sabato 31 agosto 2013

Dopo le inutili 'moine' saudite a Putin gli Usa hanno provato a corrompere anche l'Iran! "Assad e la Siria non sono in vendita!"

Dopo i tentativi di persuasione nemmeno troppo occulta del principotto 'Bandar Bush' bin Sultan al-Saoud nei confronti del Presidente russo Vladimir Putin, che qualche settimana prima dell'inizio della campagna diffamatoria 'chimica' contro Damasco si era sentito proporre di abbandonare il suo più fidato alleato arabo in cambio di garanzie economiche, ricchi contratti di Difesa verso Riyad e un mafioso avvertimento riguardo la 'sicurezza' dei giochi olimpici invernali di Sochi 2014 da "possibili" attentati terroristici ceceni, il campo imperialista si é reso responsabile di un altro faux pas diplomatico cercando nientemeno che di corrompere la Repubblica Islamica Iraniana.

Sembra che con la visita di Jeffrey Feltman nella regione e con la mediazione del Sultano dell'Oman (recentemente ospite a Teheran e apparentemente usato come messaggero - Usa e Iran non hanno relazioni diplomatiche dirette) Washington abbia tentato di convincere Khamenei a tradire Assad in cambio della rimozione delle sanzioni commerciali (unilaterali e illegali) e del riconoscimento dei diritti di Teheran al nucleare civile (che sono dovuti e legittimi in quanto l'Iran é firmatario del Trattato di Nonproliferazione e lo ha sempre rinnovato).

Superfluo e pleonastico menzionare la risposta iraniana a tale disingenuo tentativo americano di persuasione: con tutto il tatto e la diplomazia possibile (essendo il Sultano ben Qaboos uno dei sovrani della Penisola Arabica meglio disposto verso Teheran) fedeli alla massima dell'Ambasciator Non Porta Pena, i vertici della Repubblica Islamica hanno reiterato che l'amicizia e l'alleanza che legano Iran e Siria non sono in vendita.

Tre feriti a Tripoli Siriaca nell'ennesino provocatorio tentativo di destabilizzare il Libano a favore dei terroristi wahabiti!

Pochi giorni dopo il violentissimo attentato contro la Moschea che ha causato oltre quaranta morti e centinaia di feriti la metropoli settentrionale libanese di Tripoli Siriaca é stata di nuovo scossa dalle provocazioni wahabite, incitate dai vigliacchi e rozzi predicatori takfiri che si nascondono dietro le masse disperate del miserrimo 'slum' di Bab al-Tabaneh, che per l'ennesina volta hanno cercato di attaccare il quartiere alawita di Jabal Mohsen, roccaforte del Partito Democratico Arabo e dell'SSNP, la cui popolazione é fedelissima alla storica alleanza tra il Libano e la Siria di Assad.

Tuttavia, a differenza di quanto accaduto in istanze precedenti, lo scambio di colpi di arma da fuoco e di lanci di granate da fucile non si é concluso che con 'appena' tre feriti, grazie anche al pronto dispiegamento di jeep e mezzi blindati dell'Armee Libanaise che, ormai allertata dalle frequenti esplosioni di violenza tra i due quartieri, non ha perso tempo a creare un cordone di sicurezza e mettere fine agli scontri.

E' dall'inizio della campagna terrorista in Siria che gli elementi wahabiti asserviti all'Arabia Saudita, agli Usa e a Israele cercano di destabilizzare il Paese dei Cedri per creare 'zone franche' dove potere allestire basi di supporto, addestramento e rifornimento per le cellule takfire mercenarie, esattamente come negli anni '80 in Pachistan l'ISI e la CIA, insieme ai soldi sauditi e alle armi egiziane fornite da Sadat prima e da Mubarak poi crearono i campi d'addestramento da cui emersero i Taliban e Al-Qaeda.

Altri due "papaveri" dell'Ikhwan in manette, mentre falliscono le proteste organizzate dopo le preghiere!

Si nascondevano in una casa popolare a poche centinaia di metri dal sito archeologico di Giza, proprio vicino alle millenarie piramidi, Mohamed el-Beltagi e Khaled Al-Azhari, dirigenti di rango della Fratellanza Musulmana che sono caduti nelle mani delle autorità nell'ambito della vasta retata mirata a 'decapitare' l'organizzazione islamista dopo la rimozione dal potere dei suoi esponenti.

Beltagi non aveva esitato a mandare i propri stessi figli a manifestare in piazza dopo la deposizione del tentennante e inefficiente Mohammed Mursi dalla poltrona presidenziale, col risultato di vedere la propria figlia diciassettenne morire in circostanze non chiarite il giorno prima di Ferragosto.
 Nel frattempo, nonostante i disperati tentativi della propaganda filo-Ikhwan del canale 'Al-Jazeera' di fare apparire i loro raduni come folle oceaniche i pochi dispersi e intimoriti dirigenti della Fratellanza rimasti a piede libero stanno fallendo nel mantenere 'alta' la temperatura della piazza, in quello che doveva essere "Un Venerdì di Collera" dopo le consuete preghiere settimanali solo poche migliaia di militanti in tutto il paese si sono radunati a manifestare, suscitando scontri e disordini che si sono conclusi con tre morti.

venerdì 30 agosto 2013

L'Egitto blocca nave israeliana nel Mar Rosso e invia ufficiali in Siria per aiutare Assad contro i wahabiti: rabbia a Riyadh!

Due notizie estremamente interessanti dal Cairo: l'Autorità del Canale di Suez, su esplicito ordine del Governo legato alla giunta militare di Al-Sisi, avrebbe negato il transito verso il Mediterraneo a una nave istaeliana provieniente da Eilat via Gibuti, estendendo anche al regime ebraico di occupazione l'Alt intimato qualche giorno fa ai vascelli Usa che sarebbero andati a rafforzare o rifornire la Sesta Flotta.

Ma ancora più eclatante e potenzialmente gravida di conseguenze sarebbe un'altra decisione egiziana, quella cioé di inviare una delegazione di 'consiglieri militari' in Siria  al fine di osservare la realtà sul campo della campagna antiterroristica condotta dal Governo di Damasco e dalle sue forze armate e di sicurezza e quindi di prendere accordi per la "coordinazione e l'intensificazione degli sforzi comuni egizian-siriani per la lotta al radicalismo wahabita".

Una tale decisione suona come poco meno di una dichiarazione di guerra nei confronti di Riyadh, la cui corte saudita ha appoggiato il golpe militare di Al-Sisi contro Mohammed Mursi e la Fratellanza Musulmana, arrivando perfino a promettere fino a cinque miliardi di dollari di aiuti economici a copertura di qualunque finanziamento internazionale che possa venire negato al nuovo Governo, ma é anche pesantemente impegnata a sostenere le bande takfire che incrudeliscono contro il popolo siriano nella speranza di far cadere il Governo di Assad.

Anche la decisione di bloccare le navi Usa verso il Mediterraneo aveva fatto alzare più di un sopracciglio presso la Casa di Saoud; aspettiamo gli sviluppi e le reazioni del caso, godendoci, come sempre, l'ennesimo smacco subito dai beduini wahabiti di Riyadh.




Il campo imperialista perde l'entusiasmo verso l'azione militare in Siria? I segni ci sono tutti...

"Bombe su Damasco entro martedì, mercoledì al massimo!" era il grido di guerra degli yankee e dei loro sodali europei durante lo scorso week-end...adesso, a una settimana esatta da quando esso venne lanciato, sembra che un vasto movimento di 'decelerazione' di 'rimodulazione' e di 'ri-frasaggio' delle intenzioni anglo-NATO-americane stia decisamente puntando in direzione opposta a un rapido intervento militare contro Damasco. Chi lo sa, potrebbe essere tutta una finta, potrebbe essere un 'gambit' per far entrare Bashir al-Assad in uno stato di ingannevole tranquillità e poi colpirlo a tradimento (in questo caso si potrebbe ascrivere al campo imperialista persino un certo acume tattico, per quanto furbesco e contadino).

Tuttavia, riportando freddamente i fatti, dobbiamo registrare le dichiarazioni del Premier canadese Harper che ha annunciato che il suo paese non prenderà parte ad alcuna iniziativa militare, mentre anche i portavoce dell'Eliseo che fino ad avantieri battevano imperterriti i tamburi di guerra, adesso usano tutt'altro linguaggio, ma il vero 'capolavoro' lo ha fatto il "Professionista in Sconfitte" David Cameron, leader 'tory' inglese che, dopo esser riuscito a pareggiare coi Liberaldemocratici (la 'terza ruota' della bicicletta parlamentare inglese) un'elezione politica in cui veniva dato schiacciante vincitore, é riuscito a incassare una cocente bocciatura parlamentare della sua risoluzione anti-Siria per quanto riveduta, corretta ed espurgata dei toni più imperiosamente minacciosi.

Calcolando disastrosamente male l'atteggiamento verso il documento dei rappresentanti laburisti (o forse fidandosi eccessivamente delle credenziali sioniste del lobbista israeliano David Milliband) Cameron ha visto il suo documento affondato senza pietà e, con esso, il suo prestigio politico personale, tanto che più di un osservatore politico di Westminister ha dichiarato che il voto di ieri mette in discussione la diarchia Cameron-Clegg e potrebbe aprire una crisi di Governo, durante la quale certamente Londra non potrà impegnarsi in alcuna avventura militare.

Insomma, "La confusione é grande sotto il Cielo" e, mentre le navi russe continuano a incrociare di fronte alle coste siriane, mentre gli ispettori ONU e gli investigatori indipendenti trovano sempre nuove prove riguardo all'uso di armi chimiche da parte dei terroristi wahabiti, mentre l'ONU, lentamente, sembra recuperare il suo ruolo centrale nella vicenda, noi ringraziamo che al popolo e al Governo di Damasco sia stata risparmiata, almeno per un giorno ancora, l'offesa delle arroganti armi imperialiste.

giovedì 29 agosto 2013

Altri sessanta 'quadri' della Fratellanza Musulmana finiscono nelle galere egiziane, due morti a Beni Suef!

Continua l'operazione di "decapitazione" della dirigenza dell'Ikhwan egiziana da parte delle autorità controllate dalla giunta militare del Generale Al-Sisi, dopo che il processo per direttissima ai tre più alti dirigenti della Fratellanza (originariamente annunciato per domenica scorsa) é stato posticipato per le richieste del collegio di difesa degli imputati altri sessanta dirigenti di medio livello dell'organizzazione islamista sono stati arrestati nel corso di mercoledì 28 agosto, tra di loro il 23enne figlio di Khairat al-Shater (vice di Mohammed Badieh) e un congiunto di Mohamed el-Beltagi.

Intanto perde sempre più intensità la protesta di piazza, adesso che l'Ikhwan non ha più capi a coordinarla e a dirigerla, nella giornata di ieri solamente due vittime si sono registrate nella cittadina di provincia di Beni Suef, dove una piccola folla si é scontrata con le forze dell'ordine che hanno risposto sparando.

Rispetto alle centinaia di vittime che si sono registrate soltanto poche settimane fa, quando il tumulto seguito alla rimozione dal potere del tentennante, inefficace e supremamente impopolare Presidente Mohammed Mursi, la sensazione che il processo di 'normalizzazione' sia prevalente nel paese si fa via via sempre più forte.

Rohani e Putin sono più determinati che mai a impedire un attacco illegale contro la Siria!

Mentre la macchina propagandistica delle potenze imperialiste subisce i sempre più forti contraccolpi delle molteplici fonti ufficiali che dimostrano chiaramente come sia pressoché impossibile che il recente attacco chimico avvenuto in Siria sia stato commesso da altri se non dai terroristi wahabiti al soldo di Sauditi, Turchi e Israeliani, la situazione si fa favorevole per un incremento della pressione diplomatica che blocchi una volta per tutte ogni opzione militare unilaterale contro Damasco, adesso che anche il Congresso americano, il Parlamento britannico e l'ONU domandano a gran voce che nessuna missione d'attacco priva di mandato ufficiale internazionale venga lanciata.

Ovviamente in prima fila a tenere alte le fiamme che stanno 'grigliando' la determinazione guerrafondaia del 'Premio Nobel' Obama e dei nani umani e morali suoi alleati sono stati come la Russia e la Cina, che infallibilmente metteranno il veto a ogni risoluzione ONU che chieda attacchi contro Assad e il suo popolo e storici alleati della Siria come l'Iran che ancora una volta si dimostra chiave di volta delle vicende mediorientali e vera potenza emergente della regione.

I Presidenti iraniano e russo Hassan Rohani e Vladimir Putin si sono sentiti a lungo al telefono ieri sera concordando in pieno sul fatto che sia necessario aumentare le pressioni diplomatiche e stabilire una volta per tutte che attacchi militari non sanzionati dall'ONU come quelli del 1999 contro la Serbia e del 2003 contro l'Irak sono fuori dal Diritto Internazionale e non possono e non devono venire tollerati.

Putin ha fatto correttamente notare al suo interlocutore che la narrativa occidentale in merito all'attacco chimico del 21 agosto é del tutto priva di razionalità visto che l'Esercito Arabo Siriano é pienamente in controllo delle sorti della battaglia contro i terroristi e non avrebbe certo bisogno di ricorrere ad armi chimiche che peraltro hanno colpito civili.

Si spera che, con il deragliamento della possibilità di un attacco militare a breve scadenza, le diplomazie riescano a far prevalere più miti consigli: una estensione della missione investigativa ONU in Siria e la ripresa della preparazione per una conferenza internazionale sulla crisi.

mercoledì 28 agosto 2013

L'Esercito siriano elimina cinquanta mercenari stranieri ad Al-Sabina, il leader Walim al-Museli abbattuto a Barzeh!

Se la retorica guerrafondaia che nelle ultime 72 ore ha animato i mezzi di propaganda imperialisti fosse stata suscitata nel tentativo di interrompere il momento dell'offensiva siriana contro i terroristi wahabiti e permettere a questi ultimi di 'rifiatare' dopo le gravissime sconfitte patite nei dintorni di Latakia e Ghouta bisognerebbe riconoscere il suo completo fallimento visto che le forze armate regolari anche oggi hanno ingaggiato battaglia a 360 gradi contro i takfiri estremisti infliggendo loro nuove gravi perdite.

Nei dintorni di Al-Sabina sono stati ben 50 i militanti estremisti a cadere di fronte all'avanzata dell'Esercito Arabo Siriano, mentre tutta la zona di Al-Sharqaty é completamente tornata sotto il controllo governativo; vicino a Barzeh invece il capo terrorista Walim al-Museli é stato abbattuto con alcuni complici mentre trasportava ordigni esplosivi con cui intendeva attaccare e terrorizzare l'indifesa popolazione civile siriana.

Tra Zamalka ed Erbeen un arsenale terrorista é stato scoperto e circa due dozzine di militanti che gli facevano la guardia sono stati eliminati in un'operazione che ha visto le forze regolari di nuovo vincitrici senza riportare alcuna perdita. Anche la cittadina di Al-Nabek é stata ripulita da ogni presenza takfira ed é saldamente sotto il controllo del Governo.

Il Generale Al-Sisi mette "semaforo rosso" alle navi di Obama, interdetto l'attraversamento del Canale di Suez!

Riceviamo e trasmettiamo in tempo reale un aggiornamento secondo il quale il capo della giunta militare egiziana che ai primi di luglio ha rimosso dal potere l'Ex-presidente Mohammed Mursi e il suo Governo della Fratellanza Musulmana, Generale Al-Sisi avrebbe chiuso al traffico militare statunitense il Canale di Suez, bloccando la strada ad alcuni incrociatori a stelle e strisce e ai tender di rifornimento per le unità navali di Washington già presenti nel Mediterraneo.

Questo sviluppo potrebbe avere profonde e interessantissime conseguenze per il futuro degli eventi siriani visto che un ritardo anche di pochi giorni nei programmi bellici di Obama e nani a lui asserviti potrebbe risultare nella totale cancellazione degli stessi.

La decisione, peraltro, metterebbe la giunta militare egiziana in rotta di collisione con l'Arabia Saudita, che si era mostrata favorevole alla rimozione dal potere dei Fratelli Musulmani (tendenzialmente vicini al Qatar) e aveva promesso assistenza economica al Cairo.

Rogozin: "Obama e soci sono accorti quanto un branco di scimmie che giochino con delle bombe a mano!"

"Cauti e accorti come scimmie con in mano delle granate", così, con una metafora fulminante e ben poco lusinghiera per il livello di raffinatezza intellettuale e 'savoir faire' poliico dell'Occidente l'inquilino nero della Casa Bianca e i suoi sodali 'interventisti' sono stati descritti da Dmitiri Rogozin, Vicepremier russo che nella giornata di ieri ha commentato gli sforzi di Obama e company per arrivare a un'aggressione militare contro la Siria di Assad accusandola di avere fatto uso di armi chimiche in totale mancanza di prove, con una montante massa di indizi riguardo che il rozzo aggressivo chimico utilizzato a Ghouta sia stato impiegato dai terroristi wahabiti e soprattutto con il team di ispettori delle Nazioni Unite ancora sul campo.

Aleksandr Lukashevic, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha affermato che: "I recenti tentativi di scavalcare il Consiglio di Sicurezza (dove Mosca e Pechino bloccherebbero ogni risoluzione antisiriana) e di creare artificiose, insincere giustificazioni per un attacco militare contro Damasco causerebbero catastrofiche conseguenze nell'arena mediorientale e nell'intero mondo arabo", raccomandando alle parti coinvolte di esercitare prudenza e di rimanere nell'alveo del Diritto Internazionale.

E' dubbio che il campo occidentale possa lanciarsi 'a cuor leggero' in uno scontro militare contro la Siria, visto che al contrario dell'Irak di Saddam Hussein, dell'Afghanistan prosciugato da vent'anni di guerre, della Libia ridicolmente inefficiente del pagliaccio Gheddafi, la Siria é un paese militarmente avanzato in possesso di strumenti di difesa moderni ed efficienti come hanno dimostrato anche eventi recenti.

martedì 27 agosto 2013

Anche il Gran Mufti sunnita Qabbani concorda: "Dietro le bombe di Beirut e Tripoli c'é la stessa mano, quella di Israele!"

Siamo sempre felici quando possiamo verificare in prima persona che le nostre ipotesi, le conclusioni delle nostre analisi, i nostri pronostici vengono confermati e vendicati dalla realtà dei fatti o da affermazioni e dichiarazioni consimili rilasciate da personaggi ben più autorevoli e informati di noi, coinvolti direttamente negli eventi che noi riportiamo e commentiamo dalla nostra redazione.

Ieri il Gran Mufti sunnita libanese Mohammed Rashid Qabbani, visitando i resti della Moschea Al-Taqwa di Tripoli Siriaca, devastata pochi giorni fa da una doppia esplosione, ha dichiarato che: "Essendo il regime sionista l'unico beneficiario non solo degli effetti di questo attentato ma anche di quello che ha precedentemente colpito la comunità sciita a Sud di Beirut esistono pochi dubbi che la responsabilità ultima di tali atti violenti sia da addebitare proprio a Israele".

Queste parole si accostano mirabilmente non solo a quelle pronunciate dopo l'attentato di Ruwaiss dal Presidente libanese Michel Sleiman, ma anche con le nostre quando, commentando a caldo la bomba codarda di Beirut parlammo, fin da subito, di "Bomba di chiara matrice sionista".

Eventi come questi rendono il nostro lavoro, che di norma é difficile, impegnativo, duro, improvvisamente leggero e grato, perché ci confermano di essere sempre e comunque dalla parte della  Verità e della Giustizia.


"In tempi di Menzogna Universale dire la Verità diventa un ATTO RIVOLUZIONARIO!"

Palaestina Felix é orgogliosa di presentare a tutti i suoi affezionati lettori (che crescono sempre di più, come ci confermano ogni giorno dati di ascolto e frequenza sul blog assolutamente lusinghieri) la Verità riguardo il recente 'attivismo' delle potenze imperialiste occidentali, gettate in una apparente "frenesia militare" non dalle patetiche scuse e giustificazioni accampate dai loro 'media cammellati' ma bensì dal durissimo colpo assestato dalle forze militari siriane alle cellule terroriste mercenarie attiva nel paese a Latakia e Ghouta.

Dopo il "ritiro" per manifesta e palese incapacità del Qatar dalla coalizione terrorista internazionale attiva contro lo Stato e il Popolo siriano il comando delle operazioni sul campo é passato ai sauditi e in particolare al Principe 'Bandar Bush', capo dei Servizi Segreti, recentemente tornato visibile dopo poco più di un anno di assenza dalla ribalta (necessario a riprendersi dalle ferite subite nell'esplosione del suo Quartier Generale).

Bandar Bush aveva preparato 'accuratamente' un'offensiva  che doveva partire proprio da Ladikiyya e 'distrarre' temporaneamente le forze siriane mentre una seconda forza guidata dal leader terrorista Zahran Allouch si sarebbe mossa verso Damasco da Ghouta in modo da 'vendicare' in un colpo solo le umilianti sconfitte di Qusayr, Talkalakh e Homs, riportando le brigate takfire a un passo dalla capitale siriana.

Questo piano é letteralmente ESPLOSO IN FACCIA ai suoi strateghi. Con un colpo da maestro i servizi segreti di Damasco hanno scoperto lo stratagemma saudita e sono riusciti completamente a distruggere la loro forza nella zona costiera  e quindi a eliminare anche le forze attorno a Ghouta prima che si potessero completamente schierare.

Questo fallimento saudita dimostra come, senza aiuti esterni, i terroristi non riescano ormai da oltre un anno a togliere l'iniziativa strategica dalle mani delle truppe di Assad che ora hanno spalancata la strada per colpire e rimuovere completamente le residue forze wahabite che si trovano a Zalabani e Qalamoun, prima di risolvere definitivamente la situazione attorno ad Aleppo.

lunedì 26 agosto 2013

Squadraccia sionazista fa tre morti e diciannove feriti tra i disperati del campo profughi di Qalanidyia!

Rubeen Abed Fares 30 anni, Yunis Jahjouh di 22 e il ventenne Jihad Aslan, sono gli ultimi martiri della Cisgiordania occupata, colpevoli solo di voler respingere un pattuglione di militari sionazisti che aveva invaso il miserabile campo profughi dove da decenni le loro famiglie sono costrette a vivere, un 'crimine' che il regime ebraico punisce con la morte.

Rubeen e Younis hanno avuto il torace sfondato dai proiettili al teflon ad alta penetrazione utilizzati normalmente dalle truppe sionaziste, ordigni disumani che lasciano fori d'uscita grossi come palle da baseball nei corpi umani, Jihad Aslan, invece é morto col cranio sfondato come un guscio d'uovo.

Immediatamente ogni iniziativa per la "ripresa dei colloqui" tra la fazione Fatah (che abusivamente occupa tutti i posti amministrativi dell'Anp nella West Bank) e il Governo di Tel Aviv é stata interrotta, persino gli 'askari' di Ramallah si sono resi conto che di fronte a una aggressione così plateale insistere per 'sedere al tavolo' coi rappresentanti sionazisti esporrebbe la fazione collaborazionista al disgusto e all'odio della popolazione cisgiordana in maniera ancora più netta e vibrata.

Adnan Mansour: "Abbiamo le prove, truppe israeliane hanno di nuovo violato i nostri confini!"

Il Ministro degli Esteri del Governo di Beirut Adnan Mansour in una conferenza stampa davanti ai media nazionali e regionali ha denunciato che nelle scorse ore, ancora una volta, una pattuglia di militari sionisti ha violato la 'Linea Blu' penetrando per 400 metri in territorio libanese.

Ci si chiederebbe a cosa servano la 'Linea Blu', le Risoluzioni ONU e la presenza del contingente multinazionale dell'UNIFIL se poi gli scagnozzi del regime ebraico di occupazione della Palestina possono impunemente attraversare la frontiera.

Mansour ha avvertito Tel Aviv di non riprovare nuovi attraversamenti del confine visto che, come già in una recente occasione, le forze della Resistenza Armata libanese si dimostreranno pronte a rintuzzare nuove violazioni.

Ecco come 'Barack Obomba', Nobel per la Pace, rifornisce di armi proibite le tirannie del Golfo!

Mentre cerca ingenuamente e con somma ipocrisia di accusare la Repubblica Araba di Siria dei crimini di guerra commessi dai wahabiti che lui stesso sostiene l'inquilino nero della Casa Bianca, Barack Obama, non smette nemmeno per un secondo di rifornire e infoltire gli arsenali delle tirannie wahabite del golfo, monarchie ed emirati dove la parola 'democrazia' é sconosciuta e le folle che si azzardano a domandarla con manifestazioni pubbliche sono soggette (loro sì) ad attacchi chimici a base di "Gas CS" (made in usa!) e a repressioni medioevali.

Adesso il Pentagono programma di vendere 1300 bombe cluster CBU-15 all'Arabia Saudita, le micidiali 'munizioni a grappolo' sono in grado di uccidere e mutilare civili anni dopo essere state lanciate. Le disumane testate sono state condannate da tutto il mondo civile e messe al bando con una convenzione internazionale ovviamente non firmata da Washington e Tel Aviv.

Daryl Kimball, della Arms Control Association di Washington e Sarah Blakemore della Cluster Munition Coalition hanno nettamente condannato la mossa della Casa Bianca sottolineando come simili esportazioni di armi proibite non facciano altro che alimentare l'instabilità regionale, costringendo anche altri stati della regione a dotarsene.

domenica 25 agosto 2013

Siglato accordo a Caracas: il Venezuela fornirà petrolio alla Palestina a condizioni di favore!

La solidarietà del Venezuela bolivariano e socialista é sempre una solidarietà di fatti prima ancora che di parole e di proclami, se ne é avuta la prova durante tutto il periodo della Presidenza di Hugo Chavez e adesso il suo successore Nicolas Maduro ha tutta l'intenzione di non abbandonare il sentiero tracciato dal suo illustre predecessore.

Il Ministro degli Esteri di Caracas Elias Jaua e l'incaricato dell'Autorità Palestinese Riyad al Malik hanno definito durante il loro ultimo incontro nella capitale venezolana i dettagli per la 'continua fornitura di petrolio e derivati ai territori palestinesi a condizioni agevolate e di favore'.

Malik, che sta visitando l'intero Sudamerica ha raccolto il sostegno e la solidarietà di molti paesi latinoamericani tra cui non solamente la Repubblica Bolivariana, ma anche la Guyana e l'Ecuador, che presto apriranno ambasciate in Cisgiordania.

I tre massimi leader dell'Ikhwan egiziana entro oggi davanti al giudice con l'accusa di avere incitato gli scontri di piazza!

Mohamed Badieh, già leader supremo della Fratellanza Musulmana egiziana, non deve aver ancora ben capito quanto sia mutata la sua posizione in seguito allo scioglimento forzoso del Governo del PLG e della Presidenza Mursi da parte della giunta militare capeggiata dal Generale Al-Sisi e continua a comportarsi, questo Stamboliskij egiziano, come se rappresentasse ancora qualcosa.

In realtà egli non rappresenta altro che un movimento fallito che non ha saputo difendere il potere conquistato, dimostrandosi così inadatto a mantenerlo. Dopo il suo recente arresto avvenuto in un sobborgo del Cairo Badieh avrebbe rifiutato di rispondere all'interrogatorio dei magistrati, questionandone la legittimità, cosa che non ha per nulla impedito il proseguire delle procedure del suo processo, che dovrebbe vederlo comparire di fronte al giudice prima di oggi in serata.

Insieme a lui finiranno davanti al giudice Khairat al-Shater e Rashad Bayoumi, anch'essi arrestati nelle recenti retate di dirigenti dell'Ikhwan che hanno letteralmente decapitato i 'quadri' dell'organizzazione contribuendo tra l'altro a far fallire il venerdì di mobilitazione indetto per la giornata di avantieri.