sabato 26 gennaio 2013

Principotto saudita vorrebbe aumentare gli armamenti dei terroristi in Siria, non ha capito che sono gli Uomini a vincere le guerre!

Il Principe Turki al-Faisal al-Saoud, di cui avevamo già parlato al momento in cui, in piena 'grancassa mediatica' sionista contro il fittizio 'pericolo' di una "atomica iraniana" aveva avocato anche per la tirannia di Riyadh un'opzione nucleare torna a far parlare di sé con un incongruo appello ad "aumentare la quantità e la qualità dell'armamento a chi combatte in Siria contro Bashir Assad".

Il prncipotto, fratello dell'attuale Ministro dell'Economia saudita e a suo tempo capo dei servizi segreti (prima che finissero in mano al Princip Muqrin e quindi al famigerato 'Bandar Bush') ha specificato che "I combattenti in Siria hanno bisogno di missili in grado di abbattere aeroplani, di distruggere carri armati a distanza", credendo, così, di poter rovesciare l'apparentemente interminabile serie di sconfitte che sta perseguitando l'insorgenza mercenaria wahabita, in seguito alla quale il Governo di Damasco ha ristabilito il controllo sulla quasi totalità del territorio nazionale.

Quello che Turki al-Faisal non ha capito, come la maggior parte degli 'strateghi' occidentali che si sono affannati nel tentare di rovesciare Assad é che le armi da sole non possono vincere le guerre. Altrimenti l'Hezbollah libanese non avrebbe avuto bisogno di quasi 30 anni per diventare la forza armata irregolare più potente del Medio Oriente e forse del mondo intero. Missili antiaerei e anticarro, che pure esistono devono venire messi in mano a personale specializzato altamente addestrato e qualificato, non a ex-detenuti, avanzi di galera ed esaltati drogati, di cui abbondano invece le fila dei terroristi anti-Assad.

I missili antiaerei resero impossibile la vita all'Armata Rossa in Afghanistan, ma solamente perché in Pachistan esistevano campi d'addestramento dove personale delle forze armate di Karachi, insieme a istruttori dei Ranger e dei Berretti Verdi americani insegnavano ai Pashtun a impiegarli al meglio: sparati 'alla buona' i più sofisticati MPSAM e ATGM disponibili agli arsenali NATO e israeliani verranno sempre evitati ed evasi da personale militare mediamente addestrato persino se a bordo di un obsoleto T-55 o di un MiG-21.
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La Jihad Islamica mette in guardia i sionazisti di Tel Aviv: "La negligenza medica ai prigionieri può invalidare il cessate il fuoco!"

"Se le autorità carcerarie sioniste continueranno nella criminale politica di negligenza delle condizioni sanitarie e mediche dei prigionieri palestinese le forze della Jihad Islamica potrebbero vedersi costrette a revocare il cessate-il-fuoco in vigore dalla fine di novembre 2012".

Questo, in estrema sintesi, il messaggio recapitato dalla Striscia di Gaza dal dirigente della Jihad Khalid al-Batsh; l'avvertimento arriva dopo la recente morte di Ashraf Masalma, spirato dopo lunghissime settimane di agonia nonostante tutte le cure prestategli dopo la sua liberazione.

Al-Batsh ha specificato che ogni detenuto politico é parte della Nazione palestinese e quindi ogni attentato contro di lui, anche tramite l'arma obliqua e vigliacca del trascurare le sue necessità mediche, si configura come un attacco alla Palestina, di portata tale da mettere in forse le condizioni di armistizio dello scorso 21 novembre.
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Si addestrano a Golbasi, vicino Ankara, i terroristi con cui Erdogan vorrebbe sfasciare l'Irak!

Il quotidiano turco Aydinlik Gazete riporta come nell'ambito degli sforzi per trasferire in Irak l'instabilità e il conflitto settario che finora non sono serviti a distruggere la Siria (nonostante i copiosi sforzi congiunti di Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Usa, Francia e Israele) il Governo Neo-ottomano di Erdogan abbia cominciato ad addestrare ex-uomini del regime di Saddam Hussein in una base segreta vicino ad Ankara con l'intenzione di usarli come nucleo di un futuro "Esercito Libero Irakeno" da scatenare oltreconfine contro il Governo di Nouri al-Maliki e la popolazione civile mesopotamica.
Centro del programma di destabilizzazione terroristica dell'Irak sarebbe la cosiddetta 'Accademia di Polizia' di Golbasi (appunto, nella provincia di Ankara), come si vede una vera e propria cittadella isolata dove si possono tranquillamente ospitare centinaia di persone da addestrare alla guerriglia e al terrorismo. Al piano, chiaramente, non sarebbe estraneo l'Ex-vicepresidente irakeno Tarek Hashemi, latitante condannato a morte in contumacia rifugiatosi presso Erdogan.

Ancora una volta vediamo come la Turchia, lungi dall'essersi 'emancipata' dall'influenza NATO e imperialista con l'elezione di un preteso 'partito islamico' al potere (espressione di quell' "Islam Americano" contro cui ai tempi metteva in guardia l'Ayatollah Khomeini) continui a fungere da marionetta per i piani di destabilizzazione neo-colonialista di quei paesi che non si piegano al giogo a stelle e strisce.
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Nove morti a Suez nel corso di manifestazioni sindacali, Mursi alla TV invita la gente alla calma!

Come non era difficile prevedere il malcontento popolare egiziano verso lo stile di Governo (o la mancanza di esso) del Presidente Mohammed Mursi, dopo la vertenza delle modifiche unilaterali alla Costituzione (culminata con la resa -almeno temporanea- del Presidente) e dopo il rivolgimento interno della compagine governativa guidata da Qandil, non era affatto 'archiviato', ma covava semplicemente sotto la cenere pronto a riesplodere alla prima occasione.
E nessuna occasione poteva essere migliore del secondo anniversario della Rivoluzione del 2011, che diede il via al processo di trasformazioni che hanno portato Mohammed Mursi, l'FJP e l'Ikhwan musulmana a controllare il più importante paese del Mondo Arabo e dell'Africa del Nord, a costo, però, di una parziale o totale delusione di molti di coloro che in quei giorni di due anni fa scesero in piazza a manifestare e a scontrarsi (anche sanguinosamente) con gli sgherri di Mubarak.

E nuovo sangue é stato versato ieri nelle strade di Suez, dove almeno otto manifestanti e (forse) un poliziotto sarebbero stati uccisi e almeno 450 (in massima parte dimostranti) feriti nel corso di cruenti scontri in cui la polizia non ha esitato ad aprire il fuoco ad altezza d'uomo. I manifestanti chiedevano un rinnovo dei contratti di lavoro, miglioramenti salariali e maggiori tutele sindacali.
In serata il Presidente é apparso in televisione invitando la popolazione alla calma, ma non é detto che oggi e domani non possano vedersi altri scontri (speriamo non altrettanto cruenti) a Suez o in altre città d'Egitto.
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venerdì 25 gennaio 2013

Il Governo di Assad controlla l'85 per cento del territorio nazionale!

Pierre Khalaf scrivendo su VoltaireNet il 23 gennario 2013 segnala come l'insorgenza terroristica in Siria si trovi ormai in un vicolo cieco, spaccata tra le posizioni dei pochissimi siriani rimasti nei suoi ranghi e quelle dei gruppi filo-turchi e di quelli filo-sauditi, che hanno cercato, armi in pugno, di decapitare le altre organizzazioni per diventare gli unici 'leader' del movimento anti-Assad.

Questo tentativo ha indebolito i ranghi dei mercenari proprio nel momento in cui si é scatenata una forte serie di operazioni governative culminate con la distruzione di dozzine di cellule armate e l'eliminazione di molte migliaia di terroristi; subito dopo gli emiri wahabiti hanno iniziato a stringere i cordoni della borsa chiedendo "operazioni spettacolari" da poter mandare in onda su Al-Arabiya e Al-Jazeera chiarendo che solo i gruppi più 'mediaticamente efficaci' si sarebbero guadagnati rifornimenti e finanziamenti.

Da qui il proliferare di autobombe e attacchi con razzi menati a casaccio contro la popolazione civile anziché contro le truppe di Assad, cosa che ha fatto infuriare ancora di più i cittadini che mai hanno sostenuto o accettato la presenza dei criminali stranieri sul loro suolo. Alcuni osservatori hanno paragonato il rifiuto popolare di sostenere gli estremisti stranieri e il movimento di creazione di milizie locali anti-wahabite alla "rivolta sunnita" avvenuta in Irak nel 2006 quando anche i sunniti moderati presero le armi contro i gruppi estremisti di Al-Qaeda in Mesopotamia e simili.

Del resto anche il Governo siriano ha incentivato questo moto, dando l'OK alla creazione di una nuova forza armata territoriale che sgravi le unità specializzate dell'Esercito dal compito di dover monitorare le zone già liberate.
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Nasr Shawish, prigioniero politico nelle galere sionaziste, perde l'uso delle gambe per la negligenza medica dei suoi carcerieri!

Si chiama Nasser Shawish l'ennesima vittima palestinese della criminale negligenza medica dei secondini sionazisti contro i detenuti politici, nella fattispecie quella della Prigione di Shatta, dove Shawish ha già trascorso ben 11 anni, oltre un decennio in quello che potremmo a buon titolo descrivere come un "Inferno in Terra".

Da due anni Nasser Shawish soffriva di "intensi e lancinanti" dolori alle articolazioni inferiori, ginocchia e caviglie, ma mai, nemmeno una volta, le sue condizioni sono state anche solo valutate da un medico, meno che mai affrontate con terapie; alla fine, alcuni mesi fa, il prigioniero palestinese si trovò inabile ad appoggiare il peso del corpo sul piede sinistro, risolvendosi a dover zoppicare e, poco tempo fa, dopo una rovinosa caduta, si é trovato con anche l'altra gamba inutilizzabile.

Il parlamentare palestinese Ahmed Attoun ha dichiarato a 'Quds Press' la necessità di una massiccia mobilitazione politica e civile per evitare che anche Shawish faccia la fine di Ashraf Masalmah e di Zakariah Issa.
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La Repubblica Islamica pronta a varare la prima petroliera 'Aframax' per la sua flotta nazionale!

Pochi mesi dopo avere varato la prima petroliera di totale costruzione nazionale (la 'Sorocama', costruita per l'industria petrolifera di Stato venezolana) i cantieri navali iraniani sono sul punto di inaugurare la prima petroliera per la loro stessa flotta: un tanker 'Aframax' di 186 metri di lunghezza.

Le 'Aframax' sono petroliere "intermedie", più grandi della stazza massima concessa per attraversare il Canale di Panama (le cosiddette 'Panamax') ma più piccole di quelle massime per attraversare il Canale di Suez ('Suezmax') e sono solitamente utilizzate nel Mar Nero, nel Mar del Nord, nel Mediterraneo, nei Caraibi e nel Mar della Cina Orientale e Meridionale. Dopo il varo lo scafo riceverà gli ultimi ritocchi e sarà pronto a iniziare le operazioni con la bandiera della NITC, (National Iranian Tanker Company) entro il prossimo anno lunare iraniano (che avrà inizio nel marzo 2013).

Ancora una volta l'Iran dimostra che la via dell'autonomia e dell'autosufficienza tecnologica e industriale per quanto difficili e impegnative sono le uniche che possano garantire l'indipendenza e la libertà di un paese emergente.
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Le elezioni disertate dall'opposizione non calmano la Giordania: proteste e accuse di brogli in tutto il paese!

Scontri violenti con gas urticante, cariche della polizia antisommossa e principi d'incendio appiccati a uffici pubblici e simboli dell'autorità reale e governativa, questo il bilancio di un giovedì di scontri nella città di Maan, nel Sud della Giordania, che potrebbero vedere una 'replica' questo pomeriggio dopo le rituali preghiere del venerdì.
Occasione per le proteste che, seppure meno violente, si sono avute anche nella capitale Amman ed altri centri del paese, il grido di 'brogli' lanciato dalle opposizioni (in testa il locale capitolo della Fratellanza Musulmana) che hanno disertato le urne nelle recentissime elezioni politiche e che pure hanno denunciato i tentativi governativi di simulare un'affluenza e una rappresentatività della chiamata al voto del tutto immaginaria.

Gli oppositori del reuccio ascemita Abdallah sostengono che l'affluenza pretesa dal Ministero dell'Interno al 56 per cento degli aventi diritto sarebbe 'fasulla' e che moltissimi elettori si siano recati ai seggi dietro promessa di piccoli compensi monetari, molto ambiti in un paese in durissima crisi recessiva. Dall'autunno del 2010 il regno transgiordano ha cambiato moltissimi premier ma non ha riformato un impianto costituzionale che concede al Re e alla sua corte un ruolo preponderante nella vita pubblica del paese.
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giovedì 24 gennaio 2013

Arrivano in Libano i primi 30.000 kit di aiuto umanitario iraniano, destinati ai profughi siriani e palestinesi arrivati da oltre confine!

Oltre diecimila "kit" di aiuto umanitario scaricati negli scorsi giorni da navi iraniane nel porto di Beirut sono stati già distribuiti a cittadini Siriani e Palestinesi che a causa delle attività dei gruppi criminali wahabiti sul territorio della Repubblica Araba hanno dovuto temporaneamente rilocarsi in Libano. Le confezioni contengono cibo, disinfettante per l'acqua, coperte, e medicinali di vario genere. Le operazioni di scarico, trasporto e distribuzione sono state supervisionate direttamente da Ghazanfar Roknabadi, ambasciatore della Repubblica Islamica in Libano e dal consigliere del Premieri libanese Ramzih Naeman.
Nei prossimi giorni altre ventimila unità potranno venire distribuite ad altrettante famiglie, l'operazione non dovrebbe prendere più di una dozzina di giorni e, per allora, un nuovo carico di aiuti iraniani potrebbe essere già arrivato nel Paese dei Cedri. Il Brigadier-Generale Ibrahim Bashir dell'Armee Libanaise, ha ringraziato l'ambasciatore Roknabadi per la sollecitudine con cui Teheran si é mobilitata per aiutare concretamente queste dirette vittime dell'instabilità in Siria, una instabilità, lo ricordiamo, su cui i ricchi emirati petroliferi wahabiti contano per poter estendere la loro influenza e quella dei loro burattinai imperialisti e sionisti.
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Riposa in pace Lubna Hanash: il tuo martirio ha reso ancor più preziosa la Sacra Terra di Palestina!

Lubna Munir Hanash, vittima innocente della brutalità militare sionazista, massacrata ieri con due colpi di fucile d'assalto sparatile in pieno volto mentre con dei coetanei si trovava nei pressi di Al-Arroub, é stata posta a riposare oggi nel cimitero di Betlemme, con una breve, ma intenssisima e commovente cerimonia.

Invitiamo la blatta umana che ha avuto il coraggio impudente di cercare di offendere la memoria della martire ventunenne Lubna Hanash a farsi un profondo esame di coscienza e auguriamo a lui e alla sua famiglia di poter provare tutte le angustie e i dolori che sono "normali" per le famiglie palestinesi nella Cisgiordania occupata, moltiplicate sette volte.

Invitiamo tutti i sinceri amici e sostenitori della Causa del Popolo palestinese a visitare lo sconcio spazio-web della blatta umanoide hasbarita e lasciare ivi un segno tangibile dello schifo e del disprezzo che proviamo per lei per tutti quelli della sua 'specie'...
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L'Esercito siriano disinnesca cinque bombe vicino ad Homs mentre prosegue la battaglia per liberare Daraa!

Cinque congegni esplosivi assemblati con diabolica inventiva, riempiti di chiodi e sfere da cuscinetti per poter falciare il maggior numero di vittime civili inermi e indifese, sono stati individuati e disinnescati vicino alla città di Homs da artificieri dell'Esercito siriano prima che potessero venire utilizzati dai criminali terroristi wahabiti contro il popolo che li ha sempre avversati e respinti.

Intanto il Ministro Mohammed Abdul Sattar, responsabile del dicastero per le Opere Religiose ha invitato tutti i siriani musulmani (di qualunque setta) a mostrare la loro fedeltà alla Repubblica e al Presidente Assad con una massiccia partecipazione al venerdì di preghiera, nella giornata di domani, che sarà idealmente dedicato a chiedere all'Altissimo la vittoria delle forze nazionali e il rapido ristabilimento della condizioni di pace e sicurezza nel Paese.
Nel frattempo i rapporti ufficiali dell'Esercito parlano di pesanti scontri attorno alla città di Daraa, vicino al confine con la Giordania, uno dei primi centri a rilevare, nella primavera di due anni fa, i primi accenni di attività terroristica wahabita; forse é il segno che la parola "fine" si avvicina per l'insorgenza criminale in una nuova regione della Siria, una regione che peraltro fa da condotto naturale per il transito di finanziamenti, rifornimenti, armi e munizioni per le cellule qaediste presenti in altre zone del paese.
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Ecco la Iena di Manama! La figlia di Re Al-Khalifa tortura personalmente i prigionieri politici in Barhein!

Chi si fa persecutore degli oppressi per gli interessi degli arroganti e dei prevaricatori rappresenta il massimo di corruzione morale immaginabile e forse nessun esempio al mondo é oggi tanto lampante quanto quello offerto dalla famiglia Al-Khalifa, tiranni del Barhein prima per conto di Sua Maestà britannica (Quando la Royal Navy fece il passaggio dal carbone alla nafta come propellente per la flotta e Londra aveva bisogno di una base navale da cui poter fare la guardia alle rotte del Golfo Persico) e in seguito per lo Zio Sam, di cui la Quinta Flotta ha una base permanente nell'isola una volta patria dei pescatori di perle.

Un paio di mesi fa avevamo dato la notizia che "alcuni figli" di Re Al-Khalifa erano direttamente coinvolti nelle torture inflitte agli oppositori politici arrestati nel corso delle retate contro il movimento di riforma e democratizzazione del Bahrein, ma nemmeno noi, pur abituati da tempo all'abiezione e alla crudeltà dei lacché dell'Imperialismo, avremmo mai potuto immaginare che fra di loro si fosse messa in 'luce' per il suo sadismo e la sua crudeltà niente meno che la 'principessa' Noura bint ebrahim.

Questa femmina, che non esitiamo a ribattezzare qui 'La Iena di Manama' si sarebbe segnalata durante le torture inflitte ai clinici Ghassam e Bassem Daif, medici del complesso sanitario di Salmaniya, "accusati" di avere prestato cure ai dimostranti feriti dagli sbirri di Al-Khalifa, dai soldati sauditi corsi in suo aiuto e dai mercenari pachistani 'affittati' con la ricchezza dei forzieri reali.

Ma il ripugnante sadismo della 'principessa' non si é fermato nemmeno di fronte a una sua quasi coetanea, la ventunenne, Ayad al-Qurmazi che ha raccontato di essere stata torturata dalla figlia del sovrano nella primavera del 2011 all'inizio del movimento di protesta.


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Le forze di sicurezza irakene arrestano 250 terroristi wahabiti finanziati dall'Arabia Saudita!

Una rete di ben 250 terroristi wahabiti con finanziatori e collegamenti ad altissimo livello in Arabia Saudita é stata distrutta dalle forze di sicurezza irakene con una vasta operazione di counterintelligence che ha visto uomini della polizia e dell'esercito mobilitati in tutta la zona del Medio Eufrate.

Secondo quanto rivelato nella conferenza stampa che ha comunicato i risultati del successo dell'operazione l'ufficio del Principe saudita Bandar bin Sultan Saoud (il famigerato 'Bandar Bush') aveva stanziato circa 200 milioni di dollari Usa a favore dei criminali, istigandoli a compiere attentati contro i quartieri sciiti di Bagdad e le città di Najaf, Karbala e Al-Diwaniyah, tutte a maggioranza sciita.

Anche i piani di questa congrega di agitatori rientrano nello schema della cospirazione contro l'unità nazionale irakena con cui gli emirati wahabiti del petrolio vorrebbero rifarsi dei rovesci inflitti loro in Siria dalla tenace resistenza del popolo e dell'Esercito contro le loro bande di mercenari stranieri.
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mercoledì 23 gennaio 2013

Mentre Mishaal e Abbas si incontrano per spartirsi le poltrone una ragazza palestinese é massacrata dai sionisti presso Hebron!

Quella che vedete é la foto del ricovero in ospedare di Lubna Munir Hanash, nella Cisgiordania occupata, nella giornata di oggi; come potete vedere Lubna Hanash ha la testa fasciata, perché ha avuto il volto spappolato da due colpi di fucile d'assalto calibro 5.56 millimetri, sparatile in faccia da soldati dell'occupazione militare sionazista mentre lei, con altri civili rimasti feriti, si trovava presso l'ingresso meridionale del campo profughi di Al-Arroub.

Il sito-web del Movimento Hamas ancora adesso, a ore dalla morte della ragazza ventiduenne, spirata poco dopo l'arrivo in ospedale nonostante gli sforzi dei clinici, non riporta la notizia del suo martirio; ma come condannare Hamas per questo? Ha "notizie" più importanti da riportare, "notizione" come l'apertura del 'dialogo per la riconciliazione' con cui il movimento di Mishaal cercherà di pacificarsi con l'autorità palestinese del cacicco Abbas, 'gendarme coloniale' dell'occupazione sionista in Cisgiordania.

Capiamo i redattori di Hamas, la notizia dell'ennesimo massacro sionista impunita poteva 'offendere' il satrapo Abu Mazen, le cui forze di 'sicurezza preventiva' non proteggono i Palestinesi ma anzi, perseguitano, torturano e incarcerano quelli che anche nella West Bank vorrebbero resistere all'occupazione e dare il via alla Terza Intifada. 
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Il Ministro della Difesa siriano visita le truppe in prima linea, si congratula per le loro vittorie e i loro sacrifici!

Il Vicecomandante in capo delle Forze Armate siriane, il inistro della Difesa Generale Jassem al-Fahd Freij, oha oggi ispezionato una delle formazioni militari impegnate nel contrasto all'insorgenza terroristica wahabita, incontrando molti soldati semplici e ufficiali di complemento, intrattenendosi con loro e rendendosi conto di persona delle richieste della truppa e delle necessità operative di questo particolare tipo di missione. Egli ha sottolineato che l'Esercito arabo siriano continuerà a perseguire la caccia ai gruppi terroristici armati su tutto il territorio nazionale fino alla vittoria e sventerà la cospirazione ordita contro la Siria.

Ha aggiunto però che ogni uomo dell'Esercito non deve mai dimenticare come il nemico principale rimanga sempre quello sionista e che in ultimo la missione essenziale delle Forze Armate è quella di liberare i territori arabi occupati a partire dal Golan siriano. Al-Freij ha apprezzato il morale alto dei soldati siriani nell'affrontare i gruppi terroristici armati e la loro determinazione per eliminarli e distruggere i loro nascondigli e i loro arsenali, notando come le molteplici notizie di scontri tra bande di criminali per questioni venali come la spartizione del bottino dimostra come perfino i forzieri apparentemente senza fondo degli emiri wahabiti del petrolio stentino a sostenere le falangi terroriste di fronte alla rapidità con cui le forze siriane distruggono e confiscano le loro riserve di armi e munizioni.
Il Generale ha aggiunto che i soldati dell'Esercito arabo siriano meritano la lode dal popolo e che insieme riusciranno a riportare presto la sicurezza e la stabilità in patria. Il Generale al-Freij ha osservato come "Le risorse impiegate dai paesi aggressori per distruggere la Siria, se fossero state messe a disposizione per liberare i territori arabi occupati, si sarebbero forse sufficienti". Egli ha sottolineato che i nemici che stanno cospirando contro la Siria, sotto la guida sionista-americana, con fondi messi a disposizione da parte di alcuni paesi arabi, vogliono servire gli interessi di Israele nel minare la fermezza della Siria, unico Stato arabo ad avere sempre pervicacemente rifiutato ogni 'accordo' e persino ogni 'riconoscimento' dell'illegittima entità occupante sionista.
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La 'talpa' sionista Ali Tawfiq Yaghi arrestata dalle autorità militari libanesi: per 20 anni ha spiato a favore di Tel Aviv!

Visto così, tramite la foto di un documento identificativo, Ali Tawfiq Yaghi non dà certo l'idea di essere una "superspia" eppure, come sa benissimo un lettore di romanzi di John Le Carré, le 'vere' spie sono uomini affatto rimarchevoli: spesso nevrotici, solitari, meschini, spinti a diventare ingranaggi di meccanismi spietati che di solito finiscono per schiacciarli.

Anche in questo caso la carriera di quella che forse era una delle più formidabili 'talpe' al servizio del Mossad sionista in terra libanese é finita ingloriosamente, con le manette, l'arresto e l'incriminazione da parte del Consiglio Giudiziario Militare per "Spionaggio e Collaborazione col Nemico", che molto probabilmente significherà il cappio al collo per Yaghi, un conto molto salato che fa apparire poca cosa i circa 600 mila dollari raccolti dall'informatore in circa vent'anni di carriera.

Già membro del Consiglio Comunale di Baalbek (nella Valle della Biqa'a, territorio controllato da Hezbollah) e funzionario del Ministero delle Opere e dei Lavori Pubblici, Yaghi aveva fornito per anni informazioni a Tel Aviv riguardo membri e dirigenti di Hezbollah e di Amal (l'altro principale partito sciita libanese) e sulla rete di comunicazione 'Made in Iran' a disposizione degli uomini di Nasrallah.

Tuttavia nemmeno gli sforzi di questa spia hanno potuto impedire la sconfitta di Israele per mano della Resistenza nella guerra di 65 mesi fa.

Questo é l'ennesimo colpo inflitto alle reti di spionaggio sioniste in Libano nel corso degli ultimi anni: arresti e smantellamento di postazioni d'ascolto fanno intuire come l'intelligence libanese goda, direttamente o indirettamente dell'appoggio di Hezbollah e dei suoi apparati di sicurezza.
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La Jihad Islamica beneficia del crescente sostegno iraniano conseguente allo 'scollamento' tra Teheran e Hamas!

Fino all'anno scorso, lo si può vedere benissimo persino da molti articoli pubblicati su queste pagine, la Repubblica Islamica dell'Iran era senza alcun dubbio il principale finanziatore e sponsor dei gruppi palestinesi che facevano della Resistenza anche tramite la lotta armata il manifesto principale della loro attività: Hamas e la Jihad Islamica palestinese.
Adesso la situazione é molto cambiata: col voltafaccia consumato da dirigenti di primo piano come Mishaal e Marzouk non è abbastanza la pur commendevole e sincera fedeltà all'ideale di Lotta di Mahmoud Zahar e delle Brigate Qassam a cancellare l'offesa fatta ad Assad e all'Asse della Resistenza dai vertici di Hamas, i rapporti tra Iran e Hamas sono in fase di riflusso e, come facilmente si può intuire la prima a beneficiarne é l'organizzazione di Ramadan Shallah: la Jihad Islamica palestinese.
Recenti immagini arrivate dalla Striscia di Gaza già confermano le prime avvisaglie di questa nuova realtà: alle colonne in camo/nero/oro armate con il 'classico' kit AK-74 e RPG-16 si affiancano sempre più numerosi militanti dotati di elmetti di kevlar, protezioni balistiche, widget elettronici satellitari, avanzati fucili d'assalto in carbonio e plastiche: tutti "Made in Teheran". Un deciso salto in avanti per le Brigate Al-Quds! (Braccio armato della Jihad).
Il dignitario della Jihad Khader Habeeb ha dichiarato che l'incremento del sostegno iraniano alla sua fazione dipende dalla soddisfazione con cui sono stati recepiti i suoi recenti successi anche durante la recente aggressione militare sionista contro Gaza.

Il tempo e la pazienza ci diranno se, nonostante il grave 'vulnus' inflitto dall'ala "filo-wahabita", il rapporto Hamas-Iran potrà in qualche modo essere salvato o se, a causa del piccolo calcolo egoista di alcuni burocrati rimasti in vita per tredici anni grazie alla protezione iraniana e siriana, tutto il sostegno dell'Asse della Resistenza verrà riposizionato solo e ultimamente sugli uomini di Shallah, Habeeb e Al-Mudalal.
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martedì 22 gennaio 2013

Arriva in visita nella Striscia di Gaza il Primo Ministro della Malesia Mohammed Najib!

Nella giornata di oggi il Primo Ministro maleste Mohammed Najib ha attraversato il varco di confine di Rafah passando dal Sinai egiziano alla Striscia di Gaza, dove é stato accolto con tutti gli onori da una delegazione governativa palestinese.

Alla guida di numerosi ministri del suo gabinetto, il Premier Ismail Haniyeh ha dato il benvenuto all'ospite dell'Asia Sudorientale, accompagnandolo a visitare le rovine degli edifici istituzionali palestinesi gravemente colpiti dall'attacco sionista dello scorso novembre e a visitare le famiglie di alcuni martiri civili.

Najib ha poi incontrato alcuni esponenti dell'Università Islamica di Gaza e si é quindi recato a Zahra, nel centro della striscia litoranea dove ha posto la prima pietra di un edificio scolastico la cui costruzione verrà totalmente sostenuta grazie a una generosa donazione governativa malese.
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Dopo nove settimane di agonia muore a Gerusalemme un prigioniero politico rilasciato dalle galere sionaziste: la negligenza medica israeliana lo ha ucciso!

Quello che vedete ritratto in foto era un giovane palestinese di nome Ashraf Masalmah. L'imperfetto é d'obbligo perché, grazie alla criminale negligenza medica cui é stato sottoposto nel lungo periodo di carcerazione che come prigioniero politico ha speso nelle galere dell'occupazione sionista, Ashraf Masalamah é morto per una profondissima infezione polmonare che non é stato possibile contrastare nemmeno con un immediato ricovero appena rilasciato e con una intensissima e aggressiva terapia antibiotica, la sua agonia é durata nove settimane, di intensissime sofferenze, una vera e propria 'Passione'.

Ramleh é un vero e proprio 'lager' sionazista, e già molte volte abbiamo denunciato gli episodi orrendi che vi avvengono: torture, abusi, esperimenti medici e addirittura avvelenamento di prigionieri politici tramite cibo avariato. Il giovane Ashraf ha seguito la sorte di Zakariah Issa, a sua volta talmente trascurato dal punto di vista medico durante la sua prigionia da morire poco dopo la sua liberazione. Il regime dell'Apartheid sionista usa la negligenza medica come un modo di infliggere arbitrariamente la pena di morte ai detenuti palestinesi.

Come Zakariah Issa anche Ashraf Masalmah era un militante di Hamas; ma sappiamo bene che alcuni vertici di Hamas ultimamente siano troppo impegnati a fare le fusa a Doha e a Riyadh per preoccuparsi dei loro quadri e aderenti prigionieri del sistema concentrazionario di Tel Aviv.
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Wahabismo (sunnismo estremista) e sciismo estremista: l'Islam diviso che piace allo Zio Sam

Riprendiamo un interessante e illuminante articolo dal sito-web italiano di IRIB.
Yaser Yahia Abdollah Al Habib, è una sorta di telepredicatore sciita, di origini kuwaitiane, attivo da qualche tempo in Inghilterra, conosciuto in un certo ambiente come il "nemico numero uno del wahabismo". Ora, una persona dotata di intelletto, che conosce come stanno le cose nel mondo, sa benissimo che la corrente wahabita (secondo alcuni una sorta di sunnismo estremista) all'interno dell'islam è quella più reazionaria e conservatrice, antisunnita e antisciita, spesso tra le altre cose, intima collaboratrice degli interessi coloniali occidentali nel mondo islamico. Quindi uno potrebbe pensare: "se il sig. Al Habib è nemico dei reazionari, allora è un rivoluzionario autentico antimperialista".

Ma le cose non stanno affatto così, anzi.

Questo presunto religioso sciita, a cui mancano del tutto le severe credenziali teologiche che un vero sapiente sciita deve possedere, attraverso messaggi mediatici svolge una funzione del tutto particolare (e preoccupante). Egli è molto giovane, per un periodo breve finì in carcere in Kuwait, e poi, grazie alle "strane" pressioni degli inglesi fu liberato e portato a Londra, dove risiede tutt'ora. In poco tempo, grazie evidentemente alla collaborazione delle autorità di Sua Maestà, è riuscito a fondare un canale satellitare e delle riviste religiose e politiche.

Questo baldanzoso giovanotto di trentasei anni, è diventato famoso qualche anno fa, quando in una cerimonia in Inghilterra, insultò pubblicamente Aisha, una delle mogli del profeta Muhammad. Il risultato di tali insulti fu che alcuni musulmani sunniti, che hanno molto rispetto per Aisha, lo hanno ferocemente criticato, lanciandosi anche in acrimoniosi commenti contro gli sciiti, facendo di ogni erba un fascio.
A gettare acqua sul fuoco allora ci pens l'Ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema della Rivoluzione Islamica iraniana con una fatwa, nella quale egli diceva apertamente che insultare le mogli dei profeti, ed in particolare del profeta Muhammad, era islamicamente inaccettabile e condannabile. Questa fatwa presto si diffuse in tutto il mondo, e le emittenti dei paesi arabi e islamici la pubblicarono. Anche le guide di Al Azhar in Egitto, principale centro dell'islam sunnita, accolsero l'editto con favore.

Ovviamente Al Arabya, la voce del governo wahabita saudita censurò la fatwa che toglieva argomenti agli estremisti sunniti per i loro attacchi contro la Shia e gli sciiti, che invece erano facilitati dal messaggio irriguardoso del sedicente 'sapiente' sciita londinese. Ciò dimostra da un lato la, nel migliore dei casi, stoltezza del telepredicatore sciita a Londra, se non la sua vera e propria complicità con gli agenti del colonialismo (questa ipotesi è molto più plausibile).

D'altro canto tutto ciò ci aiuta a capire che la linea dell'Ayatollah Khamenei è l'unica, sostenuta anche da altri grandi sapienti, che possa portare ad una politica di unità tra musulmani, in antitesi da certi sciiti estremisti, che in modo consapevole o meno, vogliono fare la stessa cosa che fanno gli wahabiti, creare scompiglio tra i musulmani, per applicare la politica colonialista del divide et impera. Wahabismo (sunnismo estremista) e sciismo estremista, sono due facce della stessa medaglia, quella medaglia che l'imam Khomeini chiamava "islam americano".
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Il Premier Maliki alla ExxonMobil: "Se vuole operare in Irak deve rispettare la Costituzione Irakena e il Governo in carica!"

Il Primo Ministro irakeno Nouri al-Maliki durante un incontro con il CEO Rex Tillerson, ha invitato il gigante americano del petrolio, il gruppo Exxon-Mobil, a tenere sempre a mente che, per potere operare come partner nel territorio irakeno deve sempre e comunque rispettare i dettami della Costituzione del paese. La multinazionale Usa, infatti, ha pensato di poter sfruttare giacimenti petroliferi nel Nord dell'Irak trattando esclusivamente coi dirigenti della regione semi-autonoma del Curdistan iracheno e 'bypassando' il Ministero del Petrolio di Baqdad.

E' evidente il tentativo dell'azienda americana di crearsi un rapporto preferenziale con la leadership curda, chissà, forse attendendo il momento in cui l'unità nazionale irachena venga messa in forse da manifestazioni settarie e offensive terroristiche come quelle che hanno cercato, invano, di spaccare la Siria negli ultimi due anni, eventualità, ovviamente che farebbe tutto il gioco di Washington e della Casa Bianca che riuscirebbe così a realizzare "in corner" il sogno di una perpetua influenza sull'ex-Irak spezzato in 'cantoni' curdi, sunniti e sciiti laddove non era riuscita a imporla sulla punta delle baionette.

La maggioranza degli irakeni, che oltre ogni barriera etnica e settaria vogliono uno Stato unito e forte, si incaricherà di rendere chiaro come tali progetti siano velleitari e destinati in partenza alla più cocente delle sconfitte, come hanno dimostrato, anche recentemente le colossali manifestazioni di Bassora, Najaf, Bagdad e persino Mosul a favore del Primo Ministro Maliki e del suo operato.
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lunedì 21 gennaio 2013

Parte da Bandar Abbas la 24esima flottiglia iraniana: destinazione Suez e il Mar Mediterraneo!

Come precedentemente annunciato su queste stesse pagine la 24esima Flottiglia della Marina Iraniana ha lasciato il porto meridionale di Bandar Abbas per la sua crociera operativa che attraverso lo Stretto di Hormuz, l'Oceano Indiano, il Golfo di Aden, lo Stretto di Bab el Mandeb, il Mar Rosso e il Canale di Suez la porterà nelle acque del Mar Mediterraneo.

La flottiglia comprende la Portaelicotteri Kharg e la Fregata Sabalan, la stessa nave che 25 anni fa venne gravemente danneggiata combattendo eroicamente contro le forze americane dell'arroganza globale e, in seguito, venne non solo riportata alla piena efficienza, ma vide le proprie capacità e caratteristiche migliorate di molte volte grazie ai fruttuosi risultati della 'Jihad per l'Autosufficienza Militare'.
Quasi sicuramente la 24esima flottiglia una volta raggiunto il Mediterraneo, entrerà nel perimetro delle acque utilizzate dalle tre flotte russe attualmente al largo della Siria per le loro esercitazioni congiunte qui potrebbe prendere parte alle manovre con le navi di Mosca e Damasco e in seguito fare scalo al porto di Latakia, dove la Marina iraniana ha già disponibili installazioni e strutture semi-permanenti.
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L'Esercito siriano respinge i criminali wahabiti sempre più distanti dalla città di Aleppo, inseguendoli per tutta la Provincia!

Le forze armate siriane, impegnate nella campagna del Nord, dopo avere liberato la città di Aleppo hanno individuato e distrutto postazioni lanciarazzi dei criminali qaedisti, eliminando un considerevole numero di questi ultimi durante la "ripulitura" dei siti.

È probabilmente da queste basi terroristiche che i mercenari salafiti finanziati da potenze stranierehanno lanciato i razzi che hanno colpito Aleppo provocando danni e morti tra la popolazione. Queste 'rappresaglie a distanza', insieme al lancio indiscriminato di autobombe contro le città liberate, dimostrano come i mercenari stranieri non abbiano più modo di rimettere piede nelle zone da cui l'Esercito siriano li ha cacciati con le battaglie e le vittorie degli scorsi mesi.

Lo conferma il Comando Generale dell'Esercito Arabo Siriano che ha anche riferito come le bande armate terroristiche, nel tentativo di alleviare la pressione su di loro e distogliere l'attenzione dalle loro sconfitte in diverse aree della provincia di Aleppo, hanno perpetrato stragi contro la cittadinanza nella città di Aleppo, dove un missile lanciato dal quartiere di Kalasseh nella zona di al-Muhafaza ha causato la morte e il ferimento di cittadini innocenti e provocato danni agli edifici residenziali.

In una dichiarazione ufficiale il Comando Generale delle Forze Armate ha detto che Unità delle Forze Armate hanno portato a termine precise operazioni di intelligence militare contro i gruppi terroristici annidati e ben nascosti nelle campagne di Aleppo (un'area molto vasta), distruggendo i luoghi da cui si era individuato che fossero stati lanciati i razzi.

Anche tutti i luoghi in cui essi venivano assemblati e le munizioni immagazzinate, insieme a una gran quantità di ordigni esplosivi già pronti, sono stati distrutti insieme ad un certo numero di veicoli dotati di mitragliatrici pesanti.
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Nuove proteste contro l'ambasciata francese! Sostenitori di George Abdallah "offrono" ancora uova e pomodori alla delegazione diplomatica!

Nel mondo arabo, nel mondo musulmano, in Africa e in Medio Oriente sarebbe difficile trovare oggi paese più impopolare della Francia: con le sue improvvide avventure in Mali e Somalia e con il rifiuto ipocrita di confermare l'ordine di scarcerazione del prigioniero politico George Abdallah il Presidente 'socialista' Hollande si é inimicato gli oppressi della Terra come il 'galletto' napoleonico Sarkozy non era mai riuscito a fare!

Nel corso del passato week-end, per la seconda volta la rappresentanza diplomatica di Parigi in Libano é stata assediata da centinaia di manifestanti, tra loro familiari, parenti e compagni di militanza politica di George Abdallah, che hanno denunciato l'ipocrisia francese nel trattenere il loro congiunto in carcere nonostante il tribunale ne avesse istruito la liberazione. Di nuovo finestre e mura della legazione sono state 'decorate' da uova e pomodori.

Non si sono riscontrate violenze di sorta, e i manifestanti, fra cui erano numerosi anche aderenti di Hezbollah, del Partito Comunista Libanese e degli Al-Morabitoun (Nazionalisti Nasseriti), hanno promesso di ampliare a intensificare il ritmo e la profondità delle loro iniziative anti-francesi fino al rilascio di Abdallah.
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Circa un miliardo di barili di greggio nel giacimento scoperto dagli Irakeni nella provincia di Maysan!

La scoperta di un giacimento da un miliardo di barili di petrolio farebbe fare i salti mortali a chiunque ma, quando capita in un paese che ha già riserve di greggio calcolate in circa 143 miliardi di barili causa, piuttosto che euforia sfrenata, un moderato compiacimento. E' quello che é successo in Irak quando, con le prime prospezioni intraprese autonomamente da 30 anni a questa parte la Compagnia Statale Irakena per il Petrolio ha individuato nella Provincia di Maysan il deposito a nove zeri.

Al confine col vicino Iran, il bacino petrolifero probabilmente é imparentato con quelli più superficiali che si trovano appena oltre confine nel territorio iraniano del Khuzestan (che fornirono uno dei molti 'obiettivi' per la Guerra Iran-Irak voluta dal dittatore di Bagdad Saddam Hussein). La scoperta del giacimento a seguito di ricerche intraprese dalla società governativa é importante anche come simbolo, segno che l'Irak vuole dire la sua nella gestione del suo patrimonio sotterraneo e non affidarsi supinamente alle compagnie Russe, Cinesi, Francesi e di altre nazionalità tradizionalmente presenti sul suo territorio.

In questa maniera l'Irak si renderebbe più autonomo e indipendente dal punto di vista economico, in ciò imitando gli ultratrentennali sforzi di altri paesi vicini. Oltre ai 143 miliardi di barili stimati l'Irak possiederebbe anche qualcosa come 3 200 000 000 000 000 000 (tre trillioni e due) di metri cubi di gas metano intrappolati sotto la sua superficie.
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domenica 20 gennaio 2013

Germania: ennesimo piagnisteo sionazista usato per censurare chi critica il genocidio dei Palestinesi!

Yaakov Hadas, rappresentante dell'illegale regime ebraico di occupazione della Palestina in Germania conosce bene come suonare la frusta tiritera olocau$tica sulle note strappalacrime di qualche blockbuster sion-hollywoodiano per accusare di "Antisemitismo" chiunque si azzardi a dire che Il Re è Nudo, cioé che 'israele' é un regime razzista e genocida che sottopone da sette anni la popolazione civile di Gaza a privazioni e persecuzioni che non hanno uguali nella Storia recente dai tempi del III Reich.
Obiettivo della geremiade sionista, prontamente amplificata da tutta la grancassa dei media allineati con Tel Aviv, il redattore del magazine "Spiegel" Jakob Augstein, che parlando con i colleghi del "Rheinische Post" aveva giustamente paragonato il Ghetto assediato di Gaza con quello di Varsavia del tempo dell'occupazione nazista: con la differenza che il Ghetto di Varsavia venne assediato per meno di tre anni, mentre lo strangolamento della sua controparte palestinese perdura da oltre il doppio di tempo!

Estendiamo la nostra solidarietà al collega Augstein: la dignità e l'integrità degli Uomini Liberi avranno infine la meglio sulla protervia e l'arroganza dei servi del potere, la Storia ce lo insegna.
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L' Ambasciatore Roknabadi a Boutros Harb: "La condotta libanese é esemplare per cautela e lungimiranza!"

L'ambasciatore della Repubblica Islamica a Beirut, Ghazanfar Roknabadi, ha pubblicamente elogiato "la prudenza e la misura" delle autorità libanesi che sono finora riuscite mirabilmente a proteggere il loro paese e la sua cittadinanza da qualunque 'contagio' del complotto terrorista in atto contro la Siria di Assad, nonostante il più che scoperto fine di alcuni partiti politici e fazioni estremiste (come quelle raccolte nella cosiddetta Alleanza 14 Marzo) di 'importare' violenza e instabilità nel paese nel tentativo di compensare le proprie sconfitte facendole pagare a tutta la popolazione.

Incontrandosi con il parlamentare libanese Boutrous Harb l'ambasciatore Roknabadi ha detto che la condotta dei governanti libanesi "E' un esempio da manuale di discrezione, lungimiranza e cautela", esprimendo il proprio convincimento che rimanendo su questa linea di condotta il Paese dei Cedri riuscirà a rimanere stabile fino alla risoluzione (politica o altrimenti) dei problemi della Siria.

Harb da parte sua ha lodato l'impegno iraniano per arrivare a una composizione delle divergenze tra Governo di Assad e opposizione in maniera da togliere ogni velleitaria aspirazione di 'legittimità' a quei gruppi costituiti di mercenari stranieri foraggiati da potenze estere come la Turchia, il Qatar e l'Arabia Saudita, che pretendono di fare parte di una inesistente "Rivoluzione Siriana". Ambedue hanno poi convenuto sulla necessità di aiutare in ogni maniera quei siriani che le violenze terroristiche hanno costretto temporaneamente ad abbandonare le loro dimore.
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Shafiei: "Qatar, Sauditi e NATO cercano di destabilizzare l'Irak per i loro interessi!"

Nozar Shafiei, parlamentare iraniano e membro della Commissione per la Politica Estera e Sicurezza Nazionale della Repubblica Islamica ha dichiarato che, a fronte del fallimento dei loro sforzi per forzare un cambio di regie violento in Siria, le forze imperialiste della NATO e i loro lacché arabi sauditi e qatarioti si sono rivolte a Est del loro originario bersaglio tentando di esacerbare le tensioni etniche e settarie in Irak onde di mantenere la pressione contro l'Asse della Resistenza.

Infatti, assorbito lo scacco del ritiro americano dal paese nell'inverno 2011, causato dalla continua e pervicace resistenza popolare all'occupazione che nessun fasullo "surge" aveva potuto domare, nonostante gli strombazzamenti propagandistici dei media asserviti, forze palesi e occulte nel paese mesopotcamico hanno cercato di minare l'autorità e il sostegno al Governo di Nouri al-Maliki nel tentativo di innescare una ripresa degli scontri settari che caratterizzarono il periodo di caos e violenza seguito all'illegale invasione angolamericana.
La tattica del terrore e della violenza é obbligatoria in Irak visto che, stante la schiacciante maggioranza sciita che sostiene le posizioni del Premier Al-Maliki non esiste possibilità per la CIA e i suoi addentellati di organizzare in Irak fasulle "rivoluzioni colorate" con l'aiuto della lobby ebraica internazionale dei vari Soros e altri "Paladini dei Diritti" a corrente alternata e ipocrisia continuata.
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"Siria: Popolo per l'Esercito, Esercito per il Popolo". Un nuovo corpo armato di 20.000 unità per rendere impossibile la vita ai terroristi!

Come abbiamo già segnalato in più occasioni per fare fronte all'insorgenza dei terroristi mercenari sponsorizzati e finanziati dalle potenze imperialiste contro la Siria di Assad i cittadini del paese hanno da tempo iniziato a costituire milizie di autodifesa per controllare il territorio, notare segni di movimenti 'sospetti' da parte di stranieri armati o criminali comuni vendutisi alla sedizione e potere avvisare per tempo le forze armate o addirittura ingaggiare loro stessi i terroristi in attesa del loro intervento.

Riceviamo la notizia che proprio una di queste milizie di autodifesa, quella cosiddetta degli "Uomini di Allah", composta da membri della minoranza sciita e direttamente ispirata dall'esempio dell'Amal e dell'Hezbollah libanese, ha difeso con successo il santuario di Zainab (Nipote del Profeta Maometto) e punto di aggregazione e devozione per gli sciiti non solo siriani ma libanesi, irakeni, iraniani e di tanti altri paesi. Nel respingere i terroristi sacrileghi che avrebbero voluto danneggiare il luogo santo gli Uomini di Allah sono anche riusciti ad eliminarne il leade Abu Ali al-Numeir.
Contemporaneamente, per meglio "inquadrare" e controllare il fenomeno (utilissimo e benvenuto) delle 'milizie popolari' il Governo del Presidente Assad ha istituito un decreto di costituzione di una 'Forza di Difesa Nazionale', complementare e con compiti locali e territoriali che affiancherà l'Esercito Arabo Siriano nel controllo della situazione in aree non interessate da operazioni militari maggiori, per evitare che terroristi in fuga o superstiti da sconfitte patite altrove si installino in zone libere e le usino per riaggregarsi.

La Forza di Difesa sarà composta da civili che hanno assolto in passato gli obblighi di leva e conoscano quindi le basi della condotta militare, tale forza potrà affiancare tanto l'Esercito quanto eventuali milizie popolari pro-Assad che potranno continuare a esistere e non verrano sbandate o assorbite dalla nuova entità, purché collaborino apertamente e pienaente con essa nello spirito del motto: "Popolo per l'Esercito ed Esercito per il Popolo".
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