venerdì 6 maggio 2011

Gli Stati Uniti tentano (maldestramente) di sabotare le ottime relazioni economiche fra Iran e Turchia!


Il Sottosegretario per il Terrorismo David Cohen, collocato al suo posto dagli sforzi e dalle pressione della ben nota lobby seipuntuta, cerca di ricambiare i suoi "padrini" del favore ricevuto tentando, maldestramente, di sabotare le relazioni commerciali turco-iraniane.

Sentiamo cosa ha dichiarato ai microfoni della stampa di ritorno da una sua recente visita in Anatolia: "Ho fatto presente ai Turchi la necessità di aiutare le loro banche a proteggersi dai tentativi iraniani di abusare degli esistenti legami di scambio e commercio!".

Forse il povero David Cohen ha un'idea un po' distorta di cosa voglia dire avere "legami di scambio e commercio", giacché la sua narrativa sembra suggerire l'idea di una Turchia 'Cappuccetto Rosso' che entra col cestino della merenda in mano nella camera da letto del Lupo iraniano travestito da Nonna, ansioso di "abusare" dei suoi legami commerciali con Ankara.

Evidentemente David Cohen prima di prendere l'aereo per il Bosforo avrebbe fatto meglio a studiarsi un po' i fondamentali degli scambi turco-iraniani; avrebbe scoperto che, lungi dall'essere suscettibili a ricatti o pressioni (specialmente di una potenza declinante come gli Usa odierni) essi costituiscono un assetto strategico sia per Ankara che per Teheran e sono in crescita esplosiva da un mese all'altro.

Turchia e Iran si sono scambiati beni e servizi per due miliardi e cento milioni di dollari Usa solo da gennaio a febbraio 2011 (rispettivamente 1136 milioni e cinquecentomila dollari a gennaio, 963 miioni e mezzo di dollari a febbraio), con una crescita del 70 per cento rispetto allo stesso bimestre del 2010. Nel meeting bilaterale di inizio febbraio 2011, inoltre, le parti si sono accordate sull'obiettivo di portare il volume di scambi annuali alla soglia dei 30 miliardi di dollari annui entro i prossimi quattro anni.

Sembra proprio che il povero Cohen e la Lobby che gli sta dietro siano in lista per un'amara delusione, l'ennesima che la logora e antiquata politica estera a stelle (di davide) e strisce sta raccogliendo in Medio Oriente da un decennio a questa parte.

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