venerdì 6 maggio 2011

I carcerieri israeliani si rifiutano di liberare un leader del PFLP...anche dopo che il Tribunale glielo impone!!


La moglie dello scrittore, accademico e attivista per i Diritti Umani Ahmed Katamesh sta cercando in tutti i modi di richiamare l'attenzione dei media regionali e internazionali sulla vicenda kafkiana di cui é protagonista suo marito, dirigente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina da diverse settimane detenuto dagli israeliani.

Katamesh, é stato arrestato nel corso del selvaggio e violento "pogrom" inscenato contro i Palestinesi da soldati sionisti e miliziani ebrei fanatici, ufficialmente con la scusa di cercare il responsabile dello sgozzamento di cinque coloni fondamentalisti che indebitamente occupavano terra palestinese nell'insediamento di Itamar.

Il pogrom anti-palestinese ha permesso al vero assassino (un bracciante asiatico cui i fanatici ebrei avevano negato la giusta mercede per i lavori svolti, percuotendolo e cacciandolo dal loro insediamento illegale) di fuggire indisturbato, ma ciò che premeva al Regime dell'Apartheid sionista era poter incrudelire contro i legittimi abitanti di Awarta, non certo la cattura del reo.

Scaduti i termini di 'carcerazione preventiva' Katamesh doveva essere rimesso in libertà, in attesa che si decidesse se esistevano i presupposti per poter istruire un processo contro di lui. Ma l'autorità carceraria ha rifiutato di rilasciarlo, chiedendo invece un periodo di sei mesi di "detenzione amministrativa"; tale comportamento va totalmente contro la prassi giudiziaria israeliana, dove le autorità carcerarie non hanno alcun potere di 'rimpallare' gli ordini di rilascio all'autorità giudiziaria, né tantomento quello di esprimere "desiderata" su come o quanto trattenere in carcere un prigioniero.


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