sabato 3 marzo 2012

Un altro coraggioso palestinese sacrifica la sua vita nei tunnel che permettono a Gaza di resistere all'assedio sionazista!


Un lavoratore palestinese oggi é morto, schiacciato e sepolto in quelli che, con apparente contraddittorietà, gli abitanti del ghetto litoraneo strangolato dagli Shylock Sionisti, affamati della loro 'libbra di carne', hanno battezzato: "I Tunnel della Vita", della vita perché da là arrivano le medicine, il cibo, il latte in polvere per i neonati, che le SS con la Stella di Davide bloccano ai varchi murati ormai da anni, che consentono alla gente della Striscia di resistere all'assedio, della morte per quanti vi sono rimasti schiacciati, soffocati, seppelliti, annegati, folgorati.

Sono oltre 200 i lavoratori dei tunnel morti in questo modo, al cui numero ieri si é aggiunto Taher Mahdi, di cui non conosciamo nemmeno l'età ma la supponiamo giovane visto che per scivolare come ombre su e giù lungo i pozzi del contrabbando e lungo cunicoli e budelli che si estendono per chilometri richiede doti di agilità, destrezza e stamina che raramente si ritrovano in persone che abbiano più di trent'anni; molti martiri dei Tunnel della Vita avevano venticinque, venti anni, a volte anche meno.

La notizia della morte é stata confermata dal Servizio Sanitario di Emergenza di Adham Abu Salmiya, che ha rivelato come altri due lavoratori dei tunnel siano rimasti feriti nel crollo, ma siano stati recuperati e inviati alle strutture di soccorso della Striscia.
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A Baba Amr liberata si fa l'inventario delle armi francesi e americane catturate ai terroristi mentre gli abitanti fuggiti al terrore integralista tornano a casa!


Le autorità siriane stanno redigendo l'inventario degli enormi quantitativi di armi e munizioni sequestrate nei covi di Baba Amr, da cui i gruppi di terroristi e provocatori stranieri sono stati cacciati nel corso dell'ultima settimana riportando la zona sotto il completo controllo delle forze governative e liberando i civili della zona dall'incubo delle stragi e delle vendette dei 'takfiri' wahabiti, inviati dai regimi saudita e qatariano a seminare la morte e il terrore tra gli sciiti, i cristiani delle varie denominazioni, gli alawiti, gli yazidi e le altre etnie e sette del variegato mosaico sociale e religioso siriano, rimasto esempio mirabile di convivenza pacifica e tolleranza reciproca grazie al governo di Hafez prima e di Bashir Assad poi.

Le armi ritrovate comprendono molti modelli di lanciamissili francesi e americani, i cui codici di produzione rimandano alle forze speciali di Sarkozy o a quelle dell'Esercito turco, a dimostrazione della vastità e della molteplicità di sponsor e finanziatori di cui finora ha potuto godere l'insorgenza terrorista, che però non si é rivelata sufficiente a farle avere la meglio sulla determinazione e lo spirito di sacrificio dell'Esercito arabo siriano, che si é speso senza risparmio per schiacciare i militanti del terrore evitando quando possibile o almeno minimizzando le perdite civili, senza riguardo alle proprie.

Centinaia e centinaia di residenti di Baba Amr e della vicina Homs che avevano fatto appena in tempo a lasciare le loro case al momento dell'arrivo dei terroristi stranieri stanno intanto tornando indietro; é un triste controesodo, punteggiato dalle lacrime per le devastazioni lasciate dai tagliagole imperialisti e da quelle versate per la perdita di vicini, parenti o amici che non hanno fatto in tempo a mettersi in salvo e sono stati uccisi dai militanti antigovernativi, ma, negli occhi di tutti gli ex-profughi brilla la determinazione a non lasciare più che i burattini di Usa, Israele e Arabia Saudita si impossessino ancora di una sola zolla di territorio siriano, a qualunque costo.
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Pepe Escobar dichiara: "Fallimentare e controproducente la strategia occidentale sulla questione nucleare iraniana!"


Il giornalista e commentatore politico internazionale Pepe Escobar ha dichiarato, nel corso di una intervista recentemente rilasciata al sito-web del principale partito islamico della Malesia, che la strategia degli Usa e degli stati europei nel trattare la materia della questione nucleare iraniana é stata "totalmente fallimentare" e ciò a causa delle pressioni delle lobby sioniste che vogliono scoraggiare ogni tentativo di accordo e trattavia e imporre invece una linea "militare" e "punitiva" che apra la strada a un attacco, a un bombardamento e in prospettiva persino a una guerra totale contro la Repubblica Islamica, simile a quella che a suo tempo la cricca sionista dei Perle e dei Wolfowitz ha imposto alla Casa Bianca contro l'Iraq.

Escobar ha dichiaratao che l'Occidente, se volesse veramente assicurarsi della Nonproliferazione nucleare in Iran dovrebbe prima di tutto assicurarsi di rimuovere le cause primarie che "potrebbero" convincere la leadership di Teheran della necessità di dotarsi di armamenti atomici: queste sono in primo luogo la massiccia presenza militare straniera negli stati confinanti e nel Golfo Persico ma soprattutto la presenza di un enorme (e non controllato) arsenale nucleare israeliano ammontante, al momento della sua scoperta (1986), a circa 200 testate nucleari e probabilmente da allora molto cresciuto.

L'Iran é un firmatario fin dal principio del Trattato di Nonproliferazione Nucleare; come tale ha il diritto di perseguire una via nazionale e pacifica all'energia atomica, tantopiù che, con le favorevoli condizioni del mercato petrolifero, é sempre più vantaggioso esportare il più possibile degli idrocarburi estratti sotto forma di greggio e di gas e trovare il modo di soddisfare la richiesta interna di energia con tecnologie alternative; inoltre il recente passato dell'Iran, le cui truppe hanno subito l'offesa delle armi chimiche usate da Saddam Hussein nel corso della sua guerra contro Teheran dovrebbe avere molto insegnato ai dirigenti della Repubblica Islamica riguardo ai pericoli delle WMD; un accordo in merito quindi non sarebbe affatto difficile da raggiungere, se non fosse per la costate azione disturbatrice di Israele il quale sembra non riuscire a tollerare l'idea di un Iran sviluppato, tecnologicamente avanzato e all'avanguardia nei campi del nucleare, delle telecomunicazioni e dell'industria aerospaziale.
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Haniyeh: "La penuria di energia a Gaza non modificherà di un millimetro la posizione di Hamas, del Governo, della Resistenza!"


Il Premier palestinese Ismail Haniyeh, parlando nel corso delle preghiere del venerdì, ha dichiarato che l'attuale crisi energetica di Gaza, provocata dal perdurante assedio sionazista, al contrario di quanto sperano i suoi fomentatori e i suoi architetti di Tel Aviv e Washington non modificherà "nemmeno di un millimetro" la posizione dell'Esecutivo, del Movimento Hamas e del fronte della Resistenza, che rimane fedele ai suoi obiettivi e ai suoi intenti e non é intenzionato a rilasciare alcuna concessione, 'riconoscimento' o altro nei confronti del campo dell'occupazione sionista.

"Vi sono partiti, forze, schieramenti che vorrebbero che il nostro Governo, il nostro Movimento, assumessero un'atteggiamento pacioso, rilassato, conciliatore e sottomesso, ma noi daremo uno schiaffo alle loro aspettative trovando una soluzione definitiva e radicale al problema dell'approvvigionamento energetico, che tuttavia conservi intatta la nostra dignità e i nostri intenti". Haniyeh ha lasciato intendere che sono a buon punto i contatti con diversi stati arabi, specialmente con l'Egitto, mediati da diverse personalità islamiche per fare in modo che Gaza riceva dall'esterno l'energia che non può più produrre autonomamente.

"E' bene che queste forze e questi partiti cessino di fare pressioni verso di noi perché deve essere loro chiaro una volta per tutte che né la penuria di corrente elettrica né nessun altro genere di penuria riusciranno a farci modificare atteggiamento e intenzioni". In conclusione Haniyeh ha dichiarato che spera quanto prima di vedere risolto il problema dell'elettricità a Gaza visto che é uno di quelli che ha causato più disagi e sofferenze alla popolazione civile, la quale tuttavia ha regito esemplarmente stringendosi attorno al Governo, alle forze di Hamas e agli altri rappresentanti del Fronte della Resistenza.
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Hana'a Shalabi trasferita di nuovo tra i detenuti politici annuncia: "Sciopererò fino alla mia liberazione o alla mia morte!"


La giovane e coraggiosa Hana'a Shalabi, prigioniera politica palestinese ri-arrestata meno di due mesi dopo la sua liberazione in violazione flagrante degli accordi sottoscritti dal regime sionista con Hamas e l'Egitto per la restituzione dell'Ebreo francese Gilad Schalit ha dichiarato che continuerà il proprio sciopero della fame fino alla sua liberazione o alle estreme conseguenze. In un messaggio portato dai suoi avvocati al Ministro Palestinese per gli Affari dei Prigionieri ha dichiarato che non accetterà compromessi o rese sulla questione della sua libertà.

"L'occupazione sionista pensa di poterci trattare come vuole: umiliandoci, offendendoci, torturandoci e sequestrandoci a suo piacimento, il mio sacrificio servirà a mostrarle come questo non sia vero". Shalabi ha dichiarato che la sua libertà era stata garantita dall'accordo siglato in autunno, dal ruolo di mediazione del Cairo e della Croce Rossa Internazionale; se queste realtà vorranno effettuare pressioni su Tel Aviv per la sua liberazione tanto meglio, altrimenti il suo sciopero della fame andrà avanti a oltranza.

"L'occupazione sionista crede di potere arrestare e imprigionare le persone che hanno intenzione di resistere, che non vogliono accettare l'occupazione: ditemi se al mondo esiste un altro regime che arresti e imprigioni uomini e donne per le loro INTENZIONI", ha dichiarato. Gli avvocati che l'hanno visitata hanno detto che il deperimento continua e le sue condizioni di salute stanno peggiorando rapidamente. Tuttavia le autorità carcerarie sioniste l'hanno trasferita di nuovo tra i detenuti politici palestinesi dopo averla tenuta vari giorni tra assassini e criminali comuni ebrei.
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Due impiegati delle telecomunicazioni libanesi arrestati e accusati di attività spionistiche a favore di Israele!


Due impiegati della compagnia statale di telecomunicazioni libanese, la Ogero, sono stati arrestati con l'accusa di spionaggio a favore del regime sionista per ordine di un tribunale militare di Beirut; secondo quanto riportato dai media del Paese dei Cedri, i due accusati, Shawqi Zantout e Walid Qaddoura sono stati sorvegliati per lungo tempo, quando le prove delle loro attività sospette sono risultate sufficienti a far stilare mandati di cattura nei loro confronti le forze della sicurezza interna li hanno prelevati e perquisito le loro abitazioni, rinvenendo parecchie prove indiziarie a sostegno delle imputazioni.

Ieri mattina, poco dopo l'arresto i due sono comparsi di fronte al Procuratore militare libanese Giudice Saqir Saqir il quale li ha formalmente accusati di avere sollecitato ricompense e bustarelle da parte sionista in cambio di presunte "informazioni" sulla sorte e sulla località di sepoltura del pilota Ron Arad, abbattuto dalla contraerea siriana nel 1986 e catturato dai miliziani di Amal. Arad morì due anni dopo la sua cattura e il luogo della sua sepoltura é, apparentemente, ignoto.

L'arresto dei due individui rafforza l'impressione che una vasta operazione antispionaggio sia in corso in Libano, molto probabilmente grazie alla fattiva e fruttifera collaborazione tra i servizi di informazione di Hezbollah e l'intelligence civile e militare. Negli ultimi giorni diversi imputati di attività spionistiche a favore del regime ebraico hanno ricevuto sentenze capitali una volta appurato che le loro attività hanno condotto, nel corso della guerra di cinque anni fa, alla morte di numerosi civili libanesi.
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Il Moloch sionista pretende il suo sacrificio! Lady Jennifer Tonge costretta a dimettersi per le sue posizioni filopalestinesi!


Lentamente, costantemente, senza temere alcun anticorpo o alcuna resistenza la metastasi sionista si estende sempre più in profondità nei media, negli ambienti finanziari che sempre più controllano e condizionano le nostre vite, negli organismi internazionali ed europei che sempre più servono gli interessi di banche e corporazioni e sempre meno quelli di popoli e cittadini; se già negli Stati Uniti ormai da lungo tempo é praticamente impossibile fare una qualunque carriera politica ('progressista' o 'conservatrice' che sia) senza rendere omaggio alla lobby sionista che distribuisce i finanziamenti necessari alle campagne elettorali di gubernatori, deputati, senatori o presidenti a seconda delle istruzioni che arrivano da Tel Aviv, adesso tocca all'Inghilterra pagare dazio e tributo a Sion, sacrificando a questo Moloch vorace una delle sue figure più libere, indipendenti, spontanee e fuori dagli schemi.


Ci raggiunge la notizia che la Baronessa Lady Jennifer Tonge, già membro eletto del Parlamento insignita di un titolo non ereditabile per i suoi numerosi meriti civici nel giugno del 2005, come tale ha avuto garantito il diritto alla (ormai quasi totalmente rappresentativa) 'Camera dei Lord' nella quale, tuttavia, in riconoscimento delle sue competenze, il suo partito di riferimento (il Liberaldemocratico) la aveva nominata portavoce riguardo alle politiche sanitarie. Adesso, grazie a una malevola, pretestuosa, infamante campagna portata avanti dai corifei di Sion che si annidano e si nascondono nel territorio inglese Lady Jennifer Tonge ha dato le dimissioni da quello che era il suo partito per non essere costretta a ritrattare le parole pronunciata all'Università del Middlesex durante le manifestazioni Antiapartheid mirate contro il regime ebraico di segregazione etnica e persecuzione razziale che occupa attualmente la Palestina. Dichiarazioni che aveva reso fianco a fianco con il coraggioso Ken O'Keefe, ex-marine americano di origine irlandese convertitosi alla causa dei perseguitati e degli oppressi.

Che cosa ha detto Lady Tonge di così inescusabile? Ovviamente, niente che una persona con un minimo di senso comune e umanità non possa sottoscrivere e condividere con tutto il cuore: "Fai attenzione 'israele'" ha detto Lady Tonge all'Università del Middlesex, "Prima o poi il popolo americano si stancherà della tua lobby e dirà: 'il troppo é troppo; prima o poi gli Usa si stancheranno di versare l'equivalente di miliardi di sterline all'anno nelle tue casse e allora 'israele', allora raccoglierai quello che hai seminato in sessantatré anni di disgrazata esistenza!". Ovviamente l'invertebrato Nick Clegg 'leader' dei liberaldemocratici inglesi si é subito mobilitato per soddisfare i suoi padroni sionisti e ha chiesto una ritrattazione delle dichiarazioni di Lady Tonge, la quale, piena di quell'orgoglio e quella dignità britannica che Clegg e compagni di sinedrio hanno venduto per un pugno di denari, ha preferito andarsene, continuando la sua battaglia per la verità e la giustizia da indipendente.
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venerdì 2 marzo 2012

Da Homs liberata i racconti dei civili sottoposti per giorni al terrore fondamentalista: "Erano i combattenti stranieri a bloccare le ambulanze e respingerle!"



Come neve sotto il solleone, come castelli di carte sotto la bufera si squagliano e si scompaginano le montagne di bugie e menzogne propalate in queste ultime settimane, fino a pochi giorni fa, dalle televisioni e dalle agenzie di stampa sioniste e imperialiste, che rapsodizzavano di "rivoluzione" in Siria e di "rappresaglie e fucilazioni di civili" da parte dell'Esercito di Assad, quando invece erano proprio i terroristi e i provocatori stranieri che terrorizzavano e massacravano i civili ed erano proprio le truppe del Governo che lottavano per salvarli!

Andiamo con ordine: mentre veniamo inondati da rapporti e racconti di cittadini di Homs e Baba Amr che raccontano come siano stati i terroristi e gli agenti stranieri che per tutti questi giorni si siano lasciati andare a orge di sangue e fucilazioni di famiglie intere di militari e personale di sicurezza nelle zone dove avevano brevemente preso il sopravvento notiamo che il piccolo napoleoncino dell'Eliseo ha annunciato che la Francia chiuderà la sua ambasciata a Damasco. Bizzarra decisione, un'ambasciata sarebbe proprio necessaria ora visto che una mezza dozzina di agenti segreti e parà francesi sarebbero stati catturati nei covi dei terroristi, che stavano ricevendo il sostegno e l'aiuto di Parigi. Che Sarkò abbia voglia di lasciare i suoi legionari in mano ad Assad?

Emerge inoltre che siano stati proprio i terroristi e i guerriglieri stranieri, tra qui abbondavano i temibili "takfiri", fanatici sunniti che speravano di instaurare un califfato talebano e di poter perseguitare tutti gli sciiti, alawiti, cristiani e yazidi della Siria a impedire fino all'ultimo ai convogli della croce rossa internazionale di arrivare in città per evacuare feriti e distribuire aiuti; in questo modo i loro complici di Al-Jazeera e Al-Arabiya potevano accusare Damasco e creare la 'forma mentis' per l'approvazione di una invasione internazionale.
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La Lega Araba lancia appello per la fine dell'assedio di Gaza e convenientemente 'dimentica' i proclami anti-Assad!


Il Segretariato Generale della Lega Araba, vista l'evoluzione favorevole al Presidente Assad degli eventi siriani ha preferito abbandonare il ruolo di istigatore di appelli e iniziative anti-Damasco e filo-terroriste/imperialiste e concentrarsi invece su un tema più condiviso all'interno dell'organizzazione interaraba, archiviando, forse definitivamente gli appelli a "interventi internazionali" e "cambi di regime" in Siria. Niente di più cementante e unificante, per l'occasione, di un appello per la fine dell'assedio sionista contro la Striscia di Gaza, che da cinque anni vive in stato di vera e propria emergenza sanitaria, alimentare ed energetica.

Un rapporto in merito del Segretario Nabil el-Arabi é stato presentato dal Vicesegretario Generale per gli Affari Palestinesi e dei Territori Arabi Occupati, Mohammed Sabih. "L'assedio della Striscia é illegale e costituisce una flagrante violazione della Legge Internazionale e delle Convenzioni di Ginevra; il regime sionista ha implementato un ritiro dalla Striscia spinto dalla costante resistenza popolare; quindi l'ha assediata per "punire" quella stessa popolazione che l'aveva costretto alla ritirata e all'evacuazione", si legge tra l'altro nelle pagine del rapporto.

Arabi ha anche dichiarato che le clausole dell'accordo raggiunto nel 2005 riguardo alle possibilità di attraversamento del confine tra Egitto e Striscia di Gaza sono da rivedere e aggiornare in considerazione della condotta dello Stato ebraico verso la Striscia e delle necessità umanitarie della sua popolazione. Nulla di nuovo sotto il sole rispetto a dozzine di altri appelli simili levati, finora inutilmente, contro l'assedio del ghetto di Gaza, speriamo comunque che la Lega Araba si occupi sempre più di questo argomento e sempre meno della Siria, dove il Governo di Assad sembra essere uscito vincitore contro il complotto imperialista/sionista/saudita.
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Gli scagnozzi kenioti di Obama, Netanyahu e Sarkozy uccidono 30 civili somali con un bombardamento aereo!


Vecchi caccia F-5 dell'aviazione militare keniota hanno sganciato bombe a caduta libera presso Burdhubo, su quelle che credevano essere "Posizioni dei guerriglieri musulmani Al-Shabaab", 60 Km a Sud-Ovest della cittadina somala di Bardhere, nella Regione di Gedo, finendo invece per massacrare una trentina di abitanti civili della zona, secondo quanto riportato dalle fonti ufficiali degli Al-Shabaab, riprese e confermate dalla tv iraniana in lingua inglese PressTV.

Il Governo keniota cerca di negare la strage e pretende di avere colpito un "obiettivo militare" ma questa volta a smentirlo non sono soltanto i guerriglieri musulmani (che potrebbero avere le loro ragioni a nascondere le loro perdite e invece denunciare morti di civili) ma persino il portavoce del Governo di Mogadiscio nella zona! Infatti il Governo del Presidente Sheik Sharif Sheik Ahmed, che pure lotta contro gli Al-Shabaab per riguadagnare il controllo del territorio é fortemente contrario alle ingerenze keniote in Somalia, alla presenza di truppe di Nairobi sul suo territorio e, ovviamente, agli attacchi e bombardamenti lanciati "a casaccio" che puntualmente si trasformano in stragi di civili.

Ma ovviamente, nel perverso mondo dell'imperialismo colonialista occidentale la voce del legittimo Governo somalo conta poco paragonata al sostegno che Usa, Israele e la Francia filosionista dell'oriundo Sarkozy tributano al Kenya, consentendogli di fare il bello e il cattivo tempo in casa d'altri con la comoda scusa della "lotta al terrorismo"; intanto le donne e i bambini somali continuano a crepare a dozzine sotto i raffinati missili 'hellfire' dei droni di Obanga, Bresidende della Gasa Bianga, oppure sotto le meno 'avanzate' bombe non guidate dei jet di Nairobi.
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48 milioni di elettori alle urne in Iran, di essi ben quattro milioni sono giovani che votano per la prima volta!


Secondo i rapporti pubblicati dal Ministro degli Interni Mostafa Mohammad Najjar verso mezzogiorno ora locale i primi dati riguardo alle none elezioni parlamentari della Repubblica Islamica dell'Iran indicano che la percentuale di coloro che si sono recati alle urne si sarebbe ulteriormente alzata rispetto alla pur rispettabile quota stabilita quattro anni fa alla stessa ora, segno evidente dell'interesse e della sensibilità della cittadinanza iraniana per il processo politico che, nel rispetto delle linee-guida tracciate dalla Guida Suprema Ayatollah Khomeini dopo la vittoria schiacciante dei "sì" per la Repubblica Islamica nel referendum del 1 aprile 1979, ha garantito al paese indipendenza, autonomia e una via nazionale verso lo sviluppo, libera dai condizionamenti e dai ricatti dell'Occidente imperialista.

Oltre 48 milioni di cittadini iraniani potranno esprimere le loro preferenze in queste elezioni parlamentari, dove i seggi dovrebbero chiudere alle 18 ora di Teheran ma, come sembra probabile, se saranno presenti ancora lunghe file di elettori in attesa i presidenti delle sezioni elettorali dovrebbero concedere delle estensioni per permettere di esaurire le code. Una importante lezione di partecipazione democratica agli esangui stati occidentali, dove si parla di "alta affluenza alle urne" quando si supera il 60 per cento dei votanti e dove negli Usa, tanto per fare un esempio, il Presidente viene eletto ormai da molti decenni da una percentuale di votanti inferiore al 45 per cento degli aventi diritto.

Secondo il Presidente della Commissione Elettorale Sowlat Mortazavi ci vorranno 48 ore per annunciare i risultati dei piccoli e medi centri e delle città minori: aree più popolate come Teheran, Mashad, Esfahan potrebbero avere bisogno fino a 24 ore in più per esaurire il processo di spoglio e conteggio dei voti. Gli osservatori politici internazionali attendono con interesse di vedere se premiati dall'elettorato usciranno i candidati vicini alla Guida Suprema Ayatollah Ali Khamenei riuniti sotto la lista "Fronte Unito dei Princìpi" o invece i fedeli del Presidente Ahmadinejahd della lista "Fede e Giustizia": i primi sono favorevoli allo Status Quo e a una difesa delle conquiste della Rivoluzione vista come 'sopravvivenza della Repubblica Islamica', i secondi invece vorrebbero un nazionalismo populista dove la fede promana dalle Masse e la tradizionale gerarchia religiosa perderebbe un po' di influenza e importanza e un ruolo più attivo nella politica regionale.
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Esplosione presso un oleodotto nell'Est sciita dell'Arabia Saudita: forse é iniziata la rivolta che rovescerà la corrotta Casa di Saoud?


Un tratto di oleodotto che trasporta greggio all'enorme raffineria di Ras Tanurah é esploso ieri dando origine a un incendio che ha impegnato i vigili del fuoco per molte ore, fino a sera inoltrata, per venire contenuto e quindi domato. La notizia più che significativa é notevolissima perché, come dimostra una cursoria consultazione di Google Maps Ras Tanurah si trova a poca distanza da Qatif, la città-simbolo della rivolta sciita che da mesi infiamma le province orientali saudite, abitate dalla consistente minoranza e in assoluto le più ricche del petrolio che finanzia le stravaganze dei 'nababbi' di Riyadh.

Anche se ufficialmente il Governo di Re Saoud nega e parla di "incidente" é convinzione comune che ci si trovi di fronte a un attentato che segna un cambio di passo nella strategia dei dimostranti: se prima si tenevano manifestazioni di protesta che chiedevano la fine delle discriminazioni religiose e settarie, la liberazione dei prigiornieri politici e una maggiore equaniminità nel reinvestimento dei profitti petroliferi adesso esiste la concreta possibilità il movimento di protesta potrebbe diventare una insurrezione che miri a separare l'Est sciita dal resto del reame e dichiararne l'indipendenza.

Ovviamente gli attacchi alle infrastrutture petrolifere saranno il refrain di questa rivolta; come a dire: "Il petrolio é nostro, preferiamo bruciarlo che vedervi spenderlo per comprare Rolls Royce d'oro e per inviare truppe a massacrare i nostri fratelli Bahreini e per armare i terroristi in Siria!". I prezzi del greggio sui mercati mondiali sono schizzati ai massimi da mesi a questa parte...e pensare che solo ieri lo stolto Re Saoud "prometteva" di 'aumentare l'estrazione' per compensare gli effetti delle 'sanzioni alla rovescia' Usa ed Europee sui prezzi del petrolio.
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VITTORIA! Le truppe siriane trionfanti espugnano i covi dei terroristi a Baba Amr! Homs liberata festeggia i soldati, la popolazione plaude al Presidente Assad!!


Con un'azione mirata e decisa le truppe della Quarta Brigata Corazzata dell'Esercito siriano hanno preso il controllo degli ultimi rifugi sotterranei a Baba Amr, nei pressi di Homs, in cui si erano asserragliati con armi e munizioni i terroristi al soldo di Usa, Israele, Arabia Saudita e altri sceiccati del petrolio, ponendo fine a un confronto durato venti giorni e conclusosi col totale trionfo delle forze governative. Solo pochi individui isolati sono riusciti a esfiltrare la zona, sigillata da un imponente cordone di truppe e forze di sicurezza. Eventuali fuggiaschi, comunque, non dovrebbero essere in grado di rappresentare una minaccia.


Persino la propaganda imperialista, che ha continuato in queste ore a vomitare inesausti torrenti di menzogne e falsità si é dovuta arrendere alla realtà degli eventi e pure a malincuore deve ammettere che l'insurrezione armata contro il Governo di Assad é totalmente fallita, nonostante il vasto e ricco parterre di sponsor che vantava: israeliani, turchi, americani, francesi, sauditi, qatariani hanno in questi ultimi mesi provato in ogni modo a far precipitare la Siria nel caos e nella violenza per giustificare un intervento militare internazionale come quelli avvenuti in Irak e in Libia. Ma quello che ha fatto la differenza é stata la grande riconoscenza e fedeltà del popolo verso il Governo centrale, che negli ultimi decenni ha garantito stabilità, pace e sviluppo a un paese che si trova in una delle regioni più volatili del mondo.

Riconoscendo il debito verso Assad e il pericolo derivante dal prestare fiducia alle 'sirene' occidentali e imperialiste milioni e milioni di siriani si sono recati ai seggi la scorsa domenica per approvare col loro voto la nuova Costituzione plurarlista e sostenere nei fatti la politica di graduali riforme democratiche portata avanti da Damasco che entro il mese di maggio dovrebbe portare a elezioni politiche da cui sorgeranno un nuovo Parlamento e un nuovo Esecutivo.
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giovedì 1 marzo 2012

L'Agenzia Spaziale Iraniana fa il punto su un anno di attività e delinea gli obiettivi per i prossimi dodici mesi!


Avvicinandosi la fine dell'anno secondo il calendario iraniano (il nuovo anno lunare prenderà il via il 20 marzo 2012) l'Agenzia Spaziale di Teheran sta tirando i bilanci di un anno ricco di risultati, successi e soddisfazioni e si prepara ad affrontarne uno ancora più gravido di sfide, ma, proprio per questo motivo, anche più promettente di quello appena trascorso. Il Capo dell'Agenzia Spaziale Hamid Fazeli indica nel lancio del satellite "Fajr", inizialmente previsto per queste settimane, il primo obiettivo da "mettere al sicuro"; lo spostamento del lancio previsto per questo periodo non deve trarre in inganno, forse é solo il perfezionismo a spingere gli uomini dell'ISA alla prudenza ma la anticipata disponibilità di nuovi modelli di simulazione per minimizzare gli imprevisti li ha convinti dell'opportunità di effettuare ulteriori test anche con questi strumenti, prima di procedere alla effettiva messa in orbita del satellite.

Pesante sessanta chilogrammi e studiato per rimanere sospeso attorno alla Terra all'altitudine di 400 Km 'Fajr', alimentato dalle sue cellule fotovoltaiche, fornirà importantissimi dati per l'agricoltura, la conservazione delle foreste e del patrimonio naturale iraniano, la protezione civile e altri impieghi ancora. Entro il prossimo settembre, poi, sarà la volta di "Tolou" (Sol Levante) a levarsi da terra, portato dal vettore "Simorgh" (Fenice); l'utilizzo del Simorgh rappresenterà il trampolino ideale per il progressivo aumento delle capacità di portata dei vettori iraniani che nei prossimi anni diventeranno capaci di portare in orbita carichi fino a una tonnellata di stazza.

Con il passare del tempo e l'aumentare e il raffinarsi delle conoscenze dei suoi scienziati, ingegneri e tecnici la Repubblica Islamica Iraniana, che ratifica e rispetta il trattato del Comitato ONU per lo Sfruttamento Pacifico dell Spazio Cosmico, conta di arrivare, sperabilmente entro il 2020, a riuscire a mandare in orbita un equipaggio umano, entrando così nel ristretto club delle potenze che sono riuscite a compiere una missione astronautica con le loro sole risorse (insieme a Unione Sovietica, Stati Uniti, Repubblica Popolare Cinese).
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Fatah condanna (a parole) l'attacco sionazista contro le emittenti TV cisgiordane: "Esempio di terrorismo di Stato!"


Un portavoce dell'Ufficio di Fatah per l'Informazione e la Cultura, Ahmed Assaf, ha descritto il duplice raid devastatore compiuto da forze militari sioniste contro le emittenti cisgiordane Watan TV e Al-Quds Educational come "un chiaro e lampante esempio di terrorismo di Stato" e "una flagrante violazione delle leggi internazionali che tutelano la libertà di informazione". In una dichiarazione rilasciata a poche ore dai fatti Mr. Assaf ha affermato che "gli attacchi portati avanti dalle forze di occupazione sioniste contro emittenti televisive che lavoravano nel rispetto delle leggi palestinesi costituiscono un attentato alla libertà di parola, di espressione, di informazione, alla Democrazia e a tutti gli istituti che queste libertà e questa Democrazia garantiscono e proteggono".

Assaf ha inoltre sottolineato la modalità vandalica e sprezzante con cui gli attacchi sono stati portati avanti, significativo del livello di indottrinamento all'odio e al disprezzo che le reclute dell'esercito ebraico ricevono nei confronti della popolazione palestinese e di tutto ciò che la riguardi; il portavoce di Fatah ha fatto appello alla Comunità Internazionale perché prenda sul serio questo evento, verificatosi in un periodo di escalation delle persecuzioni violente e razziste da parte di forze armate, polizia e anche semplici teppisti ebrei degli insediamenti illegali, che prendono di mira proprietà, abitazioni, luoghi sacri e significativi del retaggio storico, archeologico e culturale della Palestina.

"L'attacco alle stazioni televisive significa che esiste un accordo tra autorità sioniste e teppisti degli insediamenti; impedire alle stazioni locali di trasmettere immagini e testimonianze di attacchi e devastazioni equivale a volerle nascondere all'attenzione della regione e del mondo, sperando che esse possano continuare indisturbate!".
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Drone-assassino di Obama prima massacra dozzine di civili in una baraccopoli somala, poi si schianta al suolo vicino a una base militare!


Un drone assassino della Casa Bianca, "regalo umanitario" del Presidente di colore USA "tanto vicino" alle popolazioni del Sud del Mondo da mandare i suoi robot-killer a visitarle e massacrarle sempre più spesso, ha ucciso dozzine di persone bombardando coi suoi razzi e con le sue bombe guidate una baraccopoli a Sud di Mogadiscio, la capitale della Somalia, secondo quanto riportato dagli inviati dell'emittente iraniana PressTV.

Poche ore dopo, un velivolo senza pilota, non é chiaro se lo stesso responsabile della strage di civili di poco prima (anche se pare probabile) si é schiantato presso la base militare di Halane, sempre a Sud della capitale somala. L'incidente, che si ricollega a una vera e propria "strage" di droni verificatasi alcuni mesi orsono a causa di 'virus' informatici diffusisi nei loro software di navigazione e all'impiego di avanzate contromisure elettroniche, che qualcuno vorrebbe portate nel paese da emissari iraniani, é stato confermato dall'Ufficio Informazioni dell'Esercito governativo.

Il 'Governo' somalo controlla poco più della capitale e delle province immediatamente circostanti; il resto della Somalia é preda dell'anarchia, dell'arbitrio di Signori della Guerra, clan di Pirati, milizie locali e truppe di invasione straniere come quelle etiopiche e kenyote, sostenute da Usa, Israele, Francia e altre arroganti potenze imperialiste che vogliono trarre il massimo vantaggio dal caos e dalla sofferenza della popolazione locale, perseguitata anche dagli effetti di siccità e carestia che solo di recente sono state "downgradate" dal livello di "emergenza umanitaria", ma rimangono comunque una grave e dolorosa realtà.
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Il Partito di Libertà e Giustizia egiziano spera che Hamas apra uffici anche al Cairo!


Mohammed Mursi, leader del Partito egiziano di Libertà e Giustizia, espressione della potente e influente Fratellanza Musulmana ha espresso la sua speranza che presto il Movimento musulmano di Resistenza all'occupazione sionista della Palestina possa aprire uffici anche nella capitale egiziana.

L'auspicio é arrivato nel corso di una intervista con il quotidiano cairota Al-Ahram ('Le Piramidi') nella quale Mursi ha dichiarato che l'apertura di una rappresentanza ufficiale nel paese incrementerebbe decisamente il ruolo egiziano nel facilitare la riconciliazione con Fatah e nel sostenere la popolazione della Striscia di Gaza.

Al tempo dell'autocrazia di Hosni Mubarak l'unica forma di 'solidarietà con la Palestina' concessa dal regime era verbale e sempre declinata verso Fatah, l'organizzazione che aveva fatto atto di sottomissione "riconoscendo" il regime di occupazione esattamente come l'Egitto si era sottomesso con Sadat accettando gli iniqui 'Accordi di Camp David".

Mursi invece ora ha sottolineato la necessità di una bilanciamento equanime nel sostegno alle due forze palestinesi di maggioranza: Hamas e Fatah.
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Ali Larijani: "Meschini e volgari i tentativi Usa di gettare dubbi sul referendum, votato da milioni di cittadini leali ad Assad!"


Il Presidente della Camera iraniana Ali Larijani ha duramente criticato e stigmatizzato gli Stati Uniti per i loro ipocriti e subdoli tentativi di sminuire e ignorare l'importanza del recente referendum popolare in Siria, che ha visto oltre dieci milioni di persone (su quattordici milioni di aventi diritto) recarsi ordinatamente alle urne e approvare a schiacciante maggioranza la nuova Carta proposta dalla Commissione per la Riforma Costituzionale, che, abolendo l'Articolo 8 del vecchio ordinamento toglie al partito Ba'ath il ruolo preminente nella società e nelle istutuzioni che aveva mantenuto negli ultimi decenni.

Larijani ha dichiarato che la frustrazione delle arroganti potenze occidentali, frustrate nel loro tentativo di imporre il caos e il terrore in Siria tramite i loro provocatori infiltrati, riforniti di armi e denaro da Arabia Saudita, Qatar e Israele, cerca una meschina 'compensazione' nelle menzogne riguardo il recente referendum che ha testimoniato il livello di popolarità e di seguito che Bashir Assad e il suo Governo riscontrano nella popolazione, mortalmente spaventata dalla prospettiva di guerra civile, settarismo, persecuzioni e attentati a sfondo etnico e religioso come quelli che si sono visti in Irak dopo l'invasione americana e il caos che ne é seguito, con le truppe di invasione totalmente incapaci di mantenere il controllo del paese.

Larijani ha rimarcato che, secondo la maggior parte degli analisti affidabili e indipendenti, il rapido e maturo procedere del processo di riforma portato avanti dal Governo, con l'annuncio di nuove elezioni politiche entro tre mesi, sta letteralmente "tagliando l'erba sotto i piedi" dei terroristi, rinserrati in poche località, totalmente isolati dalla popolazione (che li odia e li teme) e incapaci di proporre alcunché anche a quei Siriani che, magari, non sono seguaci di Assad, ma certamente non vogliono vedere il loro paese distrutto come l'Irak o la Libia.
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E' deciso: l'Egitto eleggerà il suo nuovo Presidente il 23 e il 24 maggio 2012!


A fine maggio 2012 il popolo egiziano verrà di nuovo chiamato alle urne per decidere, dopo le storiche elezioni politiche dello scorso autunno, di scegliere dopo il Parlamento anche il Presidente, che diventerà il primo Capo di Stato egiziano democraticamente eletto, succedendo nei fatti a Hosni Mubarak, ultimo a portare quel titolo prima delle sue dimissioni del febbraio 2011, causate dalla Rivoluzione di Piazza Tahrir.

Ma é possibile che si debba arrivare a un ballottaggio, che si terrà in quel caso tra il 16 e il 17 giugno successivi. Un po' di apprensione suscita l'annuncio che il vincitore possa essere annunciato a fine mese e non immediatamente dopo le votazioni; l'elezione del Presidente renderebbe ridondante e pleonastica la continuata esistenza del cosiddetto "Consiglio Supremo delle Forze Armate" e vi é chi teme che Tantawi e gli altri generali vogliano "aggiustare" i risultati, magari sfavorendo o danneggiando candidati 'scomodi', quelli espressi dai partiti più fortemente antiamericani e anti-israeliani.

Nel recente passato la potente Fratellanza Musulmana egiziana ha dichiarato di non volere presentare un proprio candidato alla competizione presidenziale ma di stare cercando, nel novero dei nomi più accreditati finora emersi come possibili aspiranti alla carica un personaggio "con un background islamico credibile e profondo" su cui far confluire le preferenze di militanti e simpatizzanti.
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mercoledì 29 febbraio 2012

L'iniqua corte militare sionista prende tempo per prolungare le sofferenze di Hana'a Shalabi, la coraggiosa ragazza in sciopero della fame!


La corte militare sionista di Ofer ha deciso nella mattinata di oggi di posporre l'emissione del verdetto sul ricorso presentato dai legali della detenuta politica palestinese Hana'a Shalabi, irregolarmente ri-arrestata dopo essere stata liberata questo autunno e sottoposta senza motivo a un provvedimento di 'detenzione amministrativa' che l'ha spinta, oltre alle torture e ai maltrattamenti subiti dopo il suo arresto, a porsi in stato di sciopero della fame a oltranza per protesta.

L'avvocato Jawad Bulous, che ha consegnato la richiesta di ricorso, ha ipotizzato che il rinvio sia un tentativo del tribunale di costringere la ragazza a interrompere il suo sciopero della fame, che va avanti esattamente da due settimane e che finora ne ha causato il trasferimento "per punizione" in un settore del carcere insieme a criminali comuni ed assassini ebrei, nella speranza di intimidirla e fiaccarne la volontà di resistenza.

Ufficialmente il tribunale avrebbe chiesto 'tempo' per "analizzare il rapporto segreto sull'imputata" (un presunto dossier 'segreto' che sarebbe alla base della richiesta di detenzione amministrativa) ma é chiaro che questo non é altro che un pretesto e che il vero intento di accusa e tribunale (alleati contro la difesa in barba a qualunque pretesa di "giusto processo") é quello di portare Hana'a a capitolare interrompendo lo sciopero della fame. La deputata palestinese Samira al-Halaika ha dichiarato che é "dovere morale" di tutti i Palestinesi, nelle terre occupate dal'48 e nei territori occupati di levarsi in protesta per il rilascio di Hana'a e per l'abolizione della "detenzione amministrativa".

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La censura sionazista si scatena contro due emittenti TV palestinesi: "Vogliono cercare di oscurare la verità!"


Forze militari del regime ebraico di occupazione della Palestina hanno fatto irruzione nottetempo nelle redazioni di due emittenti TV palestinesi: Watan TV e Quds Educational, lasciandosi andare a una vera e propria orgia di saccheggio e distruzione. Gli invasori sionisti hanno depredato equipaggiamenti elettronici ed ottici per dozzine di migliaia di Euro di valore e hanno pervicacemente distrutto e guastato tutto quello che non si sono potuti portare dietro. Scritte oscene e insultanti sono inoltre state lasciate sulle mura delle redazioni.

Questo comportamento selvaggio, che tanto ricorda quello dei teppisti ebrei impegnati a profanare e devastare luoghi di culto, abitazioni e luoghi di lavoro palestinesi dimostra come ormai l'Esercito di occupazione agisca tanto regolarmente a fianco e di concerto con i delinquenti degli insediamenti illegali da averne addirittura assimilato i metodi, che vengono ripetuti pari pari anche durante operazioni "ufficiali" come questo raid di censura, mirato a impedire ai Palestinesi di trasmettere il resoconto delle persecuzioni cui sono sottoposti.

Il Caporedattore di Watan TV Ali Daraghmeh ha dichiarato ai reporter dell'iraniana PressTV che la sua stazione é totalmente impossibilitata a riprendere le trasmissioni: "Israele non dovrebbe avere giurisdizione qui, la nostra TV si trova in Cisgiordania, un'area sottoposta all'ANP che ci ha concesso una regolare e valida licenza di trasmettere. Quello che é accaduto é un indicibile e intollerabile abuso". Le associazioni di categoria dei giornalisti palestinesi hanno promesso per oggi un raduno di protesta a Ramallah.
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Il Parlamento egiziano pronto a nominare una Commissione Costituente per redigere una nuova Carta!


Il Parlamento egiziano ha recepito l'invito del Governo a selezionare all'interno della cerchia dei Deputati una Commissione incaricata di redigere una nuova Costituzione, che vada a sostituire quella teoricamente in vigore durante il trentennio della dittatura di Hosni Mubarak. Diciamo "teoricamente" giacché, come scritto più volte su queste pagine l'autocrazia mubarakiana si segnalò per essere riuscita a mantenere lo 'Stato di Emergenza' dichiarato all'indomani dell'assassino del predecessore Anwar Sadat (colpevole di avere abbandonato il Nasserismo ed avere aggiogato l'Egitto al carrozzone imperialista, umiliandolo con gli Accordi di Camp David) in vigore per tutto i trent'anni successivi, tanto che esso, é sopravvissuto al suo promulgatore Mubarak, essendo stato revocato solo di recente, dopo le sue dimissioni.

La discussione sulla forma e sui contenuti della nuova Carta, che determinerà il bilanciamento dei poteri tra Presidenza, Esecutivo, Camera e Potere Giudiziario sta già fervendo e i rappresentanti di punta dei maggiori partiti sarebbero impegnati in frenetiche trattative per determinare numero e identità dei membri della Commissione Costituente.

I risultati delle ultime elezioni; di sicuro le più democratiche mai tenutesi in Egitto da oltre tre decenni a questa parte, hanno consegnato la maggioranza assoluta ai due principali partiti religiosi: l'FJP della Fratellanza Musulmana e l'Al-Nour, espressione dei settori più conservatori dell'Islam ortodosso; é quasi certo, quindi, che la nuova Carta contenga un esplicito e chiaro riferimento al Corano come fonte naturale del Diritto nello Stato e nella società egiziana.
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Il Presidente libanese Suleiman dichiara: "Il processo di riforma portato avanti da Assad salverà la Siria; presto Damasco rientrerà nella Lega Araba!"


Nel corso della sua visita ufficiale in Romania il Presidente libanese Michel Suleiman ha dichiarato, nel corso di una conferenza stampa congiunta tenuta a fianco del collega balcanico Traian Basescu ha espresso piena fiducia negli sviluppi positivi della situazione in Siria ora che il processo di riforma istituzionale lanciato dal Governo del Presidente Assad é in pieno svolgimento, con l'approvazione della nuova Costituzione e la preparazione delle prossime elezioni politiche.

Certo l'ex-Generale Suleiman doveva stare anche pensando alla benefica azione della decisa controffensiva militare contro i terroristi asserragliati nella loro ultima roccaforte di Homs, giacché senza la certezza della totale e definitiva eliminazione delle cellule provocatrici infiltrate e rifornite dall'estero non vi sarebbe speranza di poter riportare la pace e la tranquillità tra i cittadini siriani, ma comunque non ha esteso le considerazioni a questo ambito.

Ha invece garantito che il suo paese farà "i più ampi sforzi" per garantire il pronto rientro della Siria nella Lega Araba, organismo da cui, con una procedura irregolare e pretestuosa, i paesi petroliferi del Golfo Persico, complici degli imperialisti occidentali e sionisti nel complotto contro Damasco, l'avevano estromessa alcune settimane addietro. "Il Libano attenderà la prossima riunione della Lega e prenderà le posizioni appropriate".

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Il regime di Riyadh fa arrestare 25 sciiti che hanno manifestato contro la brutalità di Casa Saoud!


Attivisti sciiti che da mesi stanno rischiando la vita e la libertà per denunciare gli abusi e le persecuzioni a cui la loro comunità é sottoposta dal corrotto regime di Riyadh, una monarchia assoluta che finanzia il terrorismo e la destabilizzazione fuori dai suoi confini mentre pratica la repressione, la tortura e la strage al suo interno, per difendere il potere del sovrano e della sua corte di sicofanti, hanno comunicato che 25 loro compagni di lotta sarebbero stati arrestati a Qatif, città dell'Est, epicentro delle manifestazioni e degli scontri delle ultime settimane.

Fra gli arrestati vi sarebbero comuni cittadini ma anche membri di rilievo della comunità sciita: insegnanti, giornalisti, leader religiosi, intellettuali e un poeta. Gli arrestati sarebbero stati fatti 'scomparire' da "pattuglie dell'alba" che li avrebbero accusati di "aver preso parte ad attività anti-governativa". Nella monarchia assoluta saudita il solo fatto di partecipare a una manifestazione politica in pubblico costituisce reato. Questa é la realtà dello Stato che é il migliore alleato di Usa, Europa e Israele nel Mondo Arabo e verso il quale mai si levano le ipocrite e strumentali critiche che spesso l'arrogante occidente imperialista rivolge a stati ben più liberi e democratici come la Repubblica Islamica.

Le richieste dei dimostranti sciiti inizialmente prevedevano solo la fine delle discriminazioni sociali, una più equa redistribuzione dei proventi del petrolio (estratto per la maggior parte proprio dalle loro province) e la liberazione di tutti i prigionieri politici; adesso però, di fronte alla violenta e brutale reazione di Casa Saoud le richieste sempre più spesso includono l'abolizione della monarchia oppure la secessione e la creazione di uno stato sciita indipendente affacciato sul Golfo Persico.
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Manifestazioni a Gaza e in Cisgiordania a sostegno della lotta di Hana'a Shalabi, la detenuta politica in sciopero della fame!


I Palestinesi di Gaza si sono riuniti di fronte agli uffici ONU nella Striscia assediata per domandare che le Nazioni Unite premano per il rilascio della prigioniera politica Hana'a Shalabi, liberata in autunno in cambio del rilascio dell'Ebreo francese Gilad Schalit e recentemente ri-arrestata in barba alle promesse del regime ebraico di non sorvegliare, pedinare o imprigionare nuovamente i detenuti rilasciati.

La Shalabi, in sciopero della fame a oltranza, é stata trasferita in un reparto di criminali comuni ebrei come "punizione" per la sua protesta, scattata dopo avere denunciato i maltrattamenti, i pestaggi e le torture cui é stata sottoposta dal momento della sua cattura, anche di fronte ai suoi familiari venuti a visitarla.

I dimostranti di Gaza, tra loro diversi prigionieri politici liberati insieme alla Shalabi, hanno dimostrato la loro solidarietà con la giovane, cantando slogan contro il Premier sionista Benji Netanyahu e stigmatizzando gli Usa per il loro atteggiamento di acritico sostegno alle politiche del regime dell'Apartheid. Una manifestazione simile si é tenuta anche in Cisgiordania, di fronte agli uffici della Croce Rossa di Ramallah.
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Arriva in Egitto un nuovo ambasciatore sionista; la domanda che tutti si pongono é: "Quanto durerà?"


Il regime ebraico di occupazione della Palestina ha inviato in Egitto il suo nuovo ambasciatore, Yaakov Amitai, in luogo di Yithzak Levanon, che per due volte aveva dovuto abbandonare il Paese delle Piramidi a causa delle sincere e vibrate manifestazioni di rabbia popolare contro la sede diplomatica sionista, culminate con l'abbattimento del muro di cemento fatto erigere a sua difesa dalla solerte giunta militare (composta di generali nominati da Mubarak e noti per il loro filosionismo) e con l'irruzione della folla nell'edificio che la ospitava.

Amitai, che si trova di fronte un Egitto il cui orizzonte politico é in costante evoluzione e non secondo gli interessi di Tel Aviv, ha rilasciato alcune dichiarazioni di rito riguardo alle "occasioni di rafforzare l'intesa tra l'Egitto e Israele" a una platea di giornalisti che non pareva troppo convinta della sua sincerità. L'Egitto, lo ricordiamo, é stato il primo paese arabo, sotto Sadat, ad accordarsi con Israele sperperando il prestigio acquisito con la brillante campagna della Guerra del Ramadan nel 1973.

Già all'indomani della caduta di Mubarak, lo scorso febbraio, buona parte dell'opinione pubblica chiede a gran voce di rivedere gli Accordi di Camp David, sentiti come una umiliante capitolazione che non ha portato alcun reale vantaggio al paese e alla sua popolazione.
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martedì 28 febbraio 2012

La Repubblica Islamica iraniana pronta a produrre jet miniaturizzati per la sua nuova generazione di droni senza pilota!


Il Brigadier Generale Abdolkarim Banitarafi, distaccato presso le Industrie Aeronautiche della Repubblica Islamica per controllare progressi e sviluppo dei programmi di costruzione di jet e droni avanzati ha dichiarato che Teheran é ormai in grado di costruire motori turbofan miniaturizzati per propellere droni di nuova e avanzata generazione che non hanno niente da invidiare a quelli prodotti nei paesi occidentali.

Banitarafi ha dichiarato che il know-how necessario a realizzare i mini-jet, sensibilmente più piccoli di quelli impiegati nella propulsione di aerei pilotati, é stato accumulato anche grazie alle analisi e agli studi degli UAV americani e israeliani catturati o abbattuti negli ultimi mesi mentre cercavano di spiare l'Iran e i suoi impianti di difesa e di ricerca.

La notizia dimostra che, dopo gli UAV spinti da motori a elica o a razzo la Repubblica Islamica é pronta a confrontarsi ad armi pari con i suoi avversari: molto presto i droni-jet di Teheran potrebbero aggirarsi non visti sopra le basi imperialiste nel Golfo Persico e negli emirati del petrolio, sopra Israele o sopra l'Afghanistan occupato dalla NATO, registrando, fotografando, identificando possibili obiettivi e bersagli.
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Il deputato sionista Zeev Bielski lancia l'allarme: "Siamo totalmente impreparati a una rappresaglia massiccia in caso di guerra!"


Il deputato sionista Ze'ev Bielski, membro del partito fondato dal criminale di guerra Ariel Sharon (quindi non certo un pacifista o un filo-palestinese) ha lanciato l'allarme dichiarando che le ottimistiche previsioni e dichiarazioni di Ehud Barak, Ministro della Guerra, che dichiara che anche in caso di bombardamento massiccio delle città israeliane "ci saranno meno di cinquecento morti" non sono altro che facilonerie dette dallo stesso 'genio' che dopo la ritirata precipitosa dal Sud del Libano pensava che la milizia collaborazionista dell'SLA di Antoine Lahad avrebbe "resistito a Hezbollah per anni" quando circa trenta giorni dopo il ritiro tutti i membri dell'SLA erano in carcere, catturati da Hezbollah e sottoposti a sentenza dai tribunali militari libanesi.

Parlando con l'agenzia sionista Reuters Bielski ha dichiarato: "Pronti? Pronti a cosa? Solo a Tel Aviv il 25 per cento della popolazione non ha accesso a rifugi, privati o comuni, in caso di una guerra contro Hezbollah la città verrà sicuramente colpita e se l'Iran dovesse rispondere a un bombardamento sul suo territorio allora tutti i centri israeliani sarebbero possibili bersagli. Cosa vuol dire che 'meno di cinquecento' israeliani sarebbero uccisi? Quanti lo sarebbero? Quattrocento? Trecento? Barak é pronto a lasciare morire quattrocento o più cittadini?".

La Repubblica Islamica dell'Iran ha annunciato pubblicamente che scatenerà una "schiacciante rappresaglia militare" contro ogni forza che osi attaccarla, specialmente riguardo al suo legittimo programma nucleare civile che Israele e Usa vorrebbero arrestare con pretesti inaccettabili, impauriti dall'idea che un paese musulmano retto dall'Islam politico sappia gestire tecnologie avanzate, cosa che contrasterebbe con la loro retorica propagandistica sui "musulmani arretrati". I missili balistici a medio e lungo raggio iraniani sono in grado di colpire il regime ebraico senza problemi mentre i progetti sionisti di "scudo antimissile" si sono tradotti in una serie di fallimenti oppure sono stati bloccati per mancanza di fondi.
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Gravi le condizioni dello Sceicco Khader Adnan, sopravvissuto a stento a 66 giorni di digiuno: verrà presto operato!


Lo Sceicco Khader Adnan, leader del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina che si é quasi ucciso con un digiuno di 66 giorni, fermandosi solo 3 giorni e mezzo prima che l'inedia lo conducesse alla morte per protestare contro la pratica illegale e inumana della "detenzione amministrativa" da parte del regime sionista di occupazione della Palestina, con cui centinaia di prigionieri politici palestinesi sono tenuti in carcere senza nessuna accusa precisa, verrà presto operato nel centro medico in cui si trova ricoverato e dove é stato sottoposto a una terapia di riadattamento progressivo alla nutrizione.

Allo Sceicco, prostrato dallo sciopero della fame, sono stati somministrati alimenti fluidi e semiliquidi, nella speranza che il suo tratto digerente ricominciasse piano piano ad assorbirli ma purtroppo il suo intestino, disabituato a funzionare, ha sviluppato un blocco che sarà necessario rimuovere chirurgicamente. L'operazione é resa pericolosa e complicata dallo stato di debolezza generalizzata e di astenia del paziente e potrebbe rivelarsi fatale.

Lo Sceicco Khader ha personalmente invitato i gruppi di sostegno dei Diritti Umani e dei Diritti dei prigionieri politici palestinesi di rivolgere tutta la loro attenzione e tutta la loro influenza al caso della detenuta Hana'a Shalabi, attualmente in sciopero della fame da dodici giorni per protestare non solo contro la Detenzione Amministrativa ma anche contro il suo ri-arresto che viola i termini dei patti per lo scambio di prigionieri con cui nello scorso autunno é stato liberato l'Ebreo francese Gilad Schalit.

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Anche l'ufficio della Presidenza approva la nuova Carta: é ufficiale, la Siria ha una nuova Costituzione!



Come annunciato negli scorsi aggiornamenti dalla Siria dopo che milioni e milioni di cittadini si sono ordinatamente recati alle urne per esprimere il loro parere sulla nuova Costituzione proposta come parte della riforma democratica e pluralista dell'ordinamento politico siriano e dopo lo spoglio e il conteggio dei risultati (89,4% di "sì" all'approvazione del documento) da parte del Ministero dell'Interno mancava solo un ultimo, decisivo atto all'entrata in vigore della nuova Carta, che puntualmente é venuto da parte del Presidente Assad.

"Di fronte alla massiccia e inequivoca manifestazione della volontà popolare non avevo altra scelta se non quella di acconsentire", ha dichiarato il Presidente, la cui apparizione al seggio referendario insieme all'amata moglie Asma ha suscitato, come riportato nel video, vere e proprie manifestazioni di entusiasmo. In questo periodo di aggressione terroristica motivata da Usa, Israele e monarchie petrolifere la stragrande maggioranza del popolo siriano si é stretta attorno alla figura del Presidente come garante della pace e dell'unità del Paese. Bashir Assad ha superato in questa crisi la sua prova più ardua, combattuta non sui campi di battaglia di una guerra esterna, ma nelle stesse strade e città della sua patria, che lo ha riconosciuto come latore dell'unica autorità legittima.

Adesso grazie anche alle elezioni politiche che si terranno entro tre mesi la Siria non sarà più uno Stato sotto la "tutela" del Partito Ba'ath, cui l'Articolo 8 della vecchia carta riconosceva il ruolo preminente di garante dell'autonomia e dell'indipendenza nazionale nonché riservava il privilegio di avere proprie rappresentanze tra gli studenti e i militari (intellighenzja e forze armate sono da sempre stati i suoi principali bacini di rappresentanza). Tuttavia, ne siamo pur certi, Bashir Assad, il Ba'ath e la comunità alawita avranno ancora un vasto e importante ruolo da giocare nel futuro del paese, in barba alle speranze e ai desideri di chi voleva distruggerli con l'arma del terrore e degli agenti provocatori.

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Anche Mona Mansour invita l'Egitto a dire la sua per la pronta liberazione di Hana'a Shalabi!


La parlamentare Mona Mansour ha unito la propria voce al coro crescente di quanti chiedono all'Egitto, in quanto patrono dello scambio di prigionieri avvenuto in autunno tra Hamas e l'entità sionista di occupazione, di "intervenire rapidamente" per ottenere la liberazione di Hana'a Shalabi e la fine del suo sciopero della fame a oltranza.

La Mansour, dal Cairo, ha rilasciato un comunicato stampa nella giornata di ieri nel quale si invitano le autorità del regime ebraico ad attenersi ai termini pattuiti al momento della liberazione di Gilad Schalit, rilasciando immediatamente l'ex-prigioniera Hana'a Shalabi, ormai da tredici giorni in sciopero della fame. La Shalabi, al momento della liberazione aveva ricevuto la garanzia che non sarebbe stata pedinata, sorvegliata e tantomeno ri-arrestata.

Invece cio é esattamente quel che é successo, quando si é vista infliggere da una corte militare sionista sei mesi di 'detenzione amministrativa' senza alcuna spiegazione, decidendo quindi di porsi in sciopero della fame fino al momento del proprio rilascio. Per rappresaglia i suoi carcerieri (che la hanno picchiata e torturata più volte, anche di fronte alla propria famiglia) la hanno trasferita in un reparto di criminali comuni ed assassini ebrei.
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