mercoledì 20 giugno 2012

Armi sioniste sequestrate in mano ai terroristi wahabiti catturati presso Latakia dall'Esercito siriano!

Le bande armate di terroristi wahabiti che da sedici mesi tentano inutilmente di diffondere il caos e l'instabilità in Siria con i loro attentati e i loro attacchi hanno iniziato a ricevere sempre più aiuti e rifornimenti da Israele, paese per i cui interessi politici e strategici essi stanno portando avanti la loro campagna di sangue e violenza. Il Governo siriano fin dall'inizio delle attività criminali dei mercenari stranieri ha denunciato il ruolo israeliano dietro alle attività saudite, qatariote, turche, francesi e americane a favore dei gruppi wahabiti; del resto il desidero di forzare un 'regime change' a Damasco sta proprio nella necessità di rendere 'tranquillo' il confine tra Siria e Israele ora che anche quella con l'Egitto é tornata a essere una frontiera 'calda' a causa della caduta di Mubarak.

Mano a mano che il Governo di Assad si dimostra un osso 'troppo duro' per le zanne dei cani di Riyadh, Doha, Ankara, Washington e Parigi, anche grazie al continuo sostegno di Libano, Irak, Iran, Russia e Cina, é fatale che Tel Aviv debba impegnarsi sempre di più a mantenere vivo il focolare dell'insorgenza terrorista, come conferma l'ultimo sequestro di armi ed equipaggiamenti effettuato dall'Esercito di Damasco presso il villaggio nordoccidentale di Al-Haffeh, vicino Latakia, recentemente liberato dalla presenza di cellule mercenarie wahabite. Le immagini diffuse dall'Esercito sono eloquenti: armi di fabbricazione sionista, casse di munizioni, esplosivi ed altri equipaggiamenti 'made in Tel Aviv' sono stati sequestrati in quantità, insieme ad uniformi provenienti da stock dell'Esercito Giordano.

I residenti della zona, ringraziando l'Esercito per il suo intervento pronto e risolutivo, hanno dichiarato come i miliziani stranieri abbiano attaccato le strutture elettriche, sabotato le istallazioni di sicurezza, attaccato i residenti arrivando perfino a sequestrarli costringendoli a "posare" per foto di false 'manifestazioni' da diffondere ai megafoni della propaganda anti-Assad, le reti satellitari Al-Jazeera ed Al-Arabiya.
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