martedì 4 dicembre 2012

Regalie, incentivi e benefit, come Mohammed Mursi e l'Ikhwan sono riusciti a garantirsi l'appoggio dell'Esercito egiziano!

E' ormai certo che nello scontro costituzionale che vede gli ultimi relitti del regime di Mubarak e una variopinta 'coalizione' di scontenti dei risultati elettorali ('liberali', laicisti, nasseriti, socialisti) uniti contro l'Ikhwan del Presidente Mursi (col suo partito di maggioranza, l'FJP) l'Esercito del Cairo si schiererà senza se e senza ma a fianco di quest'ultima.
"Ma come?" Verrebbe da domandarsi, non era forse l'Esercito, nutrito di 'aiuti Usa' e fedele a generali pro-israele il baluardo del potere di Mubarak? Bé, "quasi" o meglio, "non proprio" visto che al momento culminante delle proteste di quasi due anni fa i Generali preferirono non schierarsi, lasciar cadere l'autocrazia mubarakiana e poi proporsi come "gestori" e timonieri della transizione alla Democrazia.
Valutata poi sul campo l'inarrestabilità dell'ascesa dell'Ikhwan essi hanno accettato di venire messi da parte, a patto che nessun graduato fosse incriminato o processato per atti compiuti sotto l'egemonia di Mubarak (cosa che il Presidente Mursi in effetti ha sempre impedito avvenisse). Adesso con una attenta inclusione di autonomie, guarentigie e protezioni varie sapientamente inserite nel testo della Costituzione é certo che i militari saranno fedeli al Presidente e alla Fratellanza Musulmana.
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2 commenti:

  1. La differenza la farà la posizione sulla Siria, per quanto riguarda il liberalume interno filo occidentale che si impicchi.
    Ivan

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  2. Si starebbe tutti molto meglio se anche altri 'liberalumi' si togliessero di mezzo!

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