lunedì 24 novembre 2014

Ecco la verità dietro l'atto di Resistenza di Abdel Rahman Shaloudi, pioniere della Terza Intifada.

Abdel Rahman Shaloudi é uno dei due coraggiosi Palestinesi che all'inizio del mese si sono lanciati al volante delle loro auto contro invasori illegali della loro terra: i famigerati ebrei fanatici degli insediamenti. I media asserviti al Sionismo o rimbambiti di pacioso buonismo da Caritas lo hanno chiamato 'terrorista', come se fosse uno sgozzatore barbuto dell'ISIS; noi siamo di un'altra pasta e lo chiamiamo combattente di liberazione nazionale, sfidando chiunque a censurarci per questo giudizio che é prettamente legale, tattico e storico-politico.

Mentre il resto della fanfara mediatica del giornalistame italico una volta apposto il bollo 'terrorista' su qualcuno non ha poi nessun interesse ad approfondirne la storia o le scelte, noi, appunto, siamo d'altra pasta e vi proponiamo le immagini della casa della sua famiglia, distrutta dai sionazisti (da quando in qua, SECONDO QUALE LEGGE, é plausibile colpire la casa di una famiglia per le azioni di un suo membro? Potrei io andare a radere al suolo il ghetto di Roma per punire i parenti delle SS a Sei Punte -e a Roma ce ne sono molti- che hanno massacrato bambini innocenti a Gaza?).

Vi racconteremo anche perché Abdel abbia scelto di immolarsi nel suo gesto di Resistenza: egli era perseguitato dalla polizia sionista che voleva trasformarlo, con l'intimidazione e il ricatto in un suo "soffia", un informatore delatore nel cuore del quartiere palestinese di Silwan, ad Al-Quds.

Abdel era pedinato da agenti sionisti, una volta questi rubarono la sua macchina e quando lui andò alla centrale di polizia per denunciare il furto fu accusato di aver mentito e tenuto tre giorni in cella di isolamento, i secondini gli dissero che se avesse accettato di collaborare sarebbe stato, ovviamente, subito rilasciato.

ADESSO il suo gesto ha molto più senso, messo in prospettiva, spiegato.

Ripetiamo, Abdel Rahman Shaloudi non era un terrorista, era un combattente, parte di un popolo oppresso ma mai domato che ha preferito immolarsi causando il massimo danno al suo nemico.

Il suo gesto può essere condiviso o meno, ma non può essere chiamato 'crimine'.

3 commenti:

  1. I popoli dell'Europa occidentale dopo 70 di vita dolce e comoda non sono in gradio di capire ciò. Per loro chi fa cose del genere è solo un terrorista.

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    1. Caro Orazio, siamo lieti del suo commento e lieto che una persona come lei, che di mestiere fa il docente, si interessi a queste tematiche...

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  2. Verissimo!!!condivido!!!ho postato un pensiero simile,in un commento di un'articolo di sabato,su facebook e Sulaiman hijazi.
    Max

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