sabato 7 gennaio 2012

Aggiornamento sulla debacle del Mossad in Mauritania!


Un brevissimo "flash" per informare i nostri affezionati lettori che, grazie alla costanza con cui i nostri collaboratori ci inviano aggiornamenti e dettagli e allo zelo con cui i nostri redattori li controllano 24/7 anche durante giorni di festa come questi, siamo finalmente in grado di dare un nome e un cognome all'uomo di punta della rete spionistica sionista recentemente smantellata in Mauritania grazie agli sforzi dell'intelligence locale.

L'uomo, un tale Fares al-Banna, sarebbe altresì l'autore della missiva scritta a mano e inviata alla locale ambasciata degli UAE nella quale, in cambio di asilo politico e protezione l'autore (Al-Banna, appunta) prometteva "importanti rivelazioni" riguardo al caso dell'omicidio di Mahmoud al-Mabouh, il dirigente di Hamas martirizzato a Dubai da una 'squadra omicidi' sionista, che avrebbe agito però grazie al sostegno logisitico di elementi palestinesi al soldo di Mohammed Dahlan, l'ex-"squalo" di Gaza.
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La nuova Libia ansiosa di espandere i legami con la Repubblica Islamica iraniana!


Il Vicepremier tripolino Moustafa Abushagar ha espresso la ferma volontà dell'Esecutivo di cui fa parte e più in generale di tutta la classe dirigente della Libia post-Gheddafi di approfondire ed espandere i legami con Teheran, consegnando ai cronisti una prospettiva futura di legami tra Iran e Libia "sempre più saldi e sempre più vasti".

Abushagar si é poi soffermato sui progetti per la stesura di una Costituzione democratica e sulla chiamata alle urne dei cittadini, che dovrebbe avvenire entro l'estate; il Vice-primo ministro ha assicurato che "La Democrazia sarà il faro e il punto di riferimento della creazione di ogni organismo e istituzione nella Nuova Libia, dalle amministrazioni locali fino ai massimi livelli dello Stato!".

Ha anche rassicurato l'opinione pubblica riguardo al fatto che il Consiglio Nazionale e il Governo ad interim che ne é espressione non hanno nessuna intenzione di lasciare che qualsivoglia Stato straniero eserciti indebite influenze nel presente o nel futuro del Paese e che la via verso la costruenda Democrazia sarà autonoma, indipendente e rispettosa della Storia, delle tradizioni e della Cultura libica.
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Il Premier palestinese Ismail Haniyeh pronuncia il sermone del venerdì nella moschea tunisina di Kairouan!




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Finalmente l'ONU prende posizione sull'amnistia a Saleh: "Nessuno sconto, nessun indulto per chi ha compiuto Crimini contro l'Umanità!"


L'Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, il giudice sudafricano di origine Tamil Navi Pillay ha recentemente dichiarato (dopo mesi di appelli e inviti da parte dei rappresentanti delle opposizioni yemenite, dal Premio Nobel per la Pace Tawakkul Karman in giù) che "Dopo attenta analisi degli eventi recenti in Yemen, posso chiaramente e serenamente definire i termini dell'amnistia che verrebbe concessa ai membri della dimissionanda amministrazione nel quadro del passaggio di poteri nel paese come in totale e completo contrasto con le norme ONU in merito ai crimini internazionali".

"La normativa delle Nazioni Unite é chiara: mai e poi mai possono venire emesse amnistie o indulti nei confronti dei responsabili di crimini di guerra, crimini contro l'umanità, genocidi e a altre marchiane violazioni dei Diritti Umani fondamentali. Chiunque abbia ordinato o orchestrato simili reati nel corso delle recenti manifestazioni anti-governative deve venire portato davanti alla Giustizia, processato e condannato, senza sconti o lenienze di alcuna sorta".

L'amnistia illegale é stata inclusa nel protocollo per il passaggio di poteri elaborato dal Consiglio di Cooperazione dei Paesi Arabi del Golfo Persico (GCC), organismo composto da una serie di autoritarie monarchie petrolifere, emirati e sceiccati che hanno un pessimo record quanto a rispetto dei diritti umani e sono alleati con gli Usa, a loro volta fomentatori di instabilità e sponsor di dittature e regimi autoritari in tutta la regione e oltre. L'attuale dittatore yemenita Ali Abdullah Saleh ha firmato l'accordo per le dimissioni in cambio dell'amnistia a novembre 2011, in Arabia Saudita (l'ultima monarchia assoluta al mondo).
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L'Aman, lo spionaggio militare sionista, manda in onda la sua maldestra propaganda dalle antenne di 'Canale 10'!


Nella giornata di ieri un servizio di propaganda é stato trasmesso dal canale televisivo dell'occupazione sionista "Arutz Eser"; al suo interno l'ascoltatore/spettatore smaliziato ha potuto cogliere tutti i 'classici' segni di riconoscimento di una operazione di guerra psicologica, commissionata dall'Aman (Agaf ha-ModiN), il servizio di spionaggio dell'esercito di occupazione.

All'interno del servizio veniva affermato che "Il servizio di intelligence militare (l'Aman, appunto), stima che i maggiori RIVALI (sì, é stata usata proprio questa parola) di Hamas, i militanti della Jihad Islamica, siano ormai riusciti a superare il Movimento di Mishaal in termini di potenza e sofisticazione del proprio apparato militare. Le stime parlano chiaro, i razzi della Jihad, per numero e portata, supererebbero ormai quelli di Hamas. L'esercito (di occupazione - Ndr) crede che ormai la Jihad Islamica possa colpire bersagli lontani 74 Km".

La stima in chilometri, totalmente risibile e fantastica, é solo la ciliegina sulla torta di questo 'pezzo' che mira a diffondere l'idea che nel campo palestinese le fazioni della Resistenza competano in una sorta di 'Hit Parade' per l'influenza e la popolarità e non (come invece accade), cooperino tra loro nel rispetto delle differenze reciproche per arrivare alla realizzazione di uno scopo comune (la fine del regime di Apartheid e la liberazione completa della Palestina). Del resto un simile approccio mima quello che circa 25 anni fa vide una parte dei servizi sionisti 'aiutare' in un certo senso la nascita di Hamas nella speranza che 'desse filo da torcere' ad Al-Fatah, quanto bene abbia fatto all'entità sionista quella linea di condotta lo abbiamo visto col ritiro da Gaza, e ancora più di recente con la capitolazione nella trattativa per il rilascio di Schalit. Adesso Tel Aviv sembra sia disposta a commettere due volte lo stesso errore, questa volta con la Jihad Islamica.

Il servizio di propaganda era "impreziosito" da altre piccole 'perle' come quella che voleva "solidi e profondi legami tra la Jihad Islamica e l'Iran" (tanto per continuare a spargere un po' di terrore psicologico anche nell'opinione pubblica dell'entità sionista, ammaestrata dalla propaganda a credere che a Teheran siano tutti ossessionati dall'idea di 'distruggere Israele'). Una simile trasmissione televisiva dimostra il livello di confusione e smarrimento all'interno della comunità sionista dell'intelligence che, stupita e attonita di fronte agli ultimi sviluppi internazionali (tutti di segno contrario e negativo agli interessi del regime ebraico), procede in ordine sparso, ogni agenzia e quasi ogni suo rappresentante per conto proprio, cercando di far sembrare nuovi trucchi vecchi (vedi la carta della 'competizione' tra i movimenti di resistenza), senza sapersi coordinare su un piano d'azione concertato ed organico.
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Iran e Turchia annunciano: "Presto gli scambi commerciali tra di noi toccheranno la soglia dei 20 miliardi di Euro!"


Conclusasi la visita iraniana del Ministro turco Ahmet Davutoglu é tempo di bilanci; in chiusura della due giorni a Teheran il titolare degli Esteri di Ankara ha rilasciato una conferenza stampa congiunta con Ali Akbar Salehi, suo collega ed ospite, che si é concentrata soprattutto sui temi economici, con alcuni dati molto interessanti. E' stato annunciato, per esempio, che da gennaio ad agosto dello scorso anno il volume complessivo dei commerci tra Iran e Turchia é stato di circa 10 miliardi di Euro.

Ancora più significativo, però, é stato l'annuncio secondo il quale i due paesi intendono arrivare, nel breve, quasi immediato futuro, a un volume di traffici di 20 miliardi di Euro, indice molto importante del fatto che ciascuno dei due paesi veda l'altro come un partner affidabile su cui investire una considerevole fetta delle proprie (più che rosee) prospettive di crescita e sviluppo economico.

Sia Salehi che Davutoglu hanno descritto Turchia e Iran come "stati emergenti sotto tutti i punti di vista, la cui crescente influenza regionale é in grado di garantire la pace e la stabilità della regione in un clima di sicurezza condivisa".
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Il corrotto governo sud-sudanese costretto ad ammettere: "Nello Jonglei un disastro inenarrabile", almeno 3000 morti!

Moses Obi, comandante delle forze ONU costrette a supplire alla criminale negligenza delle 'truppe regolari' Sud-Sudanesi.
 Di fronte all'amara realtà dei fatti non vi é "cortina fumogena", non vi é propaganda che tenga, nemmeno quella (sostenuta da Usa, Israele, CNN, George Clooney, Colin Powell e Condoleeza Rice) che, dopo anni di "imbottimento dei cervelli" convinse l'ONU a far tenere il disgraziato plebiscito con cui si é artificiosamente separato il Sud del Sudan dal controllo e dalla supervisione di Khartoum. Adesso, sotto il regime del rozzo "cowboy di Giuba" Salva Kiir il Sud-Sudan ha rivelato appieno la sua natura di 'stato fallito', sgretolandosi in una ridda di faide etniche portate avanti da milizie fuori controllo guidate da uno sciame di Signori della Guerra; di fronte a tale evidenza, dicevamo, tutta la retorica e l'infingimento imperialist-sionista (perché il Sud-Sudan 'libero' serviva a Tel Aviv per minacciare da Sud Khartoum e Il Cairo) scemano e smontano e anche Joshua Konyi, 'commissario' sud-sudanese per la Contea di Pibor ammette: "Abbiamo assistito a omicidi di massa, massacri durati una settimana e oltre".
Il "motivo" delle stragi e dei massacri...
959 uomini uccisi e 2182 tra donne e bambini, questa la tragica messe della rappresaglia condotta dalle milizie Lou Nuer contro i Murle che hanno trovato e intrappolato in città; sangue e carne umana sacrificati a compensazione di quella bovina dei capi di bestiame razziati nella faida tra pastori primitivi che sta alla base dell'odio interetnico. Anche la cifra di 3141 vittime, comunque, pur se tripla rispetto alle prime stime che parlavano di "circa mille vittime" é da considerarsi totalmente provvisoria e (purtroppo) quasi sicuramente destinata ad alzarsi nelle prossime ore, man mano che verranno scoperti nuovi carnai, nuove fosse comuni.

Lentamente, gli uomini e le donne del Coordinamento Umanitario ONU per il Sud-Sudan, della Missione ONU (UNMISS) e dell'Ufficio ONU per il Coordinamento degli Affari Umanitari stanno cercando di supplire all'inanità e alla colpevole assenza di ogni struttura 'ufficiale', essendosi il Governo di Giuba rivelato per quel che é di fronte a questa emergenza umanitaria: nient'altro che l'ennesima cleptocrazia africana da 'Repubblica del Cocco'. Circa 60 mila persone sono fuggite di fronte all'avanzare dei Lou Nuer negli scorsi giorni. Adesso alcuni di loro cercano di rientrare a Pibor, ma vi sono parecchi villaggi e comunità circostanti (Boma, Likuangole, il villaggio di Walgak nella confinante Contea di Akobo, sempre nella regione di Jonglei) che sono stati totalmente distrutti e bruciati, dove i profughi non troveranno nulla a cui tornare.
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Ferve l'attività diplomatica palestinese! Il Segretario di Hamas Khaled Mishaal al Cairo incontra Nabil Arabi


Il Segretario del Politburo di Hamas Khalid Mishaal si é recato in Egitto per colloqui con rappresentanti del Governo ad Interim del Cairo e con il Segretario della Lega Araba Nabil Arabi in merito agli sforzi per la riconciliazione interna tra fazioni palestinesi, che dopo la storica firma della scorsa primavera ha ricevuto nuovo slancio dall'ultimo incontro (sempre al Cairo) del novembre 2011. "Hamas si é impegnato a raggiungere la riconciliazione e terminare una volta per tutte la spaccatura con Fatah, formare un Governo, tenere elezioni e partecipare al simultaneo rilascio di tutti i detenuti". Queste le parole di Mishaal una volta lasciata la sede della Lega Araba.

Il sentiero che porterà alle elezioni politiche e presidenziali per l'Autorità Nazionale Palestinese é stato tracciato lungo il 2012; bisognerà vedere se Hamas riconfermerà la sua brillante vittoria per maggioranza assoluta (conseguita nel 2006 in barba a tutti i presuntuosi pronostici degli 'esperti' europei e americani) oppure sarà necessaria una qualche forma di coalizione ("pragmatica" con Hamas, o magari invece 'islamista' insieme alla Jihad Islamica) per assicurare una salda maggioranza all'interno del Consiglio Legislativo Palestinese.

La prospettiva di una definitiva riconciliazione tra Fatah ed Hamas, ulteriormente cementata dall'entrata ufficiale nella struttura dell'OLP di quest'ultima e della Jihad Islamica (che ben presto, ne siamo certi, arriverebbero a egemonizzare l'Organizzazione, con buona pace di Fatah) ha letteralmente mandato nel panico il Governo del regime di occupazione sionista, che non ha lasciato intentato nessun trucco e nessun ricatto per cercare di scongiurare una simile possibilità ma pare senza alcun successo.

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venerdì 6 gennaio 2012

Prosegue la visita del Premier palestinese Haniyeh in Tunisia: esclusive immagini dei suoi incontri coi vertici dello Stato!

Ismail Haniyeh durante la conferenza stampa congiunta col Primo Ministro tunisino Jebali, rappresentante del Partito del Rinascimento Musulmano - Ennahda.

Haniyeh e Jebali all'aeroporto internazionale di Tunisi.


Haniyeh con il Presidente tunisino ad interim Moncef Marzouki, rappresentante dell'Ettakatol, partito di Sinistra alleato con l'Ennahda.

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"La morte di Zakariah Issa dimostra oltre ogni dubbio la totale negligenza medica in cui Israele abbandona i detenuti palestinesi!"


Il Centro palestinese per la Difesa dei Detenuti politici ha dichiarato che la tragica morte di Zakariah Issa, piegato dal cancro che aveva sviluppato durante gli anni di prigionia nelle galere sioniste e che era stato lasciato libero di invadere e minare il suo corpo prova "oltre ogni ragionevole dubbio" la natura colpevole e criminale della gestione sanitaria nelle carceri dell'occupazione.

Chiamando Issa "Martire dei prigionieri" il Centro ha puntato il dito contro la totale negligenza dei suoi carcerieri nell'approntare financo le più cursorie e superficiali terapie del caso, aggiungendo che la negazione di ogni protocollo di cura per coloro che soffrono di malattie croniche e invalidanti (diabete, disturbi cardiaci e renali e molte altre ancora) é "una costante" nell'esistenza quotidiana dei prigionieri politici, che a volte vengono sottoposti a ricatti morali affinché diventino delatori e informatori a danno dei loro compagni di prigionia, con la promessa di cure e medicinali.

Il Centro si é appellato a tutte le istituzioni internazionali affinché effettuino pressioni nei confronti dell'occupazione sionista e la costringano a seguire le necessità cliniche dei suoi detenuti; un appello parallelo é stato lanciato verso i media affinché tengano alta l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale su questo argomento.
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Verrà processato per "Associazione a Delinquere" il Generale Basbug, ex-Capo Supremo delle Forze Armate turche!


Un tribunale turco ha dato "luce verde" alla richiesta di prosecuzione nei confronti del Generale Ilker Basbug, Ex-Capo supremo delle Forze Armate, accusato di associazione a delinquere finalizzata al Colpo di Stato. Basburg é stato imprigionato nel corso dell'inchiesta contro la rete "Ergenekon/Gladio" che nel 2003 avrebbe cercato di scatenare un golpe contro il primo Governo di Recep Erdogan, non dissimile dai Colpi di Stato del 1960, 1971 e 1980 che videro i Generali al soldo degli Usa e della NATO interferire coi normali processi democratici della nazione.

Circa 200 ufficiali superiori delle tre armi sono stati arrestati o interrogati riguardo alle varie fasi del complotto che comprendeva attacchi alle moschee e alle sedi del partito di ispirazione religiosa AKP, nonché un progressivo innalzamento delle tensioni con la Grecia; al culmine del clima di terrore interno e con la prospettiva di un confronto violento contro Atene l'Esercito avrebbe dichiarato "necessario" il proprio intervento, arrivando a sfiduciare le autorità civili e a prendere in mano le redini del paese.

Altri 400 sospettati non militari (avvocati, accademici, giornalisti), tutti riconducibili a posizioni ultranazionaliste, laiciste e militariste sono stati messi sotto accusa. Il processo di "repulisti" della casta militare, con la nomina di ufficiali fedeli alla Costituzione e leali servitori dello Stato e dei suoi rappresentanti eletti é uno dei passi fondamentali per la trasformazione della Turchia da una 'semi democrazia' sotto tutela militare a uno Stato di Diritto.
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L'Irak celebra la 91esima Festa delle Forze Armate con suggestive cerimonie che celebrano anche la ritrovata sovranità!


Probabilmente l'unica forza armata del mondo a schierare fianco a fianco T-72 e M1A1 Abrams, Mi-8 e Hummer, MICH 'Fritz' Helmet e Kalashnikov, l'Esercito dell'Irak ha festeggiato oggi il suo 91esimo compleanno con una vasta e suggestiva cerimonia a Bagdad, sotto gli occhi del Presidente Jalal Talabani e del Ministro della Difesa Mohammed al-Askari. Quest'anno le celebrazioni hanno assunto un carattere tutto particolare essendo le prime dopo il totale e definitivo ritiro delle forze di occupazione americane dal paese.






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Egitto, chiesta la pena di morte per Mubarak: "Sua la piena responsabilità per le vittime della repressione!"


Al Cairo si sta avviando a conclusione il processo a carico dell'ex autocrate del Nilo Hosni Mubarak, detronizzato dalla massiccia e prolungata insurrezione popolare che l'11 febbraio scorso lo scalzò dal trono che occupava da oltre 30 anni; depositando le proprie arringhe finali i pubblici ministeri che cercano di dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio la diretta responsabilità di Mubarak nella catena di decisioni che portò all'uccisione di centinaia di dimostranti in ondate repressive progressivamente più forti e più inutili hanno richiesto esplicitamente che nei suoi confronti, qualora il tribunale lo ritenga colpevole, venga applicata senza indugio la pena massima, cioé, nell'ordinamento giudiziario egiziano, quella capitale.

"Impiccagione per l'Ex-presidente", la richiesta di pena di morte non sembra avere preoccupato più di tanto l'imputato che durante le varie fasi del processo si é limitato a giacere su una barella, sdegnosamente disinteressato, ultimamente anche con lenti affumicate sugli occhi a non far capire se ascolti o sonnecchi, i capelli non più sottoposti alle vigorose tinture dei giorni del potere via via più stinti e inargentati alle radici. Tuttavia anche la pretesa di avere la salute minata dall'età avanzata (83 anni) sembra sia stata smentita da perizie cliniche diverse da quelle di parte che, a parte i normali acciacchi dell'età, avrebbero giudicato Mubarak relativamente in buona salute e non bisognoso di particolari regimi o protocolli di cura.

Forse il tribunale potrebbe, in omaggio formale alla legge, condannare l'imputato a morte e subito dopo commutare la sentenza in ergastolo per via dell'anzianità. Nella maggior parte delle giurisprudenze occidentali, del resto, una persona ultrasettantacinquente già difficilmente viene tenuta in carcere; l'applicazione di misure attentuanti potrebbe fare molto per magnificare le credenziali di Democrazia del nuovo Egitto post-rivoluzionario. A meno che, nel rozzo tentativo di placare la piazza con un 'sacrificio di sangue' il Consiglio Supremo delle Forze Armate del Maresciallo Tantawi (sopra) non decida di andare fino in fondo e di far dondolare l'ex Presidente da un cappio. Sarebbe però, secondo chi scrive, un presagio molto negativo per il Paese e il suo futuro.
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Il Libano approva la legge-quadro per iniziare a investigare e quindi sfruttare i propri giacimenti petroliferi e metaniferi!


Il Presidente del Parlamento libanese Nabih Berri (sopra) e il Ministro dell'Energia del Governo Mikati, Jebran Bassil (sotto), hanno espresso tutta la loro grande soddisfazione alla notizia dell'approvazione, da parte del gabinetto, della Legge-quadro per la prospezione, la stima e lo sfruttamento delle ingenti risorse petrolifere e metanifere del Mediterraneo Orientale.

In seguito all'approvazione il Governo Mikati, in carica dal rivolgimento della maggioranza parlamentare che disarcionò il debole e tentennante Saad Hariri quasi un anno fa, potrà iniziare a emettere contratti di esplorazione e ricerca di campi di idrocarburi al largo delle coste del Paese dei Cedri. "Congratulazioni, grazie a questa legge la questione petrolifera libanese passa dal reame delle ipotesi a quello dei fatti; che un lavoro fervido e fruttuoso ci possa permettere di recuperare il tempo in precedenza sprecato".

Ovviamente, rilasciando questa dichiarazione al quotidiano As-Safir Berri intendeva "il tempo sprecato da SAAD HARIRI" che, manutengolo degli interessi sionisti, avrebbe lasciato placidamente il regime ebraico di occupazione fare quello che gli pareva e invadere e succhiare avidamente anche dai giacimenti di idrocarburi libanesi...fortunatamente le forze progressiste dell'Alleanza 8 Marzo sono riuscite a prendere in mano il timone del paese prima che Tel Aviv creasse qualche "fatto sul terreno", magari con una piattaforma estrattiva eretta in zona libanese.

Berri e Bassil hanno espresso la speranza che il Comitato attuativo della legge-quadro sia nominato entro 30 giorni da oggi (sulla base di stringenti criteri di competenza tecnica ed economica) e che i primi contratti di esplorazione possano venire emessi ad aprile 2012.
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giovedì 5 gennaio 2012

Annuncio di Fatah: "Il tentativo di riprendere i negoziati con Israele é del tutto naufragato a causa dell'ostinato unilateralismo di Tel Aviv!"


Il leader della Fazione Fatah Mahmoud al-Aloul, parlando a una riunione di sostenitori tenutasi a Ramallah ha rivelato che il tentativo di "meeting" ad Amman tra esponenti dell'Anp e messaggeri dell'entità sionista di occupazione é totalmente naufragato senza alcun risultato di sorta, né con la prospettiva di un prossimo significativo miglioramento di una situazione rimasta esattamente nella posizione di stallo in cui la ripetuta e ostinata indisponibilità israeliana a interrompere le sue pratiche di annessione illegale di territori palestinesi, immissione negli stessi di colonizzatori ebraici e persecuzione sistematica della popolazione nativa attraverso gli attacchi e le distruzioni a immobili, reti acquifere e terreni agricoli la ha condannata da almeno due anni.

"La leadership dell'Anp si é presentata con spirito costruttivo all'incontro" ha detto Aloul, "ma ha verificato da subito la ferma volontà sionista di mantenere inalterato il suo atteggiamento, senza voler nemmeno considerare le richieste preliminari per un accordo negoziale". A quel punto, ringraziando la generosità dei giordani nel cercare di riattivare il processo di pace e fatte notare al "quartetto internazionale" come fosse la parte israeliana a rimanere ferma su posizioni volutamente ostruzionistiche, i negoziatori di Fatah hanno abbandonato il campo.

Aloul, in chiusura, ha espresso la speranza che sia una vasta e coordinata campagna di iniziative di Resistenza Popolare a forzare i sionisti a riconsiderare il loro atteggiamento e farli desistere dall'unilateralismo che ha caratterizzato il loro comportamento da quando é salito al potere il Governo razzista di Estrema Destra di Benji Netanyahu.
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Il Ministro degli Esteri turco in Iran per tentare di ricucire il rapporto con la Repubblica Islamica!


Il Ministro degli Esteri di Ankara Ahmet Davutoglu, pochissimo dopo aver salutato il Premier palestinese in visita nel suo paese é saltato su un jet per recarsi a Teheran; la sua missione: cercare di ricomporre e ricucire i legami con l'Iran, stressati e sfilacciati da quasi un anno di comportamenti ambigui e preoccupanti da parte della leadership turca.

In particolare, a guastare l'atmosfera di fiducioso "buon vicinato" che si era instaurata tra Persia e Anatolia sono stati gli atteggiamenti di sostegno ai provocatori terroristi in azione in Siria da marzo in avanti e le 'aperture' all'installazione di sistemi radar made in Usa in territorio turco; sistemi che fin dalla loro presentazione sono stati descritti come puntati contro le armi balistiche iraniane (quelle armi che impediscono all'Iran di fare la fine di Irak e Libia).

Una sfida difficile, persino per un veterano della diplomazia come Davutoglu, che comunque, appena sbarcato in Iran, si é subito impegnato in un colloquio col Vicepresidente Mohammad Reza Rahimi e, a stretto giro, ha incontrato il suo omologo locale Ali Akbar Salehi. Più avanti nella giornata i due ministri terranno una conferenza stampa congiunta, durante la quale risponderanno a domande sui rapporti bilaterali tra i due paese e sugli ultimi sviluppi della politica locale e regionale.

In seguito Davutoglu incontrerà il Segretario del Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale iraniana, Saeed Jaleeli.
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Ismail Haniyeh arriva a Tunisi per una visita di due giorni, subito incontra il Premier del partito musulmano Ennahda!


Come annunciato in precedenza, il Premier palestinese Ismail Haniyeh é sbarcato stamane all'aeroporto di Tunisi, nuova tappa del suo tour diplomatico che finora lo ha portato a visitare Egitto, Sudan e Turchia. Accolto allo scalo dal collega tunisino Hamad Jebali, recentemente nominato Primo Ministro dopo la fortissima affermazione alle urne del Partito del Rinascimento musulmano (Ennahda), ha colloquiato con lui prima di recarsi a incontrare il Presidente Moncef Marzouki, rappresentante di uno dei due partiti minori della coalizione al Governo, il Congresso per la Repubblica.

Più avanti nella sua tappa tunisina Haniyeh renderà visita al Presidente dell'Assemblea Costituente, impegnata nei lavori preliminari per la stesura di una nuova Carta, Moustafa ben Jafaar dell'Ettakatol (partito di Sinistra e terza forza della maggioranza), leggendo poi un messaggio di saluto e congratulazioni per l'Assemblea stessa, dove renderà omaggio all'esempio che la Tunisia sta dando, di ordinato e pacifico passaggio dalla dittatura autoritaria e laicista di Ben Ali alla democrazia illuminata dai valori islamici.

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Nomen omen: l'ex vicepresidente irakeno, l'imprenditore dell'assassinio Tarik Hashemi andrà in esilio nel...regno ascemita!


Ha richiesto 'asilo politico' in Giordania l'ormai ex-Vicepresidente irakeno Tarik al-Hashemi (foto) altresì noto come "l'imprenditore dell'assassinio" che aveva trasformato il suo distaccamento di guardie del corpo in una vera e propria 'killer elite', commissionando ad essa l'eliminazione di ufficiali delle forze armate e della polizia, nonché di rappresentanti ministeriali a lui ostili.

Ai nostri lettori più attenti non sarà sfuggita l'ironia, sottolineata anche nel titolo, della consonanza tra il cognome di Al-Hashemi e la sua richiesta di asilo nel regno 'Ascemita' di Giordania, probabilmente l'Ex-vp conta in quel paese parenti o consanguinei in grado di accoglierlo e sostenerlo; comunque il Governo di Sua Maestà Abdallah II, guidato dal giurista internazionale Awn Khasawneh(foto), non si é ancora pronunciato sulla richiesta, specificando che ne sta "attentamente vagliando" presupposti e motivazioni.

Certo, l'idea che un committente di assassini politici trovi ospitalità in un paese guidato da un esperto di "Diritto internazionale" ha un po' del paradossale e siamo certi che nella 'attenta analisi' di Khasawneh e colleghi peseranno non poco le considerazioni riguardo possibili contraccolpi alla popolarità interna derivate da un'eventuale assenso alla richiesta di Al-Hashemi. Se tale assenso non fosse concesso bisognerà vedere come i curdi di Barzani e Talabani (presso cui si é rifugiato temporaneamente Hashemi) risponderanno all'ingiunzione del Premier Nour al-Maliki di consegnare "immediatamente" l'Ex-vicepresidente alle autorità giudiziarie di Bagdad, da cui é stato spiccato il mandato di cattura nei suoi confronti.
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Tre anni dopo il "pogrom" sionazista Gaza raccoglie agrumi: anche così il ghetto palestinese resiste all'arroganza di Tel Aviv!









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