lunedì 21 agosto 2017

A Bengasi Haftar riceve un trasporto aereo siriano, sono armi per il suo esercito??

Per la prima volta dal 2011, un aereo da trsporto siriano é atterrato all'aeroporto di Benina a Bengasi, nella parte di Libia controllata dalle forze del Generale Khalifa Haftar.

Apparentemente si è trattato di un volo commerciale tra Damasco e Bengasi, ma oltre al carico, di cui non si conosce la natura, anche funzionari siriani sono arrivati nella "capitale" di Haftar.

Si ritiene che Mosca incoraggi Assad a intensificare gli scambi con i paesi arabi schierati contro il terrorismo islamista.



La Siria sta ricevendo carri armati e blindati moderni dalla Russia, potrebbe quindi 'regalare' all'Ex-capo di SM di Gheddafi alcuni dei suoi mezzi più antiquati che nel conflitto libico darebbero comunque un vantaggio alle forze impegnate contro l'ISIS e gli ikhwaniti di Misurata e Tripoli.

La "Libia islamista" ha cessato le relazioni diplomatiche con la Siria nel 2011. Con Mosca patrocinatrice di Damasco nel Mondo Arabo, e Khalifa Hafter stretto alleato stretto di Putin é logico che Bengasi e Damasco si trovino sempre più collegate.

All'inizio di questa settimana Hafatar era a Mosca, cercando di persuadere il Cremlino a spendersi per l'annullamento dell'embargo di armi verso la Libia.

Questo volo commerciale potrebbe essere parte della risposta russa alle preghiere del Generale.

2 commenti:

  1. spero che non siano armi! In Libia hanno necessità di mettersi al tavolo e accordarsi per rimettere in piedi la nazione! Pensare di conquistare la Libia con le armi è una incitazione al massacro! Haftar ne ha già più che a sufficienza per mantenere l'ordine nella Libia est.
    Ricordo che esistono circa 100 tribu locali molte delle quali armate!

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  2. Le armi servono eccome! Oltre ad espugnare Tripoli dove sta l'Asserragliato ormai appoggiato solo da Gentiloni, ci sono ancora una marea di sacche di terroristi, che controllano anche grandi città, come Misurata. Nello stesso tempo occorre insistere con la pressione diplomatica nei confronti dei paesi sostenitori del terrorismo.

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