mercoledì 12 giugno 2013

Grido dall'allarme del rappresentante ONU in Sud-Sudan: "Il numero enorme dei profughi supera la nostra capacità di proteggerli!"

Quasi ogni volta che ci siamo  trovati a parlare del Sud-Sudan non abbiamo potuto fare a meno di far noare ai nostri lettori come esso corrisponda fin nei più minimi dettagli alla definizione di "stato fallito" essendo nient'altro che una raccolta casuale di province ex-sudanesi scelte non a partire da una (inesistente) identità comune, ma  a seconda del fatto che contenessero o meno petrolio e acqua, le due risorse che Washington e Tel Aviv volevano negare al Nord arabizzato e musulmano.

Dopo la recente strage di 24 persone presso Pibor, nel disgraziato distretto di Jonglei (da anni vittima di scontri etnici) e il vergognoso episodio del saccheggio compiuto dalle stesse 'truppe regolari' del Governo contro le strutture ONU, francesi e italiane l'inviata delle Nazioni Unite Hilde Johsnon ha dichiarato che 'con la sua capacotà logistica attuale il corpo di spedizione ONU non può più garantire la protezione di un numero di profughi civili che non fa alto che crescere, crescere, crescere sempre di più'.

Uno dei principali motivi di questo influsso di profughi che si rifugiano presso le strutture ONU é la presenza nello stato di Jonglei delle forze di David Yau Yau, il signore della guerra già in passato alleato del brigante Salva Kiir, poi divenuto suo acerrimo nemico.

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