giovedì 6 dicembre 2012

Tra morti, centinaia di feriti e tank attorno al suo palazzo, il Presidente Mursi si prepara a parlare all'Egitto

E' di sei morti e non meno di trecento feriti il bilancio degli scontri che sono infuriati nella capitale egiziana da quando, a contraltare delle proteste dei vari "enragès" contro il Decreto Costituzionale emesso dal Presidente Mursi, anche le migliaia di sostenitori dell'Ikhwan musulmana e del Partito di Libertà e Giustizia hanno cominciato a scendere in strada.

Adesso, con un decreto d'emergenza, l'Esercito ha schierato le proprie forze, tra cui molti veicoli blindati e corazzati, tutto attorno al palazzo presidenziale e ha comunicato che, in caso di ulteriori adunate, anche a favore del Presidente, la Guardia Repubblicana si riserva di intervenire per disperdere ogni assembramento.

Il frasario del comunicato, volutamente 'bipartisan' non deve tuttavia ingannare; le sfere militari sono, come spiegato nel nostro precedente articolo, profondamente debitrici a Mursi e lo sosterranno contro qualunque moto popolare; intanto, in una calma irreale dopo tanti giorni di tensione e scontri il Presidente egiziano si prepara a tenere un discorso alla nazione durante il quale, sembra probabile, annuncerà le proprie intenzioni riguardo il decreto del contendente e il referendum confermativo della Costituzione che dovrebbe tenersi ormai tra poco più d'una settimana.
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