venerdì 15 gennaio 2016

Renzi guarda Iran e Siria prendere il posto dell’Italia nell’export alimentare verso Mosca!

Mentre l’italietta renziana si assicura di peggiorare sempre più i propri rapporti commerciali con la Russia (vedasi dichiarazioni deliranti del nostro ‘genio fiorentino’ riguardo l’offerta di cooperazione al progetto ‘North Stream’, il prolungamento delle sanzioni verso Mosca et alia…) altri paesi non stanno certo a guardare e si mobilitano (alcuni persino tra enormi difficoltà) per riempire con efficacia le ampie quote di mercato russo lasciate vuote dalla stupida ‘guerra’ dichiarata dall’UE al Cremlino su istigazione e pungolo della Casa Bianca.

Nel nostro caso, dovrebbe più che preoccuparci il vero e proprio slancio con cui Siria e Iran si stanno letteralmente ‘gettando’ sul mercato dell’agroalimentare russo, dove ancora pochi anni fa i nostri esportatori facevano la parte del leone.

E’ di questi giorni la notizia che una prima spedizione di 500 tir carichi di prodotti agricoli sta per lasciare il territorio della Repubblica Islamica dell’Iran per raggiungere la Russia via Azerbaigian, dopo aver ricevuto dalle competenti autorità tutti i “visti” fiscali e sanitari; la notizia é stata annunciata dal Presidente della Camera di Commercio di Teheran, Massoud Khansari.

Intanto un carico di agrumi siriani, partito dal porto di Latakia nei giorni scorsi, ha già raggiunto lo scalo di Novorossysk, portando a 60 tonnellate il quantitativo di arance, limoni e altri frutti consimili finora trasportati dalla Repubblica Araba alla Federazione Russa, dopo che speciali provvedimenti sono stati varati per facilitare le esportazioni siriane. La decisione ha suscitato l’entusiasmo e la riconoscenza del Direttore del Dipartimento Agricolo di Latakia/Laodicea, Munzir Gerbek.

In un mese di spedizioni continue i distretti di Latakia e Tartous possono assicurare ai partner russi l’invio di non meno di 30-35mila tonnellate di agrumi, grazie al fatto che, nonostante i quasi cinque anni di aggressione terroristica patiti dal paese, le due fertili province in questione sono rimaste costantemente sotto il controllo del Governo centrale e la produzione non ha quindi subito danni o diminuzioni.

La Siria, che é riuscita a resistere agli attacchi dei terroristi stranieri in gran parte grazie agli aiuti finanziari e militari di Mosca é ansiosa di intensificare e migliorare i propri rapporti commerciali col tradizionale alleato, anche in previsione di un futuro di pace nel quale prestiti e investimenti russi saranno pivotali per una rapida ricostruzione del paese; l’Iran, in maniere molto differenti, ha a sua volta interesse a rinsaldare i rapporti col Cremlino, nell’ottico di un progressivo avvicinamento all’Unione Economica Eurasiatica e di una sperabile integrazione nella SCO.

Il Vicesegretario dell’Associazione Iraniana per l’Industria e l’Agricoltura, Pedram Soltani, ha auspicato la formazione di una camera bilaterale russo-iraniana per il superamento di “divide” burocratici e normativi tra i due paesi e la crescita esponenziale dei rapporti commerciali bilaterali. A partire dal 20 gennaio prossimo quattro distretti provinciali della Compagnia Nazionale Iraniana Lattiero-Casearia (Pegah Fars, Pegah Tehran, Pegah Golpayegan e Pegah Isfahan) inizieranno regolari esportazioni verso la Russia.

11 commenti:

  1. chissà come sono contenti gli agricoltori Turchi!!!!

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    1. mai quanto quelli veneti !

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    2. hai preso in pieno la portata della notizia

      l'esport agroalimentare di Siria e Iran è partito subito dopo l'abbattimento del su24 e mirano a sostituire i prodotti turchi ... noi purtroppo le quote le abbiamo già perse da un anno

      proprio di questa settimana, invece, sputnik pubblica la notizia della formazione di una commissione italorussa che deve espressamente trovare forme di cooperazione (principalmente tra russia-siria-iran e nato) nei vari paesi in cui è presente l'isis (si parla di Libia, siria , Iran e Afghanistan)

      inutile ricordare che la Russia appoggia l'idea che una delle prossime conferenze di pace venga organizzata in Italia e che tutte le principali riunioni preparatorie al processo di pace vedono la partecipazione di russi, americani e dell'italiano de mistura ... tutti gli altri sono esclusi

      una buona parte degli italiani è costituita da taffazziani

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    3. purtroppo più di una volta avremmo dovuto dissociarci dalla iniziative europee,non solo in questo caso....Ma la nostra politica estera è sempre stata "timorosa" e debole...
      A noi interessano più gli " affari" interni di quelli con l'estero..Non è un problema solo di Renzi ,è tutta la politica estera italiana che è sempre stata debole!

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  2. Quello a Roma è il mostro di Firenze insieme ai suoi compagni di merende.

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  3. Quello a Roma è il mostro di Firenze insieme ai suoi compagni di merende.

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  4. x i russi del sito

    ma perche Albano piace più in Russia che in Italia?

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  5. Albano piace perché un archetipo di italiano terrone simpatico che canta bene come i Ricchi ed i Poveri ed il tappissimo Pupo.
    I Russi sono terronissimi ed hanno le lacrime in tasca per cui con gli italiani condividono il "CHIAGNI E FOTTI" soltanto che i Russi credono nell'aldilà per cui sono più pronti a morire in battaglia mentre gli Italiani se la filano allegramente spesso in modo imprevedibile ed intelligente, i Russi questo lo capiscono e ci ridono su come matti sempre che nessun Italiano sia tanto stupido da invadere Santa Madre Russia come militare e non come ristoratore!
    Ivan Demarco Orlov

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    1. non sapevo che anche i russi stessero diventando taffazziani

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  6. ... che proprio in ragione della comune "terroneità" hanno agevolmente risolto i problemi riferiti dal Dott. Kahani, almeno per quanto riguarda i prodotti che contano (ed i russi che possono spendere).
    Infatti siccome iraniani e siriani non producono (e non produrranno mai) il parmiggiano, il prociutto di parma ed alcuni vini, guarda caso "i cugini di Minsk" sono diventati, al contempo, grandi importatori ed esportatori dei medesimi ... ahahah

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    1. forse solo i venuti non si sono accorti della via di Minsk.
      indirettamente confermata dalle statistiche ufficiali ... lo stato europeo che meno degli altri ha subito l'embargo è proprio l'italia

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