mercoledì 17 luglio 2013

La Repubblica Islamica Iraniana costruirà cinque raffinerie di petrolio tra Irak e Pachistan!

Ali Reza Nikzad Rahbar, protavoce del Ministero iraniano per il Petrolio, ha dichiarato in una recente intervista con la stampa che il Governo della Repubblica Islamica ha già siglato diversi accordi con l'Irak e con il Pachistan per costruire in quei paesi "diverse raffinerie". In Irak sono già stati stilati piani per installare il primo impianto di raffinazione a Nahrain, a Sud di Bagdad, per una capacità di 140mila barili raffinabili al giorno, mentre la seconda raffineria, più piccola, potrà trattarne 70mila e verrà installata a Kuya.

Il terzo e il quarto impianto dovrebbero venire eretti rispettivamente a Nassiriya e ad Amara ed essere anche più grandi di quello di Nahrain, ma su di essi vi sono meno dettagli stabiliti. Per quanto riguarda la parte pachistana del progetto si parla per ora di una raffineria da impiantare nel porto di Gwadar. Questo progetto segue l'accordo per il metanodotto Irano-Pachistano, altro segno tangibile del progresso e dello sviluppo delle relazioni economiche tra Teheran e Islamabad.

Possedere proprie raffinerie indipendenti dalle multinazionali occidentali del petrolio consentirà a Irak e Pachistan di procurarsi da sé la benzina e i derivati petroliferi necessari al loro fabbisogno senza doverli comprare dai paesi imperialisti, spezzando il circolo vizioso della dipendenza dall'Occidente.

1 commento:

  1. L'Iran strige accordi a destra e a manca, costruisce raffinerie, esporta petroliere, droni, e investono come pazzi [gli Iraniani] per costruire agglomerati industriali in grado di garantirgli l'autosufficenza, di cibo, di energia, di materie prime, e di manufatti industiali. Questi agglomerati industriali, che negli ultimi 7-8 anni sono spuntati un pò ovunque, sono in buona misura legati al programma nucleare, all'industria militare, elettronica, informatica, ed aerospaziale. Lo stato Iraniano detiene la proprietà ed il controllo diretto degli impianti nei settori strategici, guardandosi bene dallo svendere i propri "gioielli" ad entità straniere.
    Bè, più o meno il contrario di quello che succede qui in Italia... qui, visto che di fatto la banca centrale Italiana è in mano a privati e alla Bce, tutti i soldi necessari per una politica monetaria di pieno lavoro e welfare li dobbiamo prendere a prestito [con tanto di interessi composti] dai banchieri della Bce... per di più, siamo sottoposti ad un regime draconiano di imposizioni fiscali, che tra le altre cose ci impongono di non sforare il tetto del 3% sul totale del debito pubblico. Se lo stato Italiano fosse l'unico proprietario della banca centrale, si potrebbe, domani mattina, dare subito respiro all'economia con politiche di piena occupazione, politiche di decifit spending. Noi eravamo una potenza industriale notevolissima, avevamo l'IRI, ad esempio, che ce lo invidiavano in tutto il mondo, ed era il più grande complesso industriale al di fuori degli Stati Uniti nel mondo. Ci hanno terrorizzato con il "baubau" del debito pubblico...ma se la banca centrale appartiene allo stato, il cosidetto debito, si riduce ad essere solo una nota contabile di quanta carta-moneta la banca ha stampato ed immesso in circolo. Il lavoro della banca centrale è quello di fungere da riserva per le altre banche del paese, e per regolare l'immissione ed il ritiro del denaro circolante. L'America, pur avendo un cosidetto debito altissimo, non ha problemi perchè la FED è controllata dal governo Americano, ed infatti l'America non paga il proprio "debito" dal 1847, lo rinnova di cuntinuo, e così continuerà a fare. Stessa storia per il Giappone e per tutte quelle Nazioni che avendo la propietà della loro banca, possono impostare politiche adeguate alle varie circostanze. Il debito pubblico, che di pubblico non ha niente, è un illusione creata ad arte, per convincere la gente a fare rinunce e sacrifici INUTILI, come anche l'inflazione. Se i prezzi dei generi e dei prodotti rimangono stabili [possibile solo se lo stato lo può fare], l'inflazione non è più un problema. La vera "Cina", in questo momento, non è la Cina, ma la Germania, in quanto l'euro, essendo la copia del marco Tedesco, rafforza la Germania [non immaginate quanto] a spese degli altri paesi sopratutto quelli del Sud-Europa. Ma vaglielo a spiegare alla maggior parte degli Italiani, molto meglio la partita di calcio truccato...

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