venerdì 25 gennaio 2013

Il Governo di Assad controlla l'85 per cento del territorio nazionale!

Pierre Khalaf scrivendo su VoltaireNet il 23 gennario 2013 segnala come l'insorgenza terroristica in Siria si trovi ormai in un vicolo cieco, spaccata tra le posizioni dei pochissimi siriani rimasti nei suoi ranghi e quelle dei gruppi filo-turchi e di quelli filo-sauditi, che hanno cercato, armi in pugno, di decapitare le altre organizzazioni per diventare gli unici 'leader' del movimento anti-Assad.

Questo tentativo ha indebolito i ranghi dei mercenari proprio nel momento in cui si é scatenata una forte serie di operazioni governative culminate con la distruzione di dozzine di cellule armate e l'eliminazione di molte migliaia di terroristi; subito dopo gli emiri wahabiti hanno iniziato a stringere i cordoni della borsa chiedendo "operazioni spettacolari" da poter mandare in onda su Al-Arabiya e Al-Jazeera chiarendo che solo i gruppi più 'mediaticamente efficaci' si sarebbero guadagnati rifornimenti e finanziamenti.

Da qui il proliferare di autobombe e attacchi con razzi menati a casaccio contro la popolazione civile anziché contro le truppe di Assad, cosa che ha fatto infuriare ancora di più i cittadini che mai hanno sostenuto o accettato la presenza dei criminali stranieri sul loro suolo. Alcuni osservatori hanno paragonato il rifiuto popolare di sostenere gli estremisti stranieri e il movimento di creazione di milizie locali anti-wahabite alla "rivolta sunnita" avvenuta in Irak nel 2006 quando anche i sunniti moderati presero le armi contro i gruppi estremisti di Al-Qaeda in Mesopotamia e simili.

Del resto anche il Governo siriano ha incentivato questo moto, dando l'OK alla creazione di una nuova forza armata territoriale che sgravi le unità specializzate dell'Esercito dal compito di dover monitorare le zone già liberate.
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