sabato 17 dicembre 2011

In Egitto dimostranti e Premier si rimpallano l'accusa di essere ricorsi alla violenza


Scontri con vittime al Cairo in quella che si presenta come la più grande recrudescenza di violenza dopo le circa quaranta vittime di novembre. Quello che é singolare in questa situazione é che i manifestanti si sono preparati ad affrontare le forze armate e la polizia militare, come dimostra l'uso di bottiglie incendiare e altri semplici armamenti che, tuttavia, hanno bisogno di essere predisposti in anticipo. Il fatto dà credito alla tesi secondo cui questi scontri sarebbero stati preparati da quei movimenti politici che, nelle due fasi finora trascorse delle lunghe e snervanti votazioni indette dai militari, non hanno visto confermate le loro speranze di affermazione.

Esercito e polizia, oltre che ai consueti manganelli e candelotti lacrimogeni sarebbero ricorsi su larga scala anche ai cannoni ad acqua e persino alle fiamme; diversi testimoni hanno dichiarato che, dopo aver scacciato gli occupanti del "campeggio di protesta" che da tre settimane chiedevano le dimissioni immediate del Consiglio Supremo delle Forze Armate, vi avrebbero di proposito appiccato le fiamme, onde distruggere tende e ripari.

Poche ore fa, durante un intervento televisivo, il Neopremier Kamal Ganzhouri ha accusato i manifestanti di aver premeditatamente attaccato le forze dell'ordine che hanno dovuto 'giocoforza' rispondere per proteggere gli obiettivi che erano stati loro affidati. Ripetendo che gli uomini della sicurezza non attaccherebbero mai protestanti pacifici e disarmati Ganzhouri ha accusato gli organizzatori della protesta di voler far precipitare la situazione, assicurando che contro i dimostranti non sarebbero state usate armi da fuoco.
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Il Nobel per la Pace Tawakkul Karman accusa i Sauditi: "Volete destabilizzare lo Yemen perché temete la sua Rivoluzione!"


"Prima che la Rivoluzione prendesse 'ufficialmente' il via i Sauditi hanno messo in opera i loro piani per indebolire e destabilizzare lo Yemen, in modo da tentare di sviarne o rallentarne il cammino verso la Democrazia", questa la netta e pesantissima accusa lanciata contro l'ultima monarchia assoluta del globo dal Nobel per la Pace Tawakkul Karman durante il suo recente incontro con una delegazione parlamentare inglese. La Karman ha accusato la Casa di Saoud di essere pronta a far scorrere fiumi di sangue in tutta la Penisola Arabica pur di mantenersi immune dal 'contagio' benefico della Primavera Araba.

Il Nobel per la Pace ha lanciato un appello al Consiglio di Sicurezza Onu e alla Corte penale internazionale perché rompano il muro di silenzio e di omertà che circonda la crisi yemenita, mentre tutti gli outlet mediatici occidentali sono pieni di titoli su inesistenti 'repressioni' in quei paesi che gli interessi imperalistici (fra cui figurano preminentemente quelli sauditi) vorrebbero destabilizzare e aggiogare.

In tutte le città dello Yemen si svolgono quotidiane manifestazioni contro l'implementazione degli accordi firmati da Saleh il 23 novembre scorso (guardacaso in Arabia Saudita) che danno tutta una serie di protezioni e garanzie ai membri del vecchio regime, lui primo fra tutti, mettendoli al di là della giustizia. La popolazione yemenita ha rifiutato questi 'accordi' che non rispettano la sua volontà di giustizia e ha giurato di continuare le manifestazioni e la lotta fino a ottenere la piena soddisfazione delle sue richieste.
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La Repubblica Islamica metterà in mostra i sette esemplari di droni americani e sionisti intercettati e abbattuti finora!


Un singolare "Expo" quello che verrà inaugurato prossimamente a Teheran per gli sguardi e le telecamere della stampa locale e internazionale e della comunità diplomatica; infatti verranno messi in mostra i quattro droni del regime ebraico e i tre UAV americani finora abbattuti dalla difesa aerea della Repubblica Islamica in varie zone del paese, principalmente attraverso i confini meridionali o orientali, ma alcuni anche da Ovest, quando l'Irak era ancora occupato militarmente dagli Usa e Tel Aviv aveva 'affittato' da questi alcune strutture dalle quali poter lanciare e recuperare velivoli-spia.

Ovviamente il "pezzo forte" della mostra sarà l'RQ-170 'Sentinel', l'ala volante della Lockheed che, nonostante le pretese di "invisibilità ai radar" é stato individuato, tracciato e 'hackerato' dagli esperti di guerra elettronica di Teheran più o meno dieci giorni fa, atterrando vicino alla città di Kashmar e infliggendo alla Casa Bianca e al Pentagono uno smacco paragonabile a quello dell'abbattimento dell'U-2 di Gary Powers negli anni '60.

L'evento ha scatenato furiose polemiche in America, con rappresentanti del partito avverso come l'ex-VP Dick Cheney che hanno cercato di sfruttare l'occasione per demolire la già traballante popolarità di Obama. I tentativi di minimizzare l'accaduto insinuando che Teheran non sarebbe in grado di trarre un significativo vantaggio dalla tecnologia di cui é entrata in possesso sono stati recentemente smentiti dal commentatore Peter Grier sulle pagine del Christian Science Monitor.
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Un altro palestinese ucciso dai carri armati sionisti che aprono il fuoco contro civili nella Striscia di Gaza!


Le forze militari del regime ebraico hanno assassinato l'ennesimo civile palestinese all'alba di oggi, aprendo il fuoco da oltre il confine contro il campo profughi di Bureij, che si trova nella fascia centrale del ghetto costiero. La loro vittima, il trentacinquenne Majed al-Nabaheen é stato centrato da un proiettile dopo essere uscito dalla sua abitazione, preoccupato dal rumore dei mezzi corazzati.

Appena uscito da casa i militari sionisti hanno sparato due cannonate e numerose raffiche di mitragliatrice, centrando con una di queste l'uomo, che si é accasciato in una pozza di sangue. Soccorso alla meglio dai suoi parenti é stato trasportato d'urgenza all'Ospedale Al-Aqsa, presso Deir el-Balah, dove nonostante gli sforzi dei sanitari é stato dichiarato morto pochi minuti dopo il suo arrivo.

Il Centro Palestinese per i Diritti Umani ha aggiornato con questa morte il bilancio delle vittime palestinesi di dicembre, in continua crescita dopo la morte di quattro persone a Gaza la settimana scorsa, più il manifestante cisgiordano colpito al volto dal candelotto lacrimogeno sparatogli da pochi metri di distanza con la volontà di uccidere.
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Pescatore palestinese colpito da proiettili sionisti mentre compiva il suo lavoro: israele perseguita chi cerca di sfamare Gaza!


Un pescatore impegnato a cercare di catturare qualche pesce all'interno della ristrettissima 'zona di pesca' imposta con la violenza dalla marina sionista nelle acque antistanti la Striscia di Gaza é stato ferito quando una motovedetta di Tel Aviv ha aperto il fuoco mirando per uccidere contro il suo 'hasaka', tradizionale imbarcazione palestinese.

Secondo quanto riportato dai servizi medici d'emergenza della Striscia il quarantacinquenne in questione é stato raggiunto alla gamba da due proiettili sparati dall'imbarcazione sionista mentre era intento alle operazioni di pesca, senza che prima gli fosse stato lanciato alcun avvertimento, alcuna intimazione. Evidentemente i 'coraggiosi' marinai del regime di occupazione si annoiavano e hanno deciso di fare un po' di 'tiro al bersaglio'.

Finora sette pescatori sono stati uccisi, dozzine e dozzine feriti e centinaia sequestrati e rapiti mentre facevano il loro lavoro. La persecuzione sionista contro di loro si spiega con la volontà di distruggere una delle poche attività che consente agli abitanti della Striscia di Gaza di procurarsi cibo in maniera autonoma, in modo da rendere ancora più devastante e letale lo shylockiano strangolamento economico della Striscia di Gaza.
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Soldati sionisti spariscono in Bolivia e il regime ebraico manda mercenari a 'investigare', nuove trame di Tel Aviv contro Morales?


Il Ministero degli Esteri dell'occupazione sionista ha annunciato che due membri delle sue forze armate, apparentemente "in vacanza" in Bolivia avrebbero fatto perdere le loro tracce. Secondo l'ambasciata sionista di La Paz la coppia si sarebbe diretta nel Nordest del paese e non avrebbe più fatto ritorno.

I media israeliani riportano che l'ambasciata avrebbe mobilitato una compagnia di mercenari chiamata SETAL, guidata da un certo Yisrael Shai, per condurre ricerche che possano chiarire il fato dei due.

Già in passato avevamo dato notizia della presenza di agenti sionisti in Bolivia, coinvolti a vario titolo nelle manovre golpiste dirette contro il Governo di Evo Morales, inviso al sionismo internazionale per le sue politiche di socializzazione della ricchezza e i suoi legami con la Repubblica Islamica dell'Iran, i cui tecnici stanno aiutando i boliviani a sfruttare autonomamente le loro risorse di idrocarburi, senza doversi rivolgere alle multinazionali occidentali.
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venerdì 16 dicembre 2011

Chi ha piazzato la bomba contro l'UNIFIL vuole farla ritirare permettendo a Israele di riprendere le aggressioni al Libano!


 Confermando i sospetti di quanti hanno visto nel più recente di diversi attentati esplosivi che negli ultimi mesi hanno preso di mira gli uomini dei contingenti internazionali componenti la forza di interposizione ONU (UNIFIL) schierata tra Libano e regime sionista (uno dei più vecchi "punti caldi" del pianeta, visto che UNIFIL ha iniziato la propria missione nel 1978) un tentativo di forze filosioniste di dar modo a Israele di riprendere le proprie aggressioni armate contro il Paese dei Cedri, inizia a ventilare su alcuni media libanesi la voce che un ritiro o quantomeno una riduzione delle aree di competenza dei "caschi blu" potrebbe essere quanto mai prossimo.

Se questo accadesse, Tel Aviv, che viene frenata dal riprendere i propri attacchi e i propri bombardamenti solo dalla presenza dei militari internazionali, potrebbe ricominciare a bombardare il Libano meridionale con artiglierie, aerei, droni ed elicotteri, senza dover più temere rimostranze da parte dei paesi occidentali compartecipi della missione ONU. Ricordiamo che nell'estate del 2006 il regime dell'Apartheid lanciò la sua ultima invasione in grande stile nonostante la presenza del contingente UNIFIL, che era però molto più piccolo e schierato su posizioni molto meno estese di ora; diversi caschi blu austriaci, canadesi, cinesi e finlandesi vennero anche uccisi durante l'aggressione militare sionista e numerosi altri ghanesi, indiani e di altre nazionalità, vennero feriti più o meno gravemente.

Dopo la conclusione della guerra dei 34 giorni, nell'agosto di 5 anni fa, l'UNIFIL venne rinforzata con oltre seimila militari (in massima parte francesi, italiani e qatariani), dotati anche di carri armati da battaglia, artiglierie cingolate e sistemi antiaerei moderni. La Risoluzione ONU 1701, emessa dal Consiglio di Sicurezza per stabilire modalità e norme del ritiro israeliano dal territorio invaso e clausole di armistizio, prevede la possibilità che, con il normalizzarsi della situazione, le truppe ONU lascino il controllo di certe zone all'Esercito libanese, ma le forze sioniste hanno sempre mostrato di non tenere in minima considerazione le truppe di Beirut, che non hanno esitato a colpire duramente anche durante le recenti ostilità. Se l'Armee Libanaise vuole essere pronta ad affrontare il ritorno di fiamma della minaccia sionista deve procurarsi quanto prima armi ed equipaggiamenti adeguati (che certo non potranno venire dalla Francia e dagli Usa, ma piuttosto dall'Iran, dall'Egitto, dalla Siria) e rafforzare e intensificare il livello di intesa e cooperazione con le forze della Resistenza nazionale, Hezbollah in primis.
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Estremisti ebrei degli insediamenti illegali minacciano di stabilirsi in terra giordana: é la fine della pace tra Tel Aviv e Amman?


Numerosi rapporti comparsi su diversi media dell'entità di occupazione sionista riportano la notizia che gruppi di estremisti ebraici normalmente residenti nelle colonie illegali che come funghi velenosi si moltiplicano e si allargano a dismisura nella Cisgiordania occupata, come cellule cancerose in rapido accrescimento, avrebbero varcato in diversi punti il confine tra West Bank e Regno ascemita di Giordania, iniziando a stabilire 'avamposti' in territorio straniero; con questo gravissimo atto la metastasi impazzita dei 'talebani ebraici' raggiunge nuovi livelli di pericolosità e potrebbe dare il colpo di grazia alla monarchia filo-occidentale e filo-americana di Abdallah II, che si dimostrerebbe incapace, non soltanto di affrontare i problemi della corruzione istituzionale e della crisi economica, ma persino di mantenere la sovranità nazionale e l'inviolabilità del territorio giordano.

Secondo i rapporti trapelati circa una quarantina di integralisti giudaici avrebbero attraversato il confine negli scorsi giorni, barricandosi in un edificio abbandonato e dichiarando la loro intenzione di fondare una colonia chiamata "Metzudat Zeev", dal nome del noto estremista di Destra (Zeev Jabotinsky) che postulava la necessità per i sionisti di occupare anche il territorio giordano. Di fronte alle richieste di chiarimento immediatamente arrivate da Amman le forze militari sioniste si sono affrettate a rilasciare un comunicato nel quale affermano che il confine internazionale non é stato violato dagli estremisti, che sarebbero rimasti "all'interno di una zona militare chiusa, compresa in territorio israeliano".

Il portavoce del Governo Khasawneh attualmente al potere in Giordania, Rakan al-Mejali (foto qui sopra), ha dichiarato che la zona di Al-Maghtas non sarebbe stata violata, anche se "un certo numero di fondamentalisti giudei sarebbe stato avvistato sul versante israeliano della stessa", aggiungendo l'augurio che le forze competenti tengano ben sotto controllo le loro attività e prevengano qualunque loro azione nei confronti del confine garantito dagli accordi di pace di Wadi Araba, che regolamente le relazioni tra Regno ascemita e regime di occupazione sionista.
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Importanti dichiarazioni dell'Ennahda e del Neopresidente Marzouki: islamista o laica la Tunisia sta con la Palestina e con le rivoluzioni arabe!


Due importanti, incoraggianti notizie dalla Tunisia che, a poche settimane dal primo anniversario della sua Gloriosa Rivoluzione, é riuscita a 'ripulirsi' dagli ultimi residui del regime di Ben Ali, a tenere regolari elezioni democratiche, a nominare un Governo e una Presidenza ad interim ed attende in pace che la Assemblea Costituente la doti di una nuova Carta ispirata ai principi di Diritto e Democrazia troppo a lungo repressi sotto la cappa autoritaria imposta dai reggenti post-coloniali.

Le buone nuove da Tunisi, infatti, oltre ad affermare chiaramente i sentimenti e la prospettiva politica e strategica in cui vuole collocarsi la nuova Tunisia democratica, smentiscono quanto propalato dai soliti mestatori islamofobi e filo-imperialisti che, nei mesi passati insinuavano il dubbio che esistesse una 'frattura' o una contrapposizione tra la parte 'islamista' dell'arco costituzionale e quella 'laica'; certo, le teorie di costoro avevano già ricevuto un duro colpo al momento in cui l'Ennahda, Partito del Rinascimento musulmano, aveva deciso, dopo aver vinto il 40 per cento delle preferenze alle elezioni, di formare una coalizione con i partiti laici di Centrosinistra CPR e Ettakatol, ma quanto trapelato nelle scorse ore fa ancora più nettamente strame delle loro teorie campate sul niente e sparse ad arte solo per suscitare nel loro pubblico una diffidenza tinta di razzismo.

Aly al-Areed, rappresentante di Ennahda nominato Ministro dell'Interno dal Premier Jebali (foto sopra), ha dichiarato che sarà cura dell'Esecutivo preoccuparsi "prima e innanzitutto" delle necessità e delle problematiche interne del paese "senza tuttavia perdere di vista la più vasta arena nordafricana ed araba, dove, coerentemente con il nostro recente percorso di liberazione, sosterremo decisamente a sostenere la Causa palestinese e in particolare Hamas, a cui porgo le mie congratulazioni per il 24esimo anniversario di fondazione; così come la lotta dei Tunisini per la Democrazia è stata coronata da vittoria, spero che anche quella dei Palestinesi, condoccat con pazienza e dedizione anche maggiore, veda finalmente il meritato trionfo e il recupero di tutti i loro Diritti".

Fino qua, che un dirigente di un Partito democratico musulmano si congratuli con la prima forza politica palestinese, premiata alle urne delle regolari e democratiche elezioni del 2006, può suscitare punto o poco stupore, ma la notizia assume altra rilevanza se appaiata e confrontata con le recenti dichiarazioni del Neopresidente Morcef Marzouki, rappresentante del laico Congresso per la Repubblica, eletto nell'ambito dell'accordo di coalizione tra il suo partito, Ennahda ed Ettakatol. Durante un incontro con la stampa locale e regionale tenutosi a Tunisi nella giornata di ieri il Presidente ha espresso la sua completa solidarietà col popolo del Barhein e la sua speranza che il Re Al-Khalifa, contestato ormai da mesi di continua mobilitazione popolare "sia presto costretto a fare le valige".

Marzouki ha detto alla stampa che si rifiuta di considerare la questione Bahreini sotto la lente deformante di una "lotta settaria e/o religiosa", specificando che questa lettura fa parte di una strategia di Casa Al-Khalifa che vuole presentare i dimostranti e le opposizioni come agenti iraniani, sperando quindi di ottenere 'carta bianca' per reprimere nella violenza e nel sangue le loro giuste rivendicazioni (con l'aiuto delle truppe saudite, degli Emirati arabi e dei mercenari assoldati in Pachistan tra i fondamentalisti sunniti più violenti). Insomma, islamista o 'laica' la Tunisia si schiera decisamente a favore delle lotte e delle rivoluzioni arabe, senza 'se' e senza 'ma'.

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In esclusiva per l'Italia la testimonianza del nipote del Palestinese ucciso con suo figlio nel bombardamento della loro casa a Gaza!


Circa una settimana fa riportavamo la tragedia della famiglia Al-Zalaan, residente a Gaza, colpita da un bombardamento aereo sionista che, oltre ad avere ucciso il capofamiglia e (poco più tardi) un bambino di dodici anni, ha straziato e mutilato altri sei bambini e bambine, due donne e due persone anziane. Siccome uno degli scopi di PALAESTINA FELIX é quello di rendere presenti e comprensibili al pubblico occidentale "Le Sofferenze della Palestina" ci troviamo a tornare sull'argomento per arricchire la nuda cronaca dell'attacco e delle sue conseguenze con un'aggiunta di "punto di vista umano", quello cioé di un nipote dell'uomo ucciso che ha cercato di prestare i primi soccorsi, vedendosi poi morire lo zio tra le braccia.

Migdad al-Zalaan, vent'anni appena, vive in una casa che solo due anni fa era stata ristrutturata dall'UNRWA dopo i danni subiti nel pogrom militare del 2008-2009 e che condivideva un muro con quella dello zio Bahjat, completamente distrutta dall'impatto delle bombe sioniste. Racconta il giovane: "Ho portato le mie sorelline Samaa e Samar nel soggiorno con mia nonna, cercando di far loro scudo durante la prima esplosione, rimasi ferito alla schiena e alla gamba da detriti che caddero dal soffitto, quindi portai tutti fuori di casa, al sicuro".

"Dopo la seconda esplosione la casa di mio zio non esisteva praticamente più, lui e sua moglie erano sepolti sotto i calcinacci, la zia mi implorò di portare via Ahmed, il loro ultimo nato, lo tirai fuori dalle macerie e lo passai subito a qualcuno, un vicino, non ricordo, che lo portò fuori. Appena il bimbo di sei mesi fu portato fuori ci fu una terza esplosione, mi sdraiai sopra mia zia per proteggerla e poi riuscii a farla alzare e uscire, quindi cercai di aiutare mio zio".

"Mio zio stava ancora respirando quando scostando i detriti lo vidi emergere dalle macerie di un muro, mi disse 'Curati della mia famiglia, dei bambini, sii loro vicino, e quindi é spirato, morendomi tra le braccia. Tredici membri della mia famiglia sono rimasti uccisi o feriti, Ramadan, il primogenito di mio zio, non é sopravvissuto al padre nemmeno 24 ore, ma é questo che fa 'Israele', distrugge le case della gente comune, dove non c'era un'arma o un combattente, solo gente pacifica che voleva vivere una vita normale".

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Moschee in fiamme a Gerusalemme e in Cisgiordania, cortesia degli scalmanati teppisti ebrei degli insediamenti illegali!


Un'orda di estremisti ebraici ha attaccato e appiccato il fuoco mercoledì a una piccola moschea di Gerusalemme Ovest, nell'ennesimo codardo attacco contro i luoghi sacri palestinesi portato a termine dagli ultrà della 'giudaizzazione forzata', coloni provenienti da ogni parte del mondo "pompati" artificialmente nella storica capitale di Palestina nel tentativo di alterarne l'equilibrio demografico che, una volta insediati, si lasciano andare a ogni sorta e genere di intemperanze violente, coperti e spalleggiati dalle autorità dell'occupazione sionista.

Poche ore dopo, nella giornata di ieri anche una moschea nella Cisgiordania occupata é stata attaccata e data alle fiamme dagli integralisti giudaici bramosi di 'vendetta' per lo smantellamento di due loro 'avamposti', crescite cancerose dell'insediamento illegale di Yitshar, che sono state rimosse il giorno avanti. Il rogo, appiccato alle prime luci dell'alba, é stato scoperto e soffocato dai fedeli musulmani che stavano avviandosi al luogo di preghiera per la funzione mattutina e aveva danneggiato sia il piano terreno che quello superiore.

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Immagini uniche ed esclusive della colossale cerimonia tenutasi a Gaza per il 24esimo 'compleanno' di Hamas!







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Esperto aeronautico Usa dichiara: "E' possibilissimo, anzi, altamente probabile, che l'Iran carpisca al drone abbattutto molti segreti, forse tutti!"


Peter Grier, redattore del prestigioso periodico americano "Christian Science Monitor" (edito fin dal 1908 e la cui redazione negli anni si é guadagnata sette Premi Pulitzer), noto per produrre "una qualità particolare di giornalismo scevro di sensazionalismi e isterismi" e premiato dal "Washington Report on Middle East Affairs" per le sue cronache imparizali, chiare e precise sul mondo arabo, islamico e mediorientale, ha firmato nella giornata di ieri un interessante articolo nel quale si evidenzia come, lungi dall'essere una 'sparata propagandistica' (come é stata considerata da molti -troppi- commentatori a stelle e strisce) la dichiarazione iraniana riguardo l'intenzione di studiare il drone stealth abbattuto presso Kashmar é perfettamente possibile e realizzabile, specialmente da parte di una nazione come l'Iran che, individuando e tracciando il velivolo supposto 'invisibile' e soprattutto 'hackerando' il suo cervello elettronico in modo da farlo atterrare quasi senza danni e impedendo che la carica esplosiva 'di sicurezza' entrasse in azione distruggendolo ha dimostrato di essere perfettamente a suo agio nel contrastare e manipolare i più avanzati prodotti dell'ingegneria aeronautica ed elettronica a stelle e strisce.

"La Repubblica Islamica", pondera Grier nel suo pezzo, "non ha alcuna intenzione di restituire l'RQ-170 agli Usa, non importa quanto gentilmente Obama possa chiederlo", tale richiesta, in effetti, é stata inviata a Teheran da parte dello staff del Presidente Usa, ottendendo, per bocca del Ministro della Difesa Brigadier Generale Ahmad Vahidi la risposta che tutti possono comodamente immaginarsi: esso é stato catturato nel corso di una missione ostile che può benissimo venire considerata come un atto di guerra, rimarrà quindi a disposizione degli esperti di Teheran e sfruttato per quanto possa risultare utile ai suoi programmi tecnici e scientifici.

Parallelamente é stata esposta all'Assemblea Generale ONU la richiesta di una formale censura dell'organismo internazionale nei confronti degli Usa, colpevoli di avere violato lo spazio aereo di una nazione sovrana; alla riprovazione ufficiale dell'ONU, nelle speranze esposte dall'ambasciatore iraniano al Palazzo di Vetro dovrebbero seguire misure adatte a prevenire ed evitare il ripetersi di simili atti "illegali e pericolosi".

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giovedì 15 dicembre 2011

Il Parlamentare di Hezbollah Moussawi sferza Sami Gemayel: "Chi ha collaborato con gli invasori sionisti non può accusare chi li ha cacciati!"


Incandescente scambio di battute al Parlamento libanese, che ha visto protagonisti il deputato di Hezbollah Nawaf Moussawi e il 'falangista' Sami Gemayel (sopra), erede della disgraziata dinastia che, dopo aver fondato in terra libanese un partito dichiaratamente ispirato alle dittature fascista e nazista ha a più riprese cercato di consegnare il paese a Israele, come nel periodo della guerra civile del 1975-1990 e, soprattutto dell'intervento militare sionista in Libano durato dal 1982 al 2000. Cercando evidentemente di guadagnare "punti pasticcino" presso il suo capobastone, il mezzo saudita Saad Hariri, leader (per mancanza di meglio) della coalizione reazionaria "Alleanza 14 marzo" Gemayel ha pensato bene di accusare il partito sciita di "condurre scavi e lavori illegali" nel Sud del Libano per potenziare la propria rete di sicurezza.

Moussawi (foto sopra), prontamente presa la parola, ha replicato che: "Le attività di Hezbollah, come dichiarato, promesso e verificato, sono a unico ed esclusivo favore della libertà, dell'autonomia e della sicurezza dello Stato; sono attività intraprese nel nome di tutto il Libano, hanno una pura e certificata identità libanese che viene riconosciuta anche dai membri meno settari della coalizione di minoranza; quando si parla di Difesa del Libano, della sua sicurezza, della sua indipendenza, é duro accettare non dico critiche, ma persino affermazioni da parte di un membro di quella famiglia che hanno spalancato le porte agli invasori israeliani, coordinando le attività delle loro gang e milizie con quanti ci stavano attacando".
Miliziani falangisti durante l'occupazione militare sionista: indistinguibili dagli invasori...dagli elmetti ai lacci delle scarpe!
Moussawi ha aggiunto che "La Resistenza continuerà a operare e a prodursi in sacrifici latori di vittoria sulla base di quanto fatto finora, non uno solo dei Governi andati al potere dal 1990 in poi ha obiettato sulla legittimità degli scopi e delle azioni della Resistenza, il cui approccio, la cui visione, sono anzi stati assorbiti nello stesso programma di Difesa della nazione, che si articola sulla triade: Popolo-Esercito-Resistenza!". Lanciando la stoccata finale il deputato sciita ha notato come, quando il Mossad sionista ha cercato di infiltrare e indebolire il network di comunicazioni di Hezbollah, allora nessuna voce falangista si era levata a mettere in guardia da quanto le azioni israeliane avrebbero potuto nuovere alla 'sicurezza' del Libano.
Il traditore Bachir Gemayel, che apri agli invasori le porte di Beirut, anche lui in uniforme simil-sionista!
Sami Gemayel si é rimesso a sedere al banco, senza più proferire repliche, come uno scolaretto castigato.
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