sabato 28 luglio 2012

Come é fallita la "Offensiva d'Estate" imperialista e sionista contro la Siria di Assad

Siamo in grado di delineare al nostro magari limitato ma sicuramente affezionato pubblico di lettori un quadro piuttosto dettagliato e fedele della complessa e invero anche ingegnosa strategia messa in atto da Usa e Israele (tramite i loro burattini turchi, sauditi, qatarioti e ai mercenari wahabiti raccolti in ogni angolo del mondo) per tentare di far collassare la Repubblica Araba di Siria; un tentativo, siamo lieti di dirlo, che si é risolto in una colossale e cocente sconfitta: la 'campagna d'estate' anti-Assad non solo non ha conseguito i risultati previsti, ma ha comportato perdite enormi che lasciano il fronte imperialista e sionista molto più debole sul terreno di quanto non fosse soltanto a inizio luglio.
La prima fase del piano consisteva nel tentativo di interrompere i vitali collegamenti tra la Siria e la Repubblica Islamica dell'Iran, che ha sempre mantenuto alto il suo sostegno ad Assad e al Governo legittimo. Diplomatici e ambasciatori americani avvicinarono nella prima decade del mese i Governi irakeno ed egiziano cercando di convincerli a negare il permesso di sorvolo della Mesopotamia agli aerei iraniani diretti in Siria e a chiudere il Canale di Suez (violando così la libertà di navigazione e commercio) alle navi di Teheran. Da subito le cose iniziarono a marcare male per gli imperialisti visto che ambedue le richieste vennero respinte e così l'Iran fu libero di continuare ad aiutare la Repubblica Araba nella sua lotta contro il terrorismo.
La seconda fase, questa purtroppo riuscita, consisté nel tragico attentato al Ministero della Sicurezza di Damasco, organizzato da CIA e Mossad e materialmente eseguito da agenti turchi e sauditi, nel quale trovarono la morte molti alti dignitari del Governo siriano; subito dopo numerosissimi gruppi di terroristi con pochissimo addestramento vennero scatenati contemporaneamente ai confini e contro le due più grandi città del paese (Aleppo e Damasco), in una imitazione della tattica da videogioco chiamata 'Zerging' (dal nome di una fazione del celebre RTS 'StarCraft') questi gruppi numerosi ma in realtà deboli avrebbero dovuto mettere in crisi il sistema difensivo siriano sviando le truppe in due diverse direzioni (i confini da una parte, le metropoli dall'altra) in maniera da lasciare i primi sguarniti per una ulteriore iniezione di mercenari stranieri oppure da causare il collasso e la caduta o della capitale politica o del principale centro demografico ed economico del paese.
Quarta fase: i canali televisivi siriani vennero tolti dalle piattaforme satellitari Arabsat e Nilesat, di proprietà dei corrotti plutocrati del petrolio oppure di imprenditori legati al passato regime di Mubarak (quindi asserviti ai desiderata di Washington e Tel Aviv) e sostituiti da canali-civetta che iniziarono a trasmettere falsi 'documenti filmati' girati in appositi set e 'villaggi Potemkin' in Turchia e Israele dove comparse travestite da 'guerriglieri' venivano mostrate nell'atto di distruggere corazzati (ferrivecchi presi dai depositi di residuati o supersiti dell'esercito di Saddam prelevati dagli Americani nel 2003) e mettere in fuga altri figuranti travestiti da militari siriani. I canali tv siriani però, messi sull'avviso da servizi segreti amici, mandarono in onda avvisi e avvertimenti prima di essere silenziati, spiegando agli spettatori come modificare le impostazioni delle loro parabole e dei loro decoder per continuare a ricevere le vere trasmissioni e di non fidarsi di quanto avrebbero visto sulle vecchie frequenze.
Così, mentre sul campo la Quarta Divisione Corazzata e la Guardia Repubblicana facevano piazza pulita a Damasco ed Aleppo, mentre le frontiere venivano bonificate da altri reparti dell'Esercito ed elicotteri e aviazione si alzavano in volo per colpire dall'alto i gruppi di terroristi mercenari in rotta dalle città verso le campagne e le zone provinciali, anche il complotto mediatico naufragava miseramente; tanto rapida é stata la rotta dalle aree metropolitane degli insorti che soltanto a Damasco gli artificieri dell'Esercito hanno trovato ben otto enormi bombe collocate in punti strategici della città e abbandonate con i detonatori parzialmente innescati o non ancora applicati, segno di quanto precipitosamente i loro costruttori sono stati costretti ad abbandonare la piazza.
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Il Premier palestinese Ismail Haniyeh incontra al Cairo il Presidente Mursi e il leader della Jihad Islamica!

Il Presidente egiziano Mohamed Mursi come precedentemente annunciato su queste pagine ha ricevuto la seconda delegazione palestinese proveniente dalla Striscia di Gaza, questa volta guidata da Ismail Haniyeh, che si é trattenuta nella capitale Il Cairo da mercoledì a venerdì ed é ripartita oggi in direzione dell'enclave litoranea. Haniyeh si é congratulato di persona con il neopresidente per il suo successo elettorale e ha discusso con lui una serie di questioni che coinvolgono direttamente il popolo palestinese, a Gaza ma anche a Gerusalemme.

Assedio economico, penuria di carburante ed elettricità, attacchi militari sionisti, aggressioni a monumenti e della Gerusalemme araba cristiana e musulmana, sono stati tutti menzionati durante il faccia-a-faccia tra il Presidente Mursi e il Premier Haniyeh che, una volta terminato l'incontro, ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale ha rimarcato l'atmosfera 'franca e amichevole' con cui esso si é svolto e ha rassicurato i membri della comunità dei media sul fatto che la riconciliazione tra Hamas e Fatah é un processo 'vivo e in corso di sviluppo' e che la prontezza e la dedizione con cui il popolo egiziano e i suoi rappresentanti democraticamente eletti sono pronti a sostenere la causa palestinese é tanto più lodevole quando si consideri che essi stessi hanno molti problemi interni da risolvere eppure sono sempre pronti a tendere una mano in sostegno ai loro fratelli palestinesi.
In una notizia correlata dopo il suo incontro con il Presidente Mursi Haniyeh ha anche avuto un colloquio con il leader della Jihad Islamica Ramadan Shallah, a sua volta in visita in Egitto e, in seguito, ha anche incontrato il Capo dei Servizi Segreti egiziani Murad Muwafi, discutendo anche con loro questioni legate alla situazione di Gaza alla coordinazione delle risorse per la Resistenza e alla quotidiana amministrazione del territorio liberato.
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Iran e Siria rinnovano e approfondiscono gli accordi nei campi idrico ed elettrico: la Repubblica Islamica sempre più a fianco di Damasco!

Differenze etiche e morali tra Stati: mentre l'avida e vorace piovra sionista affonda i suoi tentacoli idrovori nelle sorgenti del Nilo affidando grazie all'inane servilismo del 'cameriere negro' Salva Kiir il compito di prosciugarle e depredarle alle infami "Israeli Military Industries" il Ministro dell'Energia della Repubblica Islamica dell'Iran ha siglato insieme ai suoi colleghi siriani Imad Khamis (Ministro dell'Elettricità) e Bassam Hannah (Ministro delle Risorse Idriche) un Memorandum per intensificare la cooperazione nei campi delle infrastrutture elettriche e idriche in maniera da rendere i legami tra i due paesi sempre più stretti e intensi e risolvere i gravi problemi sorti negli ultimi anni in Siria a causa dell'aumento della popolazione e dello stress che questo ha comportato sulle reti distributive.
In una prima fase la Repubblica Islamica esporterà verso la Siria 50 MW d'energia e in un secondo momento 200 ma questo sarà solo un passo di un percorso che porterà tecnici e ingegneri iraniani a rinnovare, modernizzare e costruire nuove piccole e medie centrali elettriche in grado di servire cittadine e conurbazioni di medie e medio-grandi dimensioni e poi diffondere nelle zone rurali piccoli ed efficienti impianti locali (eolici, fotovoltaici) in maniera da rendere quanto più autonomi possibile anche i piccoli insediamenti. Altri progetti menzionati dal memorandum includeranno la raccolta differenziata dei rifiuti e la costruzione di nuove dighe e centrali idroelettriche.

Nell'occasione della firma i Ministri siriani e iraniano hanno anche approfittato dell'occasione per ribadire che, come la Repubblica Araba siriana non indietreggiò dalla sua posizione di aiuto e amicizia verso la Repubblica Islamica anche negli anni più difficili dalla cacciata dello Shah fino alla fine della guerra con l'Irak (1979-1988) così ora Teheran non ha nessuna intenzione di 'sganciarsi' da Damasco, nonostante i difficili momenti vissuti dalla nazione a causa della presenza di mercenari e terroristi stranieri finanziati da Arabia Saudita, Qatar e Turchia su ordine di Usa e Israele; nemmeno i rapimenti di personale tecnico iraniano (fortunatamente sempre risolti con successo dalle autorità locali) sono riusciti a indebolire questa determinazione.
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venerdì 27 luglio 2012

Gli sgherri di Re Saoud aprono ancora una volta il fuoco sui civili che protestano a Qatif!

Ancora una manifestazione di protesta nell'Est saudita, sulle rive del Golfo Persico, ancora una volta civili disarmati che con coraggio e abnegazione sfidano i 'diktat' dei corrotti sicofanti di Casa Saoud per domandare l'immediato rilascio di Sheik Nimr al-Nimr, voce e volto del dissenso sciita che chiede riforme, redistribuzione equa della ricchezza petrolifera, fine delle discriminazioni sociali ed economiche, Democrazia e maggiore autonomia per le province orientali.
Ancora una volta di fronte alla folla pacifica che in mano reggeva nient'altro che i ritratti dello Sceicco prigioniero e tenuto in incommunicado la polizia militare del regime non ha saputo fare altro che impugnare le armi e aprire il fuoco sparando ad altezza d'uomo, ferendo numerosi dimostranti; secondo le fonti dell'opposizione le vittime sarebbero oltre una decina; i feriti più lievi sarebbero stati portati nelle abitazioni di medici e infermieri disposti a curarli in segreto, vista l'abitudine delle polizia di arrestare in ospedali e punti di soccorso quanti mostrino di avere preso parte alle manifestazioni di protesta.

Sono ormai vernti giorni che lo Sceicco Nimr al-Nimr é stato aggredito, ferito con un'arma da fuoco e quindi rapito dagli sbirri di Riyadh; non si sa esattamente dove egli sia tenuto e qualcuno sosterrebbe persino che da otto giorni, dal 19 luglio scorso, egli si sia messo persino in sciopero della fame per protesta. Vista la sua età avanzata e le malattie croniche di cui soffriva il digiuno potrebbe essere molto pericoloso per il chierico sciita.
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Continua in Siria la rotta dei terroristi cacciati da Aleppo e Damasco, ormai nemmeno villaggi e campagne sono sicuri per loro!

Mentre ormai é definitivamente fallito come dimostra eloquentemente il video qui sopra riportato il velleitario ed eccessivamente ottimistico tentativo dei terroristi e mercenari stranieri presenti in Siria di prendere d'assalto le due principali metropoli del paese (Aleppo e la capitale Damasco) le Forze Armate siriane continuano a inseguire e schiacciare un covo, una base, un arsenale dietro l'altro nelle cittadine e nei villaggi provinciali dove i criminali avevano cercato di mettere radici prima di muovere verso obiettivi che si sono rivelati troppo impegnativi e resistenti per le loro limitate capacità.
Ad Al-Kisweh, nell'hinterland damasceno, una fattoria abbandonata che era stata occupata dai terroristi é stata circondata e distrutta, risultando nella morte di tutti gli occupanti e nella confisca di un considerevole arsenale tra cui numerose bombe già confezionate e pronte all'uso contro i civili siriani. Attorno ad Aleppo i quartieri satelliti di Salaheddin e Al-Sukari sono ancora teatro di scontri di intensità via via decrescente dopo che dozzine di terroristi, due dei quali noti capi legati ad Al-Qaeda, sono stati abbattuti nelle ultime 48 ore.
Ad Al-Bukamal, vicino a Deir Ezzor, un furgone trasformato in veicolo armato é stato distrutto in uno scontro che ha portato alla morte di 5 terroristi e alla cattura di altri 10, e all'esplosione di un'auto carica di munizioni e armi. Una cellula terrorista é rimasta uccisa dall'incauta maniera con cui stava maneggiando una bomba che forse avrebbe dovuto essere piantata nella moschea di Omar ben al-Khattab, sempre in provincia di Deir Ezzor. A Al-Elaiyat, nei dintorni di Hama, decine di terroristi sono stati uccisi e un capo wahabita é stato catturato dalle forze siriane. Altri tre leader qaedisti sono stati identificati dopo essere rimasti uccisi nella provincia di Idlib.
Abdul-Rahman al-Nadaf, Mohammad Biki, e Audi Kaed al-Fawwaz, invece, sono i nomi dei capi terroristi rimasti uccisi nella provincia di Daraa.
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L'opposizione politica saudita si prepara alla prima conferenza, probabilmente nella capitale libanese!


In una intervista recentemente rilasciata alla testata 'Always News' un esponente del crescente movimento di opposizione interna al corrotto autoritarismo di Casa Saoud ha rivelato che "presto" rappresentanti di tutti i movimenti e le correnti saudite terranno, in una località estera, la loro prima riunione ufficiale, per contarsi, confrontarsi e decidere strategie comuni per ottenere le riforme e il rinnovamento ormai non più posponibili nel quadro o di una democratizzazione interna che non escluda la dinastia regnante, se disposta a collaborare, o un suo rovesciamento e l'instaurazione della Democrazia.
Pur chiedendo di rimanere anonimo per motivi di sicurezza l'uomo ha dichiarato che la prima location per la conferenza era stata Londra ma quella scelta era stata da subito criticata perché passibile di far sembrare l'opposizione saudita uno dei molti fasulli 'movimenti' manipolati dai paesi occidentali come la cosiddetta (e falsa) 'opposizione siriana', quindi più probabilmente la conferenza si terra a Beirut, stato arabo facente parte dell'Asse della Resistenza e attualmente retto da un Governo radicalmente avverso agli interessi sauditi.
La conferenza dovrebbe vedere la partecipazione di personalità quali Saad al-Faqeeh, Madawi Rasheed, Hamzah Al- Hassan, Fuad Ibrahim (foto: dall'alto verso il basso) e altri ancora e insisterà sul Diritto del popolo saudita di determinare il proprio futuro senza affidarsi supinamente alle decisioni di una dinastia autoreferenziale e soggiacente ai diktat e agli interventi di potenze esterne regionali e internazionali come Israele e Stati Uniti d'America. La decisione di uscire allo scoperto e costituire un fronte unificato delle opposizioni sarebbe stata accelerata dall'esempio dei movimenti bahreini e yemenita nonché delle rivoluzioni egiziana e tunisina.

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giovedì 26 luglio 2012

Terroristi wahabiti in rotta dai dintorni di Damasco e Aleppo sono inseguiti ed eliminati dall'Esercito siriano!

Nella lotta tra lo Stato siriano e i gruppi di terroristi e mercenari stranieri sostenuti da Arabia Saudita, Turchia e Qatar per conto del fronte imperialista e sionista si può con ragionevole certezza dichiarare che una nuova fase si é conclusa, anche questa con il successo delle forze governative e la rotta e la disfatta dei loro avversari. La minaccia questa volta era particolarmente grave visto che l'obiettivo dei terroristi era quello di colpire direttamente i centri nevralgici del paese: Damasco (capitale politica) e Aleppo (metropoli più popolosa e polo economico) in concomitanza con l'attentato (compiuto da servizi segreti sauditi e qatarioti con il sostegno israeliano) che ha ucciso il Ministro della Difesa, il cristiano Dawoud Rahjia e altri importanti dignitari tra cui un cognato del Presidente Assad.
Secondo i burattinai occidentali e sionisti degli insorgenti wahabiti e qaedisti gli attacchi alle due città principali, uniti alla confusione e al panico dovuti all'attentato al Ministero della Sicurezza dovevano far crollare la volontà di resistenza dell'Esercito, ma ancora una volta i loro calcoli si sono rivelati sbagliati. Infuriati per il codardo attacco esplosivo e determinati a vendicare i martiri del Ministero della Sicurezza i soldati siriani non si sono mostrati indegni eredi di coloro che cacciarono gli occupanti sionisti dalla Valle della Bekaa nel 1982 e abbatterono i cacciabombardieri americani su Beirut, facendo piazza pulita degli attaccanti e inseguendo i superstiti nei sobborghi e nei quartieri-satellite delle due metropoli: attualmente gli ultimi combattimenti si concentrerebbero a Daraya (fuori Damasco) e a Sakhoor, Marja e Neirab (attorno ad Aleppo).
Inoltre una grande quantità di armi e munizioni sarebbe stata se questrata nella campagna fuori Qamishli mentre sempre più severa e attenta é la sorveglianza dei confini, in modo da impedire ulteriori rifornimenti e rinforzi ai terroristi superstiti.
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Proteste nella capitale dell'Arabia Saudita contro la corruzione e l'inefficenza della dinastia regnante!

Dimostranti sauditi si sono radunati di fronte alla sede del Ministero degli Interni nella capitale del regno, Riyadh, per domandare l'immediata liberazione dei prigionieri politici tenuti nelle galere di Casa Saoud, secondo quanto riportato dalle agenzie internazionali la folla, che cantava slogan anti-monarchici e inalberava poster e foto dei dissidenti incarcerati, contava molte migliaia di persone.

Una 'lettera aperta' firmata da centinaia di donne saudite, é stata fatta circolare da lunedì presso numerose figure religiose musulmane, in essa le firmatarie esprimono la loro angoscia per la sorte di oltre trentamila prigionieri politici tenuti in cella dal corrotto regime di Re Abdullah. Soltanto una dozzina di giorni fa si sono lamentati almeno due morti nel corso di una protesta alla periferia della capitale, segno evidente che il malcontento in Arabia Saudita non é più limitato agli appartenenti alla minoranza sciita della popolazione ma, come annunciato più volte su queste pagine, é ormai una costante per tutta la cittadinanza.
Intanto a Est continua la mobilitazione per chiedere il rilascio dello Sceicco sciita Nimr al-Nimr, rapito dagli sgherri di Casa Saoud nel corso di questo mese e tenuto in incommunicado e sottoposto ad angherie e sevizie nonostante la sua età avanzata e il precario stato di salute.
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Sheikh Abdullah al-Shami interviene personalmente a un evento della Jihad Islamica a Gaza: foto esclusive!

Lo Sceicco Abdullah al-Shami, uno dei massimi dirigenti del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina nella Striscia di Gaza è recentemente intervenuto a un raduno di militanti delle Brigate Al-Quds, frazione armata dell'organizzazione.
Al raduno é intervenuta anche una delegazione delle Brigate Ezzedine Al-Qassam, milizia armata di Hamas; notare la bandana verde di Hamas e il logo di Al-Qassam sulla manica della t-shirt.

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mercoledì 25 luglio 2012

Media filosionisti cercano di diffondere notizie false e tendenziose sulla Jihad Islamica palestinese ma sono seccamente smentiti!

 Negli ultimi giorni diversi media in lingua araba allineati con gli alleati locali del fronte sionista e imperialista hanno cercato di diffondere tra i loro lettori l'idea che il Movimento per la Jihad Islamica, storica organizzazione di lotta e resistenza del popolo palestinese oppresso dagli invasioni sionisti, sarebbe stato sul punto "di abbandonare il suo quartier generale di Damasco", e che i suoi dirigenti "si sarebbero trovati già in Iran".

Posto che tanto la Siria quanto l'Iran sono tra le poche nazioni che si sono sempre mostrate solidali e supportive della giusta lotta armata dei Palestinesi contro l'invasione e l'occupazione ebraica, e che un ufficio a Teheran non é meno rappresentativo o valido di uno a Damasco é chiaro l'intento dei diffusori di questo 'rumor' nel presentare l'idea di una Jihad Islamica 'in fuga' per suggerire precarietà della presa di Assad sulle redini del potere in Siria.

Pochi giorni dopo il londinese 'Asharq Al-Awsat' (quotidiano notoriamente finanziato dai corroti sceicchi petroliferi sauditi e qatarioti) é stato il turno del sito sionista 'Ynet' scendere in campo ripetendo addebiti simili, rendendo chiaro ed evidente a tutti quale 'centrale di disinformazione' avesse partorito la voce.
Parlando ai microfoni dell'Agenzia Ma'an però, é stato lo stesso Sceicco Nafith Azzam, leader di punta del movimento, a negare recisamente che qualcosa di anche lontanamente simile sia avvenuto o sia in procinto di avvenire. Azzam ha inoltre aggiunto che la Jihad Islamica palestinese continuerà a essere presente in Siria e a beneficiare del sostegno e della solidarietà del suo Governo e del suo popolo generoso.
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Cronaca dello schifo: Il regime sionazista di Tel Aviv allunga i tentacoli sull'acqua del Nilo tramite il suo servo negro Salva Kiir mentre deporta i migranti africani Sud-sudanesi e ivoriani!

Il regime ebraico di Tel Aviv per la sua natura "kosher" é l'unico paese al mondo dove sia permesso di praticare il razzismo di Stato: alla stampa 'liberal' e 'israel-friendly' di casa nostra e d'oltreoceano non verrebbe mai in mente di elencare sulle sue pagine tutte le istanze di xenofobia violenta e virulenta che ormai quotidianamente macchiano la cronaca della porzione di Palestina invasa dai sionisti sulla quale sventola la 'svastica a sei punte'; per fortuna la stampa e la comunicazione libera e indipendente esistono ancora così, su queste pagine come su altre venues é possibile a chi sia interessato e non soffra di paraocchi congeniti informarsi sulle malefatte razziali del 'popolo eletto' che, temendo forse di 'contaminarsi' rimanendo troppo a contatto con immigrati africani che non hanno nemmeno la patente di 'giudaismo di serie B' che a malincuore si rilascia ai Falascià abissini, pensa bene di disfarsene deportandoli a migliaia.
Già questa notizia sarebbe sufficiente a far rivoltare lo stomaco e rovesciare il sangue ma il fatto di sapere che mentre centinaia di Ivoriani e migliaia e migliaia di Sud-Sudanesi vengono presi "amorevolmente" in cura dalle SS sioniste e caricati a forza su navi e aerei che li riporteranno alla fame, alla guerra, alle persecuzioni etniche da cui hanno cercato rifugio migrando (purtroppo per loro verso l'unico paese al mondo che può impiparsene della 'Political Correctness' e della nozione di accoglienza solidale verso i profughi) il Premier sionista di Estrema Destra ha ricevuto in visita ufficiale il 'servo negro' Salva Kiir che ha messo nelle grinfie sionaziste l'intero patrimonio idrico del suo paese, allora la misura é colma e nessun piagnisteo o giaculatoria dei sionisti di casa nostra potrà evitarci di augurare a Netanyahu e a tutti i suoi complici le tribolazioni di Giobbe moltiplicate per sette volte.
Già perché il ridicolo 'cowboy' di Juba, pedina autoritaria e corrotta dei piani di Netanyahu e Obama contro il Continente Nero e le sue genti (colpevoli di essere troppo scure e troppo musulmane per suscitare le simpatie di Sion) ha letteralmente consegnato firmando un memorandum che é una vera e propria resa senza condizioni l'intero patrimonio idrico sud-sudanese non al Governo di Tel Aviv, non a qualche consorzio o ente creato apposta, ma NIENTEMENO CHE ALLE IMI (Israeli Military Industries) che già progettano deviazioni, dighe e sbarramenti mirate a depredare l'Africa dell'acqua dolce del Nilo e a colpire direttamente i paesi che di essa beneficiano dal tempo dei Faraoni: Sudan (del Nord) ed Egitto. Salva Kiir ovviamente con le tangenti che ha ricevuto da israhell potrà dare nuovi festini sardanapaleschi nella sua reggia corrotta, mentre il 15 per cento dei neonati del suo popolo non arriva a compiere 5 anni. E per coloro che cercheranno in Israele l'acqua natia rapinata, ci saranno l'arresto e la deportazione.
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La flotta da sbarco russa diretta in Siria é entrata nel Mediterraneo e punta verso Tartous!

Seguendo quanto puntualmente annunciato su queste pagine poco meno di quindici giorni orsono il distaccamento della flotta russa guidato dall'incrociatore antisom "Ammiraglio Chabanenko" dopo essere entrato nel Mediterraneo a mezzogiorno di ieri é in procinto di incontrarsi con le unità provenienti dal Mar Nero (Il pattugliatore Mudry e una nave-appoggio) per poi fare scalo nel porto siriano di Tartous.

L'agenzia Itar-Tass ha annunciato ieri il transito della flottiglia costituita dalla 'Chabanenko' e da tre navi da sbarco attraverso lo Stretto di Gibilterra; le unità, provenienti dal porto artico di Severomorsk, effettueranno manovre ed esercitazioni nel Mediterraneo orientale sfruttando la base navale in territorio siriano come punto d'appoggio e rifornimento.
Già numerose volte negli ultimi mesi flotte russe hanno raggiunto la Siria come misura cautelativa contro possibili 'colpi di mano' della NATO contro la Repubblica Araba del Presidente Assad, nonché, come asserito da alcuni osservatori internazionali, per portare rinforzi e personale specializzato in aiuto agli sforzi anti-terrorismo dell'Esercito e delle forze di sicurezza di Damasco.
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Il prigioniero politico Ayman Sharawna digiuna da venti giorni per protesta contro il suo ri-arresto illegale!

Il prigioniero politico Ayman Ismail Sharawna, liberato lo scorso autunno nel quadro degli accordi per il rilascio dell'Ebreo francese Gilad Schalit e illegalmente ri-arrestato dalle forze sioniste ha passato gli ultimi venti giorni in sciopero della fame totale per ottenere la propria liberazione, rifiutando le proposte di deportazione a Gaza o in Giordania avanzate dai suoi carcerieri.

Nativo di Dura, a sud di Al-Khalil in Cisgiordania, Sharawna pretende di venire liberato senza condizioni, così come era stato liberato grazie alla mediazione egiziana nel 2011; il suo fisico é già gravemente provato dal digiuno e soffre di dolori cronici alla schiena e alle ginocchia. Un medico del regime ebraico, vigliaccamente, ha cercato di 'mercanteggiare' con lui la prescrizione di un analgesico palliativo del dolore in cambio dell'abbandono del digiuno, cosa che egli ha rifiutato recisamente.

Sharawna ha chiesto ai garanti dell'accordo di scambio tra Schalit e i prigionieri palestinesi, specialmente all'Egitto, di sollevare l'attenzione internazionale sulla violazione degli accordi sottoscritti da parte sionista. Sono otto attualmente i prigionieri politici palestinesi ri-arrestati illegalmente da Israele.
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martedì 24 luglio 2012

L'Ex-ministro dell'Irrigazione nominato dal Presidente Mursi nuovo Primo Ministro per l'Egitto!

"L'indicazione di una figura giovane, esperta, patriottica e indipendente per servire da nuovo Premier dell'Egitto democratico é arrivata dopo lunghi studi e riflessioni su chi potesse meglio guidare il paese in questi momenti delicati: la risposta é stata 'Hisham Qandil'!".

Con queste parole nella giornata odierna é stato annunciato l'affidamento all'Ex-ministro degli Affari Idrici e Irrigui dell'incarico di formare un nuovo Governo. Nato nel 1962 e laureatosi in Ingegneria all'Università del Cairo, Qandil si é specializzato negli Usa con un Dottorato alla University of North Carolina. Ha anche ricoperto un ruolo di primo piano nella Banca Africana dello Sviluppo, dove le sue competenze tecniche sono state fondamentali per una serie di progetti che coinvolgevano tutti i paesi nilotici: non solo l'Egitto, ma anche il Sudan e il Kenya.

Il Presidente Mursi, attualmente impegnato in un 'braccio di ferro' con la junta militare dello SCAF, che non vuole rassegnarsi a lasciare alle autorità civili i poteri di ui si é impadronita nel tumultuoso periodo di transizione post-Mubarak, ha incontrato in giornata il Primo Ministro in pectore, sicuramente ascoltando le sue intenzioni sulla composizione della nuova squadra di Governo.
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Dignitario qatariota diserta in Venezuela e rivela: "L'Emiro sa benissimo che in Siria ci sono appena 7000 terroristi armati!"

Un dignitario qatariota che recentemente ha lasciato il suo paese per rifugiarsi nel Venezuela bolivariano e anti-imperialista (nonché alleato di Siria e dell'Iran) di Hugo Chavez ha rilasciato interessantissime ed esclusive rivelazioni che, riportate inizialmente dall'emittente in lingua inglese PressTV, stanno rapidamente facendo il giro del mondo. Secondo il qatariota fuggiasco sia l'Emiro Al-Thani sia i suoi consiglieri e ministri a Doha saprebbero benissimo che i mercenari e i terroristi presenti in Siria non hanno "alcuna possibilità" di allentare la presa sul potere del Presidente Assad e del suo Governo, tuttavia continuano a sostenerli per paura di scontentare gli Usa e Israele.
Secondo quanto diffuso da PressTV Qatar, Turchia e Arabia Saudita avrebbero ricevuto dalla Casa Bianca l'ordine di organizzare torbidi e violenze non solo in Siria ma anche in Libano e in Giordania, paesi che Washington e Tel Aviv temono possano schierarsi troppo risolutamente a favore dei Palestinesi quando anche in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza si farà sentire appieno il vento del 'risveglio musulmano' e della 'primavera araba'. Sira e Libano ovviamente sono i primi bersagli, in quanto retti da Governi nettamente antiamericani, antisionisti e filopalestinesi; la Giordania sarebbe un obiettivo "di seconda fascia" nel caso che la dinastia ascemita venga rovesciata o che l'opinione pubblica diventi troppo proattiva nei confronti della Palestina e contro Israele.
Inoltre parrebbe che l'Emiro Al-Thani sia "furente" proprio contro il collega monarca di Amman per la sua decisione di chiudere il suo paese all'afflusso di armi e terroristi indirizzati verso la Siria, motivato dal timore di rappresaglie militari siriane in caso di suo troppo esplicito coinvolgimento; inizialmente la Giordania era il maggior corridoio di transito per i rinforzi ai wahabiti ma ora con la decisione di Re Abdallah, con l'impegno del Governo Al-Maliki in Irak e la mobilitazione dell'Armee Libanaise al confine solo la frontiera turca rimane parzialmente permeabile al loro afflusso. Secondo le rivelazioni del disertore in Siria all'apice della loro forza ci sarebbero stati appena 7000 mercenari armati, da cui bisogna togliere le gravi perdite dei giorni recenti. "Al-Jazeera" e "Al-Arabiya" nei loro reportage parlavano di "quarantamila e forse più" uomini armati schierati contro Assad.
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Il Contrammiraglio Sayyari conferma che presto l'IRIN estenderà le sue crociere operative nell'Atlantico!

 Il Comandante supremo della Marina di Teheran, Contrammiraglio Habibollah Sayyari ha dichiarato che, come più volte annunciato in passato, le forze navali della Repubblica Islamica estenderanno presto il raggio delle loro crociere di pattuglia nelle acque atlantiche "più presto di quanto anche i meglio informati osservatori stranieri non riescano a immaginare".
 "La poderosa presenza della Marina Iraniana nelle acque oceaniche, dell Golfo di Aden, del Mar Arabico, del Mar Rosso e del Mediterraneo ha già provato a fondo le nostre capacità operative" ha dichiarato Sayyari nella giornata di ieri parlando a un pubblico selezionato di dignitari governativi, alti gradi militari ed esponenti della stampa.

"Avvantaggiarsi delle opportunità che ci si presentano nel Mar di Oman e nell'Oceano Indiano é un dovere tramite il quale promuoviamo uno sviluppo armonioso e sostenibile della Repubblica Islamica e delle sue forze navali mercantili e militari". Come ripetuto più volte l'espansione del raggio operativo dell'IRIN é volto a garantire la libertà e sicurezza di navigazione in acque spesso rese insidiose o addirittura intransitabili dalla presenza di pirati armati.
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Forze armate siriane sconfiggono tentativi di infiltrazione dei terroristi al confine con il Libano e la Giordania!

Mentre prosegue il processo di ricerca e distruzione delle cellule terroriste wahabite all'interno del territorio della Repubblica araba di Siria diventa sempre più fondamentale tagliare ad esse ogni 'lifeline' di rifornimento e rinforzo attraverso le frontiere; a questo scopo le forze armate di Damasco hanno raddoppiato i loro sforzi di controllo delle frontiere, cogliendo anche sotto questo aspetto importanti successi.

Secondo quanto riportato dall'agenzia stampa ufficiale SANA le truppe di Assad hanno respinto gruppi armati che cercavano di insinuarsi nel paese dal Libano nella zona di Talkhalakh; dopo un lungo scambio di fuoco, che ha lasciato sul terreno numerosi terrorisrti e mercenari, i superstiti non hanno avuto altra scelta che ritornare sui loro passi, abbandonando sul terreno armi ed equipaggiamenti che non potevano più trasportare per la distruzione di molti dei loro furgoni e fuoristrada.

Al varco di confine di Nassib, sulla frontiera con la Giordania, un nuovo tentativo di attacco wahabita é stato sventato dall'Esercito siriano che ha abbattuto tra gli altri i terroristi Ahmad Abdul-Aziz Zreikat, Anas Issam Oklah al-Mahameed, Abdul-Halim Ahmad Zreikat, Kassem Abdul-Aziz Zreikat e Mahmoud Ali Muhammad al-Zouabi.
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lunedì 23 luglio 2012

Nuovo attentato esplosivo nel Sinai distrugge sezioni dell gasdotto verso Israele! Si sospettano i beduini locali

Nella giornata di ieri l'ennesima potente esplosione ha squassato le tubature e le stazioni di pompaggio del metanodotto che molti mesi orsono riforniva il regime ebraico di occupazione della Palestina di gas naturale egiziano letteralmente "regalato" a prezzi enormemente inferiori a quelli di mercato dal Mubarak e dai suoi sicofanti, che in cambio ricevevano da Tel Aviv sostanziose tangenti esentasse.

L'attentato esplosivo ha colpito la zona di Al-Tuwail a Est di El-Arish, proprio nel punto in cui le tubazioni si dividono per proseguire in parte verso la Palestina occupata e in parte verso la Giordania. Non é chiaro se gli attaccanti abbiano colpito solo la ramificazione verso israele o anche quella verso Amman. Secondo i resoconti di testimoni il boato dell'esplosione é stato talmente fragoroso da venire inteso chiaramente fino ad almeno 30 chilometri dall'epicentro.

Anche questa volta non vi é stata nessuna rivendicazione ufficiale o ufficiosa; le autorità egiziane ritengono che come le altre quattordici volte precedenti l'attacco dinamitardo sia stato compiuto da beduini del Sinai.
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L'Esercito di Assad distrugge i terroristi che cercavano di infiltrarsi a Damasco ed Aleppo: é l'inizio della fine per i mercenari qaedisti?

Le centrali che dirigono i movimenti e le strategie dei terroristi stranieri infiltrati in Siria e riforniti di tutto punto con la complicità turca, saudita e qatariota avevano preparato accuratamente gli eventi degli ultimi giorni: dapprima il vigliacco attentato al Ministero della Sicurezza a Damasco, un fatto clamoroso di cui le prime pagine di quotidiani e telegiornali 'occidentalisti' dovevano riempirsi con titoli sensazionali.
Poi subito dopo un'avanzata massiccia di tutte le forze disponibili (perlomeno quelle rimaste dopo le dure sconfitte subite a Homs, Idlib, Daraa, Hama...) per cercare di prendere il controllo di Damasco e Aleppo, rispettivamente capitale e città più popolosa e produttiva del paese, approfittando di un clima di incertezza e panico che avrebbe dovuto produrre scioperi, proteste, forse anche insurrezioni.

Quindi attacchi a posti di frontiera verso la Giordania e verso l'Irak da cui fare affluire le armi, le munizioni, il denaro e i rinforzi necessari a tenere i terreni catturati e difenderli. Invece, salvo l'attentato purtroppo andato a buon fine (perché non delegato ai wahabiti pasticcioni più volte messi sotto scacco dai servizi di Assad, ma compiuto direttamente da agenti segreti NATO e del Mossad), nulla di quanto previsto dai 'cervelloni' dell'insorgenza si é verificato e i mercenari qaedisti hanno subito nuove durissime sconfitte a Barzeh, a Mazzeh e tutto intorno a Damasco così come ad Ayyan e Qebtan al-Jabal a Nord di Aleppo.
Anche i tentativi fatti contro il varco di confine di Nassib sulla frontiera giordana e contro quello di Salaheddin su quella irakena sono terminati con la rotta dei terroristi. E' stato confermato che i leader qaedisti Mahmoud al-Ashqar e Omar al-Ahmad sono stati abbattuti insieme a centinaia di loro complici e seguaci.
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domenica 22 luglio 2012

Ignoti sicari assassinano a Bagdad una guardia del corpo del Vicepresidente irakeno!

Una delle guardie del corpo dell'attuale Vicepresidente irakeno Khudayr al-Khuzaie è stata assassinata ieri nel centro di Bagdad da ignoti assassini secondo quanto riportato dal quotidano libanese Al-Akhbar; il corpo della vittima é stato ritrovato nel quartiere commerciale di Karrada.

Secondo i primi rilievi dei medici legali l'uomo é stato colpito da più pistole silenziate che hanno aperto il fuoco su di lui contemporaneamente, da quanto dichiarato dai sanitari dell'ospedale Ben Nafis, dove la salma é stata trasportata, anche una seconda persona, forse un'altra guardia del Vicepresidente, sarebbe rimasta ferita nell'agguato.

Il predecessore di Al-Khuzaie sulla poltrona vicepresidenziale, Tarik al-Hashemi, aveva trasformato le sue guardie del corpo in una 'squadra omicidi' con cui colpire rivali politici e ufficiali delle forze di sicurezza troppo vicini a scoprire le sue attività terroristiche; non si sa ancora se questo fatto di sangue sia collegato con la carriera criminale di Hashemi.

Questa venne interrotta il 19 dicembre 2011 (il giorno seguente al definitivo ritiro degli ultimi soldati americani nel paese) da un mandato di cattura per sfuggire al quale Hashemi si é rifugiato dapprima in Kurdistan, quindi in Qatar,  poi in Arabia Saudita e attualmente latita in Turchia, protetto dal regime di Erdogan.
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