legami tra Francia e Stati Uniti", almeno a livello ufficiale essa dovrebbe "Incoraggiare dialogo attivo tra le due nazioni, aprendo a una migliore comprensione reciproca e alla ricerca di soluzioni condivise". Venne fondata da Gerald Ford e Valery Giscard d'Estaing, nel bicentenario dell'Indipendenza Americana.

VdR: Sembra un obiettivo legittimo, che cosa ha portato invece l'azione di questa fondazione? Mi sembra che lei ne abbia parlato come un 'Utensile di vassalizzazione delle classi dirigenti francesi"...

LM: Quello é precisamente il ruolo che viene svolto tramite l'organizzazione dei cosiddetti "Seminari per Giovani Dirigenti", che radunano giovani protagonisti 'a forte potenzialità' di assumere ruoli-chiave nella politica, nella finanza e nella stampa. Quest'attività é iniziata nel 1981 e nel corso dei 30 e passa anni successivi ha visto passare attraverso i suoi 'seminari' (di formattazione e indottrinamento ideologico) personaggi poi assurti a ruoli importantissimi nell'impresa, nei mass-media, nelle forze armate, nella ricerca.

Solo per farsi un'idea si consideri che attraverso tali seminari sono passati Henri de Castries (1994, Presidente del direttorio del Gruppo Axa), Jérôme Clément (1982, Presidente dell'ARTE), Annick Cojean (2000, giornalista a Le Monde), Jean-Marie Colombani (1983, Ex-direttore di Le Monde, fondatore di SLATE), Matthieu Croissandeau (2002, Caporedattore aggiunto al Nouvel Observateur), Jean-Louis Gergorin (1994, dirigente di EADS ed Airbus), Bernard Guetta (1981, giornalista per France Inter), François Hollande (1996, attuale Presidente della Repubblica), Erik Izraelewicz (1994, Direttore di Le Monde), Laurent Joffrin (1994, Libération), Alain Juppé (1981, uomo di Governo, attuale Sindaco di Bordeaux), Sylvie Kauffmann (1998, giornalista a Le Monde), Yves de Kerdrel (2005, editorialista a Le Figaro), Anne Lauvergeon (1996, Ex-Presidente di AREVA), François Léotard (1981, Ex-ministro della Difesa), Bruno Le Roux (1998, Ex-capo delegazione del gruppo socialista al Parlamento), Alain Minc (1981, economista e saggista), Arnaud Montebourg (2000, Ex-ministro delle Attività Produttive), Aquilino Morelle (1998, Ex-consigliere politico di Gabinetto per il Governo Hollande), Pierre Moscovici (1996, Commissario UE), Olivier Nora (1995, Presidente Edizioni Fayard), Christine Ockrent (1983, giornalista), Denis Olivennes (1996, Presidente di Europe 1), Valérie Pécresse (2002, Ex-ministro per l'Educazione), Alain Richard (1981, Ex-Ministro della Difesa), Jacques Toubon (1983, parlamentare per l'UMP), Marisol Touraine (1998, Ministro della Sanità e degli Affari Sociali), Najat Vallaud-Belkacem (2006, Ministro dei Diritti delle Donne).

VdR: E' questo quello che attende l'Africa per mano dello YALI?

LM: Non servono teoremi complottisti, incapacitanti e devianti dell'azione politica, o rozze elucubrazioni antisemite per dissezionare la natura dei cambiamenti avvenuti nella politica e nella società francese tramite l'azione della Fondazione Franco-americana, basta analizzare i rapporti di dominazione imperialista in Francia e la crescita esponenziale del processo di vassallizzaione delle sue classi dirigenti. Come, con il rinforzo di diverse lobby, fondazioni, reti, le spinte atlantiste si sono fatte avanti in Francia, distogliendo il paese dal perseguire la politica estera più adatta ai suoi interessi, quella dell'Asse Parigi-Mosca, teorizzato da De Gaulle con l'espressione dell'Europa dall'Atlantico agli Urali, e con la sua Grande Politica verso il Mondo Arabo, la sua opposizione alla NATO. Beninteso, la situazione é la stessa, anzi, forse ancora più grave, nel resto d'Europa. Quel che é stato fatto a Parigi é stato fatto anche a Roma, a Berlino, a Madrid, e ancora in seno al Parlamento di Bruxelles e nell'OCSE.

E questo é quel che Washington si ripromette di copiare e 'clonare' in Africa con lo YALI, che altro non é che una diversa incarnazione dei Seminari per 'Giovani Leader' che hanno dirottato e deviato tutte quelle dozzine di personaggi dagli incarichi prestigiosi dall'operare per il bene della loro patria, mettendoli invece al servizio della Casa Bianca.

VdR: Veniamo al Gabon, lei é al centro di una nuova polemica in quel paese a causa del suo programma 'Le Grand Jeu - Una Rivoluzione Colorata in Gabon?' Questa polemica é seguita a quella sul libro di Pierre Péan 'Nuovi Affari Africani', che lei ha analizzato. Il Gabon é considerato come l'esempio preclaro del sistema neocoloniale dell'Africa Francofona. Molti specialisti e osservatori lo definiscono: "Proprietà petrolifera privata della Francia". Secondo lei, gli istigatori di regime change nominati finora vogliono mettere le loro pedine al posto di quelle filofrancesi? E per farlo organizzeranno coi metodi che lei ha fin qui enunciato una Rivoluzione Colorata?

LM: Ma vede, non sono certo io solo a identificare la preparazione di questa Rivoluzione Colorata per il Gabon. Io ho diffuso un video nel corso della mia trasmissione del 14 novembre scorso sui social network, intitolato "Il Pompiere Piromane", che denuncia l'organizzazione di una Rivoluzione Colorata in Gabon, a vantaggio di Jean Ping. Con la mia lunga esperienza di 'regime change', che ho studiato e seguito in Europa, nel Mondo Arabo e che contrasto continuamente a partire dalla prima esperienza del genere contro la Yugoslavia del Presidente Milosevic e rivendico la validità delle tesi esposte in quel video.

C'é una specie di 'marchio', delle caratteristiche ben riconoscibili, che contraddistinguono le azioni delle reti OTPOR (Soros & co.) dietro le Rivoluzioni Colorate e queste caratteristiche sono evidentissime in quanto sta accadendo in Gabon.

Ma questo evidentemente non é tutto, c'é anche un retroterra geopolitico che spiega e giustifica la crisi gabonese, la mia tesi é che qualcosa é cambiato dal periodo 2007-2008. C'é una visione geopolitica o un piano geopolitico, americano/anglosassone per l'Africa e in questo piano la Francia, diminuita, vassallizzata, non può che avere un ruolo accessorio, secondario, sempre più asservita e controllata dalla NATO, che a sua volta sarà controllata dall'AFRICOM e agirà solo e soltanto per suo ordine.

FINE PRIMA PARTE

1 commento:

  1. Che gli USA siano riusciti a plagiare un paese orgoglioso come Francia ed uscito formalmente vittorioso dal 1945, lascia pochi dubbi su cosa potranno fare in Africa. La Russia non ha attualmente le risorse per proiettarsi oltre il nord-Africa: sarà quindi una battaglia anglosionisti vs. cinesi.
    Federico

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