domenica 19 maggio 2013

L'Egitto chiude arbitrariamente il varco di Rafah bloccando ottocento Palestinesi!

Che la gestione della Cosa Pubblica da parte dell'Ikhwan musulmana allineata con Sauditi e Qatarioti (e sotto sotto ansiosa di riconoscimenti e accordi con Israele e Usa) nell'Egitto post-Mubarak si stia rivelando un clamoroso e colossale fallimento lo dimostrano molte cose: la crisi economica, il fermento delle forze rivoluzionarie deluse dal tran-tran del duetto Morsi-Qandil, i continui rimpasti governativi, e, ultimo ma non meno importante, la totale perdita di controllo sul Sinai.

Lo scorso giovedì, per esempio, un certo numero di poliziotti egiziani che lavoravano al varco di Rafah sono stati rapiti da non meglio precisati 'beduini' del Sinai; puntualmente, piuttosto che lanciare operazioni a vasto raggio per individuare i prigionieri e liberarli i loro colleghi hanno preferito la più facile opzione di serrare i cancelli dell'unico valico che permette agli abitanti di Gaza il transito fuori dal ghetto assediato da israhell, bloccando peraltro ottocento cittadini della Striscia che dovevano rientrare alle loro case dopo essere stati in Egitto.

Questa 'rappresaglia' insensata (i beduini del Sinai certo non hanno collegamenti con Gaza) dimostra l'arroganza e l'impotenza della corrente amministrazione egiziana e speriamo faccia riflettere profondamente i Mishaal, i Marzouk e gli Haniyeh che hanno pensato frettolosamente di abbandonare l'Asse della Resistenza per allearsi con i Fratelli Musulmani e i loro finanziatori wahabiti.

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