venerdì 6 febbraio 2015

Tremila Assiri Cristiani stanno per prendere le armi contro l'ISIS per difendere la loro terra ancestrale!

Abbiamo già parlato in passato della milizia assira cristiana di Dwekh Nawsha, organizzata dal Partito Patriottico Assiro; da quando l'abbiamo menzionata per la prima volta sappiamo che essa si é solidificata e rafforzata e ha già preso parte, dalla sua iniziale roccaforte di Bafuka, alle prime operazioni militari contro l'ISIS.

Adesso vogliamo menzionare una seconda formazione armata Assira e Cristiana, la "Niniveh Plains Protection Unit", che se da un lato ci rincuora perché dimostra come non centinaia, ma migliaia e migliaia di giovani irakeni cristiani siano pronti a prendere le armi contro il bigottismo wahabita dei mercenari del Daash, servi di Obama e Netanyahu, dal lato politico mostra certe ambiguità che invece Dwekh Nawsha e il PPA non hanno per niente suscitato e su cui vorremmo far concentrare l'attenzione dei nostri lettori.
La milizia NPU conta 500 armati in servizio e altri 500 in addestramento...ma ci sarebbero tra i 2500 e i 3000 altri volontari che sarebbero ansiosi di vestirne l'uniforme e imbracciare le armi e che per ora non possono per motivi logistici e organizzativi.

Fin qui la parte confortante, auguriamo a questi ragazzi di poter scendere sul campo quanto prima e magari di poter dare un contributo decisivo alla campagna per la liberazione di Mosul e delle zone di Ninive circostanti. Più ambigua però é la formazione politica di riferimento; un tale "Movimento Democratico Assiro" che sembra diffuso più che altro tra la diaspora irakena in Nordamerica ed Europa. Ora, 'Democratico', come aggettivo politico non ulteriormente declinato (Democratico-Popolare, Democratico-Nazionale...) fa pensare alla frusta, vetusta, esangue 'democrazia liberale', un concetto che ormai ha fatto il suo tempo come dimostrano le profonde crisi dell'Europa 'dirittoumanista' e degli Usa 'talassocapitalisti'...la democrazia liberale (rigorosamente in minuscolo) non é altro che il rodeo delle lobby dei gruppi finanziari e bancari più potenti, degli sfruttatori più avidi. Non vogliamo che nell'Irak liberato dal giogo dell'ISIS si sostituisca il giogo più pervasivo e infido di qualche gruppo di sfruttatori europei o americani.

Speriamo che, combattendo fianco a fianco con gli uomini delle forze irakene, delle milizie sciite ispirate da Hezbollah, e coi consiglieri e i volontari iraniani dell'IRGC, anche i ragazzi dell'NPU si convincano sempre più che la via maestra per il futuro della Mesopotamia passa da un'organizzazione Patriottica e Nazionale, che, rispettando ogni componente della Civiltà Irakena inserisca il paese sempre più saldamente nell'Asse della Resistenza.


3 commenti:

  1. Sono pochi , non possono certo influenzare la politica irachena , inoltre il Cardinale Sako della chiesa Caldea è contrario a questa discesa in armi dei cristiani ( probabilmente teme ripercussioni politiche ) . Chiedono una regione autonoma che comprenda anche la minoranza Yazida

    Corrado Gregori

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  2. Ciò che dice il Dott. Kahani trova condivisione in chi scrive, proprio per le frequenti seduzioni occidentaliste, in cui in buona fede e per tanti comprensibilissimi motivi, sono caduti, già in parte ai tempi degli stati franchi di Terrasanta tra XI e XIII secolo, tanti cristiani mediorientali.
    E che ogni volta hanno pagato un prezzo durissimo dopo che i Franchi "fratelli" in Cristo, li abbandonarono al loro destino...
    Vedasi la fine della Chiesa cattolica latinofona dell'Ifriqiyya, dopo la caduta del dominio normanno siciliano tra Bona e Tripoli (1134-1160).
    Oppure un durissimo sessantennio di persecuzioni anticopte nell'Egitto dei Mamelucchi (1250-1517) e nell'area siro-palestinese dopo il crollo delle piazzeforti franche (1260-1291) nel 1293-1354.
    Oppure ancora durante e dopo la prima guerra mondiale coi massacri genocidari degli Armeni, e in misura minore di Giacobiti e Nestoriani da parte dei Giovani Turchi (governo con vertice massonico di cripto-giudei domneh, antesignani del successivo kemalismo).
    E già nel 1914-1918, l'Intesa formò una milizia di 1500 Nestoriani al comando di Agha Petros, che combatterono valorosamente tra il Kurdistan e gli ZAgros.
    Ma questo non impedì appunto ulteriori masacri di Nestoriani, che dopo il 1918-1920, ufficialmente scomparvero da quella che sarebbe diventata la nuova Turchia kemalista, vivendo i superstiti in condizioni di "taqiyya" fino ai nostri giorno, nel silenzio e nell'indifferenza quasi totale dell'Occidente, cristiano o non.
    Idem nell'Iraq costruito con squadre e compassi dall'Inghilterra dopo il crollo dell'Impero Ottomano, quando nel 1933, per vendetta contro il collaborazionismo nestoriano filobritannico (molti nestoriani erano divenuti poliziotti nel periodo del mandato britannico 1918-1932), vi furono nuovi massacri, che spinsero lo stesso Khatholikòs (Patriarca) nestoriano, e successore dell'Apostolo Tommaso a fuggire negli Usa (1935) dove risiede tuttora!
    E oggi abbiamo il sanguinosissimo "revival" della stessa tragedia!

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    1. Splendido . Lei mi fornisce notizie che sono difficili da reperire in Occidente !!
      Corrado Gregori

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